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Autore: lourryisbravery    13/07/2012    4 recensioni
-Mamma, mi racconti una storia?- Così, quando si gira per guardarmi faccio un cenno con la testa a significare 'si'. Katniss chiude gli occhi, e inizia a raccontare. [...] A mala pena rimettiamo l'intimo, restando abbracciati e scambiandoci baci, come se fossimo di nuovo davanti qualche telecamera e dovessimo fingere, sul pavimento del salotto per tutto il resto della notte. Un po' ricorda tutti quei baci che sentivo miei, quando eravamo nella grotta dell' arena. Ed erano tutti finti, almeno credo. Solo che questa volta niente è per finta. Amore sincero.
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Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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one shot. Hunger Games.
-Ehi, piccola. Vieni qui, non piangere.- le dico. Ha ancora il vestito nero, lungo fino alle caviglie, che le risalta quei fianchi perfetti e forse troppo stretti. Le lacrime le rigano le guance ormai da donna, quelle che arrossivano quando la prima volta ci siamo conosciuti, il giorno della mietitura. Sono passati così tanti anni, forse troppo in fretta. E poi sono cambiate tante cose da quando per la prima volta dopo la morte del Presidente Snow, siamo tornati al nostro distretto deserto. Questa per lei è una situazione difficile, e so che non posso aiutarla a superare un momento del genere, così mi limito a stringerla in un abbraccio tanto forte che spero compenserà quelli che non avrà più dalla signora Everdeen.  -E' morta, Peeta. Mia madre, è morta.- sussurra singhiozzando. -Stai tranquilla piccola, è solo volata via. Un giorno la incontrerai di nuovo, e in quel momento potrai dirle che ti è mancata tanto. Però ora lei è felice lassù, pensa, ha anche ritrovato...- Si stringe a me così forte che capisco che forse devo smetterla di parlare. -...Papà- finisce lei con mia sorpresa. Sto malissimo a vederla così, spero che smetta presto o non ce la farò a rimanere forte. In quell'esatto momento il bambino si sveglia e inizia a piangere. -Vado io, tu riposa. Ah, e per favore, smettila di pensare che non è felice. Ti voglio bene.- Arrivo a metà scala e Katniss inizia a piangere ancora. Più forte di prima. Dio, come fa male vederla in quello stato. Probabilmente è la prima volta che la vedo così. A piangere, intendo. -Papà, perchè la mamma piange?- mi dice Rose. -Non ti preoccupare, è solo un po' stanca, ti accorgerai che appena ti vede smette e ti abbraccia. Dai, prova a scendere e vediamo se ho ragione.- probabilmente no, non ho ragione, ma tantovale farglielo credere. -E tu? Eh piccoletto?- sussurro rivolto al piccolo. - Perchè piangi?- Mi risponde con un lamento appena udibile, che somiglia a un 'non lo so'. -Dobbiamo vestirci, sai? Dobbiamo andare al funerale della nonna. Mi capisci? Spero tanto di no.-

Katniss è tutto il giorno che piange, non riesco a vederla così, e a quanto pare nemmeno i bambini. Al funerale c'è un sacco di gente. Gale, La signora Hawthorne e i ragazzi ormai ventenni. E poi tutti quelli ancora in vita del distretto 12 e 13. E, un momento, c'è anche Haymitch. Un po' vecchiotto, ma pur sempre Haymitch.

-Katniss. Katniss, ehi piccola.- sussurro facendola voltare per darle un bacio. Oh, si. Mi mancano i suoi baci. -Smettila di essere triste. Lei non voleva vederti così, giusto? Per favore, smettila di piangere, non ce la faccio a vederti così.- ha smesso di piangere, almeno non piange tanto forte. -Mi dispiace. Non volevo. Ti amo Peeta, mi dispiace.- rido. Questa donna mi fa impazzire. Inaspettatamente, mi bacia. E' un bacio dolce, di quelli che dà solo se si sente in colpa. Poi se ne va. Sinceramente? Sembra come quando eravamo giovani. E continuerei all'infinito a far finta di essere ancora un bambino, con lei. La cerimonia non è ancora iniziata, eppure sembra passata un'eternità. Katniss ha la sua testa sulla mia spalla, e la parte di camicia dove è appogiata, è umida delle sue continue lacrime. -Amore, dovresti andare a salutarla.- dico. Piangendo, si dirige verso l'altare. Il feretro è bellissimo. Ha l'interno bianco, quasi sembra un vestito da sposa, come quello che Katniss aveva al nostro matrimonio. Quasi invisibile, davanti alla cassa c'è un simbolo. Trasalgo. E' la ghiandaia imitatrice.
Comincia a parlare, ogni tanto fermandosi per asciugare le guance umide. -Grazie. Innanzi tutto grazie a tutti per essere venuti. Volevo dire qualcosa, e in effetti avevo provato a scrivere il discorso, ma non ho avuto il coraggio di leggerlo...- piange.- scusate. Quando arrivò il giorno della mietitura, quello in cui conobbi Peeta, io e mia madre non eravamo così legate. Era ancora distrutta per la morte di papà, e devo ammettere che in quei momenti, se non fossi stata io la mamma, probabilmente saremmo morte tutte e tre. E poi ho partecipato ai giochi, sperando con tutto il cuore che ci fosse Gale a sfamarle. La morte di Prim. Non l'ho mai vista così male. quello è stato ciò che ci ha fatto tornare insieme. Al matrimonio era così felice.- si asciuga una lacrima.-Grazie mamma. Ti voglio bene.- questa volta tocca a me ad asciugarmi una lacrima, alzarmi in piedi e trascinare Katniss via da lì. Le metto un braccio dietro al collo e con la mano libera schiocco un bacio verso l'altare. -Arrivederci Signora Everdeen.-
After. Katniss mi guarda come se avessi fatto qualcosa di male. Finalmente riesco a strapparle un sorriso sincero. E' così fottutamente bella quando sorride, purtroppo non lo fa quasi mai. -Che c'è?- le dico ridendo. -No, niente. E' solo che mi fa piacere che anche tu sia attaccato in questo modo a mia madre.- Oh, le labbra umide e rosse fuoco si trasformano in un'altro dei suoi meravigliosi sorrisi. -Sei così bella quando sorridi, perchè non lo fai mai?- sorprendentemente divento triste, ho il viso cupo e imbronciato. -Perchè non ne ho motivo. Non ci riesco, non ho più nessuno Peeta. Solo tu riesci a farmi stare bene, e purtroppo ci vediamo molto poco. E i bambini. Dio, qualche volta vorrei fare a cambio con il tuo lavoro e lasciarti casa con loro.- ha la mia stessa espressione, così chiudo il discorso lì e torniamo a casa. Fortunatamente casa di Sae la Zozza e la chiesa, non sono poi lontane. Prendiamo i bambini e ci avviamo a piedi a casa. Da quando il distretto 12 è stato raso al suolo e la morte di Snow ha ricordato alla gente che Capitol City non ha tutto il potere, Panem è cambiata parecchio. Haymitch dice che rimarrà sempre così, e non solo perchè c'è Gale a capo di tutto. Ormai i distretti non esistono più, o meglio sono tutti uguali, nessuna distinzione di cibo, niente che Capitol City non abbia. Noi? noi abitiamo nel Distretto 12, una casa dopo Haymitch nel Villaggio dei Vincitori. Dio solo sa quante volte i bambini hanno detto di voler tornare al 13 per via dei loro amichetti, che non erano altro che il figlio di Annie e Finnick, e i due figli della sorella di Gale. E nessuno può dire che non abbiamo pensato di tornarci, solo che ormai il 12 è la nostra casa, e poi c'è Haymitch. Se fosse per me resterebbe qui, ma Katniss insiste a non lasciarlo solo.

D'un tratto qualcosa, o meglio, qualcuno, mi riporta alla realtà, dicendomi che siamo arrivati a casa e che devo tirare fuori le chiavi.
Dubbito che stasera io o Katniss dormiremo un po', così ho preparato i biscotti che a lei piacciono tanto. Prima di stenderci sul divano in salotto, andiamo su per le scale, nella camera di Rose e Dan per la buonanotte. -Dopo più di tre anni insieme e dieci di matrimonio, possiamo finalmente dire che abiamo dei figli bellissimi.- mi sussurra. -Ricordi quando, il giorno del nostro matrimonio, ho scoperto di essere incinta?- continua. Rose le chiede: -Mamma, mi racconti una storia?- Così, quando si gira per guardarmi faccio un cenno con la testa a significare 'si'. Katniss chiude gli occhi, e inizia a raccontare.

"C'erano una volta due ragazzi semplici, provenienti da due famiglie mai conosciute tra di loro. Un brutto giorno qualcuno decise di unirli per andare a combattere. E quello fu il giorno in cui si conobbero. La ragazza si era offerta volontaria per morire al posto della sorellina più piccola, mentre il ragazzo, beh, era l'uomo più dolce del pianeta, disposto a dare la vita per la donna che amava. Quella guerra, quella gente che moriva, secondo gli altri era tutto un gioco. Un gioco in cui morivano tutti e un solo tributo rimaneva in vita. C'erano ben 24 persone, le quali non avrebbero mai desiderato essere lì dentro in quel momento. E tra loro anche questi due ragazzi. Si volevano bene, ma nessuno dei due lo sapeva. Entrambi si tenevano in vita a vicenda, anche se sapevano benissimo che prima o poi uno dei due sarebbe morto. Il ragazzo del pane, quello dolce e premuroso, amava la sua compagna di sventure, tanto che desiderava morire per salvarla. Per un strano caso del destino, tutti e due rimasero vivi, incapaci di fare a meno dell'altro per qualche secondo in più. E se una volta non bastava per far capire alla gente fino a che punto potessero amarsi quei due, lo fecero una seconda. Questa volta però degli uomini molto intelligenti, proprio come vostro papà, avevano creato un piano per farli uscire salvi da lì. La ragazza era quella che avevano scelto di salvare, il ragazzo venne rapito dalla gente cattiva. Così rimasero per molto tempo distanti. 'La Ghiandaia Imitatrice', era così che la avevano soprannominata tutti, soffriva, perchè l'amore che fino a qualche giorno prima era vivo dentro di lei, in quel momento non pensava fosse ancora in vita. Poi apparve in televisione, e poi ancora, finalmente un giorno tornò a casa. La ragazza non poteva riavere il suo amore di un tempo, per questo, anche se lui era tornato, lei ne soffriva. Pian piano,tornarono ad amarsi. Per qualche ragione però, il loro amore divenne la forza che fece nascere una rivolta tra tutti quelli che non vedevano quelle morti come uno stupido gioco, e quelli che invece lo avevano creato. Stranamente riuscirono a sopravvivere anche a questa guerra che avevano guidato loro stessi. O meglio, lei stessa, trascinando anche lui. E finalmente arrivò il giorno in cui tutto finì, e loro vissero per sempre insieme, felici e contenti."

Circa a metà del racconto, Katniss non guardava più i bambini, ogni tanto fissava un punto imprecisato e poi continuava a guardarmi, come se potessi darle ispirazione per continuare. Oppure mi guardava perchè mi sono commosso. I bambini dormono. Vorrei chiederle perchè ha continuato sapendo che i bambini non avrebbero ascoltato, ma credo di sapere già la risposta. Eppure, non mi spiego perchè parlando di quando, nell'arena, avevano preso lei e non me, si irrigidì. -A che pensi?- domanda addentando un biscotto. -Solo, c'è ua cosa che non mi spiego nel tuo racconto. So che c'era una specie di alleanza per farti uscire viva da lì dentro, la seconda volta, ma sapevi anche che avevo detto ad Haymitch di fare uscire te, glielo aveo chiesto io, non sei stata scelta.- rispondo, cercando di apparire menefreghista il più possibile. -Lo so, solo che gliel'avevo chiesto anch'io, di tenerti vivo.Avevamo una promessa 'tra alcolizzati'.- ride -E non mi sarei aspettata che Haymitch mi tradisse così.- -Questo perchè tutti sanno che tu saresti stata meglio di me per guidare la rivolta di Panem. Perchè tutti ti amavano, compreso io, anche quando Snow mi ha fatto il lavaggio del cervello.- -Ti amo anch'io ma...- poggio le mie labbra sulle sue. Era tanto che non me lo diceva. -Dillo ancora.- dico.- Che cosa?- Ah, come è ingenua. Come faccio a non amarla? -Suona così bene, anche ora che siamo cresciuti dall'ultima volta nell'arena. E' così bello, dillo ancora.- solo, non le do il tempo. Mi fiondo su di lei, passando dal collo alle labbra, dalle labbra al collo, con la bocca. Non sembra respingermi, come fa di solito, in questo momento sembriamo due adolescenti che fanno sesso per la prima volta. Ride, ride piano, in modo che i bambini non si sveglino, ma abbastanza forte da permettermi di sentire la dolce melodia che esce dalla sua bocca. Si, siamo tornati ai vecchi tempi, quando mi baciava anche solo se la aiutavo. Non so come, ci ritroviamo sdraiati a terra, praticamente nudi, a ridere. Non ci importa di Rose o dei pianti di Dan, siamo solo noi ora. -Scusa. Scusa di tutto quello che hai passato a causa mia. Mi dispiace averti fatto soffrire quando potevi essere semplicemente felice. E non importerà ciò che succederà nel futuro. Ti amo. Infinitamente e incondizionatamente, ti amo Peeta.-mi sussurrà in un orecchio. Quel tono malizioso mi fa venir voglia di baciarla più di quanto già non voglia. -Ti amo. Per sempre e sempre, ti amo. E sai, mi hai dato più di quanto ti saresti mai aspettata. Ora ho una famiglia. Perciò grazie Katniss.-

A mala pena rimettiamo l'intimo, restando abbracciati e scambiandoci baci, come se fossimo di nuovo davanti qualche telecamera e dovessimo fingere, sul pavimento del salotto per tutto il resto della notte. Un po' ricorda tutti quei baci che sentivo miei, quando eravamo nella grotta dell' arena. Ed erano tutti finti, almeno credo. Solo che questa volta niente è per finta. Amore sincero.
   
 
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