Fanfic su artisti musicali > Lady Gaga
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Autore: Princess_High_Die    11/07/2012    1 recensioni
Storia di fantasia, che di fantasia ne ho da vendere. Un sogno che ho realmente da 3 anni e mezzo, da quando seguo questa grande donna.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era la sera del BTWBT,e io non avendo il biglietto,stavo malissimo. Sentii il concerto fuori, piangendo e urlando le sue canzoni che, mi fanno andare avanti. Stavo malissimo, riuscii a vederla a stento, era bellissima. Dopo la fine del concerto, fallendo anche l'ultimo tentativo di acchiapparla, per la depressione andai girando per Milano senza meta, spensi il cellulare, volevo stare sola, io e il mio mp3, io e Gaga. Misi Hair, piano version, la mia preferita. Le lacrime scendevano copiose, volevo solo scomparire. Tutte le ingiustizie fatte contro di me, mi sentivo tanto vicina a lei, anche se lontane. Eravamo simili, forti ma fragili, simpatiche ma malinconiche, così complicate. Ma lei mi faceva sentire speciale. Entrai in un bar, ordinai una birra, poi due, tre..ero depressa, avevo gli occhi neri, occhi che avevo truccato alla Telephone, con tanto di parrucca con lattine, tanto che la barista mi chiese "tornata dal concerto di Lady Gaga, vero?" risposi con un sospiro, mi girava la testa, ero ubriaca marcia. Uscii barcollando dal bar, non sapevo dove andavo, iniziò anche a piovere. Lo dovevo sapere, Milano non é come Foggia in Autunno. Camminando, mi ferma un gruppo di ragazzi. Iniziano a darmi fastidio, forse volevano farmi del male, ma io non ero cosciente, rispondevo a scatti. Ad un certo punto inziano ad alzarmi le mani, io ero inerme. Però, ad un certo punto sentii un clacson. Fù l'ultima cosa che sentii prima di svenire. Seconda parte:Mi svegliai e non sapevo dov'ero. Era una camera d'albergo ben arredata, ma ero mezza sbronza, stavo male sul serio. Accesi il cellulare, vidi un messaggio del mio fidanzato che recitava "arriviamo subito all'hotel a prenderti" io ero confusa, l'orologio segnava le sei di mattina. Mi alzai, avevo un pigiama di, boh, mi sa seta...andai nel bagno, mi lavai la faccia. Non sapevo dove e perché stavo li. Sentivo una marmaglia di gente che faceva su e giù nei corridoi. Un casino. Volevo uscire ma si avvicinò un uomo che, parlandomi in inglese, mi disse di non uscire di li assolutamente. Rimasi li e dopo un po' arrivo un dottore a visitarmi. Insomma niente di che se non qualche livido e un brutto raffreddore! Con l'uscita del dottore, io, impauritissima, uscii dalla camera : avevo paura, volevo andare via. Ma mi si avvicina sempre lo stesso uomo, che mi invita a tornare in camera. Passando per i corridoi udii una voce familiare : ma non poteva essere possibile. No, non a una come me che non aveva mai avuto fortuna nella vita. Terza Parte:Mi riaccompagna in camera. Erano le otto e mezzo del mattino. Iniziava a sorgere il sole. Ero struccata e avevo la parrucca appoggiata sul comodino. Trovai una trousse di trucchi. La presi. Ma appena la presi sentii una voce che disse "Dai ferma, quella trousse e mia!" Rimasi girata di spalle. Avevo il cuore a mille. No, non era possibile. Stavo sognando o questa era la realtà. Ero rimasta di pietra, avrei riconosciuto quella voce tra milioni, poi la parlata italiana con quell'accento tipico americano. Mi girai. Era di una bellezza unica. Era bellissima. Scoppiai a piangere metre gli saltai letteralmente addosso. Profumava di vera donna. L'ho guardata negli occhi, di quel marroncino verde. Non ci potevo credere. Era lei. Io ero tra le braccia di Lady Gaga. Dopo essermi ripresa, l'ho riempita di baci sulla guancia e abbracci, ci sedemmo su una sedia, naturalmente tutto questo sotto l'occhio attento di Ed, la sua guardia del corpo. Lei non parla bene l'italiano e io non bene l'inglese, ma ci capivamo con lo sguardo : due ragazze che avevano realizzato il proprio sogno : lei di diventare la popstar più famosa al mondo, io di aver incontrato la donna della mia vita. Quarta parte:Eravamo sedute l'una di fronte all'altra. Lei aveva, credo, una parrucca, bionda lunga, con un vestito elegante nero. Io continuavo a strofinarmi gli occhi, non ci credevo. Dopo 10 minuti di silenzio, lei mi dice "Sarai mica muta? Ok che siamo Born This Way, ma parla un po'!""Ehm..si..sai é che non ci credo..ieri notte sono svenuta e poi boh, mi trovo qui, di fronte a te..."Allora lei mi racconta "Ieri stavo tornando dalla tappa di Milano, allora la macchina doveva fermarsi al semaforo. Abbiamo visto che c'era una rissa, allora ho fatto intervenire Ed perché ho visto che questi ragazzi molestavano una ragazza. Allora lui li ha tolti di mezzo e ti ha presa in braccio e ti abbiamo messo in macchina. Tu eri svenuta. Ti abbiamo messo nel letto e asciugata, messo un pigiama. Però tu non dire niente a nessuno di tutto questo!""Wow, oltre a salvarmi la vita, ora posso dire che me l'hai salvata sul serio!"Fa arrivare delle tazze di thé nelle sue amate tazzine. Parliamo un po', anche se io non smettevo di balbettare. Gli parlai del bullismo e dell'omofobia in Italia, raccontando la mia e la storia di tanti ragazzi. Lei si commosse e mi promise che tornerà per combattere per noi. Ci siamo fatte delle foto, lei era meglio di quello che mi immaginavo. Abbiamo parlato per un ora, avevamo una connessione mentale. Prima di salutarmi, mi regalò le sue Noritaka Takehana nere, con un suo autografo. E, alla fine, prima di uscire dalla stanza mi disse "Hai dimenticato qualcosa!" era la chiave del Monster Pit, con un biglietto destinazione "Milano-Nizza" io sarei andata alla prossima tappa del tour! La ringrazio, e ci salutiamo per l'ultima volta. Per sbaglio ci baciammo sulle labbra. E li che ci siamo dette arrivederci. Ma é stato l'arrivederci più bello nei miei 18 anni di vita, che da quel giorno presero colore.FINE.
  
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