Piccola fic one-shot dedicata alla piccola Julia e al suo piccolo mondo meraviglioso:lascia perdere chi sai tu,tesoruccio…ascolta il tuo cuore!
Kairi aprii lentamente gli occhi.
Lunedì.
L’inizio di un’altra settimana in quel manicomio che gli adulti
solevano chiamare “scuola”.
“Che
schifo” pensò Kairi,mentre andava in bagno e si lavava i denti (scusa,ma tu ti
lavi i denti prima di colazione?ndtutti)(oh,non fate i pignoli pure qui
ndkairi).
Odiava
studiare,odiava fare i compiti,odiava i compiti in classe di matematica,in cui
prendeva costantemente voti ignobili,odiava la voce monotona e strascicata
della sua professoressa di tecnica che spiegava la conservazione degli
alimenti.
La
conservazione degli alimenti.
Esattamente
l’ultimo dei suoi pensieri.
Dall’altra
parte della casa,Julia si stiracchiava e sbadigliava sonoramente. Mentre
guardava fuori per scoprire una deprimente giornata di pioggia battente,si
chiedeva perché i giovani dovessero avere un’istruzione così pesante. Non
sarebbe stata una cosa ragionevole eliminare
matematica,fisica,probabilità,statistica e le simpatiche equazioni?
A
chi sarebbero mancate?
A
nessuno,di sicuro.
E
anche se a qualcuno sarebbero mancate,lei avrebbe provveduto personalmente a
torcergli il collo.
“Sveglia,pigrona!”
gridò Kairi dal piano di sotto,mentre preparava il caffè. Ma,invece di scorgere
l’amica in pigiama e capelli arruffati,vide Rei scendere le scale in modo che
non confaceva proprio ad un agile e scattante felino.
Carino.
Molto
carino.
Persino
di mattino.
Con
i capelli arruffati.
Molto
arruffati.
“Miao”
fece il cinese,sedendosi al tavolo della cucina e afferrando una fetta
biscottata e la confezione della marmellata “latte e tanto zucchero,grazie”
disse rivolto a Kairi,che lo guardava divertita mentre lui cercava di spalmare
la polpa rossiccia sulla fetta. La mira gli faceva cilecca,di primo mattino.
Julia,dopo
essersi sciaquata la faccia nel lavandino nel bagno (no,nella tazza del
cesso…ma dai,ci siamo arrivati da soli che era il lavandino!ndtutti),scese le
scale e corse in cucina (seee…io di prima mattina non ho nemmeno la forza di
aprire gli occhi…ndjulia). Trovò un Rei pienamente soddisfatto di sé (era
riuscito infatti a centrare la fetta biscottata con il coltellino della
marmellata) e un’energica Kairi (io?di primo mattino?ma siamo tutti
matti?ndkairi) che versava il caffè in quattro grandi tazze. Julia osservò Rei.
Carino.
Molto
carino.
Persino
di mattino.
Con
i capelli arruffati.
Molto
arruffati.
“Bau”
disse la ragazza,accomodandosi accanto a Rei “perché quattro tazze?”
“Oltre
ad essere totalmente suonata,soffri pure di amnesia” fece una voce rauca “ti
ricordo che vivo anch’io in questa casa”
“Se
doveva essere in tono minaccioso,Kei” ribattè la ragazza,senza nemmeno alzara
il volto “mi sa che non ce l’hai fatta. Sembrava che tu stessi gracidando”
Kairi
rise. Poteva benissimo immaginarsi Kei principe ranocchio.
“Che
abbiamo oggi?” chiese Rei,a cui mancava poco per addormentarsi sulla fetta di
pane e marmellata.
“Due
ore di geometria,due di storia e due di tecnica” rispose Kairi con voce
monotona,come se stesse ripetendo per la centesima volta l’orario scolastico
“me l’hai già chiesto tre volte,Rei”
“Ah…”
sospirò il cinese,guardando Julia “che bello…”
“Già”
concordò lei,bevendo il suo caffè (ma come fa a bere e parlare
contemporaneamente?ndtutti)(p-i-g-n-o-l-i ndkairi&julia) e squadrando
Kei,che lottava con una confezione di biscotti che non voleva saperne di
aprirsi.
“Dai
qua” esclamò Kairi,stufa di sentirlo sbuffare e inveire contro la povera
scatola.
“Se
non ce la facci io,vorrei proprio sapere come ce la faresti tu” ribattè lui,e
continuò ad armeggiare con i bordi.
Kairi
lo guardò rassegnata,e Kei notò quello sguardo.
“Okay”
le disse,porgendole la scatola “fai tu,visto che sei tanto brava”
Kairi
afferrò l’oggetto e cominciò a svitarne il coperchio dalla parte opposta a
quella di Kei. Il goloso contenuto della scatola si rivelò in un baleno,ma lei
richiuse il coperchio e lo tornò al ragazzo che la guardava stupito.
“No,fai
tu,visto che sei tanto idiota” fece Kairi,e si mise a ridere insieme a Julia e
Rei. Kei si ritirò nel suo mutismo ma continuò ad ingozzarsi di biscotti.
“Cosa
fa oggi di geomatria?” chiese Rei,ancora in stato catatonico.
“Interroga”
rispose Kairi,piuttosto allegra.
“E
di storia?”
“Interroga”
“E
di tecnica?”
“Interroga”
“E
allora perché continui a sorridere come un’idiota?”
“Semplicemente
perché oggi sono esentata dalle interrogazioni”
“Mica
giusto! Potrei sapere il perché?”
“Ieri
ero all manifestazione organizzata dalla scuola fino a tardi,e visto che la
nostra onorata preside era presente,mi ha visto e ha raccomandato agli
insegnanti di lasciarmi fuori dalle interrogazioni”
“Che
culo…” eclamò Kei,emergendo per un attimo dal suo silenzio e ripiombandoci
immediatamente.
“Già
J”
Stessa
scuola,stesso banco.
Stessa
classe.
Stessi
compagni idioti.
Microcefali.
Mononeuronici.
“Ciao
Hamtaro”
“Ciao,elettrocardiogamma
piatto”
Uno
dei tipici saluti del mattino. Kairi odiava quella gente limitata,che pensava
che guardare i cartoni animati a quell’età fosse una cosa estremamente
infantile. Automaticamente voltò la testa verso Kei. Non che le paicesse,era
orientata verso Rei,ma quel suo modo di fare così schivo era…intrigante.
Proprio
così.
Intrigante.
Ridacchiò
sommessamente,una risata che non sfuggì alla sua compagna di banco,che la
guardò sorpresa.
“Che
ti prende,Kairi?”
“Niente,Julietta,niente…”
“Che
mi nascondi?”
“Niente!”
julia
si avvicnò all’amica con fare complice.
“Eddai,lo
sai che di me ti puoi fidare…”
“Stavo
pensando a Kei. Non lo trovi intrigante,a volte?”
“Altrochè”
ammise Julia,lanciando un’occhiata al russo “ma Rei è tutta un’altra storia…”
“Lo
so” sospirò Kairi “ma Rei è tuo…”
“See…magari”
julia si girò verso il cinese,che occupava lo stesso banco di Kei.
“Dovrò
pur trovarmi un ragazzo,no? Kei mi sembra un ottimo candidato..”
“Bè…se
non altro,non si può definire certo un cesso…”
“Magari
ci sono lati nascosti del carattere tutti da scoprire”
“Che
hai in mente,Kairi?”
“Eh
eh…”
“kairi!vergogna!“
Le
due amiche si misero a ridere sonoramente,ma smisero appena videro entrare il
professore.
“Bene
bene ragazzi. Oggi interroghiamo…Hiwatari!”
Kei
sbiancò. Kairi sapeva che non aveva studiato. Il giorno prima era rimasto tutto
il pomeriggio ad allenarsi con il suo Dranzer,e i libri erano rimasti lì,sul
tavolo,a guardarsi rassegnati.
////////////////////////PICCOLO
E STUPIDO INTERMEZZO////////////////
Julia:
Kairi-chan,fammi vedere la faccia da libro rassegnato
Kairi:
ehm…
Julia:
eddai,smettila di scrivere certe cazzate!
/////////////////FINE
DEL PICCOLO E STUPIDO INTERMEZZO//////////////
Kei
non proferì parola durante tutta l’interrogazione. Rimase lì,a guardarsi le
scarpe come se fossero la cosa più bella del mondo,e il professore lo rimandò a
posto,dopo avergli assegnato un insufficiente (detto anche qui a trieste
“picconaz schifoso”).
Dopo
la scuola,il quartetto tornò a casa esausto. Rei era stato chiamato fuori a
storia e se l’era cavata alla bel e meglio con il racconto sul razzismo e
antisemitismo del regime Nazista di Hitler,mentre Julia aveva fatto la sua
bella figura raccontando la conservazione per mezzo del calore alla
professoressa di tecnica. Kairi infilò la chiave nella toppa e fece entrare gli
altri. Poi richiuse la porta dietro di sé.
“Uff…finalmente
a casa”
“Ma
de che te lamenti,te? Non ti hanno nemmeno interrogato!” esclamò Kei,furibondo
“Ma
devi sempre dare contro alle persone così? Si può sapere che cos’hai” ribattè
Kairi
“Non
sono affari tuoi! Antipatica che non sei altro!”
Questo
era evidentemente troppo per Kairi,che cominciò ad inseguire Kei che scappava
divertito su per le scale,lasciando Rei e Julia soli.
Quei
due si piacevano.
Kairi
se n’era accorta.
Ed
era felice.
Molto
felice.
Dopotutto
Julietta se lo meritava.
E
lei stava inseguendo Kei.
Ma
Kei non la odiava.
Le
rideva dioetro nmentre inciampava sui gradini di legno.
Mica
male come giornata.
“ehm…”
fece Rei
“ehm…”
disse in risposta Julia
“bè…”
“ehm…”
“ecco…”
“…”
“io…”
“Saltale
addosso,Rei!”
“Zitto,scemo!
Lasciali in pace! J-U-L-I-A!J-U-L-I-A!”
“Ora
lasciali in pace te,però!”
Rei
e Julia sentirono delle risatine provenire dal piano di sopra.
“Si
stanno divertendo,lassù…”
“Già…”
“Senti
Julia,io…”
Prima
che la ragazza potesse fare qualcosa,Rei si avvicinò e la baciò.
“Psssssssss…Kei,vieni
via…lasciali soli…”
“Sono
così carini…”
Kei?
Che
dice carini?
Naaaa…
Allucinazioni
uditive,probabilmente.
“Kei,eddai…lasciali
stare in pace…”
“Va
bene…ma te in cambio che mi dai?”
Kairi
sgranò gli occhi.
“Non
in quel senso,pervertita che non sei altro!(ce ne eravamo accorti ndtutti)”
Non
in quel senso un corno.
Kei
l’aveva presa e l’aveva baciata.
Non
sapeva quanto tempo era passato,ma si erano staccati solo quando avevano
sentito il campanello suonare. Andò Julia ad aprire e…
“Kouji?”
Kouji?
Che
ci faceva qui il Kouji?
“Che
cos’hai in mano?”
Oh
no.
Oh
nonono.
“UNA
BOTTIGLIA???”
Fine!
Tutta per te,Julia! È stupida lo so…perdonami! Ti voglio tanto bene!!!!
Ai lettori
che non sono Julia (scusa,ma secondo te quante Julia amiche di Kairi_chan ci
saranno in questo sito?ndtutti): era un piccolo ringraziamento per la mia
Julietta…una cosetta stupida per lei…quindi niente che influisca sulle altre
mie fic o che interrompa il Signore degli anellidi (e smettetela di nutrire false
speranza che io leggo nel pensiero,sapete?)! baci a tutte! Ciao Julietta!