Fanfic su artisti musicali > My Chemical Romance
Segui la storia  |       
Autore: MarkmanTaughtMe    09/07/2012    1 recensioni
"Non c’è niente di fantasioso in questa storia. Seriamente. Nulla. E’ solo cercare di mettere su un foglio di carta una strana sensazione di nostalgia per qualcosa mai vissuto veramente,per dei posti di cui non ho mai assaporato l’aria, per una sensazione di sicurezza e in un certo senso calore anche se senti i brividi della brezza primaverile che s’infiltra sotto la t-shirt dopo un temporale avvenuto dopo mesi e mesi di gelo. La questione si fa umida."
Frank P.O.V. Frerard obviously. Ambientazione fine anni '90
Genere: Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Frank/Gerard
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 
La luce del sole mi corrode gli occhi.

“Ghnaaaaaa dai,mamma!”
Riesco a stento a mettere a fuoco mia madre che con aria sadica si allontana dalle finestre della mia camera.
“Non ho idea di che ora tu abbia fatto ieri notte,ma sicuramente dev’essere stata una bella serata!”
Okay, suona un po’ incazzata.
“Ti ho lasciato la colazione in cucina…e comunque potevi almeno metterti il pigiama”

Oh, Dio santo.

Sono semi nudo sotto le coperte.

Dio ti prego fa che non sono tornato a casa in queste condizioni.
Scosto le coperte mentre faccio versi disgustati osservando le varie sostanze appiccicose presenti sui miei jeans –alcol,vomito?-
Mi strofino gli occhi e tolgo definitivamente i pantaloni già mezzi aperti e li butto per terra.
Vado a fiondarmi nella doccia.
Apparentemente il mio corpo non mostra segni di violenze o altro.
Mi è andata bene.
Considerando che i ricordi di ieri sera non sono molto vividi.
Esco e mi asciugo davanti lo specchio del bagno.
Quasi mi lascio scappare un urlo
Tiro la pelle del collo,appena sotto il mio scorpione, per guardare meglio.

Porca troia.

Questo si che è vivido.

SBEM, un flash di milioni di immagini di ieri sera.

Sorriso idiota stampato in faccia.

Beh, dopo di questa posso anche morire.

Mi lascio cadere a peso morto sul letto.
 
**
 
Mi gira laaa teeeesta.
Almeno è domenica.
Questo pomeriggio esco con Mikey, gli avevo promesso di accompagnarlo al nuovo negozio di video game, e sono un tipo di parola.
“Come va il post-sbornia?” mi chiede quando a guardare i suoi occhi accoppati mi viene solo da ridere; io in confronto sembro appena uscito da un centro benessere.
“Beh, lo stai ammirando” sorrido debolmente
“Tra un po’ ci farai l’abitudine “ dice in tono saggio
“Questo è uno sporco lavoro…ma qualcuno dovrà pur farlo!” scoppiamo a ridere ed io gli tiro un pugnetto in testa; come farei senza il vecchio Mike?
“Solo che…riflettendoci…ieri sera non siamo più riusciti a trovarvi… Non che ricordi granchè ma alla fine ricordo che c’era molto spazio dietro la macchina di Ray. Dov’eravate tu e Gee?”
Mi sento un po’ destabilizzato
Come se mi avessero tirato una botta in testa e poi mi avessero sfilato l’asciugamano dopo una doccia.
Sconcertato e nudo.
Cosa devo rispondere?
“Oddio Frank…ma è un succhiotto quello??”
Porto immediatamente una mano sul collo mentre tento di nascondere il segno rosso con i capelli.
“E’ un succhiotto!! Sei stato con qualcuna?? E non me l’hai detto?? E Gee cosa c’entra? No, sai com’è, sarebbe decisamente inquietante sapere che hai fatto qualcosa a tre con mio fratello!”
Sono leggermente sollevato.
Mi ha dato la scusa perfetta.
Eppure…bo. Dovrebbe sapere la verità?
“Frank, sei porpora. C’è qualcosa che devo sapere?”
Poi si blocca.
“C’entra Gerard con il succhiotto?”
Ma sta facendo tutto da solo!
C’entra con il succhiotto? Nel senso, quante opzioni di risposta ho? Devo mettere la crocetta su ‘si, lo ha fatto tuo fratello’ o ‘no, c’entra nel senso che ha obbligato una tizia a farmelo?!’
“Mike…” comincio io.
“Oddio. Frank. E’ stato Gerard?”
Mi volto a guardarlo dritto negli occhi; Dio,Dio,ma è suo fratello…
“Ma cosa dici Mike! Siamo solo andati in un posticino figo con delle ragazze eh…”
Mikey riprende colore e sorride scompigliandomi i capelli: “Ahah!Avrei dovuto capirlo subito…Oh, allora scusami per prima ahah”
Io faccio una risatina nervosa mentre raggiungiamo il negozio,finalmente aggiungerei.
Mike se ne sta una mezz’oretta in mezzo a quelle  scatolette colorate,io lascio vagare l’immaginazione su come saranno tra 10 anni. Magari un giorno inventeranno anche qualche gioco figo a cui piace anche a me giocare. Magari qualcosa su Batman, per ora vado a rimorchio con i fumetti di Mike.
Che sono quelli di Gee.
Dio basta.
Mi strofino gli occhi fino a quasi strapparmi le palpebre per poi quasi sbadigliare in faccia al commesso.
Chiudo immediatamente la bocca.
Ma…è il commesso o…?
“Frank, questo è Pete, un mio vecchiiissimo amico”
Pete in tutta risposta gli fa arrivare un pugno leggero sulla schiena: “Non abbiamo una grandissima differenza d’età,sai!”
Mikey ridacchia
“Non sono riuscito a presentartelo ieri sera, sai? Pete, scusalo ma non riesce proprio a star lontano dalle sue nuove conquiste”
“Ahah, beh, fosse l’unico, vero Mike?”
Pete gli rivolge un’occhiata quasi languida, a me escono quasi gli occhi dalle orbite.
Ma che cazz?!
Mikey toglie velocemente il braccio di Pete dalla sua spalla e sembra arrossire un po’.
Ma da che parte sta giocando questo ragazzo?!
“Beh Frank dai, andiamo…”
Io annuisco e lo seguo mentre rivolgo un cenno a Pete.
Cerco di tenere il passo del mio migliore amico mentre sembra essere partito in quinta.
“Mike! Fermati un secondo”
“Eh?” mi chiede nervoso mentre si allontana ancora di più
“Fermati, porca puttana!”
Lui a metà tra lo scazzato e il disperato si ferma.
Io strofino il piede al marciapiede
“C’è mh. Qualcosa che vorresti dirmi?”
“Io?? Piuttosto tu, che vai a ragazze e neanche mi racconti”
“Lo sai benissimo a cosa mi riferisco”
Mike non mi guarda negli occhi
“Mike…” ricomincio io
“Okayokay cazzo, Dio Frank! Qui nessuno che può farsi i cazzi suoi,eh?”
Io apro la bocca sconcertato ma lui riprende a parlare
“Credo…credo di piacere a Pete. Solo che io…io non sono gay,cazzo! Solo che Pete è davvero simpatico ed è un buon amico…”
“Okay le cose stanno così, Pete ha una cotta per te e tu contraccambi solo che non ti sei mai sentito attratto da un ragazzo prima.”
Mikey mi guarda arrossendo.
Non risponde.
“Senti amico, so cosa vuol dire…non c’è niente di sbagliato in te, okay?”
“Nono ti prego Frank non farmi questi discorsetti da terapia sociale, per favore. Io non sono così confuso. Solo, non lo so. Non voglio essere così. Cioè, se un mio amico fosse gay rimarrei comunque suo amico, cioè, che mi frega? Però immagino bo, debba essere sul serio imbarazzante. E non voglio mettermi in queste situazioni.”
Il cuore mi sprofonda leggermente.
Ormai siamo arrivati a casa di Mike. Mi fermo, poi lo guardo e lo abbraccio per un paio di secondi. Poi ci ripenso e gli lascio un bacio sulla guancia con tanto di lingua per poi scoppiare a ridere.
“Bleeeahh che schifo, Frank!” esclama lui mentre si ripulisce la faccia
“Tu si che sei una vera checca,ahah!” io mi rimetto in piedi per controbattere dopo essermi piegato in due dalle risate e mentre indietreggio sento una presenza a dir poco fredda alle mie spalle.
Mi giro leggermente, è una figura completamente nera, sobbalzo.
E’ Gerard.
Ora è il turno di Mike di ridere.
“Hanno tutti paura del mio fratellone-vampiro allora!” gli si butta addosso e Gerard lo allontana arrossendo.
“Scusami…non volevo spaventarti” spiccica finalmente parola Gerard.
“N-no, non preoccuparti” dico io, sempre più confuso mentre fisso le sue iridi.
Ciao, mondo.
Mikey tossisce.
Dio, sono il mago delle figure di merda, allora.
Rimaniamo in silenzio.
Mikey ci guarda entrambi, Gerard fissa la lampadina del palo della luce, io fisso la cacca di un cane.
Mi chiedo perché a Gee non facciano male gli occhi, dopotutto ce li ha comunque chiari.
Sono di nuovo a guardarlo senza farci caso.
“Frankie, sembra che hai una cotta per Gee” dice Mikey pungente
Sembra volersi vendicare assolutamente della situazione in cui l’ho messo prima.
“Dio, ma cosa dici?!” rispondo automaticamente io pensando a quanto Mike lo stia facendo apposta e a quando mi ha dato della checca.
Gerard sembra abbassare lo sguardo.
“Cioè,non che tu sia brutto Gerard, cioè io…” inciampo tra le vocali e le consonanti fino a prendere a testate il congiuntivo.
Mikey tiene le braccia strette al petto.
Squilla un telefono.
Mike corre dentro ma inaspettatamente è per Gerard.
“Strano, non mi chiama mai nessuno” dice prima di oltrepassare il vialetto di casa sua.
“Se avessi il numero, lo farei io” sputo fuori tutto peggio di un tostapane che scatta
Lui si volta con un leggero sorriso e io porto le mani al viso.
“E’ Toro!!” Urla Mikey dalla finestra
“Ci propongono un tour, di due settimane!!”
Io mi volto cercando lo sguardo di Gerard, illuminato dalla sorpresa.
“Dice che l’altra volta erano venuti dei menagers a sentirsi!! E GLI SIAMO PIACIUTI!!”
Comincio a dondolare come una ragazzina, nonostante non fosse la prima volta che andavo in tour. Questa volta è diverso. Dio,è tutto così diverso.
“Dobbiamo presentarci a Jersey City, domattina! Hanno un piccolo bus tutto per noi!!”
Un altro piccolo colpo al cuore. Domani dovevo andare a sentire una lezione nell’università che volevo prendere a ottobre.
Psicologia.
Così, per poi cominciare a prepararmi per i test d’ingresso…
“Frank, sei dei nostri?”
La sua voce risuona come in un sogno. Non sento altro.
Annuisco mentre sorrido, ma non lo faccio solo per lui.
Non lo faccio solo per Mike o per gli altri ragazzi
Li saluto e corro a casa a prepararmi alla bell’e meglio una valigia nei limiti della decenza.
Rimango a fissare il soffitto per far passare le ore che mi dividono dal mio futuro, pensare di dormire al momento è più difficile che scrivere una canzone.
Mi sono goduto l’alba e mi sono strofinato il corpo per bene sotto la doccia.
Afferro la valigia e scosto i capelli ancora bagnati, credo che ieri sera siano venuti i nonni a trovarci visto che l’altra cameretta, la “stanza degli ospiti” è chiusa.
Evito di fare troppo rumore e cerco mia madre, entrando nella sua camera per salutarla o al massimo lasciarle un biglietto.
La trovo in cucina, quasi ad aspettarmi.
“Hai fatto tardi un’altra volta, Frankie?” mi guarda con sguardo stanco.
“Ho dormito un bel po’ invece” mento io
“Sto uscendo adesso. Forse sarò via per un po’. Per suonare,sai. Come ai vecchi tempi per i Pencey. Solo che questa è la volta giusta, è la band giusta.”
Lei fa un’espressione orripilata “Vuoi dire che stai ripartendo per uno di quei tour? E me lo dici dieci minuti prima?!”
Socchiudo gli occhi reprimendo la sua incazzatura.
Sento i nonni scendere le scale
Beh, meglio di così non poteva andare.
“Dove vai, ragazzo?! Sono le sei del mattino” mi apostrofa nonna mentre scende pesantemente gli ultimi gradini.
Io mi allontano dallo spettro d’azione del suo bastone
“Frank, tra qualche ora devi andare all’università” il tono profondo di nonno mi colpisce come sempre.
Non voglio deluderlo, perciò non riesco a guardarlo negli occhi.
“Devo andare” cerco di reprimere le lacrime.
Un boato di proteste
“Dio, voi non capite! E’…è quello che devo fare”
Finalmente riesco ad alzare lo sguardo. Sento un clacson fuori la porta, e prego tutti i santi e tutti i chitarristi del mondo che sia Toro.
Lo faccio per me.
Con un ultima occhiata alla mia famiglia corro via ed entro nel furgoncino di Ray, mettendo una gamba tra l’amplificazione e mettendomi un basso nel fianco
Le grida della nonna si fanno sempre più esasperate.
“Devi tornare a studiare!!” è l’ultima cosa che riesco a sentire, la sua voce ormai sovrastata dal rombo del furgoncino.
“E’ quello che devo fare” ripeto
Mio nonno, il mio eroe è ancora dentro casa a guardarmi. So che in fondo non lo sto deludendo. Sto seguendo il mio cuore.
No, non lo deluderò.
Abbiate fiducia” sussurro.
Sfrecciamo via da Belleville.
Sento una mano che stringe la mia e mi volto per essere abbagliato dalla luce del mattino mischiata a quella del suo sorriso.
Gli sorrido di rimando.

 
Andiamo via.

 
 
---------------------


Nonostante alcune cose messe a cavolo ho cercato di ricreare un po’ situazioni accadute veramente, ovvero Frank che va via di casa con i parenti che gli urlano “devi tornare a studiare!” e lui che urla a sua volta “Questo è quello che devo fare!” e poi citazioni random tipo Keep The Faith ecc <3
Okay, era da secoli che avevo cominciato il capitolo ma non avevo idee sul come finirlo. Spero bo, vi stia piacendo nonostante quest’ultimo capitolo sia piuttosto insignificante. Grazie a tutti coloro che leggono, seguono la storia e soprattutto quelle che commentano :3  Grazie del supporto e gfdigdfgjd <3 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > My Chemical Romance / Vai alla pagina dell'autore: MarkmanTaughtMe