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Autore: _Hiromi_    06/07/2012    5 recensioni
Eccomi qua con una nuova ficcy su KHR! Spero possa piacervi!^^ pairing: 8059 *_* + 1827
Per Gokudera Hayato quella giornata si sta rivelando più pesante e difficile da sopportare di quel che pensasse: sembra che tutta la sfortuna del mondo si sia abbattuta su di lui in un sol colpo! E questa convinzione non può che aumentare quando si trova costretto ad accettare l'aiuto di quell'idiota di Yamamoto Takeshi contro la propria volontà! Secondo il dinamitardo quello è davvero uno dei giorni più sfortunati della sua vita, ma, chissà, forse si sbaglia e quella giornata gli porterà anche qualche piacevole sorpresa...
A voi scoprirlo, cari lettori!! ^o^ kisskiss!!
_Hiro_ =)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hayato Gokudera, Takeshi Yamamoto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hellooooo!!! \(^o^)/
Ecco a voi l'ultimo capitolo di questa ficcyna^^ In realtà non avrei dovuto postarlo oggi, ma ieri mi sono presa un giorno di pausa dallo studio e ho avuto tutto il tempo di finirlo! Soprattutto perché, stranamente, questo capitoletto non mi ha creato nessun problema *__* si è scritto da solo e non ho avuto voce in capitolo ihihih =) e poi, mi è uscito anche abbastanza lungo O_O rimango sorpresa di me stessa XDXD
Beh, bando alle ciance! Buona Lettura!!! ^o^

***

Gokudera non riusciva a capire come diavolo fosse finito in quella situazione spinosa, imbarazzante e potenzialmente pericolosa per la sua capacità di raziocinio.
Era successo tutto troppo in fretta, e l'unica cosa di cui era certo era che Yamamoto era uscito fuori di testa, perché solo in quel caso il suo comportamento sarebbe stato giustificabile: una persona normale non l'avrebbe preso per un braccio, strascinato fuori dagli spogliatoi e poi sbattuto contro il muro dell'edificio senza un valido motivo!
'Ti sei rifiutato di parlare con lui.'
Fastidiosa come sempre la voce della sua coscienza gli fece notare che forse era un po' colpa sua: quando la lezione di educazione fisica era finita l'atleta l'aveva raggiunto (precludendogli ogni via di fuga) dicendo che doveva parlargli, ed evidentemente non aveva preso bene il suo rifiuto perché poi l'aveva afferrato e se l'era tirato dietro quasi fosse una bambolina nonostante si fosse opposto.
'Vabbe' che gli ho detto no, ma ci sono modi e modi!'
-Idiota! Ma sei impazzito?!- sbottò alla fine massaggiandosi la nuca dolorante per il colpo e fissando truce il giovane davanti a lui.
-Dobbiamo parlare.- fu la risposta seria che ottenne, e quelle due semplici parole lo misero in agitazione così come avevano fatto poco prima negli spogliatoi: di cosa voleva parlare? Di come lo avesse ignorato apparentemente senza motivo? Del perché l'avesse evitato quando aveva cercato di parlargli? Oppure voleva confessargli apertamente i suoi sentimenti e togliersi quel peso dal cuore?
-Non abbiamo niente da dirci.-
Hayato fece per andarsene, deciso a continuare a scappare finché ci fosse riuscito, ma quando il moro lo inchiodò sul posto poggiando le mani ai lati del suo corpo impedendogli così di darsela a gambe, capì di non avere più quella possibilità: Yamamoto non gli avrebbe più permesso di fuggire, non più.
-Dobbiamo parlare, che tu lo voglia o meno.-
-Non ho intenzione di stare a sentire un idiota come te.-
Notando che il moro non sembrava per niente intenzionato a spostarsi Gokudera si decise a passare alle maniere forti, e stava per tirargli un pugno in faccia quando, per la prima volta da quando lo aveva trascinato lì, Takeshi parve titubare nelle sue intenzioni e distolse lo sguardo sospirando mestamente; forse ci era rimasto male per quello che gli aveva detto...
-Sono un idiota, lo so, ma...- cominciò a dire facendo un passo indietro per lasciarlo libero -lo sono così tanto da non meritare neanche un po' della tua attenzione?-
A quelle parole Hayato sussultò appena, pentendosi di aver parlato e rendendosi conto di essere stato piuttosto duro e sgarbato solo per paura di quello che una simile conversazione avrebbe comportato; e poi, una cosa era insultarlo quando stavano con Tsuna e con gli altri, e un'altra quando non si rivolgevano la parola da più di due settimane e lo spadaccino stava cercando di intavolare una discussione seria per chiarirsi.
-Io non...- cominciò a dire in difficoltà, sentendosi in colpa ma non sapendo che dire per scusarsi. In tutti i casi non fu necessario aggiungere altro perché Yamamoto non gliene diede il tempo riprendendo a parlare, quasi non le interessasse la risposta o non riuscisse più ad aspettare oltre per esprimere ciò che aveva da dirgli.
-Non capisco...- disse infatti fissandolo dritto negli occhi -ci ho pensato e ripensato ma non capisco qual'è il problema, se è colpa mia, se ho fatto qualcosa di sbagliato o ti ho ferito in qualche modo...non so il perché di tutto questo, ma non posso andare avanti così...-
Mentre Takeshi parlava, Gokudera non riusciva a distogliere lo sguardo dal suo: tutta la sofferenza, l'incertezza, il timore di essere la causa di tutto e l'inevitabile senso di colpa che l'altro provava gli si leggevano negli occhi cerchiati da profonde occhiaie, inconfutabile prova delle notti poco riposanti che aveva passato.
E mentre lo guardava, la consapevolezza di essere lui la causa di quella situazione e delle condizioni del moro lo faceva sentire male, gli stringeva il cuore in una morsa dolorosa e gli metteva addosso l'irrefrenabile voglia di stringere l'altro a sé per rassicurarlo sul fatto che per lui ci sarebbe sempre stato, che non aveva motivo di preoccuparsi o di sentirsi colpevole per qualcosa.
'No...non voglio abbracciarlo...sono solo confuso...quest'idiota non mi piace...non è possibile una cosa simile!'
-Tutto questo mi fa star male...- continuò Takeshi distogliendolo dai suoi pensieri -perciò, se non mi sopporti più, dillo apertamente e chiudiamo qui la questione.-
Hayato sbarrò gli occhi sconvolto da quelle parole, non aspettandosi che una persona come Takeshi potesse mai pronunciarle, e intanto ansia e apprensione si impadronivano insensatamente di lui mandandolo in tilt, non facendogli capire più nulla.
'Vuole allontanarsi da me? Vuole abbandonarmi dopo quello che mi ha detto? Non può!' La rabbia si impadronì di lui in un attimo, infiammandogli il sangue: per colpa di quel deficiente e della sua dichiarazione le ultime due settimane erano state un incubo, quell'imbecille gli era mancato come mai nessuno prima di allora e gli aveva fatto provare nuove e sconosciute emozioni che l'avevano scombussolato e confuso, e lui odiava sentirsi perso e non avere la situazione sotto controllo. E ora, dopo tutto quel tempo che aveva passato facendosi mille seghe mentali, voleva voltargli le spalle e far finta di niente?! Non lo avrebbe permesso!
-Idiota!- gridò furioso spintonandolo con forza -Sei un fottuto vigliacco! Preferisci scappare che dirmi in faccia la verità?! Codardo!-
Takeshi, preso alla sprovvista e senza capire quell'improvviso cambio di umore, barcollò all'indietro e quasi perse l'equilibrio.
Che era successo? Un momento prima Gokudera stava in silenzio e sembrava pronto a fuggire appena gli si fosse presentata l'occasione, e un secondo dopo si trasformava in una belva incazzata?!
-Ma che ti prende?!- sbottò alla fine sconcertato e perplesso.
Il pugno del dinamitardo lo trovò privo di difese e lo colpì in pieno viso, mandandolo lungo disteso per terra senza avere la possibilità di opporsi in alcun modo. Si mise a sedere massaggiandosi la parte dolorante, e qualunque lamentela che stava per pronunciare si spense nella sua gola quando vide il viso del compagno: aveva le guance rosse per la rabbia, le labbra leggermente dischiuse e gli occhi umidi.
Il moro si alzò sempre più turbato, senza capire come mai la situazione stesse prendendo quella strana e imprevista piega.
-Go...Gokudera...- mormorò indeciso avvicinandosi alla Tempesta -non cap...- e l'occhiataccia che l'albino gli rivolse lo mise subito a tacere e lo confuse ulteriormente: non capiva se stesse per scoppiare a piangere oppure se l'avrebbe preso a pugni fino a lasciarlo incosciente.
A quanto pareva nessuna delle due, si rispose quando Hayato si girò e fece qualche passo per andarsene prima di essere fermato dalla presa dell'altro. Quando i loro sguardi si incrociarono Takeshi trattenne il fiato, sconvolto, non capendo il perché del dolore e della delusione che leggeva nell'espressione del compagno.
-Gokudera,- ritentò nuovamente sperando di non essere interrotto -perché piangi?-
Il ragazzo parve sorpreso di sentire quelle parole, quasi non si fosse accorto di essere sull'orlo delle lacrime, e lo fissò senza capire finché non strattonò il braccio per liberarsi della sua stretta e strofinarsi gli occhi con rabbia.
-Non sto piangendo, bastardo!-
E Yamamoto, vedendolo così agitato, non riuscì a controllare la preoccupazione e a trattenersi: senza dare all'altro il tempo di reagire lo riafferrò per il polso e lo strattonò verso di sé, avvolgendolo con le braccia per impedirgli di sottrarsi al suo abbraccio.
-Mi dispiace,- disse velocemente prima che l'altro potesse realizzare cosa era successo -non volevo farti arrabbiare, ne tanto meno ferirti. Io...credevo solo che allontanarmi fosse la soluzione migliore se mi odi tanto da evitarmi con tutte le tue forze...-
-Non m'importa se te ne vai, non me ne frega un cazzo!- sbottò Hayato -non me ne faccio niente di un codardo che si tira indietro!-
Eppure, nonostante la sferzante risposta data, l'albino non tentò di sfuggire alla stretta dell'altro, restando immobile tra quelle calde e accoglienti braccia a godersi la vicinanza del moro dopo tutto quel tempo.
Ti è mancato stargli vicino. gli fece notare la sua coscienza e, per la prima volta, il ragazzo non tentò di negare in alcun modo quei sentimenti; semplicemente si lasciò andare contro il petto della Pioggia smettendo di pensare a tutto il resto.
-Ti amo.-
Le parole di Yamamoto aleggiarono nell'aria, sincere e sconvolgenti nella loro intensità.
-Lo so...-
Yamamoto se ne fregò di quella strana risposta: non gli importava di come l'altro avesse scoperto i sentimenti che nutriva per lui, non gli importava capire lo strano comportamento dell'altro; quello che gli premeva davvero era conoscere la sua risposta.
-E tu? Mi ami?- chiese diretto, fregandosene di essere indelicato domandando qualcosa di simile: in quel momento era troppo preoccupato, troppo spaventato per poter pensare a certi dettagli. Aveva ceduto e si era lasciato trasportare dalla situazione confessando ad alta voce quello che provava, aveva appena aperto il suo cuore e lasciato nelle mani dell'altro la sua unica possibilità di essere felice, che importanza potevano avere simili sottigliezze?
-Non lo so...- il cuore del moro perse un battito -...è tutto così complicato...- ne perse un altro ancora -io...credo di si...- e quello fu più che sufficiente per Takeshi: dette da Hayato quelle parole insicure erano pari ad una certezza. Senza attendere oltre si chinò sulle labbra della Tempesta e lo baciò con dolcezza, sfiorando quelle labbra sottili con le proprie, con delicatezza, con amore, con la paura che tutto ciò fosse solo un bel sogno; e quel timore restò appigliato alla sua mente e al suo cuore finché il compagno non rispose timidamente al contatto. Lo spadaccino approfondì il bacio, premendo le labbra con più decisione, obbligando l'altro a schiudere la bocca per permettergli di saggiare finalmente quella lingua umida e calda che tanto aveva desiderato.
Quando si staccarono Gokudera aveva le guance arrossate e Yamamoto un sorriso ebete ad illuminargli il viso.
-Quindi, ora stiamo insieme?-
Il Guardiano della Tempesta alzò gli occhi al cielo.
-Sei davvero un'idiota.- gli fece notare scuotendo il capo rassegnato -però...poteva anche andarmi peggio.-
Takeshi rise stringendolo più forte a sé: si aspettava una risposta simile, tipica del dinamitardo che non cedeva (quasi) mai, ma in fondo era anche per quello che lo amava, e non l'avrebbe cambiato per nulla al mondo.
-Finalmente sei mio.- sentenziò alla fine baciandolo nuovamente con trasporto, e la Tempesta non ebbe nulla da obbiettare.

*Il Giorno Dopo*

Quella mattina, quando Tsunayoshi uscì per andare a scuola, non trovò né Gokudera né Yamamoto ad aspettarlo, e la cosa lo preoccupò non poco. In quelle ultime due settimane si era abituato ad andare e tornare da scuola da solo visto che i suoi amici si evitavano, ma dopo quello che aveva visto il pomeriggio precedente aveva pensato che la situazione si sarebbe risolta e tutto sarebbe tornato come prima ma, forse, era stato troppo ottimista...
Il giovane Vongola sospirò e si avviò molto lentamente verso l'edificio scolastico, troppo sconsolato per preoccuparsi di un eventuale ritardo: Kyoya si sarebbe arrabbiato, ma Tsuna era certo che non avrebbe infierito più di tanto su di lui, o almeno così sperava.
Nonostante il passo lento arrivò giusto qualche minuto prima che chiudessero il cancello e trovò Hibari ad aspettarlo a pochi metri dall'ingresso.
-Sei in ritardo Tsunayoshi.- disse avvicinandosi a lui.
-Quasi in ritardo.- gli fece notare l'altro con un sorriso sulle labbra mentre lasciava che la Nuvola lo stringesse in vita per avvicinarlo a sé. Il moro si chinò per potersi appropriare di quelle morbide labbra ma, prima che potesse tuffarvisi con impeto, l'erbivoro che aveva catturato voltò il capo per impedirgli di portare a termine i suoi propositi.
-Tsunayoshi...- lo ammonì socchiudendo gli occhi e guardandolo torvo, per niente contento di esser stato privato del suo bacio mattutino.
-Gli insegnanti potrebbero vederci...- disse il decimo arrossendo leggermente -e finiremmo nei guai.-
Hibari sbuffò contrariato: altro che professori! L'aveva capito da tempo, il problema era che Tsuna, riservato e timido com'era, si imbarazzava ad essere baciato in pubblico. Per farsi perdonare il castano si sollevò sulle punte dei piedi e gli schioccò un sonoro bacio sulla guancia.
-Dannato Hibari! Smetti di importunare il Decimo!!-
Tsunayoshi sussultò appena, sorpreso, non aspettandosi quelle parole urlate ai quattro venti. Quasi senza credere alle proprie orecchie si voltò e vide Gokudera procedere a passo di carica nella sua direzione, ma quello che lo lasciò ancora più perplesso fu notare il Guardiano della Pioggia camminare vicino a quello della Tempesta, appena pochi passi più indietro. Un sorriso gli incurvò le labbra a quella visione: non era stato troppo ottimista, quei due erano davvero riusciti a chiarirsi!
-Non urlare Gokudera-kun.- disse senza smettere di sorridere -Kyoya non mi sta affatto importunando.-
Ignorando il proprio fidanzato e il suo scocciato commento che somigliava ad un 'Solo perché ci hanno interrotti', Sawada fece qualche passo verso i suoi guardiani, felice di poterli avere nuovamente accanto, contento che la situazione si fosse risolta e, in cuor suo, speranzoso che il rapporto che ora legava i suoi amici non fosse più di amicizia.
-Ehilà Tsuna.- lo salutò Yamamoto con il solito sorriso sulle labbra, e stava per aggiungere altro quando venne interrotto dall'ormai fidanzato.
-Buongiorno Decimo! Mi scuso profondamente per il comportamento mio e di quest'idiota, non accadrà più!-
-Bene, ora che hai visto Tsuna e ti sei scusato, la smetti di sviare le mie domande?- si lamentò Yamamoto e inspiegabilmente l'interpellato arrossì furiosamente.
-Ti ho detto che non mi va di discuterne ora!-
-Ma che ti costa darmi una risposta?- insisté il moro imbronciandosi.
-Ho detto di no! Non ci vengo a casa tua!-
Il Vongola rimase lì impalato, perplesso, sicuro di essersi perso parte della conversazione, e in effetti non poteva sapere che fino a qualche attimo prima i suoi guardiani stavano discutendo per colpa dello spadaccino che, più o meno innocentemente, con la scusa di non aver capito niente aveva proposto a Gokudera di andare a casa sua quel pomeriggio per studiare matematica. Peccato avesse poi aggiunto che il padre non sarebbe stato in casa.
-Ma perché? Ho bisogno di aiuto.-
-Aiutati da solo!-
-Eddai Gokudera.-
-No!-
-Tsuna, cerca di farlo ragionare!-
Il diretto interessato non ebbe il tempo di dire nulla perché il dinamitardo, ormai rosso come un peperone, lo azzittì.
-Non ci sto da solo in camera con te, chiaro?!- e dopo quella risposta tutti i presenti capirono qual'era il problema: Tsuna sussultò sorpreso, Hibari ghignò divertito e Yamamoto sorrise malizioso. Solo dopo qualche secondo il ragazzo si rese conto di essersi fregato con le proprie mani e decise di darsela a gambe.
-Vi aspetto in classe...- borbottò allontanandosi in completo imbarazzo. Tsuna, capendo l'allusione, arrossì leggermente mentre Yamamoto, estremamente divertito, non si perse d'animo e seguì il compagno.
-Non starai pensando a cose sconce?- furono le ultime parole che il Vongola gli sentì pronunciare prima che fosse troppo lontano per poterlo sentire.
-Sono contento che si siano chiariti,- disse quando furono spariti dalla visuale -e a quanto pare si sono messi insieme!- sorrise ancora senza riuscire a smettere, poi si avvicinò a Hibari e, visto che non c'era nessuno in giro, gli schioccò un veloce bacio sulle labbra -Ci vediamo dopo!-
Sawada fece un pacco per andarsene ma venne bloccato dalla stretta del moro sul polso.
-Dimentichi una cosa Tsunayoshi.-
Il ragazzo si voltò a guardarlo perplesso.
-Eh?-
-Dovresti essere già in classe.- e il giovane seppe come sarebbe finita quella conversazione ancor prima che il compagno continuasse e quindi cercò subito di giustificarsi.
-Ehm...sono arrivati Gokudera-kun e Yamamoto e...mi sono un po' distratto e ho perso tempo...-
-Ora si che sei in ritardo,- disse Hibari con un sorriso ferino per niente rassicurante -sono obbligato a metterti in punizione.-
-Ma...- provò ad obiettare inutilmente.
-Non accetto obbiezioni.-
-Uffa!- si lamentò Tsuna per nulla contento -non puoi lasciar perdere per una volta?- gli chiese fissandolo con gli occhioni da cucciolo.
-Non faccio favoritismi.- disse l'altro tirandoselo addosso e stringendolo al petto -Ti aspetto nell'aula del Consiglio Disciplinare dopo le lezioni. Mi occuperò personalmente della tua punizione.-
Tsuna lo guardò senza capire: le punizioni non si scontavano in un'apposita aula con un professore? Poi notò lo sguardo del fidanzato e arrossì fino alla radice dei capelli. 'Di certo Kyoya non intendeva...'
-Sarà una punizione piacevole.- mormorò la Nuvola chinandosi a mordicchiargli il lobo dell'orecchio.
-Kyoya!- sbottò avvampando, ma nonostante l'imbarazzo e le proteste non cercò di sfuggire all'abbraccio del moro e quest'ultimo ne approfittò per mordergli il collo e poi suggere appena la pelle morbida che aveva sotto i denti, lasciandogli così un lieve segno rossastro.
-Ora fila in classe erbivoro, o dovrò morderti a morte.-
-Mi hai già morso.- gli fece notare divertito ma fece come gli era stato detto sperando che il professore lo accettasse nonostante i cinque minuti di ritardo.

EXTRA

*Pausa Pranzo*

Yamamoto raggiunse Tsunayoshi e Gokudera sul tetto della scuola e prese posto davanti al castano, e quando fu abbastanza vicino notò qualcosa che quella mattina non c'era.
-Ehi Tsuna, cos'è quel segno rosso che hai sul collo?-
Il diretto interessato arrossì vistosamente e coprì il succhiotto con la mano balbettando qualcosa di incomprensibile.
-Oh capisco,- continuò la Pioggia con un sorriso malizioso -Hibari preferisce marcare il proprio territorio.- e a quelle parole anche Hayato arrossì.
-Ma...ma...siamo a scuola! Non può fare quelle...quelle cose a scuola! E poi il Decimo è ancora troppo giovane!-
-Abbiamo quasi diciassette anni.- ribatté il moro sempre più divertito dalla piega che stava prendendo la conversazione -Aaaah Gokudera, sei ancora così innocente! Non vedo l'ora di educarti in materia!- concluse poi avvolgendogli un braccio intorno alle spalle del compagno per avvicinarlo al proprio corpo.
-E poi osi chiedere perché non vengo a casa tua?!- la Tempesta si oppose a quel mezzo abbraccio arrossendo sempre di più, ma l'altro non lo lasciò andare e gli rispose con una risata divertita.
Sawada, ancora un po' imbarazzato, si unì alla risata dell'atleta, felice di vedere i suoi amici così uniti e affiatati. Poi il suo Guardiano della Pioggia se ne uscì con la domanda più imbarazzante che potesse fargli, mandandolo nel panico.
-Ehi Tsuna, a che punto siete arrivati tu e Hibari?-
Il Vongola sbarrò gli occhi, quasi si strozzò col succo e avvampò rischiando l'autocombustione.
-Ma che razza di domande fai?!- sbraitò il dinamitardo tirandogli una gomitata mentre la voglia di farlo saltare in aria saliva alle stelle.
-Ahia, non ti arrabbiare Gokudera, sono solo curioso.-
-Smettila di dire cose imbarazzanti!-
-Ormai anche noi siamo una coppia, dobbiamo parlare di queste cose, no? Però, in effetti non è giusto chiedere senza dire nulla.- rifletté lo spadaccino -Beh, io e Gokudera ci siamo appena messi insieme e non abbiamo avuto il tempo di sperimentare nulla, ci siamo solo baciati. Ora tocca a te Tsuna.-
Il Guardiano della Tempesta era talmente sconvolto dal poco pudore dimostrato dal fidanzato che non riuscì neanche ad esprimere la propria rabbia e vergogna, restando praticamente senza parole a fissare il suolo con estremo interesse mugugnando di tanto in tanto qualcosa di incomprensibile.
-Allora Tsuna?-
-Ehm...io non...-
-Sei timido come Gokudera!- ridacchiò Yamamoto -uhm, allora...siete arrivati ai preliminari?- Non ottenendo risposta il moro continuò nel suo interrogatorio -petting?- non ottenne risposta nemmeno stavolta e così sbarrò leggermente gli occhi -siete arrivati fino in fondo?!- borbottò sorpreso, non aspettandoselo.
-No!- un lungo silenzio seguì quella risposta disperata e proseguì finché Tsuna non si decise a cedere -...pre...limina...ri...- disse con il tono di voce più flebile che potesse uscirgli dalle labbra, tanto lieve che gli altri due quasi no lo sentirono.
-Oh, non credevo Hibari fosse così paziente! Da quanto state insieme? Quasi tre mesi? Gokudera non mi farai aspettare così tanto, vero?-
E quella fu la goccia che fece traboccare il vaso.
-IDIOTA!-
Hayato lo scansò e lo colpì forte in testa, il volto completamente bordeaux e gli occhi che mandavano scintille.
-Sei un pervertito!- sbraitò colpendolo di nuovo, poi afferrò Tsuna per un braccio e se lo strascinò dietro ignorando le lamentele del proprio ragazzo.
-Decimo! Non dobbiamo dar retta a questi maniaci travestiti da adolescenti!-
Sawada sospirò e seguì il proprio braccio destro senza opporre resistenza: i suoi guardiani gli erano mancati da morire ed era contento che finalmente si fossero dichiarati ma, a quanto pareva, quella nuova condizione aveva reso Yamamoto molto più curioso e espansivo di quanto già non fosse, e Tsuna non era certo di poter affrontare altre conversazioni del genere visto che già una era stata super-imbarazzante!
Quando furono tornati in classe Tsunayoshi si sedette al suo posto e Hayato davanti a lui rubando il posto ad un compagno che ancora non era tornato dalla pausa.
-Sono contento che tu e Yamamoto abbiate chiarito.- cominciò il giovane boss con un sorriso sereno -Mi siete mancati in queste settimane.-
-Mi dispiace Decimo...è stata tutta colpa mia...mi sono comportato da codardo...-
-Eh eh, credo sia normale: quando ero nella tua situazione non sono stato molto più coraggioso!- lo rassicurò il Vongola ridacchiando divertito -E poi, l'importante è che tutto si sia chiarito tra te e Yamamoto e che la Famiglia sia di nuovo unita.- concluse sorridendo.
Gokudera ricambiò il sorriso e non poté che dargli ragione: l'importante era poter affiancare il proprio boss e poter stare con quell'idiota di cui si era irrimediabilmente e inspiegabilmente innamorato.

THE END.

Ed eccoci arrivati alla fine!! Come sempre, un po' mi spiace finire una ficcyna, per quanto breve ç_ç però, devo dire che stavolta sono quasi soddisfatta del risultato ottenuto, il che è davvero strabiliante XDXD questa è una data da segnare sul calendario!!!!
Coooomunque, spero che questa capitolo finale vi sia piaciuto almeno un po' ^///^ spero che la parte di Gokudera e Yamamoto non sia risultata troppo incasinata con i continui sbalzi di umore della nostra adorata Tempesta ma quella parte mi è uscita così e non voluto modificarla^^''' volevo descrivere la confusione e l'incertezza di Hayato, e quella prima parte è quello che ne è uscito fuori^^''' in fondo, il nostro cucciolo sta affrontando il primo amore, ho pensato fosse più coerente rendere il tutto più confusionario per rispecchiare le emozioni di Gokudera, spero di esser riuscita nell'intento^^'''
Che altro dire? ho aggiunto il secondo paragrafo un po' perché volevo ficcarci in mezzo un po' di 1827, e un po' perché avevo in testa la scena dell'EXTRA e volevo assolutamente scriverla (adoro Yamamoto quando fa il maniaco ihihih) e quindi quella parte mi era indispensabile^^
In conclusione, ringrazio tutti quelli che hanno letto questa storia, a quelli che messo la fanfic tra le preferite/seguite/ricordate, e in particolare ringrazio Kyoite, Rebychan e himeno chan per aver recensito questa piccola storiella e per averla seguita fino alla fine ^///^ grazie di cuore!
Mi farebbe piacere sapere che cosa ne pensate di questa ultimo capitolo ^///^ spero che recensirete in tanti, perché sono i consigli e le critiche a permettermi di migliorare poco alla volta ^///^

Alla Prossima!!

_Hiro_ =)

   
 
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