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Autore: LucaGasai    09/07/2012    2 recensioni
Piccola fic su Toradora che si collega all'episodio 8 dell'anima. Spero sia di vostro gradimento^^
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ryuji Takasu, Taiga Aisaka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Voglio che tu vinca”
Quelle parole continuavano a rimbombarmi nella testa.
Ormai il momento della gara era giunto. La Chihuahua scema aveva già sfoggiato il suo bikini e stava facendo sbavare gli altri ragazzi… quanto odio le cagne in calore di primo mattino.
«Coraggio» le dissi, «combattiamo lealmente e con impegno, Chihuahua scema con l’aggiunta di un bikini scemo.»
«Cosa?» chiese sorpresa, «intendi nuotare conciata in quel modo?»
Be’,  effettivamente mi ero presentata alla competizione “vestita” in modo bizzarro. Salvagente appeso al collo come se fosse un’enorme collana, tavoletta, due braccioli blu che ornavano solo il mio braccio destro, un’altra ciambella nella mano sinistra e per concludere una palla gonfiabile da spiaggia.
«Bene, la gara dei 50 metri stile libero senza rivincita sta per iniziare. Prendete posizioni, Taiga, Ami. Pronte…» ci incitò Minori che stava per fischiare l’inizio della gara.
«Oh, guarda, un pelo.»
«Cosa?! Uh… dannata!!» urlò Ami.
Mentre la cagna in calore era distratta ne avevo approfittato per tirarle tutto il materiale che avevo con me e farle fare un bel tuffo in acqua, cercando in questo modo di guadagnare tempo. L’unica cosa che rimase con me fu la tavoletta.
«VIA!» fischiò Minori.
Appena entrata in acqua mi fiondai sulla ragazza dai capelli e blu e le tolsi il pezzo di sopra del suo bikini nero e lo mostrai a tutti i ragazzi come se fosse un trofeo.
«Non ci posso credere, non ci posso credere, non ci posso credere!!» urlò infuriata la mia avversaria.
«E ora andiamo!!!!» iniziai a nuotare verso il lato opposto della piscina, intanto Ami si era rimessa a posto il bikini.
“Eccoci qui” pensai. Era giunto il momento di tornare indietro e proprio in quell'istante incontrai lo sguardo di Ryuji che mi fissava come se volesse inviarmi la sua forza.
“E non guardarmi in quel modo, stupido cane!” Appena pensai ciò mi venne uno strappo alla gamba. Bene, ero spacciata. Ami mi aveva raggiunta e mi stava anche per superare quando, all’improvviso, due morbide mani calde mi cinsero la vita. Era lui, Ryuji.
«Lasciami andare, continuerò lo stesso!» gli urlai.
«Ma tu…» cercò di replicare la mia controparte.
«Sei felice, non è così?»
«Cosa…?» chiese lui stupito.
«Non domandare “cosa”! Lo sai, la tua padrona ce la sta mettendo tutta per te, dovresti essere felicissimo per questo, stupido bastardino!» gli rinfaccia.
Ami, mi aveva appena superata quando tutto d’un tratto fui spinta da quelle mani che ormai si stavano raffreddando a causa della temperatura dell’acqua.
«Allora vai! Colpisci l’acqua sbattendo quella coda!» mi urlò lui.
“Grazie, Ryuji, ce la metterò tutta”.
«Horaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!»
D’improvviso sentii un rumore secco di qualcuno che cadeva in acqua. Mi voltai per vedere e riconobbi solo due sagome, dopodiché notai una persona che stava annegando.
«RYUJI!» abbandonai la tavoletta e mi recai da lui. Lo presi per un braccio e cercai di trascinarlo in superficie.
“N-non ce la faccio…!”
Ed ecco che Minori e Kitamura vennero in nostro soccorso.
Il nostro insegnante lo fece stendere per terra e cercò, in qualche modo, di fargli riprendere conoscenza.
«Avanti Takasu, sveglia.» disse il prof. dopo essersi accertato che Ryuji respirasse.
«Aisaka, doppiamo portarlo in infermeria…»
«NON LO TOCCATE!» dissi in preda alle lacrime.
«Ma, Aisaka…»
«Chiudi quella bocca. Siete tutti quanti degli stupidi, perché non siete andati a salvarlo? Vi siete fatti incantare da quello stupido bikini e nessuno ha visto Ryuji. RYUJI E’ MIO, NESSUNO LO DEVE TOCCARE!!» urlai.
Ore 21.00, casa Takasu
Ryuji stava riposando nel suo letto e io gli stavo accanto, stringendogli la mano.
«Ryuji… Ryuji, ti prego, svegliati.»
Sua madre non c’era, era partita per un viaggio di lavoro, in quel momento eravamo soli in casa.
«Coraggio, farti forza. Vedi? Io sono qui, la tua padrona è qui accanto a te. Avanti, cerca di svegliarti» dissi osservando intensamente le sue palpebre chiuse.
«Ti… prego… Taiga…»
RYUJI! Ryuji stava parlando!
«V… vinci la… ga… ra…»
«R-Ryuji…» sussurrai
Appoggia la mia testa sul suo petto, ormai bagnato a causa delle mie lacrime…
Il giorno seguente, ore 05.38, casa Takasu
«… ia … glia! … SVEGLIATI, TAIGA!»
«Aaaaaah! Sono sveglia, che succede, c’è la guerra? Ai posti di combattimento!!» urlai.
Mentre alzai il capo sbattei la testa contro qualcosa di duro.
«Acc…! Ehi, ma che ti prende?! Sta’ calma!» mi sentii urlare.
Questa voce… Ryuji! Mi voltai di scatto e finalmente riuscii a osservarlo per bene. Era bello,sveglio e pimpante. Notai che sulla fronte aveva un grosso bernoccolo tutto rosso.
«R… Ryuji…! RYUJI! Sei sveglio! Ma… come, quando…?» chiesi confusa.
«Mi sono svegliato una mezz’oretta fa e ho trovato te che dormivi sul pavimento, così ti ho presa e ti ho messa a letto mentre io, intanto, ho preparato la colazione. La vuoi?»
«S-sì, grazie.»
“Ryuji sembra star bene bene. Meno male, tutto sembra essere tornato alla normalità” pensai mentre mi aggrappai al suo braccio.
 

 
 
 
 
  
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