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Autore: waxbutterfly    11/07/2012    1 recensioni
[http://it.wikipedia.org/wiki/Switchfoot]
Era rimasta lì fuori, a seguire il concerto da lontano, ad immaginare le dita che correvano sulle corde della sua chitarra, e le espressioni del suo viso quando lo sentiva parlare nel microfono."
[Jon Foreman (Switchfoot)]
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ok, bene. Questa è in assoluto la prima fanfiction che pubblico qui. Non chiedetemi perchè proprio ora, e perchè proprio questa ff. Sta di fatto che ieri sera guardavo dei video live su YouTube di Jon Foreman (cantante degli Switchfoot, tra le altre cose), e mi sono ritrovata a scrivere una storia assurda sul cellulare, prima di addormentarmi. Lo spunto non è particolarmente originale, credo che tutti abbiamo immaginato almeno una volta di andare ad un concerto del proprio idolo e, magicamente, di incontrarlo. Ma non vi trattengo oltre. Fatemi sapere quanto è assurda/insignificante/scritta male questa storia, se vi va :)
Enjoy!



"I hope to lose myself for good
I hope to find it in the end
But not in me
In you."



Aveva avuto una brutta giornata. Non era riuscita a trovare un briciolo di concentrazione per studiare, aveva diluviato tutto il giorno, e la visita in ospedale a trovare sua madre era stata, se possibile, più dolorosa del solito. Si, era stata una brutta giornata, ma non era la prima. Però c'era qualcosa che avrebbe reso speciale quel giorno. Negli ultimi anni, Emma aveva tenuto duro: la malattia della madre, e i problemi in famiglia non avevano che accentuato la sua difficoltà a integrarsi tra i suoi coetanei, a fidarsi delle persone, a mostrare agli altri quanto di straordinario ci fosse in lei. Si rifugiava nella biblioteca della sua facoltà, a studiare tra quei vecchi codici, diffidente verso tutti. Ma c'era una persona che l'aveva salvata, una persona senza cui Emma, era certa, non sarebbe stata ancora viva. E questa persona era Jon, quello stupendo ragazzo dagli occhi azzurro ghiaccio e i capelli biondi, che gli ricadevano sulla fronte, che con la sua voce e le sue canzoni, chissà come, l'aveva tenuta a galla. E quella sarebbe stata una giornata speciale, perché per la prima volta dopo 4 anni, la sua band sarebbe arrivata in città per un concerto e niente al mondo sarebbe stato in grado di tenera Emma distante da lui.
..Niente, tranne un tremendo acquazzone e un blocco del traffico. Arrivata all'entrata, i cancelli erano già stati chiusi, ed Emma era rimasta lì fuori, a sentire la gente urlare. Non avrebbe saputo dire se facesse più male sentire la sua voce dall'esterno, senza poterlo vedere, per una volta così vicino, ma anche troppo lontano, o la delusione che segue la realizzazione di aver perso l'occasione della vita. Avrebbe solo voluto guardarlo negli occhi, perdercisi dentro, e urlargli "grazie". E così era rimasta lì, a seguire il concerto da lontano, ad immaginare le sue dita che correvano sulle corde della chitarra, e le espressioni del suo viso quando lo sentiva parlare nel microfono. Era rimasta anche dopo la fine del concerto, per qualche motivo non era riuscita ad andar via. E forse era stato il destino, quella sera, a dirle di restare. Perché un'oretta dopo la fine del concerto, gruppi di ragazzi cominciavano a radunarsi sul piazzale di fronte all'arena, aspettavano un "after show", dicevano, sicuri che Jon sarebbe uscito per cantare qualche suo pezzo da solista con i fan, come era solito fare, visto che aveva smesso di piovere. Emma ancora non ci credeva, ancora non voleva credere di non star sognando quando due occhi azzurri e limpidi incontrarono il suo sguardo perso, prima di sorriderle, e salutare gli altri: era lui, era veramente davanti a lei. Non poteva crederci: stava tremando? Forse, visto che per tutta la sessione acustica improvvisata non aveva aperto bocca, non aveva cantato una nota o fatto una fotografia: era rimasta ferma, paralizzata, incantata dall'uomo davanti a lei, dalla sua voce e dal suono tranquillo e sicuro della sua chitarra, e lei cercava di catturare ogni singolo fotogramma di quella visione, ogni sorriso, smorfia, movimento delle dita, ogni gesto di sistemarsi i capelli, ogni risata. E non era riuscita a fare nulla, se non perdersi in lui, e lasciare che lui l'aiutasse a trovare se stessa, come era stato negli ultimi anni.

"Non ti piacciono proprio le mie canzoni, eh?"
No, non poteva essere.
"Ehi, dico a te, fermati!"
Si era fermata, e si era voltata, cercando in tutti i modi di impedire al suo cuore di battere più veloce, perché, Dio, se avesse continuato così, le sarebbe saltato fuori dal petto, ne era sicura.
"Ecco, ora va meglio. Sai, in genere riesco a riconoscere uno sguardo, eppure il tuo, prima, mi ha spiazzato."
Si stava avvicinando, il "suo" Jon era a neanche un metro da lei.
"Ciao, io sono Jon". Sorrideva. Quanto era bello..
"..e tu non mi vuoi dire il tuo nome. Ho fatto così schifo, prima? Ho visto il tuo sorriso, ma da quando ho cominciato a suonare l'ho perso, e io.. Beh, volevo solo rivederlo". Fece una pausa, incerto. Sembrava studiarla. Poi riprese, sorridendo di nuovo: "Devo aver fatto davvero schifo, visto che non hai cantato neanche una parola.."
Sembrava essere veramente curioso.. Ma come era riuscito a notare il fatto che non stesse sorridendo? Se ci fosse un colore per descrivere il momento esatto in cui sei tanto felice da scoppiare, e tanto imbarazzata da voler sotterrare la testa sotto la sabbia e rimanere lì per sempre.. Beh, quello sarebbe stato il colore giusto per descrivere le guance di Emma in quel momento. E poi il sorriso, ora non riusciva più a trattenerlo.
"Oh, finalmente!"
"Sono..Sono Emma."
"Ciao, Emma."
"E non hai fatto schifo, ovviamente. Sei stato straordinario."
"Oh, allora mi sono fatto una nuova fan". La sua allegria era seriamente contagiosa, e tutto di lui ispirava tranquillità.
"Beh, da diversi anni, ormai. Io.. Grazie."
"E di cosa?"
Di avermi salvato quando andavo alla deriva, di avermi insegnato che c'è sempre speranza, che ci sono persone, là fuori, per cui vale la pena lottare, andare avanti, e cose per cui vale la pensa vivere, ed essere forti. Grazie per tutto quello che gai fatto per me, in questi anni, senza saperlo, solo con la forza della tua musica.
"Di aver notato il mio sorriso."
  
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