The tango will go out
{Your free to leave
me
Just don't deceive me
And please believe me
When I say, I love you}
«Può
reggermi la lanterna,
signorina?»
Lo sguardo dell’ufficiale Lowe
era carico di pietà e orrore, alla luce della lanterna.
Roxanne soffiò sulle proprie
mani per riscaldarle e afferrò la lanterna, sporgendosi
oltre la fiancata della
scialuppa per illuminare la distesa piatta del mare. Decise che, non
appena
fosse finito quell’ingiusto giro di salvataggio, avrebbe
riconsegnato la
lanterna a Lowe e avrebbe vomitato tutto – comprese le
lacrime per Anthony
e tutti i corpi che illuminava.
«Qui non c’è nessuno da
salvare» ammise l’ufficiale e la scialuppa
cambiò direzione; anche lei sembrava
muoversi con una certa titubanza, come una donnicciola che cammini in
punta di
piedi per evitare di calpestare degli insetti. Solo che erano su una
scialuppa
che scivolava sul mare liscio come l’olio e gli insetti erano
decine, centinaia
di corpi.
«Sentite
questo suono?»
Lowe aveva fatto tacere tutti;
nel silenzio della notte, oltre al suono leggero delle onde contro le
fiancate
della scialuppa, si udiva solo un’altra cosa: un richiamo
indistinto, non
dissimile da quello di una sirena.
«Può essere qualcuno che ha
visto la luce della lanterna» osservò Roxanne, in
tono piatto.
La barca si avvicinò alla
sorgente del rumore: era una donna, che sbatteva follemente le mani
nell’acqua
per attirare l’attenzione e li chiamava: «Aiuto!
Aiuto! Per favore, tiratelo
fuori dall’acqua, io non riesco più a
sostenerlo!» esclamò, quando Lowe fu a
portata d’udito.
Lui afferrò qualcosa che
assomigliava ad un manichino di stoffa, gonfio d’acqua, e lo
stese sul fondo
della scialuppa. Roxanne dovette spostarsi per far posto ai due
naufraghi, così
ebbe occasione di guardarli solo quando entrambi furono a bordo e
tornò alla
sua postazione sulla prua, simile ad una polena scarmigliata e svuotata.
Perciò, fu con un estremo balzo
del cuore, di sollievo più che altro, che spostando la
lanterna nell’altra mano
riconobbe il naufrago disteso sul fondo della scialuppa come Anthony
Hoyt.
«Oh, Signore!» strillò, con
voce acutissima.
«Anthony,
ti prego…»
La luce della lanterna illuminò
il volto livido di Anthony; lui si portò l’indice
alle labbra, intimandole di
tacere. Roxanne si inginocchiò al suo fianco, il sorriso
raggelato.
«Ma sei vivo, Anthony, ti sei
salvato!» protestò, senza poter controllare la
voce tremante, e si piegò ancora
di più su di lui, finché alcune ciocche di
capelli non gli sfiorarono le guance.
Finse di non aver visto le
tracce di sangue che aveva tra i capelli e sulla fronte –
finse di non aver
notato il tremore delle sue mani, quando le sollevò
– finse di non aver
prestato ascolto al battito leggero e irregolare del suo cuore
– ma non finse
di non soffrire, quando Anthony le prese il viso tra le mani e
l’avvicinò al
suo.
«Anthony, ti prego…»
ripeté, lacerata dalla sensazione di aver nutrito una
speranza inutile fino a
quel momento; non poteva succedere, non di nuovo.
Nonostante il
nervosismo l’avesse irrigidita al pari di una statua,
sentì il sangue affluirle
alle guance.
«Sono una stupida! Sì, sono
stata una sciocca a credere che tutto si sarebbe risolto!»
Non aggiungere nulla, perché Anthony
la baciò.
Lei chiuse gli occhi, singhiozzante.
La pelle di Anthony sapeva di sale.
«Ti amo» gli disse, pianissimo,
come se avesse appena confessato un orribile segreto.
«Ti ho amato anche io» replicò
lui, stirando il volto in un sorriso forzato.
«Ti ho amato? Non mi ami più?»
Roxanne fece finta di scherzare, stringendogli le braccia attorno alla
vita. Anthony
sbuffò, premette il volto contro la sua spalla, come se non
fossero necessarie
altre parole, altre spiegazioni, quelle che Roxanne invece desiderava
ardentemente.
Indecisa, scrutò il suo volto
da annegato, così pallido e così tranquillo, e
lui inarcò le sopracciglia. Piano,
come per non darle un eccessivo dispiacere, chiuse gli occhi.
Si addormentò e non riprese più
conoscenza.