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Autore: CharlieMadison1    08/07/2012    4 recensioni
«Ma non avevi comunque capito che io ti amavo.» Riprese con tono solenne.
«Hai usato il passato.» Sottolineai «E' giusto che sia così, stai con Ran e ami lei. Va bene, Shinichi puoi andare a casa.»
«Rischiando che tu ti uccida?»
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Shiho Miyano/Ai Haibara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mistakes.




Capitolo 1.
A volte hai semplicemente bisogno di essere capita, che purtroppo non succede. La gente fraintende crede di sapere e invece non sa. E' facile parlare, è facile dire sì quando è no. E allora perché si fa? Semplicemente, perché in realtà è così che deve essere.

Appena riaprivo gli occhi la mattina e scorgevo la luce del sole infiltrarsi da quella finestra alla mia destra, appena poggiavo i miei piedi scalzi sul pavimento freddo e mi dirigevo in bagno, appena mi vedevo nello specchio del bagno, mi accorgevo quanto io fossi e quanto fossi stata e probabilmente sarei stata, insignificante nella mia breve esistenza.
Osservai il mio sguardo, la mia espressione priva di qualsiasi connotazione particolare.
Quegli occhi senza quella strana luce chiamata vitalità, voglia di andare avanti, credere nei sogni, innamorarsi...
Che senso aveva andare avanti se nemmeno io avevo voglia di vivere su questo mondo?
Fu una decisione difficile quella che avevo preso. Un qualcosa su cui avevo riflettuto e su cui avevo avuto dubbi su dubbi, ma finalmente avevo trovato la soluzione. Quella che forse mi avrebbe ridato luce ai miei occhi, anche se non si sarebbero potuti mai più riaprire.
Uscii dal bagno e mi diressi giù in cucina. Ogni passo che facevo, avevo paura, finalmente provavo qualche emozione che era diversa dalla delusione, dalla costante tristezza e dalla sofferenza di dover esistere.
La vita era un dono prezioso e sapevo che non avrei mai dovuto buttarlo così ma avevo già fatto la mia scelta e niente e nessuno mi avrebbe fatto cambiare idea.
Vidi sulla lama del coltello un'immagine che mai avrei pensato di rivedere. Non avrei mai pensato che avrei avuto il coraggio di sorridere ancora.
Ma in quel momento avevo voglia di sorridere. Finalmente avrei potuto andarmene felice e di non dover più sopportare questo strazio.
La competizione, il dover essere perfetti, lui…
Io non riuscivo ad accettare me stessa. Perché dovevo essere sempre io quella sbagliata? Perché non potevo essere una ragazza qualunque?
Ero destinata al dolore, alla solitudine, all'essere allontanata ed odiata.
Sei semplicemente tu, quella che ti sei creata questa barriera.
Sussultai quando quella strana frase entrò in testa facendo eco. Continuava ad essere detta e ripetuta, ed ancora.
Forse ero ancora in tempo per cambiare, forse potevo ancora salvarmi.
Mi piegai su di me e poggiai le mani alla testa. Mi dicevo che dovevo fare ciò che mi sentivo, senza avere rimorsi senza pensare al passato.
Non potevo permettere che adesso, la mia insicurezza mi bloccasse. Non adesso.
Ma proprio in quel momento, quando finalmente riuscii a far tacere quella fastidiosissima voce in testa, qualcuno varcò la soglia di casa ed entrò in cucina.
«Metti giù quel coltello!» Ordinò subito. Si avvicinò cauto ma nello sguardo di lui si leggeva paura.
Ma io non avrei mai messo giù quella preziosa lama e così decisi di puntargliela contro. «Hai paura?» Domandai con tono beffardo avvicinandomi.
«Non sfidarmi.» Rispose lui alla pari.
«Ti stai impicciando in affari che non ti riguardano, lo sai.»
«Invece sì. Stai facendo tutto questo perché non accetti la realtà.» Disse duramente. La sua voce rimbombò nella sala e nella mia testa. Solo Shinichi riusciva a cambiare il mio mondo. Solo con le sue parole poteva darmi il sorriso o farmi piangere.
E in quel momento mi stava ferendo, forse più di quella lama...
«Hai preferito un'altra,» l'intenzione di dire questa frase era quella di dirla, in maniera distaccata, priva di ogni emozione, ma la mia voce tremante faceva percepire a lui, che stavo soffrendo, proprio a causa sua, «mi hai lasciato da sola, quando io ho sempre fatto di tutto per dimostrarti che c'ero!» Le ultime due parole le gridai con forza, poggiai il coltello sul tavolo e mi avvicinai a Shinichi, posi le mie mani sulle sue spalle e lo scrollai.
La sua reazione fu semplicemente un cenno con la testa. Questo mi fece capire che era inutile tentare l'impossibile. Oramai nel cuore di Shinichi esisteva solamente, lei Ran e sarebbe rimasta sempre lei..
Ma chi la davo a bere? Credevo davvero che lui si ricordasse di tutti i momenti condivisi insieme, di tutti i baci che mi aveva dato?
Ero stata un'illusa.
Abbassai lo sguardo, incapace di cosa pensare, di cosa dire e cosa fare.
«Ma non avevi comunque capito che io ti amavo.» Riprese con tono solenne.
«Hai usato il passato.» Sottolineai «E' giusto che sia così, stai con Ran e ami lei. Va bene, Shinichi puoi andare a casa.»
«Rischiando che tu ti uccida?»
Rimanemmo a guardarci per diversi secondi, che parevano non terminare. Capii che Shinichi non se ne sarebbe andato se prima non avesse visto con i propri occhi che io mettessi via il coltello.
«Mi spieghi come hai fatto a sapere di ciò che stavo per farmi? »
«Stavo facendo esercizio e passai davanti a casa tua, vidi qualcosa di strano passando davanti alla finestra e mi sono precipitato qui, ho chiamato anche... » Non diedi tempo di concludere la frase ad Shinichi e lo interruppi facendo una bella constatazione che mi fece stare molto più serena di quanto immaginassi.
«Ti stavi preoccupando per me.» Dissi mentre stavo versando il thè nella tazza che avrei offerto al mio ospite.
«L'ho sempre fatto.» Disse alzandosi «E lo continuerò a fare.» Eravamo seduti l'uno davanti all'altro e la sua mano si posò sulla mia.
I suoi occhi si incatenarono ai miei, senza, per me, via di scampo.
Le mie dita si intrecciarono con le sue e la stretta divenne stranamente più intensa.
Si morse diverse volte il labbro inferiore, come se stesse facendo un discorso tra sé e sé. E poi mi fece alzare e mi attirò al suo corpo, abbracciandomi.
Dopo quasi otto anni, potei sentire le sue braccia, che erano diventate più possenti, avvolgere me, il mio cuore e la mia anima.
«So che succederà ancora ed ancora, ma non posso impedire a me stesso di non fare ciò che voglio.»
Le labbra di Shinichi si impossessarono delle mie. Un primo bacio lieve e poi un altro, ma più voglioso e intenso.
La stretta ai miei fianchi divenne più decisa che mai e i baci diventarono ancora più bramosi che mai.
L'unica cosa che sentivo in quel momento era il desiderio di sentire Shinichi e solamente lui. I suoi occhi carichi di passione e di voler trasgredire, sapendo di sbagliare.
Non mi accorsi neanche ma finimmo sul divano, senza più nessun abito addosso e a divorare il corpo dell'altro.
Credevo di aver perso davvero tutto ma in quell'istante avevo ritrovato la mia essenza. E pensavo seriamente che non avrei provato più niente e invece mi sbagliavo.
«Shinichi, Ai! » Riconobbi la voce di Ran. Era lì davanti a noi che ci guardava con occhi sgranati. La sua espressione diceva tutto: era sconvolta, senza parole, amareggiata…delusa.
Ran chinò il capo e uscì dalla stanza.



***Note Finali***
Spero che questo primo capitolo vi abbia incuriosito. E augurandomi di ricevere qualche parere. Vi saluto.
Grazie a chi ha letto.

Kitkat.
   
 
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