Nightmare

 Tavernello

 «Mr Valentine, sa perché è stato chiamato?».

«Per i risultati delle mie analisi».

«Sì, esatto».

«C’è qualcosa che non va, giusto?».

Il medico prese una cartella e ne sfogliò il contenuto. «Proprio così. Mi dispiace comunicarglielo così, ma…».

«Di cosa si tratta?» chiese Vincent, leggermente preoccupato per la sentenza.

«I vostri spermatozoi hanno subito una mutazione e potrebbero essere altamente fertili, così come pericolosi per la vostra salute e della vostra futura e potenziale partner».

Vincent non riusciva a credere alle sue orecchie, né a quello che il medico gli aveva appena detto. Quest’ultimo, un uomo intorno ai cinquant’anni, infatti, vedendo la perplessità nel suo sguardo, posò alcuni fogli sul tavolo e li spinse verso di lui.

«Guardi,» disse «ecco come i vostri spermatozoi appaiono al microscopio».

Vincent allungò una mano e li afferrò, spalancando gli occhi quando vide che nell’immagine vi erano quelli che sembravano più dei tritoni che delle piccole creature composte da una testina ed una piccola coda. A quella vista, perse l’uso della parola.

Il medico lo guardò, gli diede qualche minuto per capacitarsi sia della rivelazione sia dell’immagine molto realistica, poi prese di nuovo la parola, posando le mani sul tavolo e unendole. «Purtroppo non c’è una cura specifica, ma posso darle un consiglio, se vuole. Da uomo a uomo».

Vincent sollevò lo sguardo e allontanò da sé i fogli. «Che consiglio?» fu tutto quello che riuscì a dire.

«Le consiglio di farsi una sega, detto terra terra» dichiarò l’altro.

Per la seconda volta durante la giornata, Vincent non riuscì a credere a quel che aveva sentito. Prima l’incredibile scoperta delle condizioni dei suoi paesi bassi, ora questa…

All’improvviso si ritrovò sdraiato su un letto, nudo. Sopra di sé aveva una ragazza coi capelli neri e gli occhi castano scuro che conosceva bene, la quale si stava occupando della sua zona bassa, proprio come il medico aveva detto poco prima. Fece per tirarsi su e allontanarla, quando si rese conto d’avere polsi e caviglie legati, lasciandolo completamente alla mercé della ragazza, che nello stesso istante iniziò ad andarci giù un po’ più pesante, tanto da costringerlo a stringere i denti.

Voleva che tutto finisse, in quel preciso istante. Ma la fortuna non era dalla sua – non lo era mai stata – e dovette sopportare quella dolce tortura fino alla fine, ovvero finché non venne . Quando la ragazza sollevò, finalmente, il viso, lo vide ricoperto di tritoni bianchi.

Aprì gli occhi all’improvviso e scoprì d’essere nel proprio letto, madido di sudore. Si tirò su di scatto e si coprì il volto con una mano. In quel momento, Vincent Valentine capì che doveva smetterla di bere il Tavernello prima di andare a dormire.

[447 parole, titolo compreso – promemoria per l’autrice; i lettori possono anche ignorare questa riga. xD]

E… boh. Questa (flash)fic è nata per puro caso, mentre mi dilettavo (LOL) a fare il bagno con Nishi. Diciamo che, tra un’onda e l’altra – il mare non era proprio agitato, ma dettagli –, ci siamo chieste se Vincent avesse mai… mai… Oh, insomma, se avesse mai usato Federica, la mano amica! (Da notare l’esasperato tentativo dell’autrice di girare intorno alla parola vera e propria *voce fuori campo*)

Comunque, penso che, per la gioia di Nishi, ne farò altre su Vincent così, sempre che non cambi idea all’ultimo minuto… ^^”

Direi che è tutto, alla prossima.

Yuna.