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Autore: piuma_rosaEbianca    09/07/2012    3 recensioni
Anni che passano, eterni e fulminei al tempo stesso.
Quanti chilometri hanno fatto? Quanto sudore ha imperlato le loro fronti? Quanti palchi hanno calcato? Quante facce hanno visto, quante persone hanno reso felici anche solo con l'illusione di uno sguardo?

Cose che non se ne vanno mai.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Brick by brick.
Agli Arctic Monkeys, sperando aver avuto ragione. E di averne, per i prossimi anni.
Perché mi hanno consumata talmente in fretta da non farmene rendere neanche conto, ma se tornassi indietro lo rifarei mille volte.
E alla mia migliore amica, che mi manca, con cui spero di passare una vita così.

Buona lettura.

~

Primo giorno di scuola.
Il cortile affollato.
Due madri. Si conoscono da una vita. Nate e cresciute entrambe ad High Green. Chiacchierano.
I loro figli, cinque anni, hanno giocato insieme parecchie volte all'asilo del quartiere.
Sono spauriti e contenti.
Si sentono grandi. Sentono vagamente che sta succedendo qualcosa di importante
Si sorridono, impacciati, e si scambiano qualche parola, qualche aspettativa.
-Spero che ci facciano giocare tanto!- esclama uno emozionato.
Ha la testa ricoperta di folti ricciolini disordinati.
-Spero che non siano cattivi.- dice l'altro a bassa voce, tradendo insicurezza e paura.
Ha gli occhi grandi e stranamente tristi, per un bambino della sua età.
-Dai Alec! Saranno simpatici!- lo esorta il ricciolo con un grande sorriso.
Un po' rassicurato, Alec, che in realtà si chiama Alex, anche se quella x risulta ancora difficile da pronunciare, ricambia il sorriso.
-Matt! Venite! La campanella è suonata!- dice una delle due mamme, inviandosi verso l'entrata della scuola.
I due bambini seguono le due donne dentro il basso edificio a mattoni rossi.
Non sanno cosa aspettarsi, non sanno chi conosceranno.
Stanno vicini, nella folla, salutano altri bambini che conoscono.
Jamie, il vicino di casa di Alex. Nick, un amico di Matt.
Annie, una bambina cotta per Matt. Trixie, un'amica di famiglia di Alex.
Sono accanto, nella confusione. Non si perdono mai di vista.
Si siedono accanto in classe, in quel primo giorno di tanti, condividendo quella prima emozione di tante.
Si sorridono. C'è una certa sicurezza nello sguardo di entrambi, quando incrocia quello dell'altro.
La sicurezza, confusa per loro in una vaga felicità, che quei cinque anni non sono altro che il colpo di pistola all'inizio di una gara.

---

Ultimo giorno di scuola.
Dieci anni, cinque dei quali passati in quell'edificio, ancora basso, ancora a mattoni rossi.
I disegni sulle pareti, i libri scarabocchiati, i sorrisi più consapevoli.
Si sentono davvero grandi, ora.
Dieci anni, abbastanza per un sacco di cose, troppo pochi per altrettante.
Hanno gli occhi lucidi, ma pieni di speranza, mentre escono da quelle porte per l'ultima volta.
Un'estate, soltanto pochi mesi, e poi tutto cambierà per davvero.
Tutto tranne loro.
Saranno insieme anche nell'altra scuola.
Sempre insieme, sempre a fianco.
Stessa uniforme, stesso sorriso, stesso sguardo risoluto e soddisfatto.
Quell'abbozzata sicurezza, dimenticata nel turbine di emozioni associate ad un ricordo sbiadito, ora è diventata una certezza.
La certezza che quando una mano si allunga a cercare, trova sempre quella dell'altro.
La certezza nel vedere sempre riflessi i propri esatti pensieri negli occhi dell'altro.
La certezza di conoscersi, di volersi bene senza doverlo mai dire, di sapersi vicini.
In una delle migliaia di coincidenze che costellano le loro giornate, si muovono in modo identico a cingere le spalle di Jamie.
Jamie che non li seguirà a Stocksbridge.
Jamie che comunque è uno di loro.
Jamie che allo stesso tempo rafforza e diluisce quell'amicizia strana.
Jamie, parte fondamentale di quel terzetto assortito fin troppo bene.
Dieci anni, e ancora non capiscono quanto ci sia davvero fra loro.
Ma è presto, davvero, è troppo presto.

---

Natale.
Ritrovarsi di corsa davanti a casa di Alex, sorridersi e gridare all'unisono una notizia che tutti e tre sapevano, ma che ha comunque un sapore bellissimo sulle labbra.
Una calda felicità di espande sui volti dei tre ragazzi, in piedi senza soprabiti in mezzo alla neve.
Gli riempie il petto, e fa brillare dei sorrisi enormi sulle loro facce.
Lo sentono, che è un inizio.
Hanno quindici anni, si guardano negli occhi e in qualche modo lo sentono.
Nell'aria, nel freddo, nelle mani degli altri appoggiate sulle spalle.
Qualche settimana dopo Andy farà la proposta.
Jamie suggerirà il nome, e Alex tirerà fuori per la prima volta il suo quaderno delle canzoni.
Qualche settimana dopo inizierà tutto.
Ancora non lo sanno però.
E neanche ci pensano, quando si abbracciano, sotto la neve che ricomincia lenta a cadere.
Non hanno niente nella mente, se non una tremante, luminosa felicità.
E Alex prende coraggio per primo, e lo dice.
Mentre le campane della chiesa più vicina suonano a festa, e le loro madri portano in tavola il pranzo di Natale, Alex sussurra un sommesso “Vi voglio bene.”.
Jamie e Matt si scambiano un'occhiata e sorridono, per poi stringere Alex in un abbraccio ancora più forte.
Hanno tutti e tre gli occhi lucidi, e non si preoccupano neanche di nasconderli.
Quindici anni, e per la prima volta sembrano aprire gli occhi su qualcosa di nuovo.
-Anche io.- mormora Matt, tradendo un tremolio nella voce.
-Io pure.- dice Jamie, anche lui cercando di nascondere la commozione.
Si stringono, le teste vicine, i respiri incrociati, in un gesto desinato ad imprimersi per sempre nella loro memoria.
Il freddo, il pranzo, il mondo intero è un ricordo lontano.
Per la prima volta provano l'emozione si sentirsi davvero uniti.
Migliori amici, fratelli, gemelli. Come una persona sola.
Iniziando un cammino fermandosi, senza neanche saperlo.

---

Un traguardo, finalmente.
Dopo tanto correre, dopo tanta fatica, finalmente sono lì.
Una folla urlante ai loro piedi, il palco in loro totale possesso.
Non è la prima volta, ma è come se lo fosse.
Ogni volta è come la prima.
Ogni fottuta volta li fa sentire come quei sedicenni imbranati che suonavano in garage ad High Green.
Ora ne hanno venti, di anni, ma è cambiato veramente pochi.
Stessi sguardi increduli, stessi cuori impazziti, di fronte a quel sogno che si realizza ancora.
Un festival che sono andati a vedere ogni anni, da sei anni a quella parte, e che ora guardano dall'alto.
Alex si gira a guardare i suoi amici, i suoi compagni mentre sistemano gli strumenti, e sorride.
Il pubblico urla per loro, li aspetta con ansia da ore, e vuole sentirli.
Jamie è tesissimo, mentre controlla un'ultima volta se la chitarra è accordata.
Si accorge che ogni suono produce un'istantanea reazione da parte del pubblico.
Lo sognava da anni, da tutta una vita.
Nick ha paura di dimenticarsi gli accordi, imparati da così poco. Guarda il basso, e pensa di non ricordarsi neanche come si fa a suonarlo.
Guarda le centinaia e centinaia di persone sotto al palco, persone che non lo conoscono bene e ha una fottuta paura di deluderli.
Matt, dall'alto della sua postazione, da dietro, vede i suoi amici preoccupati e sorride.
La preoccupazione è niente, in confronto alla felicità di trovarsi finalmente lì.
Ha la mente completamente svuotata di tutto quello che non sono i colpi che deve battere.
Si concentra sui capelli di Alex, esattamente davanti a lui, e neanche vede la folla.
Si girano tutti verso di lui.
Quattro sguardi ugualmente tesi ed ugualmente estasiati si incrociano, e si capiscono senza bisogno di parole.
Vent'anni di sogni all'unisono, vent'anni di pensieri comuni, e non c'è più necessità di dire niente.
Matt alza le bacchette verso il cielo, e sorride.
Tutti e tre annuiscono nella sua direzione, per poi voltarsi verso il palco.
Uno.
Due.
Tre.
Quattro.
Tutto esplode, tutto comincia.
Come se fosse la prima volta, e come se lo facessero da sempre.

---

Altri cinque anni.
Altre centinaia di concerti, di sguardi complici, di emozioni condivise.
Altri migliaia di abbracci, di dichiarazioni sussurrate, di baci a fior di labbra che si professano innocenti.
Non succede niente, mai niente di strano.
Passano ancora le serate a bere birra del supermercato e giocare alla play station.
Venticinque anni, e a volta gli sembra ancora di averne appena compiuti dieci.
Spesso ripensano a quando ne avevano quindici e a come era tutto più semplice.
Sono passati momenti, canzoni, amici, ragazze.
Ed è straordinario vedere come niente, alla fine, cambia davvero.
Ogni gesto ha lo stesso sapore di sempre.
Ogni sguardo ha la stessa luce di una volta.
Possono contarsi le cicatrici addosso, riescono a ricordarsi ogni momento.
Hanno tutti le loro ragioni, hanno ancora le loro famiglie.
Ma sopratutto hanno ancora loro stessi.
Principalmente, oltre ogni possibile difficoltà, riescono dopo tanto, ancora a trovarsi.
Sempre pronti l'uno per l'altro, sempre a fianco, sempre loro.
E dita intrecciate, pelli a contatto, note stridenti, pensieri in collisione.
Anni che passano, eterni e fulminei al tempo stesso.
Quanti chilometri hanno fatto? Quanto sudore ha imperlato le loro fronti? Quanti palchi hanno calcato? Quante facce hanno visto, quante persone hanno reso felici anche solo con l'illusione di uno sguardo?
Venticinque anni, e come in quel Natale che sembra appartenere ad un'altra epoca, un abbraccio di gruppo, nel backstage, sotto il rimbombare delle urla della folla, ancora in delirio appena dopo la fine del concerto.
Un sogno che non finirà mai di realizzarsi.
Decine di anni avanti a loro, e sorrisi che si imprimono nella storia.

~
Sì, sono tornata subito con una fanfic su queste quattro scimmie. Perché li adoro. Perché non sentivo una band così facile da scrivere da quando ho iniziato con i Muse.
Ci pensavo da un po', e finalmente l'ho scritta.
In poche ore, a notte fonda, come l'altra, come molte altre.
Guardando Never Back Down 2 (una figata) e assaporando l'odore di pane dal fornaio davanti a casa mia.
Spero che vi sia piaciuta almeno un po' di quanto è piaciuto a me scriverla.
Ho sottolineato il rapporto con Matt invece di quello, più naturale, con Jamie, perché boh. Mi sembrano più affini, non lo so.
Giuro che lo slash, in questo caso, non c'entra niente. È solo un'idea mia.
Comunque, se lasciaste una recensione, mi farebbe davvero tanto, tantissimo piacere.
Sia per dirmi che vi è piaciuta, sia per insultarmi. (Basta che non insultiate i miei OTP)

A presto, spero,
Piuma_
   
 
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