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Autore: Eva92    05/07/2012    1 recensioni
Daniele e Monia hanno diciassette anni la prima volta che si incontrano in una libreria del centro città e entrambi hanno un grande sogno nel cassetto. Ma il destino, la vita e la fortuna tessono trame complicate e entrambi sembrano dimenticarsi in fretta di quel veloce incontro nonostante poco tempo dopo il nome di Monia sia in ogni libreria e il volto di Daniele sia nelle lussuose pubblicità delle riviste patinate.
Eppure quando si incontrano nel pianerottolo di un palazzo a Soho qualcosa risveglia il ricordo.
Un amore di seta carta e caffè: perchè lui ha solo eleganti pigiami di seta, lei si trascina sempre dietro fogli spiegazzati dove appuntare i pensieri e entrambi vinono in realtà per rendere omaggio alle loro macchine del caffè.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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  Di seta, carta e caffè
 prologo



L’afa quel giorno aveva avvolto la città in una morsa quasi dolorosa, spingendo i pochi abitanti ancora rimasti là a chiudersi in casa o a partire definitivamente per le vacanze.
Per quanto fosse piacevole camminare per le vie deserte del centro, nemmeno lui riuscì più a reggere la calura di quel giorno di metà agosto, e decise di chiudersi nel primo negozio aperto che vantasse l’aria condizionata.

Nemmeno a farlo apposta finì in una libreria.
 
L’interno sembrava essere datato, anche se tutti gli scaffali in legno scuro erano ben curati e ordinati. I libri coprivano quasi interamente tutte le pareti, altri scaffali dividevano anche la sala in piccoli corridoi, mentre i pochi spazi liberi erano stati colmati con dei piccoli ed eleganti tavoli tondi.
Salutò il proprietario e si immerse in quell’ambiente silenzioso e rilassante, di cui in effetti in quel momento aveva bisogno.
Camminò per un po’, per poi fermarsi come sempre davanti ai classici.
Guardò qualche copertina e si ripromise che se fosse andato bene durante quel colloquio avrebbe finalmente acquistato Il Paradiso Perduto di Milton, o magari un’edizione nuova del Piacere, o magari entrambi.
Sfogliò qualche classico inglese, ma trovando Austen troppo romantica per lui e le Bronte… un po’ drammatiche decise di cambiare zona e buttarsi sulla narrativa moderna.
Evitò accuratamente le storie di vita vissuta, drammi di guerra, o di paesi orientali.
Aveva bisogno di qualcosa di semplice, coinvolgente, che magari lo portasse a ridere e a commuoversi, in quell’ordine, viceversa o contemporaneamente.
Amava leggere, aveva probabilmente ereditato quella particolarità da sua madre, che era letteralmente una divoratrice di libri, tanto da non avere più spazio in casa a causa del loro numero spropositato.
Lui leggeva con più calma, più attenzione e pazienza, eppure condivideva gli stessi gusti semplici e raffinati di sua madre.
Vagò ancora un po’, fino a individuare una copertina quasi completamente candida, ma macchiata dalla figura elegante di un abito da uomo assolutamente vuoto o pieno di un uomo trasparente.
Era piuttosto particolare, e sebbene potesse dire di non aver mai giudicato un libro dalla copertina, poteva comunque ammettere di sentirsi incuriosito da quella in particolare.
Prese il libretto, appena 150 pagine, lo girò e lesse titolo, trama e breve storia dello scrittore. Era un piccolo saggio sull’omologazione di massa  nei tempi presenti.
Aveva immaginato si trattasse di qualcosa di simile, eppure nonostante quello non fosse il suo genere si sentiva interessato.
Era talmente intento ad osservare il libro da non aver visto qualcuno avvicinarsi e prendere lo stesso libro che lui ancora stringeva tra le mani. Distolse lo sguardo dalle lettere e guardò la ragazza di fianco a lui.
Quelli erano gli ultimi due volumi di quel libro, e anche lei come lui doveva essere rimasta piuttosto colpita dalla copertina, tanto che non sembrava aver nemmeno ancora letto il titolo.
Era vestita in modo piuttosto disordinato  o comunque poco armonioso(anche se in effetti lui avrebbe trovato disordinato o imperfetto il vestiario di chiunque non fosse lui o Coco Chanel… e si magari anche Valentino). Era piccola, ma piuttosto graziosa con quei suoi capelli scuri e mossi e quella sua pelle leggermente abbronzata.

-Secondo te sarebbero 17 euro spesi bene?-

Quasi sussultò quando sentì la voce della ragazza. Si guardò intorno, e no, non c’era nessuno, perciò doveva essersi rivolta proprio a lui.
-Dici a me?- Si indico con aria scettica e sorpresa.
-Perché sai… potrei comprare due classici e andare sicura a casa, oppure potrei rischiare con questa incognita e trovarmi o il migliore libro narrativo e introspettivo attuale oppure una grande perdita di tempo e di denaro.- finalmente lo guardò in viso, parve studiarlo per qualche momento, poi riabbassò lo sguardo verso la copertina.
-Credi di non poter rischiare?- La guardò  con un sopracciglio bronzeo alzato. Quella ragazza, per quanto apparisse disordinata, aveva un paio di sneakers della Prada Sport, un paio di shorts Hermes della precedente collezione primavera estate e una anonima maglia bianca, che aveva ricamato in angolo il simbolo della YSL. Poteva rischiare venti euro per un libro.
-Credo di non volerlo soprattutto… non vorrei rovinare una così bella copertina odiandola nel caso il libro fosse una delusione.- poggiò il libro dove l’aveva trovato e lo guardò scettica.
-L’hai già letto vero?- Lo aveva capito dal tono sicuro con cui aveva parlato.
-Si… e non ti consiglio davvero di perderci tempo. Per quanto esteriormente sia allettante è davvero scialbo e ripetitivo.- Si sentì quasi accusato di essersi fatto circuire dalle apparenze.
-Potrebbe essere che noi due abbiamo gusti completamente diversi e che io lo trovi una lettura piacevole. Anzi, se il mio  colloquio di lavoro dovesse andar bene tornerò qui e comprerò questo- alzò il libretto con convinzione –Il paradiso perduto e il piacere.-
-Mischi il sacro al profano!- Le stava per rispondere che Milton ci aveva già pensato da sé, ma vide che lei sorrideva e che probabilmente lo stava prendendo in giro.
-Almeno non ti fai convincere dagli estranei a fare qualcosa che non vuoi!- Lui poggiò il libro sopra quello che la ragazza aveva preso in mano poco prima.
-Anche io ho un importante colloqui oggi, e se  va bene comprerò tutta la collana classici della Mondadori, o della Piemme o di qualunque casa editrice…- si blocco e ridacchiò –vabbè penso che se il colloquio vada bene non dovrò mai più spendere soldi per un libro! Anzi, magari sarai tu a spendere del denaro per il mio libro tra qualche anno.- Lui la guardò con sufficienza, ma condita da uno sguardo divertito negli occhi verdi.

-Tu magari vedrai me sulle pubblicità delle riviste di moda.-

Si erano quasi confessati a vicenda i rispettivi sogni nel cassetto. Lei aveva mire un po’ più complicate, ed entrambi lo sapevano. Lui era oggettivamente bello e diventare un modello non gli sarebbe stato poi così impossibile, eppure anche lei sapeva di essere bravissima a domare, ghermire le parole e quel flusso costante di pensieri che ogni momento l’accompagnavano.
-Allora in bocca al lupo Jane Austen!- lei ridacchio e si allontanò un po’, per squadrarlo meglio. Lo trovò ancora più bello e pensò che non avrebbe davvero potuto fallire.
-Anche a te. E tra parentesi se al colloqui ci sarà una donna ti consiglio di socchiudere un po’ gli occhi e dischiudere le labbra.- lui sorrise sapendo che quella ragazzina aveva ragione. I suoi occhi allungati  dal taglio enigmatico e le sua labbra erano i punti di forza su cui aveva deciso già prece demente deciso di puntare.

 

 

Fu così che Davide Henser incontrò  Monia Ruperini.

Le loro strade si divisero subito dopo  l’uscita da quella libreria, lui in direzione della più famosa agenzia di Modelli della città e lei verso la casa editrice che finalmente aveva accettato di dare un’occhiata al suo lavoro.

Avevano entrambi diciassette anni.

______________

Salve Gente! Dopo un po’ di tempo di inattività eccomi con questa mia nuovo ff. Comincio già a dire che non sarà esageratamente lunga, tutt’altro.

I nostri due protagonisti si sono appena conosciuti e dovranno aspettare ancora un po’ per potersi rincontrare.

Spero vogliate davvero seguirla o magari farmi sapere cosa ne pensate di questo prologo un po’ confuso e corto.

A presto! Baci!!

 

  
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