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Autore: BlueJayWay    05/07/2012    1 recensioni
"Ridicolo, quella non era nemmeno una festa di compleanno, cosa c’entravano dei palloncini? Nonostante questo continuava ad osservarli, erano tantissimi e in fondo gli piacevano, tutti quei colori"
Il sogno spesso confonde, a volte può fare impazzire... o è la realtà a fare impazzire? Si riescono sempre a distinguere le due cose?
Vivere insieme a qualcuno, ma non provare gli stessi sentimenti. Cercare di sfuggire ad una vita che in realtà non si accetta, ma rimanervi comunque ancorati, ed avere paura di abbandonarla. Insicurezze portate avanti dal passato.
Genere: Generale, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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N.B. La storia in questo momento è in revisione totale. Dopo aver riletto spezzoni di capitoli ho notato alcuni errori di battitura e non, quindi ora con calma li sto risistemando. La storia, verrà probabilmente allungata e approfondita su alcuni passi mentre alleggerita su altre parti.
In ogni caso, penso che finirò di pubblicare gli ultimi capitoli lasciando questa versione e poi successivamente sistemerò il tutto.
Ho appena deciso di complicarmi le cose, ma va bene così.
Sarà quasi sicuramente una cosa lenta, dato che, purtroppo ho solo un computer condiviso e il tempo che ci posso dedicare non è molto. (senza contare lo studio e gli altri impicci)
Ringrazio chi mi ha seguita, chi ancora mi segue e chi mi seguirà.
Prima o poi la smetterò di stressarvi ;)
BlueJayWay 

L'idea di questa story mi é venuta quasi per caso, quindi non so cosa ne verrá fuori piú avanti, spero di riuscire a fare qualcosa di carino questa volta.  Nulla di speciale, ma spero vi piaccia. Buona lettura... 

Era tutto perfetto, sembrava di vivere una favola, anzi, probabilmente nemmeno Cenerentola aveva avuto un banchetto come quello dopo essere fuggita in carrozza con il suo amato. Questo era sicuramente il pensiero di molti quella sera.
La sala era di dimensioni immense e non si riusciva neppure a capire sa avesse o no una fine. Le mura di un colore giallo pastello sembravano dissolversi all’orizzonte in modo indefinito.
Grandi tavoli ovali, sui quali erano state messe tovaglie di seta azzurra, occupavano buona parte del salone. La sala era gremita, parenti conosciuti e sconosciuti, e anche perfetti sconosciuti. Bambini che gridavano e si rincorrevano, persone di tutte le età che si scambiavano sorrisi falsi e parole impercettibili. C’era un grande frastuono di voci, solo la musica non si sentiva, eppure molti invitati si stavano scatenando in balli di ogni genere, dai più movimentati ai più romantici. Romantici appunto. Dopotutto quella serata rappresentava qualcosa che portava il titolo di amore, anzi amore eterno, forse. Non appena fu sfiorato da questo pensiero, si sentì soffocare, eppure sarebbe dovuto essere completamente felice, sereno, in fondo era lui ad indossare l’abito da sposo e per quel che ricordava, non aveva fatto nulla per opporsi. Tutti erano felici per lui. Alzò gli occhi verso il soffitto e iniziò a fissarlo, era completamente ricoperto di palloncini. Ridicolo, quella non era nemmeno  una festa di compleanno, cosa c’entravano dei palloncini? Nonostante questo continuava ad osservarli,  erano tantissimi e in fondo gli piacevano, tutti quei colori. Rosso, giallo, verde, viola... sembravano i colori dell’arcobaleno, anzi, lo erano e non ne mancava nemmeno uno.
< Cosa stai guardando amore > una voce femminile lo distrasse. Si voltò. Seduta accanto a lui una ragazza, giovane, lo si poteva capire dai lineamenti del viso. Indossava uno splendido abito da sposa che risaltava le sue forme senza troppa volgarità. I suoi capelli biondo cenere erano intrecciati tra loro assieme a numerosi sottili nastri bianchi, e le ricadevano poi sciolti sulle spalle.  Un sorriso sincero le illuminava il viso, era in attesa che lui le rispondesse qualcosa.
Improvvisamente un bambino iniziò a strillare, sempre più forte, sempre con maggiore insistenza, e non c’era verso di farlo calmare. Dopo poco non si sentì altro che le grida isteriche della piccola creatura. Istintivamente Julian portò le mani alle orecchie premendo con decisione e chiuse con forza gli occhi, intorno a lui tutto diventò scuro, nero, ogni cosa scomparve, ma le urla del bambino non accennarono né a spegnersi completamente né ad affievolirsi.

  
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