05/07/2012
3 recensioniAnother friend has gone into the flame
- No, no! È F7, Gm, F7, Gm! Cos’era questa cosa?- hide ride sguaiatamente indicandolo mentre si getta all’indietro sul divano
- Smettila di ridere hide! Non è colpa mia se non so suonare la chitarra, vorrei vedere te al mio posto! –
La risata del chitarrista che lentamente si disperdeva nell’aria…
Un sogno, era l’ennesimo fottuto sogno che lo tormentava in una afosa nottata di Giugno, un continuo ripetersi di momenti felici che aveva trascorso insieme al suo migliore amico, quella persona che l’aveva lasciato così, senza avvisarlo, senza neppure lasciare un misero biglietto.
Un fievole “Mata haru ni aimashou” sussurrato all’orecchio prima di lasciarlo e di avviarsi verso casa, e allora Yoshiki non aveva compreso cosa hide intendesse con quel “Ci rivedremo in primavera”, pensava solamente che l’amico, dopo la quarta bottiglia di birra, fosse un po’ troppo ubriaco per salutarlo normalmente.
“ Per me il sonno è confusione, un narcotico in grado di calmare il battito del mio cuore. Tutto il mio amore sembra fluire dal mio corpo come un vecchio ricordo ”
E ciò che si nascondeva in quella frase il batterista lo scoprì la mattina seguente quando vide tutti i loro fan giapponesi che si riversavano lacrimanti per le anguste strade di Tokyo, portando rose e preghiere a quello che era IL simbolo del Visual kei.
Lo stesso titolo che si ripeteva inesorabile su ogni giornale: HIDETO MATSUMOTO È MORTO.
hide se ne era andato, per sempre, e con lui se n’era andata anche l’idea di rimettere insieme la vecchia band; addio Hideto, addio X.
“ Non c’è più nulla. Uccidimi subito o vagherò per sempre, finchè non riuscirò a dimenticare il tuo amore ”
E ora Yoshiki non era più sé stesso, era l’ombra sbiadita di un uomo, uno spettro che vagava tristemente per la città, che giaceva immobile sul lucido pianoforte a coda quando invece avrebbe dovuto terminare l’album per la band.
Si limitava a singhiozzare tristemente nella sua camera, girandosi e rigirandosi nel letto, senza mai trovare pace, neppure la sua fidanzata che con una mano leggera gli accarezzava dolcemente i capelli riusciva a calmarlo.
Ma il batterista non faceva altro che girarsi dall’altra parte del letto facendo finta che lei non esistesse, c’erano solamente lui, il suo dolore e il vuoto che hide gli aveva trasmesso.
“ Lascia che il mio cuore accolga le tue lacrime, accolga i tuoi ricordi ”
E quando lei finalmente uscì di casa Yoshiki si avvicinò al comodino, cercava senza sosta un piccolo pezzo di carta che sapeva nascondersi sul fondo del cassetto.
Una foto depositata sul fondo del mobile, un’immagine sbiadita con i bordi mangiucchiati e il colore rovinato per colpa delle numerose lacrime salate che ci erano cadute sopra durante le sere in cui la solitudine stringeva troppo forte il cuore di Yoshiki, serate in cui gli unici compagni erano un bicchiere di vino invecchiato color rubino e il susseguirsi delle note di una canzone di hide che si libravano leggere nell’aria dell’enorme stanza vuota cercando di riempire la voragine che sempre più si allarga nel petto di un giovane trentenne.
Il sorriso di hide spiccava sullo sfondo non più definito della polaroid, una fila di bianchissimi denti che si stagliava su un’enorme massa di capelli rossi e fucsia, il braccio sinistro del chitarrista che cingeva strette le spalle di Yoshiki che si sforzava di sorridere mentre il manager faceva il conto alla rovescia prima di scattare:
“San, ni, ichi!” Un flash improvviso e poi più nulla.
Questo il ricordo che il batterista associava a quel pezzo di carta, un solo effimero istante in cui hide lo abbracciava e gli scompigliava i lunghi capelli biondi e, ripensandoci, le lacrime cominciavano a scendere lente ed inesorabili, a rigare le guancie, il collo, la fotografia che teneva tra le mani tremanti;
il fiato cominciava ad andarsene, non trovava neppure la forza di piangere, si limitava a singhiozzare stringendo il lenzuolo fino a far sbiancare le nocche, cercando di non perdere quel minimo di dignità che gli rimaneva, quel pizzico di forza d’animo che se ne andava scemando.
“ I giorni di gioia, i giorni di dolore trascorrono lentamente; Quando tento di stringerti, svanisci…
Sei solo un’illusione! Al mio risveglio le mie lacrime si sono ormai asciugate nella sabbia.
Sono una rosa che nasce nel deserto ”
"Amico mio, accoglimi con un sorriso, sto venendo ad incontrarti."
Dolore. Una lama si infila nel polso, lo riga con una striscia scarlatta fin troppo profonda.
Sangue. Le macchie rosse ricoprono la camicia candida e il pavimento.
“Credevi di essere più forte, non è vero Yoshiki?”
Gli occhi si chiudono lievi, senza mai più aprirsi; è l’oscurità più totale.
Buio. Le nostre anime si sono ritrovate e sono legate per sempre nel buio dell’eternità…
La lenta discesa verso l’oblio.
Finalmente posso rivedere il tuo volto sorridente, Ciao Hideto.
“ Pioggia infinita, cade sulle ferite del mio cuore, lascia che dimentichi tutto l'odio e tutta la tristezza che provo ”
Fine.
Angolo Chemy: Cosa succede quando non si dorme da 48 ore? Si finisce a battere parole su di un insulsa tastiera, pensando alle cose più tragiche che potrebbero accadere! Si, dovrei smetterla di rimanere sveglia alle quattro di notte per partorire queste cose...
Per chi è interessato ho creato un video su questa fanfic, dateci un'occhiata! http://www.dailymotion.com/video/xsbro8_another-friend-has-gone-into-the-flame_music