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Autore: Bloody Wolf    03/07/2012    5 recensioni
E se il Conte Del Millennio desse l'ordine a Sir Tyki Mikk di catturare Allen Walker per farsi dire i malvagi piani del Consiglio degli Esorcisti? E se Allen odiasse Tyki con tutto il cuore?
Paring: Tyki x Allen
il Rating potrebbe variare andando avanti coi capitoli!
Detto questo spero vi piaccia! Ciao ciao!
Genere: Azione, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Allen Walker, Tyki Mikk | Coppie: Tyki/Allen
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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capitolo 3 destino Note: Eccomi qui leggermente in ritardo! ok il rating è diventato Arancio e in futuro diverrà rosso.
Ringrazio in modo infinito Rose Princess perchè sei l'unica che recensisce
[Fa proprio schifo -.-''  ndTyki] *Si deprime in un piccolo angolo della cucina*
Ringrazio anche quelli che l'hanno messa tra le seguite, ricordate e preferite.
Che dire ancora... Meci e Saya sono personaggi di mia invenzione U.U
che dire ancora? Forse in questo capitolo sono entrambi OOC però bho ditemi voi.
Recensite mi raccomando
ciao ciao
Wolfy!


.Tyki.

-Dove lo portate??
Chiedo accendendomi l’ennesima sigaretta, soffio quel fumo biancastro lontano dalle mie labbra.
Mi gratto la nuca con indifferenza e poi aspetto la risposta del conte che sconsolato soffia prendendo tra le braccia il fagotto contenente Allen Walker.
-Hai fatto un buon lavoro Tyki-pon… Puoi andare.
Alzo lo sguardo dritto sul Conte.
-Mi risponda Conte!
Mi impunto su questa cosa perché so che verrà trattato male senza cibo e senza dignità, ma so anche che è uno dei pochi che è riuscito a farmi divertire durante uno scontro e quindi non deve essere trattato come un comune esorcista!
-Nelle segrete Tyki-pon… Lo terremo lì fin quando non parla anche se ci metteremo mesi interi.
Abbasso lo sguardo e giro i tacchi spegnendo la sigaretta nel portacenere sostenuto da una giovane akuma.
-Conte, l’akuma che mi ha accompagnato deve ricevere un’adeguata ricompensa…
Mi invio su per le scale e sento il conte a ridacchiare felice di qualcosa.
Arrivo davanti alla mia camera e spalanco la porta, non amo stare qui ma fin quando Allen non verrà liberato io rimarrò qua.
La mia stanza è completamente nera, le tende sono viola scuro e il letto a baldacchino è anch’esso viola.
Sospiro gettandomi sopra con stanchezza.
Chiudo gli occhi e un leggero bussare di porta me li fa spalancare di nuovo.
-Avanti.
La giovane Akuma che mi ha accompagnato entra nella mia stanza sorridendomi timidamente.
-Che vuoi.
Chiedo duro, non ho tempo e voglia di stare dietro ad una mocciosa ora come ora.
-Il Conte mi ha detto di accontentare il signor Tyki Mikk dandomi a lui.
La giovane fa cadere il lungo vestito che indossava rimanendo nuda di fronte a me.
La osservo per qualche minuto, anche se è un akuma è bella… Ha i seni pieni e tondi, lineamenti dolci e forme ben definite non troppo rigogliose.
Sbuffo.
-Ascolta…
mi fermo per chiederle il suo nome
-Non ho un nome, signore.
La guardo accigliata e sospiro.
-Tutti devono avere un nome, perfino i barboni ce l’ hanno. Ti chiamerai, Saya. Che ne dici?
Mi guarda stupita e annuisce felice.
-E per favore non darmi del Lei o del signore… mi fate sembrare un vecchio decrepito.
Ride rilassata e io sorrido un poco.
-Saya, ora come ora non ho voglia di obbedire al conte. Stanotte dormirai qui con me e se vuoi dirai di essere stata a letto con me. Io non sono dell’umore giusto.
Arrossisce timida e annuisce
-Grazie mille. Mi avevano detto che lei… cioè che tu eri un don Giovanni ma invece non è vero.
Lo osservo ridendo di pieno gusto
-Dicono troppe cose su di me e se oggi non mi va di fare il cascamorto con te è per colpa dell’albino.
Mi sdraio di nuovo poggiando il braccio sugli occhi.
-E’ l’unico nemico che rispetto e che considero come tale, non voglio che il conte gli faccia troppo male. Lui infondo è come me, un ragazzo cresciuto in strada.
Saya mi si è avvicinata nuda e si è seduta sul mio bacino ascoltandomi rapita.
-Domani scendo a fargli una visita e gli porto del cibo.
Tolgo il braccio guardando la ragazza che se ne sta tranquillamente seduta sul mio bacino con una faccia dolcissima e le labbra a perfetta “o”.
-Vengo con te. Quel giovane mi sembra interessante.
Mi metto a sedere trovandomi a pochi centimetri dal suo viso.
-E perché dovresti farlo?
Guarda in basso e poi alza lo sguardo sul mio viso toccandomi il neo con un dito e facendolo salire poi sulle croci
-Perché, tu sei il mio Noah, se ti sembra interessante lo potrebbe essere anche per me.
La guardo sbalordito per poi poggiare una mano guantata sul pentacolo che ha inciso sull’addome.
La guardo poi negli occhi come per chiedergli perché è diventata un mostro.
-E’ stata una mia scelta, non volevo più vivere in quel mondo sporco e degradato, e il conte è venuto in mio soccorso.
-Tu sei matta Saya.
Le bacio le labbra con dolcezza per poi invertire i ruoli e alzandomi dal letto.
-Vado a farmi una doccia e poi arrivo… Non ti dispiace vero se dormo in boxer o nudo, vero?
Nega con la testa e quindi vado a farmi una doccia.
L’acqua scivola lenta su di me, lava via quel freddo glaciale della Russia.
Mi asciugo distrattamente entrando in stanza con un asciugamano pulito legato in vita.
Frugo nei vari cassetti e opto per un paio di boxer neri. Li indosso davanti a lei.
-Certo che tu Tyki il pudore non sai nemmeno cosa sia.
La guardo stranito e sbuffo contrario.
-Copriti e dormi.
Apro la finestra per far entrare la calda brezza della Spagna e poi mi sdraio sotto le coperte vicino a Saya che dorme già.

.Allen.
Un forte dolore alla spalla destra mi sveglia, vedo tutto nero, il rumore delle catene mi stride forte nelle orecchie, un odore di sangue e muffa mi sale alle narici.
La poca luce che entra non illumina quasi nulla e mi rendo conto di essere legato e di perdere sangue dalla gamba sinistra.
Chiudo gli occhi convinto di stare meglio ma lì ricordo: Tyki mi ha rapito e quando mi sono svegliato ero braccato da dei mostri, mi hanno picchiato e chiesto delle cose che non so.
Tyki non era tra loro.
Mi avrebbe solo fatto ribrezzo.
Lui è l’unico che ritengo nemico, gli altri sono solo umani comandati da un mostro chiamato Conte Del Millennio.
Le lacrime salate scendono dai miei occhi.
-Si è svegliato.
Questa voce mi entra nei timpani dolorosa.
La porta davanti a me si spalanca facendo entrare una forte luce artificiale, chiudo di scatto gli occhi raggomitolandomi in un angolino.
Il noah o il mostro mi afferra per i capelli e mi fa alzare in piedi, la gamba e il braccio pulsano come dannati e io non posso fare nulla.
Mi hanno legato l’innocence con una catena apposta.
Il Conte mi guarda sorridendo e chiede
-Avanti Allen cosa vuole fare il consiglio superiore degli Esorcisti riguardo a noi Noah? Vi hanno dato delle informazioni, ne sono sicuro, dimmele.
Nego con la testa, io non sono autorizzato ad avere quelle informazioni, sono per parte Noah.
Un pugno in pancia mi fa piegare in due dal dolore, sputo sangue e mi accascio a terra.
Mi obbliga a rialzarmi per poi picchiarmi ancora, alla fine prende una frusta e con uno schiocco la mia schiena si squarcia in più punti.
Il dolore mi fa gridare e contorcermi su me stesso.
Vedo ciò che mi circonda appannato e sento solo il rumore del mio cuore che pulsa, lo sento ovunque. Fa male.
Mi legano al muro, sono a penzoloni se non per le gambe che dovrebbero sorreggermi.
Lo stesso mostro di prima mi alza il volte mentre con un piccolo coltellino da tasca mi incide il pentacolo sulla fronte, riapre una delle mie cicatrici, mi sento umiliato e violato.
Inizio a piangere, non per il dolore ma soprattutto per l’atto che sta compiendo.
Incide ancora tenendomi ancorato al muro attraverso il suo corpo massiccio e viscido.
Il sangue mi scende dalla tempia, corre sullo zigomo e poi finisce sulla guancia dove si raggruppa in piccole gocce quasi coagulate e poi cade inesorabile sul terreno.
Quando ha finito di compiere il suo lavoro mette via l’arma, senza mai staccarsi di dosso a me, apre la bocca lasciando la sua lingua a ripulire l’obbrobrio da lui commesso.
La sua mano scende a slacciarmi la divisa superiore, scalcio mi dimeno, le provo tutte per farlo allontanare ma non ci riesco.
-Io vado Meli-chan.
-Conte io mi intratterrò un po’ con questo zuccherino bianco.
Il suo sguardo mi terrorizza, a metà tra il malato e il pazzo, la mia forza è nulla in confronto alla sua.
-Stai attento… E’ mattina e Tyki pon potrebbe scendere a fargli visita. E visto che tra voi non scorre buon sangue sta attento, io non ti salvo.
Ciò che dice mi lascia stupefatto.
Mi guarda affamato leccandosi le labbra, sorride per poi guardarmi
-Ti fai scopare da Tyki vero? Quando ti ha portato qui era troppo attento a te… Lui dice che sei l’unico che può considerare un nemico, l’unico che ha la sua fiducia.
Smetto di combattere per un po’, Tyki crede che io sia l’unico che può considerare un nemico? Almeno su questa cosa siamo d’accordo.
Poi rispondo alla sua domanda in modo freddo e distaccato.
-No. Io non mi faccio scopare da nessuno mostro!
-Che onore sarò il primo a romperti quel bel culetto che ti trovi!
Mette la sue sudice mani sui miei glutei e stringe fino a farmi male.
-Mentre te lo metto su per il culo pensa a quel puttaniere di un portoghese, ti fa eccitare vero!
Urlo.
-Mi fai schifo!
Cerco di allontanarlo mentre lui si slaccia i pantaloni e negli occhi ha una scintilla di… ossessione. Forse a lui piace Tyki. Ma perché se la deve prendere con me?!
Si è abbassato i pantaloni lasciando così le sue parti intime nude.
Mi abbassa i miei pantaloni con un gesto secco della mano e …
-Chi sarebbe il puttaniere?
Si blocca con in mano il proprio membro, spalanca gli occhi terrorizzato, si gira lentamente, molto lentamente.
-Tyki.
Tyki si abbassa a prendere l’arma con cui mi ha ferito,  la osserva girandosela tra le dita e poi lecca il mio sangue con fermezza.
Sorride poi.
-Lo sai, tu sei solo un mostro, il Conte non avrebbe nulla in contrario se dessi le tue membra in pasto ai suoi cani… Ma non ti posso fare questo, non sono così cattivo infondo.
Sospira in modo teatrale per poi alzare lo sguardo su di me.
Si avvicina a noi afferrando l’altro per il collo e sbattendolo contro il muro con forza.
-Se morisse per colpa di un’emorraggia interna non potrebbe più dire nulla… Quindi la colpa andrebbe a me per averlo “picchiato” troppo.

.Tyki.
Mi sveglio con Saya, mi allungo e la abbraccio strusciandomi contro i suoi seni.
-TYKI!
Mi metto seduto sul letto ridendo.
-Era uno scherzo! Come siamo permalose.
Mi alzo e porto le braccia in alto per stirare i miei muscoli addormentati per la notte.
Vado in bagno e mi lavo la faccia per svegliarmi, tiro i miei capelli all’indietro fermandoli con un piccolo cerchietto nero e poi esco dal bagno.
Infilo dei vestiti eleganti ed esco dalla camera. So che quando Saya sarà pronta mi raggiungerà nei sotterranei.
Scendo la scale e la scena che mi si dipinge davanti non è la migliore che potessi sognare, ornata dalla frase di Maci:
- Mentre te lo metto su per il culo pensa a quel puttaniere di un portoghese, ti fa eccitare vero!
Allen è legato e sta per essere stuprato da un mostro di prima categoria, non lo posso accettare.
-Chi sarebbe il puttaniere?
Blocca il movimento della sua mano sul proprio membro in erezione, alza leggermente la testa e si gira, lentamente.
-Tyki.
Faccio due passi all’interno della cella e mi chino a prendere il coltello sporco del sangue di Allen, ha il suo stesso odore, lo lecco.
Sogghigno mentre cammino lentamente verso di lui
-Lo sai, tu sei solo un mostro, il Conte non avrebbe nulla in contrario se dessi le tue membra in pasto ai suoi cani… Ma non ti posso fare questo, non sono così cattivo infondo.
Sospiro chiudendo gli occhi e poi guardo Allen negli occhi, ci vedo solo dolore e disperazione in questo momento.
Lo afferro per il collo per poi sbatterlo violentemente contro il muro di pietra, vedo che per un momento gli manca il respiro, sì, amo vedere le persone che odio quando soffrono, è piacevole!
-Se morisse per colpa di un’emorraggia interna non potrebbe più dire nulla… Quindi la colpa andrebbe a me per averlo “picchiato” troppo.
Mi guarda sconvolto.
Gli trapasso i vestiti e le carni con il mio potere per poi carezzargli il cuore, gli recido l’arteria principale e poi lo lego al muro con un collare di catene.
Prendo la mazza lì vicina e rido.
-Non ti lascio a soffrire molto, ho cambiato idea, sono cattivo comunque. Adios.
Alzo la mazza in aria e la faccio cadere sulla sua testa come un masso che la sfracella.
Mollo la mazza e afferro l’esorcista tra le braccia staccandolo dalle catene e rivestendolo un poco.
-Saya, ripulisci le sue ferite.
Lo poggio in un’altra cella pulita. Il suo sguardo mi rimane sempre incollato, incapace di parlare.
Mi afferra la manica della giacca proprio quando me ne sto per andare.
-Perché?
-Perché io e te siamo simili.
   
 
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