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Autore: _wannamakeayeah    06/07/2012    7 recensioni
Pochi istanti e le nostre labbra erano di nuovo unite. Un bacio intenso come molti altri. Ma c'era una cosa che lo distingueva, sarebbe stato l'ultimo.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Never thought we'd have a last kiss.




Dicono che la miglior cura per l'inquietudine sia infilare le cuffiette nelle orecchie e lasciarsi invadere dalla musica e dai ricordi che essa trascina con se'. Ma proprio questi ricordi, sono il mio rimpianto, la ragione della mia afflizione.

 

I still remember the look on your face, lit through the darkness at 1:58.
The words that you whispered, for just us to know.
You told me you loved me, so why did you go away?

 

La pioggia scivola su di noi, seduti sul ciglio della strada, incuranti di essere completamente fradici nel bel mezzo della notte.
Le nostre mani se ne stanno dolcemente intrecciate, han trovato il loro posto. Immobili nella loro posizione, il suo pollice scivola lentamente avanti e indietro sulla mia pelle calda.
La mia presa si fa più stretta. Percepisco ogni centimetro del suo palmo, da teso si rilassa minuto dopo minuto. Avvicino il braccio e il mio polso sfiora il suo polsino del Manchester, da cui non si separa mai. E' soffice come una piuma, appena lavato. Attraverso questa unione, mi sento in contatto con ogni fibra del suo corpo. Avverto che prova questa sensazione nuova; ancora incerto, si domanda cosa sia. Un brivido senza fine, una scarica elettrica, ci tiene sospesi in questo intenso vortice di suggestione. Questa febbrile connessione creata tra di noi.

Il lampione alle nostre spalle, ci avvolge in una luce falba e sfuocata. Ma volgendo lo sguardo al suo morbido viso, distinguo ogni millimetro che, oramai, è impresso a memoria nella mia mente. Le sopracciglia chiare, irregolari, indefinite. Le lunghe ciglia quasi dorate al chiarore, contornano gli occhi nocciola volti verso il cielo. Il neo all'attaccatura della destra, quello affianco l'orecchia sinistra, vicino la perfetta e ben definita attaccatura dei capelli. Questi ultimi sono all'insù, sistemati disordinatamente, liberi. Mi soffermo a contemplare il contorno delle grandi labbra rosee, leggermente distaccate.

Gli sfioro la guancia sinistra con un bacio delicato. Dopo lo schiocco, mi soffermo per tre secondi e mi separo. Continuo a fissare la sua bocca: gli angoli si sollevano in un sorriso accennato.
Si volta verso di me. In breve tempo la sua mano è attorno al mio collo, le nostre fronti sono appoggiate delicatamente l'una all'altra e le nostre lingue giocano ad acchiapparsi. Il suo alito mi piace, sa di caramella al lampone. Infilo la mano tra i capelli castani, qualche ciocca appuntita mi punge, ma non me ne curo. Sento il suo respiro sulla mia pelle, il mio burro di cacao sciogliersi e il suo braccio scendere verso la mia schiena, accarezzandomi lentamente. E quel 'ti amo' pronunciato quasi silenziosamente, nel breve lasso di tempo per respirare. Due semplici, brevi parole, che uscite da lui, sapevano mandarmi ogni volta in uno stato di ebrezza. E dentro di me, mi fecero sentire di essere l'unica, inestimabile perla della sua vita, la sola ragione della sua felicità. Credevo, speravo di esserlo davvero.
Pochi istanti e le nostre labbra erano di nuovo unite. Un bacio intenso come molti altri. Ma c'era una cosa che lo distingueva, sarebbe stato l'ultimo.

 

Arrivarono, quello stesso giorno, il treno delle 5.45 e il biglietto di sola andata. Lo portarono via, era soltanto uno dei tanti passeggeri.
Nessuno sembrava preoccuparsi del fatto che lo stessero strappando dalla mia vita.
Risuona nella mia mente il rumore delle ruote delle sue valigie arancioni, ricompaiono potenti come un lampo i suoi occhi sfuocati, coperti dalla polvere del finestrino. Quello sguardo che sembrava paralizzato, deciso a non lasciar cader una sola lacrima. No, lui non piangeva mai.
Poche ore, ed è a 1'320 km da me, dal luogo che ci ha visti crescere, incontrarci, innamorarci, viverci.

 

 

So I'll go sit on the floor wearing your clothes.
All that I know is that I don't know how to be something you miss.
Never thought we'd have a last kiss, never imagined we'd end like this.

 


Ed io?
Io sono ancora qua a singhiozzare, rimpiangere, auto-compatirmi.
Accovacciata sul mio letto. Uno dei suoi polsini tra le dita. La sua maglietta stretta fra le braccia. 'A Ashley, da Scott', si leggeva in basso a destra. 
Le cuffiette nelle orecchie. Il ticchettio delle lancette che segnano la mezzanotte. La pioggia che picchia forte sulla finestra, come la nostra ultima notte.
Erano esattamente tre anni fa. Chissà, se lui ricorda.

 

Your name, forever the name on my lips, just like our last kiss.


s. corner.
heeeeello.
Non ho la più pallida idea di come mi sia venuto in mente di scrivere questa one-shot, ma boh, è uscita.
Stavo pensando al mio..."migliore amico", che praticamente non lo è più ed ero depressa. 
Non ho mai baciato nessuno (#teamforeveralone) quindi pardon se la descrizione non è delle migliori.
Come avrete capito la one-shot è basata su Last Kiss della nostra Taylor (ed è per questo che l'ho inserita come fanfiction su di lei) ma i personaggi non hanno nulla a che fare con la Swift e ogni riferimento è puramente casuale.
Speeero che vi sia piaciuta, so che è stata un po' una palla, la grazie se l'avete letta tutta c:
recensite, recensite asdkeisdf *u*

-S.

  
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