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Autore: lispeth_    09/07/2012    2 recensioni
Dimenticare completamente una persona per colpa di uno stupido incantesimo. Questo era successo a Silver Riddle, la figlia nascosta del Signore Oscuro.
Dopo essere scappata dalla propria casa, Silver cerca di colmare quel vuoto mentale che le è stato rimosso.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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“Non ho intenzione di parlare con quel pallone gonfiato” proferì Silver dopo l’ennesima supplica di William. Michael l’aveva fatta grossa, tra le tante cose che commetteva senza nemmeno interessarsi delle conseguenze. Erano passati quattro giorni da quando Silver aveva beccato il suo ragazzo a flirtare con una ragazza di Corvonero, il fascino Serpeverde imbrogliava chiunque.
Silver sapeva che non sarebbe stata la prima. Michael era terribilmente attratto da ogni genere di ragazza nonostante non facesse altro che ripetere il suo amore verso la stessa. Man mano che i mesi si susseguivano però Silver perdeva sempre più fiducia nel suo ragazzo decisamente latitante mentalmente.
“Quel ragazzo soffre di anemia di fedeltà, non potrebbe nemmeno resistere un giorno senza sbavare sotto la gonna di una ragazza, e io mi sono rotta i bauli di stare a sentire le sue baggianate” si passò nervosamente una mano tra i capelli scompigliandoseli appena. L’unica cosa che avrebbero potuto farle cambiare idea sarebbero state le scuse pubbliche di Michael che ovviamente non sarebbero mai arrivate così facilmente.
Micheal era una di quelle persone che si credevano più importanti degli altri, quelle che consideravo i loro gesti sempre giusti in qualsiasi situazione. Il loro problema era credere troppo in quell’illusione, la maggior parte delle volte era proprio Michael ha prendere la decisione sbagliata e Silver si era stufata di indicargli sempre la parte opposta.
Voleva flirtare con le altre ragazze? Bene allora Silver avrebbe fatto la stessa identica cosa con il resto della scuola, prendeva sempre tutto seriamente trasformando ogni piccolo errore in una vera e propria competizione. L’unico problema era che Silver non era affatto come lui, non sarebbe riuscita a fare i suoi stessi gesti nemmeno per ripicca.
Avrebbe semplicemente aspettato fino a quando Michael non si sarebbe reso conto di aver fatto un errore. Era un continuo susseguirsi di sbagli e di scuse, in un girone senza fine. Ma che avrebbe fatto Silver senza Michael? Probabilmente si sarebbe lasciata trascinare nel fondo della sua maledizione, aspettando il peggio. Qualcosa peggio della morte.
Lasciando marcire i propri sentimenti probabilmente sarebbe diventata una Riddle a tutti gli effetti.
Sentì una mano stringersi sulla sua spalla, un calore familiare la fece immediatamente riportare alla realtà.
“Si lo so, dovrei semplicemente prendere un lungo respiro e andare avanti. Me lo dici sempre” disse Silver voltandosi verso gli occhi verdi di William. Probabilmente se non ci fosse stato Michael ci sarebbe stato il fratello, ma non era la stessa cosa. I sentimenti che provava per l’uno non erano esattamente la stessa cosa che provava per l’altro.
William era come un fratello per lei, mentre Michael era solo un pezzo di merda. Ma si sa che le ragazze sono sempre attratte dai bastardi.
Ed eccola lì a mordersi le labbra nervosamente pensando di essere stata troppo esagerata con il suo ragazzo mentre lo stesso William non faceva altro che scuotere la testa sperando di vedere finalmente una separazione netta della coppia. Aveva sempre pensato che Michael tirasse fuori il peggio di Silver, riusciva a tirare fuori la sua rabbia repressa.
Qualcosa che faceva del male, doveva essere eliminato.
Ma William non poteva mettersi contro suo fratello. No un’altra volta.
E arrivò l’inverno ad Hogwarts. Improvvisamente tutto era ricoperto di un bianco talmente candido da sembrare quasi irreale. Silenziosamente i fiori si misero a dormire sotto il gelido lenzuolo di neve; perfino il Platano Picchiatore aveva deciso di concedersi una vacanza meritata.
Quel paesaggio silenzioso era in netto contrasto con il calore all’interno del castello. Le decorazioni natalizie svolazzavano da una parte all’altra delle mura in cerca della loro precisa posizione e tutti i camini erano stati accessi in modo da scaldare gli studenti che si era azzardati ad uscire per giocare a tirarsi palle di neve.
Le vacanze si avvicinavano, e tutti non facevano che parlare degli splendidi viaggi che avrebbero intrapreso con le proprie famiglie mentre Silver se ne stava davanti al camino della sala comune dei Grifondoro a leggere un libro che le aveva prestato Hermione. La ragazza dai capelli crespi era stata leggermente riluttante a dare fiducia a Silver, ma con il tempo aveva compreso che era totalmente innocua. Silver era lusingata di tutta quella fiducia e leggeva ogni libro che la ragazza le concedeva restituendoli sempre in perfette condizioni, proprio come piaceva a lei.
“Sei la persona più asociale che conosca Riddle” disse improvvisamente William spuntando dal nulla e atterrando perfettamente sul divano come se fosse la sua attività preferita.
“Sto semplicemente leggendo, non mi sembra di arrecare disturbo a nessuno”
“Si ma mi stai completamente ignorando e giocare a scacchi da soli non è il massimo dell’allegria”
“Nemmeno giocare a scacchi e poi così bello” disse la ragazza storcendo leggermente la bocca di lato. Gli scacchi dei magi erano decisamente noiosi e troppo rumorosi, erano molto meglio quelli Babbani, almeno dopo una partita non era necessario ripulire tutto.
“Sai oggi Michael ha chiesto di te” disse William passandosi una mano tra i capelli e guardandosi attorno.
“Ah che bello! Peccato che a me non interessi niente di quello chiede quell’uomo”
“E’ sinceramente dispiaciuto per quello che è successo”
“Oh poverino. Questo potrebbe compromettere la fine che ho ideato per lui” chiuse il libro con uno scatto, non aveva voglia di parlare oltre riguardo a quella faccenda e William lo comprese immediatamente.
“Perché non andiamo a lezione invece di tenere il muso per tutto il giorno?” chiese in ragazzo improvvisamente alzandosi dal divano e tirando per il braccio la ragazza. Silver non aveva intenzione di andare a lezione quel giorno, senza avere una motivazione plausibile per farlo. Seguì Will senza dire assolutamente niente ed entrambi raggiunsero il più fretta possibile la torre est dove si sarebbe tenuta la lezione di Divinazione di quell’anno.
L’atmosfera era lugubre, le tende erano abbassate e la poca luce che filtrava attraverso di esse colpiva solamente la cattedra della professoressa Cooman. Erano stati allestiti dei tavoli rotondi per tutta la stanza e su ognuno di essi vi erano tre tazze da thè piene di un liquido che sicuramente non aveva niente a che fare con quella bevanda. William e Silver si sedettero immediatamente al tavolo di Neville Paciock, rimasto solo. La Grifondoro incrociò gli occhi del Serpeverde e un sorriso attraversò le labbra del ragazzo, ma questo non servì per impressionarla. Silver era ancora attratta da lui ma era stufa del suo comportamento, non sarebbe servito un semplice sorriso per farle cambiare idea. Non era quel genere di ragazza e lui lo sapeva benissimo.
“Buongiorno ragazzi mie! Perché non iniziare una splendida giornata con un buon thè in compagnia di amici?” disse improvvisamente la professoressa emergendo dalla sua massa di capelli ricci. Gli studenti guardarono in modo disgustato le proprie tazze, Silver fu la prima ad azzardarsi a berne il contenuto, non poteva essere così male. Il liquido tiepido le percorse la gola lentamente quasi come se fosse fatto di qualche sostanza gelatinosa ma riuscì a buttarlo tutto giù con un solo sorso, come una maledetta medicina. Pian piano anche tutti gli altri studenti bevvero dalle loro tazze poggiandole poi rumorosamente sui loro piattini.
“Guardate dentro di voi, fate la domanda che nasce dentro di voi e poi guardate l’immagine prodotta dalle foglie di thè, vi daranno delle risposte sincere e sicure” Silver notò che quella donna gesticolava un po’ troppo mentre parlava, sembrava fosse sopra un palcoscenico. Will si stava per mettere a ridere mentre guardava dentro alla sua tazza.
“E’ necessaria più concentrazione Signor Monogan” lo bacchettò la Cooman mentre faceva il giro dei tavolini, Will smise subito di ridere e si concentrò meglio su quello che aveva da chiedere. Silver lo guardò divertita, notò come il suo sopracciglio si curvò leggermente verso destra mentre pensava e dal modo in cui muoveva le labbra per concentrarsi.
“Stai chiedendo se riuscirai mai a comprarti quei bellissimi pantaloni di marca?” lo interruppe  Silver ridacchiando divertita. Ricevette in risposta uno sguardo eloquente dal ragazzo.
“Molto divertente, pensa alla tua di domanda invece di prendere in giro gli altri” disse voltandomi dall’altra parte continuando la sua operazione. Silver prese un respiro profondo e pensò a che cosa chiedere a una tazza di ceramica, quell’operazione era talmente assurda da farla sembrare veramente idiota a crederci. Chiese un domanda semplice e che poteva comprendere tutti i suoi desideri. Che cosa sarebbe successo nel suo futuro? Avrebbe avuto un risvolto positivo o negativo?
Chiuse gli occhi controllando prima che nessuno la stesse guardando e prese con due mani la tazza come se fosse un monile magico. Aperti gli occhi una figura si era formata sulla sua tazza ma non aveva idea di che cosa fosse. Sfogliò il libro in cerca di una risposta ma niente sembrava avere la stessa immagine. Non era un gatto, non era una zucca. Che diavolo di risposta poteva essere quella? La professoressa vedendola in difficoltà si avvicinò prendendo in mano la sua tazza. Dopo averla esaminata attentamente emise un suono soddisfatto.
“Sembra che il suo futuro sia più confuso di quello che creda. L’unica cosa chiara dentro alla sua tazza è l’amore. Si, lei troverà l’amore perfetto da mettere in discussione ogni cosa in cui crede. Un sentimento talmente forte da consumarla e ammettiamolo tutte desiderano un amore del genere. Questo però è ostacolato da una maledizione che scorre nelle sue vene, ma quale magia è più forte dell’amore?” recitò la professoressa come se stesse leggendo da un libro. Un mucchio di fandonie. Di quale amore stava parlando? Lei non aveva alcuna maledizione in corpo, tranne il fatto di essere la figlia del Signore Oscuro.
“Ma questo amore è giusto oppure no?” domandò infine confondendo ancora di più la situazione. Silver sorrise di rimando riprendendosi la sua tazza e riappoggiandola sul tavolo.
Che cosa inutile la Divinazione! Si stupiva del fatto che la gente si lasciasse influenzare da quello che poteva scoprire nella lettura delle certe o di una semplice tazza di thè. William ricevette un responso positivo qualsiasi cosa avesse chiesto mentre a Michael furono previste pene e dolori. Silver sospirò guardando l’enorme orologio posto sopra alle finestre. Contò ogni secondo fino alla fine della lezione. Non vedeva l’ora di alzarsi da quella sedia e di uscire da quella stanza.
“Sembra che qualcuno sia innamorato senza saperlo” disse William rincorrendola, sembrava essere divertito da quella situazione ma notò un leggero tono di preoccupazione nelle sue iridi.
“Andiamo credi davvero a quello che dice quella donna? Non riuscirebbe nemmeno a vedere la differenza tra due calze con quegli occhiali che si ritrova” per un attimo William non respirò in attesa della risposta della ragazza, non comprendeva tutta quella tensione che gli correva lungo le gambe infastidendogli la camminata. Quando fu sicuro che Silver non credeva a quello che la Cooman le aveva detto tirò un sospiro di sollievo passandosi una mano tra i capelli. Di sottecchi Silver lo notò, aveva osservato tutti i suoi movimenti in tutto il tragitto tra la torre est e la Sala Grande. Non aveva voglia di indagare, sapeva benissimo che il ragazzo non le avrebbe detto niente, era sempre stato riservato su tutto quello che succedeva sotto la sua pelle. Per conto suo poteva essere semplicemente intimorito dal fatto che la professoressa McGranitt non lo avesse preso molto in simpatia e che avrebbe dovuto faticare il doppio per prendere dei voti decenti.
Doveva ancora perfezionare la sua entrata nella Sala Grande, si sentiva ancora troppo osservata e insicura di camminare in quell’infinito corridoio di tavoli. Raggiunto il suo posto cominciò a calmare il suo cuore che aveva preso a balzarle da una parte all’altra come una pallina da tennis. William le si sedette accanto facendo così poco rumore da farla sobbalzare. Entrambi si introdussero in un discorso appena cominciato dal trio ormai visibilmente consolidato dagli anni.
“Avrà i suoi problemi familiari, insomma suo padre è appena stato sbattuto ad Azkaban” intervenne il rosso masticando una coscia di pollo. Hermione scosse la testa alzando gli occhi al cielo e prese a mangiare in modo composto usando forchetta e coltello.
“O forse semplicemente si è unito ai Mangiamorte, prova a pensarci Ron. Ha la faccia da sospettato” disse l’occhialuto agitando il coltello in aria. Quella parola fece leggermente rabbrividire Silver, non amava molto parlare di quelle persone, non erano nemmeno da considerarsi esseri umani vista la loro scarsa propensione a provare dei sentimenti.
“Di chi state parlando?” intervenne William passando l’indice lungo il braccio di Silver per farla tornare in sé. I tre si voltarono contemporaneamente verso di loro quasi come si fossero accorti solo in quel momento del loro arrivo al tavolo.
“Harry pensa che Malfoy si sia unito ai Mangiamorte, ma tutti pensiamo che sia una cosa decisamente assurda” disse Hermione tenendo un tono di voce abbastanza basso, nel frattempo Silver si voltò verso il volto affranto del ragazzo dai capelli quasi bianchi. Non lo conosceva, ma era al corrente della fama della sua famiglia. Una volta che i loro sguardi si incontrarono la ragazza non riuscì a reggere il suo sguardo argenteo.
“Per quanto ne sappiamo potrebbe anche essere vero”
“Ma Harry è troppo giovane per diventare un Mangiamorte”
“Non si è mai troppo giovani per Voldemort” disse improvvisamente Silver parlando per la prima volta. Ci fu un momento di silenzio dopo quel nome, quasi fosse una bestemmia. Malfoy poteva essere un Mangiamorte anche se Silver vedeva un animo del tutto diverso  in quel ragazzo. Sapeva però che per essere Mangiamorte non serviva certo essere adulto e con tanta esperienza. Tutto quello che serviva era la fedeltà, verso la parte sbagliata certo, ma quello di cui disponeva l’Oscuro Signore era proprio la fiducia dei suoi seguaci. Ma era un legame debole, che non avrebbe mai vinto e su questo Silver ne era assolutamente sicura.
Una fiducia costruita sulla paura non era poi così difficile da spezzare.
“Vedi almeno lei mi da ragione” esclamò Harry rivolgendo un leggero sorriso complice alla ragazza che la stupì leggermente. Harry Potter era dalla sua stessa parte? Che cosa singolare pensare a un Potter e una Riddle che lottavano per la stessa causa.

Finita la cena tutti tornarono nelle rispettive Sale Comuni. Silver preferì fare un piccolo giro del castello sperando di non perdersi ancora una volta. Raggiunse il secondo piano senza alcun problema e senza che le scale si muovessero per scombinarle l’orientamento. Passando accanto al bagno dei maschi sentì un vetro infrangersi come se qualcuno lo avesse preso a pugni. Non poteva essere opera di un fantasma, doveva esserci qualcuno lì dentro e quel rumore non voleva dire nulla di buono. Estrasse la sua bacchetta con la mano sinistra e la tenne tesa davanti a lei mentre apriva lentamente la porta. Pezzi si vetro erano sparsi per il pavimento e un ragazzo era chino sul lavandino. Silver abbassò la bacchetta tenendola comunque in mano, la poggiò al fianco mentre si avvicinava a Draco Malfoy, in preda a un attacco di panico.
“Ehi tutto bene?”
Il ragazzo sussultò e si voltò verso di lei. I suoi occhi erano contornati da occhiaie come se non dormisse da giorni e le sue labbra tremavano come se non vedesse il suo stesso riflesso allo specchio ma qualcosa di più spaventoso.
“Vattene! Non ho bisogno del compatimento di una Grifondoro”
“Bello se cominci a distruggere un bagno qualcuno potrebbe insospettirsi, non credere che sia entrata qui dentro per compatirti” incrociò le braccia al petto assumendo la sua solita espressione, non le faceva paura, ci voleva sicuramente molto di peggio per farla terrorizzare. Quel ragazzo poi urlava come una femminuccia.
“Non è un buon momento e preferirei non avere un pubblico”
“Ha bè se si trattava solamente del tuo stupido orgoglio potevi dirlo subito” di portò una ciocca di capelli e fece dietro front cercando di fare meno rumore possibile. Era quasi arrivata alla porta del bagno quando lui sospirò così rumorosamente da non essere del tutto naturale.
“Aspetta…voglio solo sapere una cosa”
“Che cosa vuoi sapere Malfoy? Come acconciarti i capelli?”
“Ti ricordi di me?” le chiese con quegli occhi argentei talmente tristi da sembrare quelli di un uomo che ne aveva passate tante. Non erano occhi di un ragazzo. E non erano occhi di un vero Mangiamorte.
“Cosa? Io non ti ho mai conosciuto” disse allibita. Era la prima volta che incontrava il figlio di Lucius, aveva una memoria formidabile e sicuramente non si sarebbe dimenticata di un ragazzo che portava i capelli di quel colore. Immediatamente fu davanti a lei con una velocità sovraumana. Le sue mani erano strette sulle sue braccia e premevano disperate nel tentativo di non farla scappare. Puntò i suoi occhi esattamente nei suoi.
“Ti prego ricordati di me. Ricordati di quello che eravamo e di quello che potremmo ancora essere” la sua voce era disperata, si stava per mettere a piangere siccome i suoi occhi erano di nuovo lucidi come quelli di un bambino indifeso.
Si azzardò a fissarlo. Si perse in quelle acque fredde ed ebbe un leggero flash nella sua mente. Qualcuno le stava porgendo la sua collana, quella che indossava sempre come in quel momento.
Con questa ti ricorderai di me, spero che funzioni.
Quella voce era irriconoscibile nella sua mente, ma la visione non ebbe tempo di mostrarne il suo volto. In un attimo fu di nuovo nel bagno dei maschi del secondo piano.
“Io non ti conosco. Lasciami andare” strattonò le sue mani via dalle sue braccia e indietreggiò di qualche metro lasciandosi un margine più che sufficiente per scappare. Non lo fece subito, voleva sentire cosa altro aveva da dirle.
E fu la prima volta che Draco Malfoy pianse veramente senza aver paura di mostrarsi al mondo.
“Sarebbe tutto più facile sai? Se tu fossi quella di un tempo non sarei in questi casini. Non sarei nemmeno in questa scuola!”
“Non so di che cosa stai parlando. Io non capisco” disse Silver ancora confusa portandosi una mano alla testa. Le bruciava tanto da annebbiarle la vista.
Scappò. Si concesse l’unica via d’uscita da quella situazione. Corse via in direzione dal suo dormitorio e raggiunto il suo letto si nascoste sotto alle lenzuola.
  
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