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Autore: AngelSword    09/07/2012    5 recensioni
“Su questo pianeta esiste un luogo nascosto agli occhi della gente. Non lo si può raggiungere, ma lo si può chiamare. Anzi, non è nemmeno un luogo, è... una porta.”
'Perchè gli uomini uccidono?' Perchè il loro cuore è come la superficie dell'acqua: basta poco per farlo increspare.
Secondo Volume dell'Ancient Saga.
QC all'interno. Occhio B3
- SOSPESA -
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Roronoa Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ancient Saga'
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Premessa
 


Sì gente: sono ancora in vita! =D Per farmi perdonare, ho deciso di postare un capitoletto bello lungo ^^ Scusate se ultimamente non rispondo a tutte le vostre recensioni, ma sto avendo veramente le mani piene con famiglia e lavoro D: Ma adesso mi metterò all'opera e risponderò a tutto e tutti >:D Buona lettura ♥
Ringraziamenti: A Streffo, a fior di loto, a hunter (ti chiedo perdono per l'attesa ^^"), a RADIOCAOS, a niki-chan, a AceLastFiamma e CaptainJollyRoger che si sono imbarcate nell'avventura del primo volume e ci hanno raggiunti nel secondo!! =D Spero di rivedervi anche qui ^^
Disclaimer: I personaggi di One Piece non sono miei, ma gli Antichi e affini sì x)
Reminders: QC aperto e ricordatevi di dare un'occhiata qui >  Like the Beauty and the Beast ~ Just the Beating of Our Noisy Hearts
 :)  Colonna Sonora Consigliata: "Stronger" - Kayne West


Capitolo 8 (Parte 2) - S.T. ~ Snow's Tournament

Zoro scrutò le facce sorprese dei tipi intorno a lui. Decise di soffermarsi su quella di Rodrus dato che era l’unica che differisse dalle altre: i tratti del suo volto erano deformati da un misto di rabbia e paura che lo facevano apparire più minaccioso del normale. Gli altri invece erano la muta incarnazione dello stupore.

“Oh cazzo,” esordirono in coro Jen e Maya mentre fissavano ad occhi spalancati l’uomo comparso dal nulla di fronte a loro. Il verde ci stava capendo sempre meno.

Fran si sporse all’indietro e tirò un lembo della camicia di Rodrus per attirare la sua attenzione. “Oi...” lo chiamò piano. “Che cosa ci fa tuo fratello maggiore qui?” chiese allarmata.

L’altro non si voltò, non scollò gli occhi dall’uomo misterioso. “Non ne ho la più schifosamente pallida idea.”

Leroy, accasciato contro l’albero dove era stato lanciato, si strinse il braccio esanime. Quando lo toccò scoprì che era diventato gelido e soprattutto compatto. “Che cosa cazzo mi hai fatto, dannato batuffolo di cotone??!” urlò all’assalitore, mal celando la paura che lo aveva aggredito.

“Hm?” replicò semplicemente l’altro con disinteresse. “Chi hai chiamato batuffolo di cotone, scusa?” La sua voce era pacata, seria e profonda, come pochissime al mondo. L’uomo si caricò Aqua in spalla con un deciso movimento del braccio.

Lei, ancora intontita per la sorpresa, si riprese subito, rendendosi contro della situazione. “MollamimollamimollamiMOLLAMI!” strepitò cominciando a scalciare.

“E sta buona, per Dio...” mormorò a denti stretti l’altro, inclinando la testa di lato per non essere colpito.

“Fiocco di neve, mollami!!”

“HAI QUALCOSA CONTRO L’ESSERE ALBINI?!” scattò infine l’uomo perdendo tutta la calma di qualche secondo prima. L’Antico rispose solo con altri calci e strilli di protesta. Scosse il capo, riprendendo il controllo. “Aqua, per favore, non cominciare...” l’ammonì. “Poi...” Si voltò verso gli scioccati spettatori. “TU!” Puntò il dito contro Rododendrus, ancora abbracciato dietro a Jenova. “Che cosa stai facendo?!”

Il biondo rispose con una lunga occhiata annoiata. “Che faccio, veglio sulle due Signorine,” rispose con tono piatto.

“Tu questo lo chiami vegliare?!” lo rimproverò, accennando allo scontro appena interrotto e al fatto che fosse praticamente avvinghiato ad una delle due ‘Signorine’.

Il verde ebbe l’occasione di studiarlo meglio mentre discuteva col fratello. Avrà avuto più o meno una trentina d’anni. Fisicamente era quello che si può chiamare ‘un armadio normanno a sei ante’: alto, muscoloso ed imponente. Ma la cosa che più di tutte attirò la sua attenzione fu la sua innaturale carnagione pallida ed i corti capelli color avorio, simili ai suoi per il taglio. Sembrava quasi che emettesse luce propria - debole e soffusa - tra il pallore, gli eleganti vestiti immacolati ornati di bianco navajo ed il mantello argento. E, quasi istintivamente, i suoi occhi caddero sulla guaina argento della spada assicurata al suo fianco con una cinghia nera.

“SNOW EISMYRSKY ROROSETH!!” urlò a pieni polmoni Aqua, interrompendoli. “METTIMI GIÙIMMEDIATAMENTE!!” Irrigidì la postura e puntò un dito verso il terreno.

L’albino si limitò ad osservarla con un sopracciglio alzato. “Scommettiamo che se ti lascio andare non riesci a tenerti in piedi?” replicò con assoluta calma. L’Antico rispose con uno sbuffo. “E va bene...” acconsentì infine, adagiandola delicatamente a terra.

Lei si voltò dall’altro lato senza degnarlo di uno sguardo, decisa a dimostrargli che aveva torto. Dopo aver mosso qualche passo le sue gambe cedettero con un sonoro scricchiolio e si ritrovo lunga distesa a terra, furiosa e sull’orlo di una crisi isterica. Si prese qualche momento per calmarsi, poi si sorresse sui gomiti e voltò la testa verso l’uomo. “Snow...” guaì a bassa voce.

L’altro non diede cenno di aver sentito; si voltò dirigendosi verso Leroy. “Non mi hai voluto ascoltare, ora te la cavi da sola,” rispose in tono compassato. Ignorando le proteste della donna, si accucciò di fronte al moro che lo fulminò con lo sguardo mentre un sommesso ringhio gli faceva vibrare il petto. “Mi dispiace di aver utilizzato un metodo talmente brusco e doloroso per fermarti. Prego il tuo perdono,” si scusò. Poi prese l’arto inerme con la punta delle dita e lo strinse con estrema delicatezza. “Ho semplicemente congelato i liquidi nei tessuti del tuo braccio. Mi basterà far tornare la temperatura alla sua normalità e potrai tornare a sferrare pugni a destra e a manca,” gli spiegò con una sommessa ridacchiata. Un sottile vapore si separò dalla pelle che andava via via inumidendosi mentre riacquistava sensibilità e morbidezza. Una volta fatto tornare alla normalità, lo sfregò con vigore per riavviare la circolazione sanguigna. “Voilà,” concluse alzandosi.

Leroy aprì e chiuse il pugno, piegò e distese il braccio un paio di volte prima di alzare gli occhi su Snow per ringraziarlo a mezza bocca.

“Per quanto riguarda a te...” disse l’albino voltandosi mentre infilava una mano sotto il mantello per recuperare qualcosa da una tasca interna. “Ammetti di aver sbagliato e mi chiedi umilmente scusa?” Si accucciò nuovamente vicino ad un’Aqua sull’orlo delle lacrime.

L’Antico annuì vigorosamente con la testa. “Sì, mi dispiace un casino Snow-sama, ma non lasciarmi qui...” piagnucolò guardandolo con occhi lucidi.

Tirò fuori un paio di occhiali dalla montatura trasparente e le lenti rettangolari. “Perfetto allora.” Si issò Aqua in spalla e li infilò con la mano libera. “Possiamo andare a parlare di faccende più importanti,” disse incamminandosi. “Ma prima!” Si bloccò di scatto per girare i tacchi verso la compagnia di spettatori. “Non ti ho mai visto, ragazzo dai capelli verdi.”

Zoro ci mise qualche secondo per rendersi conto che stesse parlando con lui. Lo scrutò con diffidenza mentre faceva mente locale: se quel bestione era il fratello maggiore di Rodrus, allora era anche lui uno dei suoi antenati, e, a quanto pareva, aveva qualche stretto legame con Aqua. “Roronoa Zoro,” rispose infine, mantenendosi sulla difensiva.

“Zoro?” Snow alzò le sopracciglia sorpreso all’udire quel nome. Poi ridacchiò allegramente “Che strana coincidenza: anche mio figlio si chiama così!” Lo spadaccino non seppe come rispondere. Allora probabilmente era davvero il terzo in... famiglia... “Io, come questa peste ha urlato prima,” accennò ad Aqua sistemandosela meglio sulla spalla con una piccola spinta, “sono Snow Eismyrsky Roroseth, Marchese della contea di Lumi e suo governatore. Mezzo Antico dell’Acqua, Elemento del Ghiaccio, potere derivato dal Primo Legame con l’Antico dell’Acqua di Terza Generazione Juliet “Aqua” Auros Laertis di cui sono il mentore,” si presentò porgendogli la mano con un sorrisetto. “Piacere di conoscerti.”

Il verde la strinse titubante, impressionato dalla lunghezza e dalla precisione del suo discorso. Certo che questi qua di mille anni fa avevano davvero un sacco di cose da dire su loro stessi.

“E lui sarebbe Rododendrus Fueurmyrsky Roroseth, Barone della contea di Lumi. Mezzo Antico del Fuoco, Elemento Fuoco Freddo, potere derivato dal Primo Legame con l’Antico di Terza Generazione Jenova Auros Montris di cui è il guardiano.” Indicò il fratello, ancora abbracciato a Jen, con un ampio movimento della mano. “Scommetto che non si era presentato per bene,” aggiunse poi con una punta di rimprovero diretta verso il biondo, che sbuffò stizzito.

“Cosa ti porta qua, Snow-chan?” s’intromise allegramente Franziska, saltellando in mezzo ai due parenti.

L’albino parve riscuotersi e posò gli occhi color pervinca sulla donna. “Ciao Fran,” la salutò con un ampio sorriso. “Intendevo venire più tardi per parlare delle corse, ma poi mi è arrivata la notizia di un certo scontro...” Alzò volontariamente la voce a quelle ultime due parole per far sì che i diretti interessati sentissero. Sospirò silenziosamente mentre i due mugugnavano qualche protesta, dirigendo i loro sguardi altrove. “Aqua-chan, ho promesso di mantenere il segreto per quanto riguarda le corse in quanto tu mi abbia nominato manager,” le disse in tono apprensivo. “Ma se cominci a combattere sul serio creando disordine, allora non posso proteggerti in quel caso.” Lei rispose con un pentito silenzio, anche se era decisa a non ammettere la sua colpa. “Quindi la prossima volta assicurati di essere in buone condizioni fisiche e di essere molto più lontani da Aquroja,” continuò dandole qualche piccola carezza sulla schiena.

“Cos’è che non va con le corse?” chiese Mavis, ridirigendo l’argomento del discorso sul tema principale.

“Giusto.” Snow fece scivolare Aqua dalla spalla tra le braccia per sedersi anche lui sull’erba come tutti gli altri, subito imitato da Fran e Leroy. “Intanto volevo complimentarmi con tutti voi per la vittoria di ieri sera: Mavis, ottimo lavoro con le modifiche; Aqua e Jen, avete corso benissimo; Leroy, Leon e Rodrus, eccellente coordinazione.” I nominati arrossirono e risposero con qualche frase imbarazzata mentre si scompigliavano a disagio i capelli o si risistemavano i vestiti. “Fran e Maya, ho bisogno di voi però.” Le due ragazze si fecero subito attentissime. “Avete visto che è successo ad Aqua e a Jen: la prima si è praticamente rotta le gambe e la seconda ha uno squarcio in mezzo alle clavicole.” Prima che la rossa potesse protestare e chiedergli irritata come fosse riuscito a capirlo, andò avanti col discorso. “Ho bisogno che voi rinforziate le tute in tal modo che ciò non accada mai più.” Le due annuirono con decisione per poi ritirarsi in disparte a confabulare.

Leon tese la sua spada inguainata sotto al naso di Snow per attirarne l’attenzione. “I conti non tornano,” disse in tono piatto e serio, ritirando l’arma.
Il marchese sfoderò un sorriso sghembo in tutto e per tutto identico a quello di Zoro. “Ecco perché vi propongo questa sfida.” Portò una mano sotto al mantello argento in cerca di qualcosa in qualche altra tasca interna. Dopo qualche secondo che armeggiava, tirò fuori un foglio piegato in quattro. I ragazzi lo osservarono incuriositi mentre l’uomo apriva il pezzo di carta e lo distendeva sull’erba in mezzo a loro. “Non entrate se tremate, l’Hell Tournament,” annunciò mentre gli altri studiavano il volantino colorato su cui era impresso il titolo a caratteri fiammeggianti e delle moto si cimentavano in una serie di loop.

“Di che si tratta?” chiese Leroy interessato.

“È un concorso a eliminazione. Non vi è limite di partecipanti, ma solo uno arriverà alla fine e si beccherà il premio di circa 50 milioni di Berry.”

Al sentire della somma tutti fischiarono in ammirazione. “Le condizioni?” Jen appariva molto eccitata all’idea.

“Superare tutti e nove i livelli. Si è squalificati in caso che la propria moto non sia più in grado di proseguire o...” Fece una pausa d’effetto. “Nel caso in cui si perda la vita,” concluse con tono greve. “Per il resto non c’è assolutamente nessuna regola. Nessun limite di velocità, nessun Fair Play, niente. Al passare d’ogni livello si ricevono un milione di Berry per riparare e migliorare i propri veicoli.” Guardò uno ad uno i membri della sua squadra. “Ve la sentite di partecipare in questa scommessa?”

I ragazzi si scambiarono alcuni sguardi allarmati prima di sorridere ed esclamare in coro un secco “SÌ!”

“Oh mio Dio,” mormorò eccitata più che mai Aqua afferrando il volantino per studiarlo da vicino con occhi lucidi per l’impazienza, subito affiancata dalla sorella, Maya e Rodrus. “Con questo diventiamo ricchi sfasciati,” squittirono eccitate le due gemelle.

Mavis si alzò con un colpo di reni. “Perfetto, al lavoro allora!!” disse con decisione tirando fuori dalla sua sacca a tracolla una chiave inglese. “Tutti al rifugio, raga,” li chiamò, incamminandosi per primo.

“Rifugio?”

Tutti si bloccarono, ricordandosi che il nuovo arrivato non era ancora a conoscenza di nulla. Tornarono immediatamente seduti, disponendosi in un cerchio attorno a lui. Zoro li scrutò sospettoso e confuso mentre le loro espressioni si facevano serie.

Il ragazzino si schiarì la voce. “Prima di tutto,” annunciò con gli occhi chiusi. “Noi siamo una squadra. Per la precisione, siamo gliHavoc. Io sono il meccanico, programmatore, e quant’altro. Mi chiamo Mavis Tandra, Mezzo Antico del Tempo, Elemento Flusso. Significa che ho sempre sotto controllo il fluire del Tempo... So sempre che ore sono, quanto ci mette qualcosa a cadere...” aggiunse poi quando vide l’espressione spaesata dello spadaccino.

“Leon Molnja, coordinatore, Mezzo Antico del Fulmine, Elemento Magnetismo, spiccato talento per i calcoli.” Il biondo elencò freddamente i tratti che lo caratterizzavano, facendo voltare Zoro verso l’altro lato del cerchio.

“Eh?!” esclamò Fran drizzando immediatamente la schiena. “Tutto qui?!”

L’altro socchiuse un occhio e replicò con disinteresse da dove si era sdraiato “C’è altro da aggiungere?”
“E me lo chiedi pure??!” La donna si sporse in avanti verso Zoro, indicando con il braccio teso il ragazzo in procinto di schiacciare un pisolino. “Quello là era un corridore una volta, uno dei migliori!! Era conosciuto come “Kuronari” e non si sa quanti premi abbia vinto tra corse legali e non! È stato il maestro di Aqua-chan e Jen-chan, ex-membro dei Loveless, una famosa gang di centauri scioltasi ormai da tempo. Un pilota spietato e calcolatore, il terrore delle piste!!” spiegò Fran eccitata ed impressionata dalla grandezza dell’amico allo stesso tempo. “Purtroppo però, in seguito ad una terribile caduta, non può più correre,” concluse con una nota di tristezza.

L’uomo aprì gli occhi e fissò il cielo terso, rievocando chissà quali lontani ricordi. “Mi sono praticamente fracassato la schiena. È un miracolo che riesca ancora a camminare e maneggiare la spada,” chiarificò sentendo lo sguardo del verde su di sé. Detto ciò, si richiuse nel suo silenzio e si mise a sonnecchiare abbracciato alla sua katana nera.

Fran sospirò rassegnata scuotendo la testa. “Che peccato,” mormorò portandosi le mani sui fianchi. “Comunque io sono Franziska Kornblume, ma solo mio padre mi chiama per nome, quindi voglio essere nominata solo con il mio soprannome, ‘Fran’,” si presentò facendogli l’occhiolino. “Sono un mezzo Antico della Memoria, Elemento Emozioni. Considerami qualcosa come il medico di bordo e la stilista privata delle due pilote,” concluse battendosi fieramente un pugno sul petto.

Lo spadaccino annuì. Non c’è che dire, gente a dir poco interessante, pensò involontariamente. Poi percepì qualcosa fargli il solletico sul collo. Sorpreso, si girò di scatto afferrando l’oggetto.

Udì una leggera risatina che gli fece immediatamente riabbassare la guardia. Aprì lentamente il pugno e vide che l’oggetto in questione era una liana che, non appena fu libera, si ritirò rapidamente. Zoro la seguì con gli occhi fino ad incontrare quelli borgogna della cowgirl. “Maya Tandra, sorella maggiore di Mavis.” Si tolse il cappello beige con un fluido ed elegante movimento del braccio. “Ho il compito di rimediare il materiale da costruzione e per le tute delle due pilote. Mezzo Antico della Terra, ho il potere dell’Elemento Natura.” L’altro la guardò senza capire. “Praticamente posso generare dal mio corpo qualsiasi pianta, come quella liana di prima,” spiegò.

“Ed io, mio carissimo e giovane amico,” attaccò la voce sublime del suo antenato, “sono Rododendrus--“

“Sì, sì, tu già sei stato presentato,” tagliò corto Jen, già stufa, tappandogli la bocca con la mano. Finite le soffocate proteste del biondo, la rossa alzò gli occhi verdi sullo spadaccino. “Jenova Auros Montris, Antico del Fuoco di Terza Generazione. Sulla pista sono nota come ‘Akuma’ oppure semplicemente ‘Demone’. Quella là è la mia schia-- Ahem, perdonami, mia sorella gemella.” Accennò ad Aqua con un movimento del mento liberando Rodrus giusto in tempo prima che soffocasse.

Zoro si voltò dall’altro lato, poggiando una mano a terra per mantenere l’equilibrio. Fissò speranzoso la donna che gli sorrideva allegra tra le braccia dell’albino. “Purtroppo Dio ha voluto che nascessi insieme ad una decerebrata come quel cerino. Il mio nome completo è, come ha già detto Snow, Juliet Auros Laertis e sono l’Antico dell’Acqua di Terza Generazione. Sono anch’io una pilota, conosciuta con il nome di ‘Zalenia’ per via della cicatrice che ho--“

“Sulla schiena, zona lombare. Sei alta circa un metro ed ottantatre centimetri, hai una cicatrice a forma di ‘Z’ sull’occhio sinistro che tieni appositamente coperto, maneggi uno spadone chiamato Panthalassa di cui uno dei due lati è fatto d’agalmatolite ed è attraversato da delle venature azzurrine. Il tuo cibo preferito sono le castagne, odi il freddo, sei ambidestra, devi sempre avere un’arma a portata di mano altrimenti non sei tranquilla e detesti qualsiasi cosa femminile,” completò lui tutto d’un fiato, lasciando un’Aqua a dir poco interdetta ed un silenzio stupito. Lui si maledisse mentalmente: cazzo, aveva dimenticato che non lo conoscevano.

“Beh,” esordì ad un certo punto la donna con un incerto sorriso, “si vede che noti in fretta i particolari di una persona.”

Lui la fissò intontito per qualche secondo prima di annuire lievemente. Menomale che Aqua sapeva darsi una spiegazione più o meno a tutto. Si ripromise di fare più attenzione a quello che diceva, se voleva riportarla indietro senza troppi problemi.

“Sono rimasto solo io, a quanto pare....”

Lo spadaccino diresse la sua attenzione sul ragazzo moro, seduto alla sua destra con sia gambe che braccia incrociate. Eccolo, il tipo che non sopportava.

“Leroy Schwartzer, coordinatore come Leon e Rodrus, Mezzo Antico, Elemento Duplicità--”

“E che significa?” lo interruppe bruscamente.

L’altro non si scompose. “Significa che sono Mezzo Antico di due Elementi diversi, quali Vento e Caos,” spiegò con una leggera punta d’orgoglio. “Di maggiore importanza, sono il fidanzato della qui presente principessa di Aquroja: Juliet ‘Aqua’ Auros Laertis,” aggiunse poi con solennità.

Le parole ‘fidanzato’ed ‘Aqua’ nella stessa frase non piacquero affatto allo spadaccino. Indossò la sua maschera di fredda indifferenza mentre lo guardava sorridere felicemente a quanto aveva appena detto.

“Io non ricordo di aver dato il mio permesso,” replicò Aqua, stufa della solita storia che quel ragazzo s’inventava.

E nel frattempo che lui protestava contro la freddezza glaciale della donna, Zoro studiava impassibili centoventi modi diversi per farlo fuori col più dolore possibile. Non c’è che dire, quel libro di tortura che aveva trovato una volta tra le cose di Aqua finalmente tornava utile.

Ma lui riesce a tenerle egregiamente testa mentre tu fatichi a starle dietro.

Bah, cazzate. L’Antico non stava facendo sul serio prima, ecco perché quel damerino era riuscito a stare al suo passo. Tutto qui.

“Che poi non hai ancora accettato il mio invito a cena per stasera,” si lamentò Leroy, attirando di nuovo su di sé l’attenzione dello spadaccino.

Aqua si voltò dall’altra parte incrociando le braccia con aria disinteressata. Stava per rispondere con una delle sue tipiche battute taglienti quando Zoro scattò in piedi urlando un secco “NON CI ANDRÀ!!”

Fu di nuovo oggetto di una sfilza di sguardi attoniti. “E perché no?” replicò il moro corrugando la fronte, sentendo la stizza montare lentamente dentro di sé.

Si riscosse, rendendosi immediatamente conto di quello che aveva detto, mandando a fanculo tutto il ragionamento dell’ ‘attento a quel che dici’. “Pe-perché...” azzardò facendo saettare gli occhi su Aqua. Vide stretto tra le sue mani il volantino del concorso ed un’idea s’accese improvvisamente nella sua mente. “Perché il Tournament comincia stasera!

La squadra si scambiò occhiate confuse e sussurri incerti. Persino Leroy si dimenticò dell’irritazione di poco fa e distese i tratti del volto per la sorpresa. “Davvero?” chiese sporgendosi verso la donna per spiare il foglio.

L’Antico dell’Acqua lo stese davanti a sé e lesse le date scritte in giallo ai piedi della pagina. “Ha ragione...” mormorò senza staccare gli occhi dai caratteri in grassetto.

A quelle due semplici parole si scatenò il putiferio. Tutti i ragazzi si alzarono di scatto, dandosi ordini ed indicazioni a vicenda mentre s’inoltravano nel bosco. Maya e Fran si separarono dal gruppo per raggiungere Snow ed Aqua ancora seduti dov’erano.

“Batuffolo, sgancia la grana,” arrivò dritta al punto la cowgirl. “Non c’è verso che tu non ne sapevi niente e che non ci avessi già iscritti prima ancora di chiedercelo.”

L’albino ridacchiò divertito mentre  allungava una mano per recuperare qualcos’altro da sotto il mantello. “Vai tranquilla Maya-chan, non vi volevo fregare. Stavo solo aspettando il momento di dirvelo, ma Zoro-san mi ha anticipato,” la rassicurò, porgendole tre mazzette abbastanza voluminose di denaro.

La donna le afferrò in malo modo e, dopo un saluto accompagnato da un sorrisone eccitato, corse via con Fran al seguito dalla parte opposta verso cui erano andati gli altri.

Snow le osservò allontanarsi mentre Aqua leggeva e rileggeva in silenzio il volantino, come una brava bambina. “Bene, ed ora...” annunciò dopo un lunghissimo momento di silenzio, cogliendo alla sprovvista lo spadaccino. “Vediamo cosa possiamo farti fare...” disse a se stesso congiungendo la punta delle dita di fronte alla bocca mentre osservava Zoro con un mezzo sorriso.

Per qualche strana ragione, il verde rabbrividì sotto quegl’occhi color pervinca e lo sguardo incuriosito dell’Antico dell’Acqua.
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 Name Time!!
Kuronari: Mix delle parole "Kaminari" e "Kuro" che rispettivamente significano "Fulmine" e "Nero". Il suo soprannome è "Fulmine Nero" ma così faceva troppo da Avengers, quindi l'ho messo alla giapponese x)
Eismyrsky: Mix di "Eis" e "Myrsky" che significano "Ghiaccio" (Tedesco) e "Tempesta" (Finlandese ). Per cui, "Tempesta di Ghiaccio".
Fueurmyrsky: Stesso ragionamento: "Fueur" è "Fuoco" in tedesco e "Myrsky" è "Tempesta" in Finlandese, da cui "Tempesta di Fuoco".
Kornblume: "Fiordaliso" in tedesco.

E sì, tutti i personaggi in questo capitolo sono matti da legare :D Ve lo aspettavate d'incontrare il vero antenato di Zoro? Sì, Snow è il... capostipite del Legame, diciamo x) L'assalto ad Aquroja avvenne quando Aqua e co. avevano solo sei o sette anni: Rodrus era ancora troppo piccolo per metter su famiglia. E Jen morì nel laboratorio non a causa di un intervento andato male, ma a causa del Legame con il biondino (che aveva cercato di tenere duro fino all'ultimo momento per Jen, senza riuscire). Sì, una storia piuttosto strappalacrime :( Comunque, trovate tutti i membri della compagnia decisamente più grandi perchè Lamia li ha "adattati" alla fantasia di Aqua (che s'immaginava sempre come sarebbe andata la sua vita senza l'incidente d'Aquroja). Snow quindi avrebbe circa... 44 anni ^^

  
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