Serie TV > The Sentinel
Ricorda la storia  |      
Autore: SHUN DI ANDROMEDA    06/07/2012    1 recensioni
[The Sentinel]
[Partecipante alla Fluff Challenge indetta da Kim_92 sul forum di EFP, tabella Inverno. Prompt, Maglione di Lana]
Ma subito Blair scosse violentemente la testa, sporgendosi in avanti per consultare il libro aperto nel mezzo del marasma e borbottando qualcosa sottovoce mentre cercava disperatamente di muovere nel modo corretto i ferri: “Non servirebbe a nulla. Ho deciso che deve essere fatto a mano da me e così sarà.” esclamò all'improvviso, tenendo lo sguardo fisso e concentrato, “Jim tornerà da New York proprio il giorno del suo compleanno, per questo ti ho chiamato, mamma.”
Genere: Fluff, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Tabella: Inverno

01.Maglione di lana

02.Regalo

03."Buon Natale, idiota"

04.Neve

05.Capelli spettinati

06.Labbra fredde

Progressi: 1/6

Nuova pagina 1

Titolo: Knitting A Sweater
Autore: SHUN DI ANDROMEDA/KungFuCharlie
Fandom: The Sentinel
Personaggi: Jim, Blair, Naomi, Simon
Paring: lieve Jim/Blair, interpretabile anche come profonda amicizia
Genere: Fluff, Generale, Sentimentale
Rating: Verde
Disclaimer: “Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di proprietà di Pet Fly Production e Paramount, che ne detengono tutti i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e, viceversa, gli elementi di mia invenzione, non esistenti in The Sentinel, appartengono solo a me.”
Tabella: Inverno
Prompt: 1) Maglione di Lana
Note: Ambientata dopo l'episodio 12 della seconda stagione

§§§

KNITTING A SWEATER

No, tesoro. Prima devi formare l'anello e poi agganciarlo per stringere. Così stai solo facendo confusione.”

Con pazienza, infinita pazienza, Naomi sedeva al tavolo della cucina, circondata di morbidi e colorati gomitoli di lana, brandendo un ferro da maglia; accoccolato nella sedia accanto, c'era Blair, il quale sembrava seriamente sul punto di strozzarsi con i suddetti gomitoli, incapace com'era di intrecciare assieme i fili colorati per dare finalmente una forma al suo progetto.

Il giovane antropologo guardò storto la madre mentre cercava di liberare i polsi: “Mamma, lo vedo anche da me che quest'idea è stata la peggiore della mia vita!” si lamentò il trentenne, “E devo finire questo... questo... ammasso informe di lana entro dopodomani mattina!”

Con facilità, Naomi liberò i polsi del figlio e prese a riarrotolare il gomitolo, di un bel rosso intenso, prima di depositarlo in mezzo agli altri: “Io ti avevo proposto di comprarne uno, oppure potevo tranquillamente fartelo io. Nelle trenta e passa ore trascorse sul pullman da Riverside avrei potuto fartene almeno due!” esclamò la donna, punta sul vivo.

Ma subito Blair scosse violentemente la testa, sporgendosi in avanti per consultare il libro aperto nel mezzo del marasma e borbottando qualcosa sottovoce mentre cercava disperatamente di muovere nel modo corretto i ferri: “Non servirebbe a nulla. Ho deciso che deve essere fatto a mano da me e così sarà.” esclamò all'improvviso, tenendo lo sguardo fisso e concentrato, “Jim tornerà da New York proprio il giorno del suo compleanno, per questo ti ho chiamato, mamma.”

La donna sorrise intenerita: “Lo so, Blair. E infatti ho lasciato perdere la riunione di Riverside proprio per correre in soccorso del mio bambino. Vedrai che riusciremo a finirlo in tempo.”

Blair sospirò, incerto se sentirsi rassicurato dalle sue parole oppure se sentirsi terrorizzato a morte e imbarazzato: era vero, l'idea di regalare a Jim un maledetto maglione fatto a mano era stata sua, complice il fatto che proprio uno dei maglioni che il detective amava tanto indossare aveva fatto una fine tragica, anche se non per colpa sua – E comunque il tipo che aveva pensato bene di usare Ellison come bersaglio mobile per allenarsi nel tiro a segno aveva già preso possesso del suo nuovo alloggio nella prigione di Cascade – ma non avrebbe mai pensato che sarebbe stato così dannatissimamente difficile riuscire a fare anche solo il punto base!

Forza, riproviamo. E questa volta, forma prima l'anello”

§§§

Esausto come mai si era sentito nella propria vita, il detective James Ellison entrò nella stanza d'albergo che gli era stata assegnata per buttarsi pesantemente sul letto senza neppure disturbarsi a togliersi le scarpe e la giacca.

Trascorrere una giornata di totale immobilità, a scaldare una scomoda seggiola in plastica e ascoltando il susseguirsi di discorsi e chiacchiere, prive di alcun senso, di innumerevoli e decantati specialisti investigativi, aveva messo a dura prova i suoi nervi già abbastanza tesi: già aveva serie difficoltà a gestire i suoi sensi, che la trasferta a New York aveva contribuito fin troppo a sollecitare, la sua pazienza non sarebbe durata ancora a lungo.

Maledizione a quando aveva accettato quell'invito e aveva seguito Simon fin lì.

Diamine, non aveva neppure potuto portarsi dietro Blair, e ora ne pagava le conseguenze: i suoi sensi, normalmente abbastanza gestibili e sopportabili - con la ferma e supportiva presenza dell'antropologo a istruirlo su come usarli e pronto a ogni evenienza – in quei pochi giorni tendevano sempre più spesso a finire fuori controllo e già un paio di notti si era ritrovato a fissare il soffitto della propria camera dopo essersi perso in uno dei suoi famosi Zone e incapace di prendere sonno come voleva.

Ma naturalmente, la sua preoccupazione e frustrazione non era dovuta unicamente a quello.

Anche se, almeno in pubblico non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce, era preoccupato per la sua Guida: non era stato molto felice di lasciare Sandburg da solo a casa a neppure una settimana di distanza dalla sua uscita dall'ospedale.

Si, certo, gli effetti dell'Aurea ormai non erano più presenti - almeno non lo erano troppo - benchè qualche flash dorato tormentasse ancora la vista dell'antropologo e questi avesse qualche problema ad addormentarsi tranquillamente, però Jim non era lo stesso a suo agio con l'idea di un Blair eventualmente da solo in caso di bisogno.

Simon ci aveva provato, e così anche lui, ma gli organizzatori di quella serie di conferenze non avevano voluto sentire ragioni quindi Blair era rimasto a Cascade.

Virtualmente, da solo.

Il medico gli aveva tassativamente proibito, all'uscita dall'ospedale, di frequentare per un paio di settimane il campus e di stare il più possibile a riposo, il che implicava anche il stare lontano dalla stazione per evitare il rischio di venir coinvolto in qualcosa di pericoloso o peggio.

Diamine, avrebbe dovuto impuntarsi di più!

O Blair oppure non sarebbe partito.

Ma sapeva che non avrebbe potuto lasciare Banks da solo a sbrigarsela con gli scalda-poltrone federali e aveva dovuto optare una scelta.

Non preoccuparti Jim, il percorso più lungo che farò sarà dal divano alla cucina per mangiare qualcosa. Per il resto, ti registrerò tutte le partite dei Jags mentre sarai ad annoiarti nella Grande Mela. Salutami l'Empire State Building!

Le parole entusiaste che Blair gli aveva rivolto poco prima di partire, unite a un sorriso incoraggiante, lo avevano tranquillizzato, sul momento, ma l'effetto era durato ben poco e, quella notte, l'unica cosa che il detective Ellison sperava, era di sbrigarsi a tornare a casa.

§§§

Si mamma, non preoccuparti. Il maglione è pronto e io non sono morto durante la notte. Si, stavo scherzando... Jim dovrebbe essere qui per l'ora di pranzo quindi devo lasciarti perchè devo andare a cucinare.”

Naomi, in aeroporto, sospirò mentre salutava distrattamente il figlio al telefono, stringendosi nella sciarpa colorata che questi, nel mentre della lavorazione del maglione, le aveva fatto per impratichirsi nei punti. Era calda, era piacevole al tocco e le infondeva una strana sensazione di gioia il pensare come aveva trascorso quei due giorni con il figlio: aveva assaporato, in meno di 48 ore, le sensazioni più belle della propria vita, aveva visto coi suoi propri occhi l'entusiasmo di Blair nell'imparare testardamente a usare i ferri.

E tutto per cosa?

Per un regalo.

Le cose più belle sono sempre le più semplici, una volta di più la vita glielo aveva dimostrato.

Aveva toccato con mano l'amore che il figlio provava per il detective tutto d'un pezzo, ma che – se n'era resa conto più di una volta – era sinceramente affezionato a lui, amore condensato nella forma appena abbozzata di un morbido maglione rosso intenso.

La donna riattaccò, non prima di essersi assicurata che Blair ricordasse di fare gli auguri a Jim anche da parte sua e non potè trattenere un sorriso mentre si avviava verso il gate d'imbarco, tirandosi dietro il piccolo trolley da viaggio che era il suo bagaglio a mano.

Era felice di aver potuto trascorrere un po' di tempo con il figlio, di aver riallacciato con lui un rapporto quantomeno normale, malgrado gli anni di lontananza appena appena ingentiliti da qualche sporadica telefonata, e soprattutto di aver contribuito a renderlo felice. Perchè sapeva che, per il giovane studente, vivere a Cascade era tutto, in particolare lo era stare in quel loft, dividersi tra il lavoro in polizia e le sue ricerche antropologiche all'Università, e soprattutto sapeva che la summa delle persone che amava e che contribuiva ad aiutare, Jim compreso, dava forma alla sua felicità.

E lei, come madre, avrebbe protetto quella felicità, avrebbe fatto il possibile per proteggerla.

Forte di quella nuova risoluzione, la donna esibì il proprio biglietto e attraversò il gate, sorridendo orgogliosa.

§§§

Quando Blair ebbe chiuso a propria volta la comunicazione, rimase per qualche istante immobile, con gli occhi chiusi e il viso rivolto verso la finestra spalancata del balcone e il petto invaso da una buffa e poco familiare sensazione di calore.

E, aveva notato, gli accadeva sempre più spesso.

Gli era accaduto quando aveva abbracciato con autentico affetto la madre poco prima che lasciasse il loft per andare in aeroporto la sera prima.

Gli accadeva, molto spesso, quando lui e Jim facevano nottata in ufficio e lui, dopo un po', crollava addormentato con la testa sulla scrivania – o sulla tastiera del word processor - salvo poi svegliarsi sul sedile del passeggero, con Jim che guidava accanto a lui e lo prendeva in giro, fingendo che non fosse sua la giacca che si ritrovava addosso.

Gli accadeva quando Joel lo salutava con una pacca poderosa sulla schiena, mandandolo ad affogarsi nel caffè che stava bevendo.

Diamine, gli accadeva perfino quando Simon si congratulava con loro dopo l'ennesima indagine portata a termine: non era orgoglio, non era solo entusiasmo. Era qualcosa di più, forse una sensazione di appartenenza.

Ed era solo grazie a Jim e al suo compito di Sentinella, solo grazie al ruolo di Blair come Guida per la Sentinella, che questi poteva dire di essere sinceramente felice.

E desiderava, in qualche modo, ringraziare per tutto quello, e voleva farlo in modo che il messaggio arrivasse forte e chiaro, inequivocabile, di modo che Jim capisse che proveniva dal profondo del cuore.

Scoccando un'ultima occhiata verso il divano, su cui faceva bella mostra di sé il pacco, legato assieme da un nastro dorato, si avviò ai fornelli, fischiettando un allegro motivetto che aveva udito quella mattina alla radio: il menù l'aveva già scelto da giorni, doveva solo mettersi all'opera.

Ma quando l'ora di pranzo trascorse senza che Jim si fosse fatto vivo, né alla porta di casa né al telefono, per un attimo Sandburg venne preso dal panico.

La paura che fosse accaduto qualcosa al suo migliore amico – ormai non si vergognava più di pensare a Jim come tale – e a Simon era tanta ma il suo lato razionale cercava di tenerla a bada, giustificando l'assenza del detective nei modi più strampalati e quasi impossibili a tratti.

Aveva trascorso il pomeriggio sul divano, a guardare l'ennesima partita di basket e a registrarla, sobbalzando nervosamente a ogni rumore nel corridoio al di là della porta di casa.

Il pranzo ormai raffreddatosi era ancora sul tavolo ma lui non aveva intenzione di sparecchiare.

Preferiva aspettare.

Jim tornerà presto e sono sicuro che sarà affamato. Riscaldare qualcosa di già fatto è meno pesante che rifarla daccapo.

Però Blair sentiva che non avrebbe retto ancora a lungo, era troppo stanco, esausto forse era la parola più adatta a descriverlo: non che trascorrere le notti in piedi gli fosse mai pesato, diamine! Erano più le notti che trascorreva sveglio a studiare che quelle che passava a dormire ma con la mole di medicinali che gli avevano somministrato in ospedale, uniti alla debolezza generale di cui il suo corpo era vittima... Sentiva sempre più pressante il bisogno di dormire.

In un attimo di lucidità, con le poche forze che gli erano rimaste, Sandburg afferrò il pacco, stringendolo tra le braccia prima di avviarsi, a passo lento e barcollante, verso le scale che portavano al piano di sopra.

Metto il regalo sul letto poi vado a dormire...Sono distrutto.

L'antropologo salì lentamente le scale, reggendosi al corrimano, per poi addentrarsi cautamente nella stanza del partner, immersa nella penombra, appena appena rischiarata dalla luce dei lampioni che entrava attraverso le persiane quasi del tutto abbassate.

Muovendosi a tentoni, Blair riuscì a raggiungere il letto e a depositarci sopra, con mano tremante, il soffice pacco ma ormai non aveva più le forze per tornare di sotto, si sentiva il corpo intorpidito e, a meno di strisciare sui gomiti, difficilmente sarebbe riuscito a riguadagnare la propria stanza.

Senza praticamente accorgersene, crollò addormentato, col viso affossato nella trapunta che copriva il letto: appallottolandosi istintivamente come un gatto, con le mani strette attorno al regalo, si lasciò semplicemente avvolgere dal calore.

§§§

Ore dopo, quando ormai l'orologio a muro in cucina segnava le due del mattino passate, la porta del loft finalmente si aprì cigolando, facendo entrare all'interno dell'appartamento il detective Ellison.

Con la valigia depositata sullo zerbino d'ingresso e l'aria a dir poco esausta distinguibile anche nel breve guizzo di luce proveniente dall'esterno, la Sentinella mosse un passo in avanti nell'oscurità incipiente, attirato dal vago sentore di spezie e cucina che ancora aleggiava nell'aria: con la poca luce che proveniva dal corridoio del piano, riuscì a orientare le proprie mani sulla parete di modo da accendere almeno l'interruttore di casa.

Subito, le confortevoli sagome dei divani e del mobilio si fecero del tutto visibili e la sua attenzione venne attirata dalla tavola imbandita e dai piatti cautamente coperti da canovacci e simili per proteggerli dalla polvere.

Sembrava tutto pronto per festeggiare e, per un attimo, Jim sentì il cuore stringersi per il rimorso: non aveva avuto tempo di avvertire Sandburg della rapina avvenuta la sera prima della loro partenza da New York e neppure della situazione degli ostaggi che erano stati trattenuti lì per tutto il giorno fino a quando lui stesso, dopo aver fatto irruzione nella banca presa d'assalto dai rapinatori, era riuscito a disarmarli e a contribuire alla liberazione delle persone prigioniere.

Dopodichè, scortati dai federali, lui e Simon avevano finalmente raggiunto l'aeroporto, dove li attendeva un volo diretto per Cascade ma neppure lì aveva avuto modo di telefonare a casa per rassicurare Blair.

Si, decisamente si sentiva in colpa, anche alla luce della fatica che la Guida doveva aver fatto per cucinare tutta quella roba.

E' una strana sensazione essere amati, vero, Enquiri?

Preso di sorpresa da quella che era stata sicuramente la voce di Incacha, pur se solo nella sua testa, fece sobbalzare Jim, che si guardò attorno con espressione stralunata, gli occhi incatenati alle porte che conducevano alla stanza che Blair occupava.

Il detective sospirò, levandosi la giacca e abbandonandola sul divano prima di scivolare verso la stanza di Sandburg.

Stanza che però, una volta che la testa della Sentinella s'era infilata attraverso la fessura delle porte, ai suoi occhi apparve deserta.

Una strana sensazione di panico misto ad ansia lo attanagliò allo stomaco: “Dove accidenti è andato?” si chiese tra sé e sé, esaminando ogni angolo della camera prima e poi del salotto dopo, diamine! Era perfino uscito sul terrazzo e aveva frugato anche il bagno!

Decisamente innervosito e preoccupato, Jim guardò la scala che portava alla sua stanza.

Non poteva essere lì, vero?

I suoi piedi si mossero meccanicamente e, in pochi secondi, si era arrampicato su per la stretta scala, sbucando con la testa sul soppalco, con le orecchie piene del lento respiro della figura accoccolata, e addormentata, al suo posto e il cuore decisamente alleggerito dalla preoccupazione.

Facendo attenzione a non fare troppo rumore, Jim s'avvicinò al letto e notando istantaneamente due cose: il pallore di Sandburg e il pacco che stringeva tra le dita.

Solo in un secondo momento vide il bigliettino, vergato nella disordinata grafia del suo coinquilino, che era appiccicato alla carta colorata e che recava il suo nome.

Incuriosito, riuscì a districare la presa delle dita del più giovane sul pacco, senza svegliarlo per fortuna, e a prenderlo tra le mani, soppesandone il contenuto.

Era discretamente leggero.

Esaminò attentamente il bigliettino, ma vi era scritto sopra semplicemente BUON COMPLEANNO...

E allora perchè si sentiva come un bambino la mattina di Natale?

Con l'urgenza che, vagamente ricordava, aveva da bambino in quello stesso giorno e il medesimo entusiasmo, scartò quel regalo inaspettato, ritrovandosi le dita immerse nella lana morbida e calda e gli occhi pieni della sagoma appena accennata, alla poca luce che regnava nella stanza, di un maglione.

I suoi sensi vennero immediatamente colpiti da tutta una serie di messaggi, che urlavano alla sua mente, e al suo cuore, che l'unico vero responsabile di tutto quello che proprio Blair, che quel maglione doveva averlo fatto lui e che se anche non era perfetto, se anche era un poco slabbrato e sformato...

Era il regalo più bello che avesse mai ricevuto.

Con un sospiro, allungò la mano per dare una pacca gentile sulla schiena della Guida: “Come devo fare con te, Sandburg?” sussurrò, a metà tra l'esasperato e, forse, il commosso.

Poi, con il suo nuovo regalo addosso, dopo essersi cambiato, pescò dall'armadio una nuova coperta, drappeggiandola sulla Guida profondamente addormentata prima di scendere: ormai, per quella notte, non avrebbe dormito, di quello era certo.

Ma avrebbe atteso pazientemente il risveglio di Blair. Poi, avrebbero festeggiato, seppur in ritardo.

Nel frattempo, quel maglione sarebbe stato l'ideale per tenerlo al caldo.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Sentinel / Vai alla pagina dell'autore: SHUN DI ANDROMEDA