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Autore: _joy    04/07/2012    5 recensioni
Mika è una strega, frequenta Hogwarts, è in Serpeverde, è una Black. Le parole che la definiscono potrebbero essere: stirpe, orgoglio, purezza di sangue, amicizia, lealtà. Una principessa del mondo magico che sa benissimo di esserlo. Almeno finché le sue certezze non subiscono una brusca scossa in un pomeriggio di sole, quando incontra un ragazzo bello e affascinante ma, ahinoi, babbano: Ben Barnes
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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- Questa storia fa parte della serie 'Di magia e di babbani'
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Immagino di dover aprire questo capitolo presentandomi, anche se devo dirvi che trovo abbastanza assurda l’idea che ci sia qualcuno che non mi conosca.
Comunque.
Allora, mi chiamo Mikayla Black e questo dovrebbe già darvi un’idea precisa di chi sono io, del retaggio cui appartengo e della posizione sociale che ricopro nel mio mondo.
Tuttavia, so benissimo che – persino nel nostro mondo – sono sempre di più i mezzosangue, babbanofili, semi-babbani e quant’altro, e temo che il concetto di sangue puro si stia un po’ perdendo, quindi vedrò di spiegarmi ancora più chiaramente.
E in poche parole, aggiungo, visto che per me queste tendenze filobabbane sono una posa, una finta dei mezzosangue per coprire la consapevolezza di una disparità sociale: chi è che non conosce l’oligarchia del mondo magico?
Appunto. Sono certa che persino Miele, la mia gattina nera, sa a memoria i nomi delle famiglie magiche di antico lignaggio. Solo che non parla, quindi non può dirle anche a voi. Ma le sa.
Come le so io, fin da quando avevo quattro anni, e come le sa chiunque abbia un minimo di cervello e – perché no? - di dignità personale.
Va bene, arrivo al dunque.
Dunque.
Il mondo magico ha una struttura democratica, se così vogliamo considerarla. Cioè: esiste un Primo Ministro, proprio come c’è un Primo Ministro Babbano (scusate il paragone: non so come m’è uscito).
Esiste un Ministero della Magia; esiste una Corte Plenaria (il Wizengamot), esistono delle Leggi Magiche; esistono Uffici, Responsabili; Delegati e quant’altro. È proprio un sistema complesso e stratificato: noi Maghi siamo una comunità, siamo un Mondo, e come tale siamo organizzati. Siamo molto civili e non ci manca proprio nulla. Tranne Luis Vuitton, ma questa è un’altra storia.
Eppure, in questo sistema governativo democratico, la voce delle più antiche famiglie di maghi si fa sentire, forte e chiara. Per fortuna.
Perché siamo noi che custodiamo il sangue, le tradizioni, la memoria storica di chi siamo, del nostro passato, di noi.
Questo comporta una posizione di privilegio nel nostro mondo, per forza di cose. Non sono un’ipocrita e non fingerò che non sia così. Chiamarsi Black non è esattamente come chiamarsi Vattelapesca.
Da sempre, le più antiche famiglie hanno accesso privilegiato ai punti nevralgici del Wizengamot, del Ministero e di tutte le forme di governo del nostro mondo.
Lo so che pensate che per noi è tutto facile, ma vi sbagliate di grosso. Io sono stata cresciuta secondo un codice di comportamento rigido, consapevole che il nome che porto non deve essere macchiato da comportamenti discutibili o scelte socialmente condannabili, e lasciate che ve lo dica: è davvero dura.
È dura essere una bambina e guardare gli altri ragazzini che mangiano il gelato, giocano nel fango, si rotolano per terra e non poterlo fare. È dura essere sempre osservati, controllati e ripresi in casa propria. È dura rispettare una gerarchia persino all’interno della propria famiglia.
Mia nonna non è esattamente il tipo di nonna che ti compra i regali o le caramelle. Ha 198 anni e sembra un generale: persino mio padre ha paura di lei.
Invece la nonna di Mindy, una delle migliori amiche, è un tesoro: canuta come un batuffolo di lana soffice, la copre di affetto e di regali.
A me non è mai successo.
Ma so che questo è lo scotto da pagare. Mindy non avrà un seggio al Wizengamot, una festa di presentazione in società o un fondo fiduciario. Magari però avrà un marito che la adorerà, mentre io probabilmente finirò con un degno rappresentante della nostra oligarchia, noioso come il mio libro di Storia della Magia.
Ma pazienza. Mindy è babbana di nascita e quindi certe cose le sono precluse a priori.
 
Spero di non sembrarvi odiosa. So – dalle reazioni di tante persone – che un atteggiamento come il mio può sembrare cinico e supponente. Ma secondo me è concreto e onesto. Le differenze nel mondo esistono. E non venite a dirmi che tra i babbani non è così.
Inoltre, il fatto che vi ho appena detto che una delle mie migliori amiche è babbana dovrebbe farvi capire che sono una che parla chiaro, senza peli sulla lingua, ma che proprio una stronza non è.
Torniamo a noi: mi chiamo Mikayla Black, discendo dalla fiera stirpe dei Black (Toujours pours), frequento la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, sono una Serpeverde.
In realtà, vi confesso una cosa: avrei potuto essere una Grifondoro. Il Cappello Parlante me l’ha proposto la sera dello Smistamento. Me l’ha bisbigliato nell’orecchio. Cioè, veramente me l’ha bisbigliato nella testa. È stato stranissimo.
Ecco qui una piccola Serpeverde. A meno che, cara, tu non voglia riconsiderare la tua posizione. Diciamo che ci sono le qualità per percorrere un’altra strada, se lo vuoi. Sei coraggiosa, sei leale, sei sincera. Saresti una Grifondro di prim’ordine. Che ne dici?
Che ne dico?
Il mio primo pensiero fu di paura pura: Grifondoro?
A casa mia si sarebbero suicidati.
Però…però.
Ammetto che qualcosa in me ha sussultato a quel pensiero. Il pensiero di prendere una strada diversa, una strada che fosse mia. Che dipendesse esclusivamente dalle mie qualità e dalle mie doti. Per essere Mikayla e non Mikayla Black, quella che ero stata per tutta la vita. La ragazza corteggiata, ammirata, invidiata, ma che in fondo era una pedina nei disegni della famiglia.
Che tentazione.
Poi, però, undici anni di rigida educazione mi sono ripiombati sulle spalle all’improvviso. La mia famiglia, le loro aspettative. Non me l’avrebbero mai perdonato. Non potevo.
Non posso pensai, triste.
Certo che puoi. Sei tu a decidere chi sei, bambina. Sono le tue decisioni e non la tua stirpe che determineranno le tue azioni e, con esse, la tua vita.
Io sono Mikayla Black pensai ancora.
Tu sei Mikayla prima di tutto rispose lui.
Feci un sorrisino triste, ma tanto ero sepolta sotto il Cappello e nessuno poteva vedermi. Lui però lo capì.
Non avere paura.
Come posso?
E lo sentii sospirare nella mia mente.
Povero me, questo Smistamento avviene davvero troppo presto. E allora vai, cara, e ricorda quanto ci siamo detti: puoi essere Mikayla, solo Mikayla, anche entrando a far parte dei Serpeverde.
Così gridò:Serpeverde!
E il suo grido ingoiò i miei dubbi e sfumò nell’applauso dei miei compagni di Casa.
 
Che poi, tutti parlano tanto male dei Serpeverde, ma anche questo è un pregiudizio bello e buono. Insomma, siamo una Casa come le altre. Certo, tra noi ci sono i fissati del sangue puro, ma questo solo perché, per la maggior parte, siamo tutti purosangue. E non credo che ai Tassorosso sia mai stata rimproverata l’ansia di dimostrarsi capaci di fare qualcosa di meritevole o ai Corvonero la tendenza a reputarsi i più intelligenti di tutti.
Se una persona ha la fissa del sangue puro, ce l’ha a prescindere dal suo essere Serpeverde. Io ce l’ho, un po’, e lo ammetto senza problemi. Dite quello che volete, ma il sangue non è acqua. Questo non significa che condivida posizioni estreme, come quelle del Signore Oscuro. O di zia Elladora, che aveva introdotto in famiglia l’usanza di decapitare gli Elfi Domestici quando diventavano troppo vecchi per portare il thè.
Io non sono crudele. E entrare in Serpeverde non mi ha fatta diventare crudele. Sono rimasta io, ho solo avuto un dormitorio piuttosto che un altro. Ho fatto amicizia, ma l’ho fatta anche con persone di altre Case. Certo, i legami tra i membri di una stessa Casa sono forti, molto forti. Ma va benissimo. Qui si costruiscono alleanze e sodalizi futuri e io ne sono pienamente consapevole. Ho il mio circolo in Serpeverde (la mia fidata corte) e vi garantisco che non passiamo il tempo a parlare del sangue blu o a fare piani per la conquista del mondo. Piuttosto, mi sfoglio Vogue.
Comunque, le mie due migliori amiche appartengono a due case diverse dalla mia. Mindy è in Tassorosso e Claire in Grifondoro. E a scuola ci guardano tutti come se fossimo orchi a due teste, cosa che francamente trovo eccessiva e offensiva. Insomma, noi siamo la prova vivente che i pregiudizi che esistono tra le quattro Case di Hogwarts sono – appunto – dei pregiudizi. Perché noi siamo davvero, davvero amiche. Tanto che per loro ho fatto cose che mi hanno fatta guardare con biasimo dai miei compagni (che comunque non oserebbero contestarmi apertamente), tipo iscrivermi al corso di Babbanologia.
E perché no? È una materia molto migliore di Divinazione, per dirne una (e comunque la Cooman secondo me è pazza). E poi io vorrei lavorare al comitato diplomatico del Ministero (è lì che fanno sempre le feste migliori) e quindi sarà bene che impari a trattare con diplomazia.
E Mindy e Claire sanno benissimo che io non sono una Serpeverde stronza (un po’ stronza lo sono, ma solo con chi lo merita). Per dirvene una, io non ho applaudito quando Draco Malfoy, al mio primo anno, ha tuonato ad Halloween “Tremate, nemici dell’Erede!!!!” davanti a una scolaresca che fissava ipnotizzata un povero gatto stecchito in corridoio.
Quanto è teatrale, Draco.
Poi, quando siamo rientrati in dormitorio, è venuto da me tutto tronfio a sentire che ne pensavo.
Ho alzato gli occhi dal libro che stavo leggendo con espressione altera.
«Oh, davvero spaventoso. Da brividi»
Lui è arrossito.
«Mika, ho saputo cose da mio padre che ti faranno rimangiare…»
Ho sbadigliato vistosamente.
«Che paura. Buonanotte»
E lui se n’è andato furioso. Dovete sapere che Draco mi ha corteggiata per un bel po’, prima e dopo questo episodio. Lui e tanti altri, non solo Serpeverde.
E potrei dirvi che sono carina, ma tanto lo so che la maggior parte dei Maghi in me vede solo l’erede dei Black (quindi, detto in termini volgari, un sacco di potere e un sacco di soldi), quindi: a che serve?
E poi, io sto con Blaise Zabini.
Più o meno. Stiamo insieme ma non è che sia un rapporto che faccia scintille.
Per prima cosa, Blaise è arrogante e fiero di natura, ma così tanto che a volte non rilassa la schiena nemmeno quando mi abbraccia.
E sì, è bellissimo, ma la sua è una bellezza fredda. Detto questo, lui è uno dei più fighi della scuola e tutte le ragazze (di qualsiasi Casa, checché ne dicano) ci hanno fatto almeno un pensierino.
E poi noi ci conosciamo da una vita, le nostre famiglie sono amiche e sua madre vede di buon occhio la nostra relazione, stranamente. Mi ha detto che sono l’unica ragazza di Blaise che è contenta di sapere accanto a suo figlio. E meno male, perché la cara signora ha misteriosamente seppellito sei mariti. O erano sette? Comunque, erano tanti e tutti ricchi…diciamo che, se non le fossi piaciuta, sarebbe stato nel mio interesse imparare a Smaterializzarmi molto prima del compimento dei diciassette anni.
Tuttavia, ci siamo messi insieme più avanti: quando ero una matricola (pur se tra le più belle), Blaise non mi degnava di uno sguardo, perché ero piccola. Io, detto proprio francamente, non sono abituata a essere ignorata da chicchessia, tantomeno dai ragazzi, e quindi me ne disinteressai allegramente e mi feci uno stuolo di corteggiatori, perché sapevo benissimo che lui era perfettamente al corrente di chi era popolare e chi no (è sempre stato enormemente attento a queste cose) e che quindi mi studiava da lontano.
Ma io l’avevo così tanto ignorato che quando si riavvicinò a me (a scuola, perché nelle vacanze ci frequentavamo) io lo snobbai con grande serenità.
E dopo vari tira-e-molla ci siamo messi insieme. O quel che è.
Ma Blaise resta esterrefatto davanti a certe cose, tipo Babbanologia. Del resto, io lo ripago con la stessa moneta quando in camera sua vedo la sua collezione di creme per il viso.
Però è per dirvi che oggi non è con me.
Io sono a Dublino, su un marciapiede, nella luce del tramonto, e sto aspettando Mindy e Claire. In realtà, siamo usciti per un’esercitazione pratica di Babbanologia. Sì, è rigorosamente vietato uscire da Hogwarts, se non in rari casi agli specializzandi del M.A.G.O., perchè dopo  quattro anni di teoria è il caso di vedere sul campo cosa succede nel rapporto con i babbani.
Come se non sapessimo benissimo che non succede assolutamente niente. Noi non possiamo palesarci, la Prof. resta nascosta nelle vicinanze, pronta a intervenire in caso di disastro, e alla fine le esercitazioni che facciamo sono ridicole. Fare la spesa con i babbani. Andare a pagare una bolletta con i babbani. Portare a riparare un elettrodomestico dei babbani. Bha.
Però almeno usciamo da scuola. E nella mia classe siamo solo cinque. Viene allestita per noi una Passaporta da Silente in persona e ce ne andiamo per un paio d’ore tra le raccomandazioni più catastrofiche della McGranitt.
Che palle.
Comunque, oggi siamo a Dublino su proposta di Mindy. Io sono – come dire – svicolata un attimo per guardare la vetrina d Miu Miu, ma giusto due minuti. E un rapido giro esplorativo. Ora sono sul marciapiede e tento di decidere se fare un incantesimo alla nuova borsa che ho comprato per Trasfigurarla e trasportarla illegalmente a scuola. Ma temo non ci sia modo.
E poi l’orologio mi avverte che è quasi l’ora di presentarsi e partecipare al ridicolo programma proposto dalla mia amica alla Prof: assistere alla premiere di un film che si chiama “Killing Bono”.
 
 

   
 
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