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Autore: Holly Rosebane    09/07/2012    47 recensioni
«Ritroveremo la tua ispirazione. E sai che quando mi punto, devo riuscirci» concluse. Scossi la testa, stancamente.
«Non questa volta, riccio. Ti stai imbarcando in qualcosa di troppo grande per te».
«Yasmin, non ho altra scelta. Il mio tempo qui è limitato, e non so con esattezza quanto avrò a disposizione» disse, sedendosi sul tavolo, poggiando i gomiti sulle cosce e fissando il pavimento. «Se non ti sbrighi a scrivere la conclusione del libro e a rimandarmi nel mio mondo… morirò».

~
Pensai di avere le allucinazioni, di essere ancora nel più assurdo dei miei parti onirici.
E invece no.
Perché Harry Styles, il personaggio della storia che stavo scrivendo, era appena uscito fuori dal computer.
Letteralmente.
E mi fissava sorpreso dall’altra parte della stanza.
Iniziai a sentire le vertigini.
Genere: Commedia, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Al mio "Ragazzo di Carta", anche se, ovviamente, non  lo saprà mai.
Perché, gira e rigira... sarà sempre grazie a lui che continuerò a scrivere.




 

I.
Harry Styles





 

“Se le parole hanno un significato preciso, non dobbiamo cadere nell’errore di usarle con opportunismo e inesattezza.” 
JUAN GOYTISOLO

 
 
 
 



Harry si alzò di scatto dalla sedia, come se fosse stato spinto via da una forza invisibile. Non voleva che lo vedessero lì.
Avanzò a passo svelto, fingendo indifferenza. Successivamente accelerò, andando sempre più veloce, fino alla corsa vera e propria. Scostava i passanti, sfiorandoli impercettibilmente.
Tuttavia, inciampò in un dosso dell’asfalto, quando

 
 

Quando? Quando?! Per la miseria.
Fissai la schermata di Word, impotente. Erano ben due mesi che sedevo a quella dannata scrivania e aprivo il file. Leggevo e rileggevo i capitoli precedenti, ed ero sempre convinta di aver superato il blocco, di poter portare avanti la storia.
E invece no, perché quando arrivavo alle ultime due parole, il mio cervello si rifiutava di collaborare. Chiudeva letteralmente bottega, facendo serrare anche il mio stomaco per dispetto.
 Lanciai la penna che stringevo fra le dita sulla scrivania, in un moto di stizza. Che mi prendeva, ultimamente? Non mi ero neanche presa la briga di finire il pensiero, troncandolo con quel maledettissimo “quando”, che mi urtava i nervi solo a guardarlo.
Mi presi il volto fra le mani, scuotendo piano la testa. Dove erano finite tutte le mie inesauribili idee? Sentii due colpetti alla porta e alzai la testa. Mormorai un “avanti”, richiudendo per l’ennesima volta il programma di Word, sconfitta.
«Yasmin, tutto bene?»
Mio fratello Zayn si sporse nella stanza, alzando un sopracciglio.
Aveva solo un anno più di me, ma i nostri genitori ci permettevano di vivere nella loro casa di Londra, da soli. In effetti, Zayn era anche maggiorenne, e loro avevano costanti impegni di lavoro, non avrebbero potuto esserci fisicamente neanche volendo.
Annuii, stanca. Lo vidi entrare e richiudersi la porta alle spalle, appoggiandovi ad essa incrociando le braccia. Lui era quello che la mia amica Hana definiva “un bel pezzo di ragazzo”.
Capelli corvini perennemente disciplinati nel morbido ciuffo che lasciava la fronte scoperta, pelle color miele, occhi nocciola e belle labbra carnose. Era parecchio più alto di me, e teneva molto al suo aspetto estetico, curando al dettaglio il suo abbigliamento, meglio di quanto potessi fare io col mio.
 Personalmente, adoravo mio fratello. Aveva quello strano superpotere di saper dire sempre la cosa giusta al momento giusto, esser presente come una famiglia, preoccuparsi di parecchie altre cose di cui nemmeno parlasse con me. Come il mio libro, tanto per dirne una.
«Problemi con… Harry?» Chiese, sorridendo incoraggiante. Sospirai, al massimo della frustrazione.
«Chiama zio Mo, Zayn. Digli che non pubblicherò mai “L’Angelo Caduto”. Vendesse pure i diritti a qualche altra insulsa scrittrice da due soldi» dissi, fissando fuori dalla finestra la Londra notturna che sfavillava sotto il poderoso temporale che imperversava da almeno mezz’ora. Sentii mio fratello ridere sarcasticamente.
«No, Yasmin, non lo farò. Perché so che riuscirai a finirlo».
«Ti sbagli!» Esclamai, voltandomi di scatto verso di lui. «Ho perso l’ispirazione, Zayn! E non tornerà più!» Aggiunsi, sentendo la rabbia salirmi su per la gola.
 La storia che stavo scrivendo, “L’Angelo Caduto”, aveva già una casa editrice disposta a pubblicarla, e un team di correttori di bozze, editor e grafici da farmi imbarazzare ad aver chiesto a mio zio di leggere i primi capitoli. Eppure gli era piaciuta talmente da convincerlo a comprarne subito i diritti, una volta completata. Ma iniziai a temere che quel giorno non sarebbe più arrivato.
Zayn si avvicinò, inginocchiandosi e posando entrambe le mani sulle mie spalle. Eravamo alla stessa altezza, ora.
«Ascolta, sorellina» esordì, sorridendo. «Spegni quel pc, prenditi un libro e distraiti. Poi, fatti una bella dormita. Vedrai che si risolverà tutto» disse, incoraggiante. Annuii, debolmente.
La faceva facile, lui. Non aveva un blocco grosso quanto l’Everest, in testa.
Si rialzò, passandomi una mano fra i capelli, scompigliandoli. Uscì senza dire nient’altro, chiudendo la porta. Guardai per un’ultima volta il monitor del pc, dove un Leonardo Di Caprio d’annata mi restituiva una languida occhiata, sorreggendosi il cappellino di paglia. Riaprii caparbia il file di Word.
Accidenti, non potevo fermarmi proprio a pagina 140!
 Fissai quel “quando” con odio crescente, avvertendo il vuoto cerebrale più assoluto. Bene. Erano le undici meno venti, fuori pioveva e mio fratello aveva sparato la radio a tutto volume, nella stanza di fronte. Forse, se mi fossi stesa sul letto, avrei riordinato un po’ le idee. Sempre che ne avessi avute.
 Spensi la luce e il monitor, lasciando il pc acceso per qualsiasi evenienza. Si sapeva, i lampi di genio notturni erano sempre i migliori. Andai in bagno a lavarmi i denti, con la testa altrove.
Harry Styles era il protagonista della mia vicenda, un personaggio che avevo creato io. Angelo caduto, doveva salvare la vita di una mortale per riscattarsi e tornare alle fila del paradiso.
Eppure, avevo deciso di renderlo un demone, chissà perché. Quindi, lui avrebbe dovuto uccidere un essere umano e completare il rito di passaggio.
Morale della favola, non sapevo se fargli salvare la sua amata o toglierla di mezzo senza pietà. Ma c’era qualcosa che non andava, il mio cervello e le mie dita sulla tastiera si erano rifiutate di collaborare per ben due mesi. Perché ricominciare proprio adesso?
Mi trascinai stancamente a letto, ascoltando il rumore della pioggia e qualche schitarrata dei Guns’n’Roses. Chiusi gli occhi.
Dio, ti prego, mandami un’illuminazione divina, pensai, ormai allo stremo.
 
 
 
Un tuono mi fece sobbalzare, svegliandomi del tutto.
Battei le palpebre, leggermente stordita. Guardai la radiosveglia sul comodino accanto al letto. Le tre e mezza del mattino. Mi passai una mano sulla faccia, sospirando.
A questo mondo, una povera ragazza col blocco dello scrittore non poteva più neanche dormire in pace. Inutile restare ancora stesa, una volta sveglia non riprendevo più sonno. Calciai via le coperte, scendendo dal letto con la morte in volto. Mi stiracchiai, sbadigliando.
Bene, cosa potevo fare alle tre e mezza? Innanzitutto, andare giù e prendermi un bel the freddo. Aprii la porta, lasciandola socchiusa. Feci piano le scale, scalza, per non svegliare Zayn nell’altra stanza. Arrivai al piano di sotto e non accesi la luce.
Le enormi vetrate del salotto rischiaravano già abbastanza l’ambiente, nonostante nel cielo non ci fosse la luna. E poi, mi piaceva muovermi al buio. Era un’azione capace di farmi sentire libera come un gatto e parte di qualcosa di più grande e indefinibile.
Raggiunsi il frigo e aprii lo sportello. La lampadina aranciata mi ferì leggermente gli occhi, mentre cercavo la bottiglia di the verde. La presi, appoggiandola sul bancone in granito. Rovistai nella credenza alla ricerca di un bicchiere di vetro e poi lo riempii fino all’orlo. Rimisi a posto la bottiglia e restai qualche istante lì, immobile.
Un altro tuono  scosse la casa, molto più potente e poderoso di quello che mi aveva svegliato. Accidenti. Eravamo solo ad ottobre e senti che roba… decisi che sarebbe stato meglio tornare di sopra, al caldo nella mia stanza.
Risalii piano le scale, attenta a non inciampare con il bicchiere in mano, e rimasi piantata sull’ultimo gradino, incredula. Un bagliore sinistro fuoriusciva dalla mia camera, proiettando uno spiraglio di luce sul pavimento e la parete. E io non avevo lasciato niente di luminoso, lì dentro.
 Iniziai a sentire il cuore martellarmi contro lo sterno, e il respiro mozzarsi. Magari si era accesa la luce. Magari era il pc. Magari erano arrivati gli alieni, e volevano il mio corpo per i loro esperimenti sull’umanità. Mi costrinsi ad avanzare, dicendomi che forse era la mia testa che correva decisamente troppo. Infondo scrivevo storie da quando avevo dieci anni, era più che normale avere una fantasia tanto vasta.
Arrivai alla porta, e la luce mi accecò leggermente. Spinsi la maniglia, in un’improvvisa scarica di adrenalina. E quello che vidi mi lasciò a bocca aperta.
 Dal mio pc illuminato stavano uscendo delle dita umane, lentamente.
Pian piano, emersero due braccia, una testa coperta da scompigliati riccioli scuri, due spalle, il busto… in pochi secondi, un ragazzo venne letteralmente sputato fuori dallo schermo, e andò a sbattere contro la parete di fronte.
 Il computer si produsse in uno schiocco secco, e del fumo grigiastro uscii dal retro del monitor, ormai scuro. Fissai il ragazzo steso a terra, che si massaggiava la testa dolorante. Indossava una maglietta a mezze maniche azzurrina e dei jeans scuri un po’ stinti, delle Converse bianche ai piedi.
Perché mi sembrava di averlo già visto da qualche altra parte…?
«Dio, che roba…» mormorò, con voce bassa e suadente. Si alzò a sedere, e mi guardò.
No, impossibile.
Occhi verde acqua, labbra rosse e carnose, riccioli color cioccolato, aria da angelo maledetto.
Proprio come l’avevo immaginato io, tutte le volte che avessi scritto di lui. Sollevò un sopracciglio, fissandomi.
«Che posto è questo?» Chiese, guardandosi attorno. «Un attimo fa stavo correndo in strada…» s’interruppe.
«Oh no, non dirmelo…» commentò, stancamente. «Sono finito nel mondo degli umani».
Il bicchiere che stringevo in mano cadde a terra, con un tonfo cristallino.
Il vetro si frantumò in mille pezzi e sentii la bevanda allargarsi a macchia d’olio sul parquet, inzuppandomi i piedi nudi.
Pensai di avere le allucinazioni, di essere ancora nel più assurdo dei miei parti onirici. E invece no.
 Perché Harry Styles, il personaggio della storia che stavo scrivendo, era appena uscito fuori dal computer. Letteralmente.
E mi fissava sorpreso dall’altra parte della stanza.
Iniziai a sentire le vertigini.





 

Holls' Corner!:


 

Hi, people! I'm here... again! Eh, già! Per la gioia (?) del fandom, eccomi con una nuova stramberia storia made in Holly! Allora, parliamone.
Anche quest'idea è, ovviamente, folle. L'ispirazione m'è venuta leggendo "La Ragazza di Carta" di Guillaume Musso... quell'uomo è un genio, e io lo amo profondamente nonostante non simpatizzi molto gli atteggiamenti dei francesi! Comunque... anche in questa storia, il protagonista assoluto sarààà.... Harry!!
Che novità, eh? Ebbene sì, lui è il mio Ragazzo di Carta, come penso avrete potuto notare... e no, non mi stancherò mai di scrivere di lui.
Yasmin è una povera "scrittrice" che ha perso l'ispirazione... onestamente, a tratti mi ci identifico, hahahaha! Anche se abbiamo due caratteri diametralmente opposti...!
Questa long non sarà eccessivamente lunga (passatemi il giro di parole), più o meno una ventina di capitoli, non di più! Anche perché 24 Hours è ormai prossima alla fine (sigh!) e stare solo con Till The Last Song all'attivo era impensabile per me!!
Bene, vi lascio con una gif di Yasmin, il cui volto è quello di
Shay Mitchell!!
Vi ricordo che ci tengo molto a conoscere le vostre opinioni riguardo a questo primo capitolo e, in linea di massima, le vostre impressioni!!
Ringrazio in anticipo chiunque la legga, anche solo per averle dedicato un po' di tempo e... alla prossima! Un bacione a tutti!


   
 
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