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Autore: Lusio    05/07/2012    11 recensioni
Un ricordo che ossessiona, come il ticchettio di un orologio, il pigro battere insistente di un dito sul tasto di una macchina da scrivere inutilizzata, il gocciolio di una bottiglia d'assenzio rovesciata. Come una voce che proviene dal profondo di un'anima disperata.
E' questo che spinge un "giovane scrittore squattrinato" a riportare su carta la storia del suo amore finito, a dipingere con lettere nere d'inchiostro "il ragazzo che amava" perché lui glielo ha chiesto.
"... così sarò sempre con te".
In una vecchia camera ammobiliata del quartiere bohèmien, in una pista da ballo di uno dei locali più famosi e più scandalosi dell'epoca, in un boudoir dallo stile orientale, sulle assi di un palcoscenico...
La loro storia, la loro vita, la loro canzone.
Ispirato a "Moulin Rouge!" di Baz Luhrmann.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Sebastian Smythe, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Eternità

 

Tempo, fermati un istante, solo uno; giusto il tempo di ricordare com’era non in quel momento. No, non quello! Non ce la faccio a vederlo così pallido e tremante. Voglio ricordarlo come era quando lo vidi la prima volta, quando le sue guance avevano ancora quel tenue colore rosato, quando facevamo l’amore credendo di avere una vita intera davanti. Ma è tutto così mutevole. Ora è l’ “Angelo di Diamante” che scende dalla sua altalena da acrobata del Moulin Rouge, ora è Kurt stretto tra le mie braccia, nel nostro letto, ora è Kurt stretto tra le mie braccia sulle assi di un palco, senza più respiro e freddo come il ghiaccio e un rivolo di sangue sulla sua bocca sorridente.

Sei volato via, angelo mio.

 

Vide come se ogni cosa fosse ovattata e rallentata dall’acqua: Kurt che scivola per terra, avvinghiato alla sua mano, la bocca spalancata alla disperata ricerca di aria; poi un colpo di tosse e uno zampillo di sangue. E gli altri sembravano non accorgersi di nulla.

Avrebbe voluto urlare ma non riusciva ad emettere alcun suono e riuscì a muoversi un istante prima che il corpo di Kurt urtasse le assi.

Kurt. Che cos’hai? Dimmi che ti sta succedendo.

Non poteva rispondere, se non con singulti e versi strozzati; solo i suoi occhi sembravano gridare “aiuto”.

Anche gli altri, in quel momento, si accorsero di quanto stava accadendo e si avvicinarono allarmati; tra la folla si fece largo anche Carole. In mezzo ai mormori dei presenti si poté distinguere solo Schuester che ordinava di tenere chiuso il sipario e di cercare un dottore.

 

Tranquillo Kurt, stanno chiamando un dottore. Stai tranquillo.

Non ho bisogno di un dottore. E’ inutile.

Ma cosa dici? Adesso verrà un dottore, ti porterà in ospedale e lì ti cureranno.

No, Blaine. E’ inutile. Sto morendo.

No, non stai morendo. Non stai morendo.

Blaine. Ho la tubercolosi. Io sto morendo.

No, Kurt, ti prego.

Perdonami per non avertelo detto.

Ti prego Kurt, smettila. Adesso viene il dottore; guarirai, lo so. Tu sei forte.

Non baciarmi. Sono contagioso; rischi di infettarti.

Non mi importa.

No, Blaine. Non farlo.

Ecco, ti ho baciato. Mi sono infettato e posso continuare a baciarti, non mi importa più di nulla.

Sei un idiota, Blaine. Nella mia bocca c’è solo il sangue e la malattia.

Questo non è sangue; è la foga che abbiamo messo nei nostri primi baci e l’unica malattia è quello che provo per te.

Devi lasciarmi andare.

Io ti amo.

Anch’io ti amo.

Resta con me. Non mi lasciare.

Scrivi di noi… scrivi la nostra storia… così sarò sempre con te.

Resteremo insieme sempre, sempre. Ti cureremo, mi prenderò cura di te. Realizzeremo tutti i nostri sogni, insieme. Per sempre insieme.

Tutte le parole che non ti ho detto… tutto quello che avresti voluto dirmi… Il nostro sogno… La nostra vita… Comunque vada… Ricordi?

No… No…

Promettimelo.

Ti amo. Ti amo. Ti amo.

Ho freddo. Stringimi; dammi un po’ di calore.

Ti amo. Ti amo.

Non riesco a respirare; il sangue mi soffoca.

Ti amo.

Tienimi ancora un po’ con te. Amore.

Sono qui, con te; non ti lascerò. Li senti? Stanno tutti piangendo; e a me fanno solo ridere. Perché lo fanno? Tu sei ancora qui; adesso verrà il dottore e ti guarirà. Non devono piangere, vero? Vero Kurt? Perché non mi dici nulla? Hai tanto male. Non farmi spaventare, dimmi qualcosa, qualsiasi cosa; intona anche solo una nota. Hai una voce così bella, falla sentire a tutti. Ti ricordi cosa ti dicevo quando facevamo l’amore? Che riesci ad arricciare le corde del mio cuore quando canti. Dai, fammi sentire ancora come canti. Solo una canzone. No, hai ragione: non devi sforzarti se stai male. Scusami ma mi sono spaventato. Sei così freddo. Vuoi che ti stringa ancora? Non voglio farti male. Per favore, portatemi una coperta per Kurt. Perché state lì, fermi, a piangere? Vi ho chiesto una coperta; Kurt ha freddo. Per favore. Non lo posso lasciare, altrimenti andrei a prendergliela io. Ma lui ha bisogno di me. Tranquillo, sono qui, non ti lascio. Ma perché non mi parli? Dimmi qualcosa, ti prego. Ti prego. I tuoi occhi sono così vuoti e sei così freddo. No, non lo toccate! Non me lo portate via! Devo stare con lui. Io sono suo e lui è mio. Io lo amo e lui mi ama, me lo ha detto, lo avete sentito tutti. Lasciatelo stare, lui resta qui con me. Kurt, tranquillo, io sono qui. Non ti lascio. Amore. Portami con te.

 

Quanto tempo è passato da quel momento? Giorni, settimane, mesi, non lo so. Ma un giorno come gli altri mi sono seduto alla mia macchina da scrivere e ho raccontato questa storia. La nostra. E quella di tanti altri.

Il Duca ottenne la sua vendetta. Impugnò il contratto e fece sgombrare il Moulin Rouge di tutti i suoi abitanti per poi abbandonarlo al tempo e alla sua crudeltà. Mi dissero, poi, che quando venne a conoscenza della morte di Kurt, due lacrime gli solcarono il viso; non provai pena per lui ma, adesso, penso di averlo compreso: anche lui, a modo suo, aveva amato.

Delle persone che avevano composto la corte del più famoso locale notturno dell’intera Europa, non rimase più nessuno. Da soli o in gruppetti volarono via come foglie al vento per finire chi al suo paese d’origine, chi in una stradina buia della città, chi alla ricerca di un nuovo posto dove stare. Tra i miei più grandi rimpianti ci sarà sempre quello di essermi chiuso qui dentro, ignorando i richiami e la consolazione degli unici amici che avevo e che, alla fine, sono andati via. Dovunque siano Finn, Rachel, Puck, Mike e Sam e tutte le altre splendide persone che ho conosciuto, spero che abbiano trovato il loro posto nel mondo e che siano felici e, se un giorno leggeranno queste mie parole, chiedo loro perdono per non aver riconosciuto anche il loro dolore in quanto accaduto.

Ed io?

Io sono rimasto qui, dove posso ancora sentire la tua presenza. Qui, dove ti ho visto la prima volta, dove ho potuto conoscerti, imparare ad amarti, vedere chi si nascondeva sotto la maschera dell’angelo perverso ricoperto di diamanti. Qui, dove abbiamo fatto l’amore per la prima volta, dove ci siamo feriti a vicenda. Qui, dove il mondo ha visto quanta forza avevamo insieme.

Ho aspettato, come una possibile liberazione, quel mal sottile che ti ha strappato a me; l’avrei accettato come il modo per poterti riabbracciare. Non è venuto; i sintomi non si sono presentati e sono rimasto qui. Invece, sei venuto tu da me, a chiedermi di ricordare quella promessa.

E adesso ho capito.

Siamo di nuovo insieme, non perché io sono morto e ti ho raggiunto; perché tu sei di nuovo vivo, attraverso la nostra storia, la nostra canzone. Sei rinato da queste lettere d’inchiostro e sei con me nei giorni in cui mi riaffaccio alla vita e nelle notti in cui sogno i tuoi occhi e il tuo sorriso.

Non morirai più ed io resterò vivo assieme a te. Fino a quando ogni cosa materiale e immateriale cesserà di esistere e anche oltre.

Noi due. Non più Principe Indiano e Suonatore di sitar squattrinato. Né Angelo di Diamante e giovane scrittore sentimentale. Né Kurt e Blaine. Solo noi due. E l’amore nostro; l’amore che durerà per sempre.

 

Stendendo le braccia irrigidite e schioccando le dita, Blaine si alzò dal tavolino. Era stanchissimo ma si sentiva felice, come non si era più sentito in quegli ultimi mesi. Il suo cuore era più leggero e il suo senso di solitudine sembrava essere stato dissipato.

Desideroso di far entrare un po’ di luce si diresse al balcone e lo spalancò, respirando a pieni polmoni la fresca aria del mattino. Il sole era bellissimo quel giorno. Luminoso come i suoi occhi, come il suo sorriso. Perché erano i suoi occhi e il suo sorriso, lì nel cielo.

- Buongiorno Farinelli – disse Blaine al canarino nella sua gabbietta appesa al muro esterno.

L’uccellino gli rispose con un allegro trillo.

 

 

 

Fine

 

 

 

Nota dell’autore:

Ed ecco che ho terminato questa seconda long. All’inizio era solo un’idea che, pensavo, avrebbe fatto la muffa nel mio cervello ma poi, su preghiera delle ragazze del gruppo di “You’re killing me now”, ho deciso di iniziarla.

E quella che era nata come una long-fic, è diventata una specie di lettera dove ho scritto tutto quello che provavo in certi momenti. Preferisco non aggiungere altro.

Nel congedarmi, ringrazio tutte le carissime persone che hanno letto questo mio obbrobrio, chi ne ha recensito i capitoli, chi l’ha inserita tra le preferite, tra le ricordate e tra le seguite. Non sapete quanto mi faccia piacere tutto ciò.

Che altro posso dire? Non sono bravo con i saluti ed altro. Vi ringrazio ancora di tutto cuore : D

E vi avviso che presto posterò una OS su una coppia da me inventata (e che, credo, mi farà odiare da tre quarti del fandom) e sto lavorando su una mini-long Quinn-centric sul… Titanic (niente a che vedere con Cameron, sia chiaro). E c’è poi quest’altra OS che ho postato la settimana scorsa, spero vi possa interessare: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1128132&i=1

Per tutti gli aggiornamenti ed eventuali curiosità, questo è il link della mia pagina facebook: http://www.facebook.com/pages/Lusio-EFP/162610203857483

Ciaoooo a tutti. Alla prossima.

 

Lusio

  
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