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Autore: MusicDanceRomance    15/07/2012    29 recensioni
James è il campione dei Grifondoro, ma Lily Evans non gli concede un appuntamento.
James è uno studente apprezzato e stimato, ma Lily Evans lo sfida.
James corteggia Lily, ma questo a lei non basta per arrendersi ai suoi veri desideri.
Lily può anche provare qualcosa per James, ma lui dovrebbe prima imparare a colpirla con un gesto inaspettato e più riservato.
E James si gioca la sua ultima carta per lei, fidandosi di una passione dimenticata da tempo.
Prima classificata al contest "La riscossa delle medaglie di legno" indetto da aduial95 sul forum di Efp
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Verde. Verde magnetico, delirante, cristallino, verde che accompagnava sorrisi accennati, verde che sfruttava la propria dignitosa riservatezza, verde che scavava in altri occhi e perpetuava  in essi il desiderio di braccare ancora. Verde che all’improvviso attaccava e poi volontariamente si esiliava.
Occhi verdi. Occhi che prima assaltavano quelli color cioccolato di James, poi lo affrontavano, filtravano nel suo cuore con modestia e spregiudicatezza ed infine battevano in ritirata senza permettergli ulteriori inseguimenti.
Non parlavano, gli occhi di Lily Evans conficcati in quelli di James Potter, ma si limitavano a pungerlo.
A pungerlo, avvelenarlo di sguardi seducenti e ritrosi per poi dileguarsi nel più perfido dei modi.
 
-Potter, la prossima volta che becco te o uno dei tuoi amici in procinto di eseguire un Levicorpus su qualche studente non la passerai liscia!
-Evans, smettila di farfugliare minacce e pensa alla serata meravigliosa che potresti passare se ti decidessi a uscire con me!
-Serata meravigliosa? PREFERISCO ESSERE MANDATA IN PUNIZIONE PER UN INTERO TRIMESTRE PIUTTOSTO CHE USCIRE CON TE!
-E allora potresti smettere di fissarmi ogni volta che entro in Sala Comune?
-Sparisci, Potter!
 
“Mi adora”, rivelava James ai compagni, e silenziosamente persisteva nel cercare un contatto che non si limitasse agli abitudinari giochetti di esasperazione in cui lui e la Evans dominavano da protagonisti.
Ostinarsi a trafiggerla con gli occhi e indagare sull’intensità del suo sguardo smeraldino che in ogni occasione lo pugnalava a tradimento, sia per l’interesse che dimostrava, sia per quello che goffamente mascherava, non appariva come l’idea più saggia per culminare in un vero incontro.
Lui con Lily non aveva voglia di scherzare. Lei nemmeno. Però lei lo odiava, o quantomeno, si era ripromessa di odiarlo per l’intera durata dei loro sette anni ad Hogwarts.
Occorreva uno stratagemma diverso per punzecchiarla favorevolmente e indurla a cedere. Se lei già nel cuor suo sapeva di avere capitolato, il suo io razionale e orgoglioso non le permetteva di zoppicare oltre sull’interesse che evidentemente stava cominciando a nutrire per James Potter.
Cosa poteva fare il campione dei Grifondoro affinché Lily capisse che di lui poteva fidarsi? Che lui davvero provava sentimenti puri e onesti nei suoi confronti?
 
A Natale James ospitò Sirius a casa sua. L’inseparabile amico gli suggeriva dichiarazioni d’amore eclatanti e corteggiamenti serrati.
I cavalli di battaglia che i Malandrini sfoggiavano nel momento in cui una “fortunata” fanciulla diveniva oggetto dell’interesse di uno della banda erano ritenuti sufficientemente efficaci, ma racchiudevano tutto ciò che Lily Evans si sarebbe aspettata da James Potter e che, da donna prevenuta quale si convinceva di essere, avrebbe rifiutato con fastidiosa impassibilità.
Alle donne piaceva venire “importunate” dai ragazzi da cui erano attratte, ma la medesima regola valeva forse per la Evans?
L’idea adatta bussò alla pronta testolina dell’elfo domestico dei Potter, Loncey:
-Il padroncino James potrebbe dedicare qualcosa di prezioso e raro alla signorina.
-Le dedico già tutte le vittorie di Quidditch, le ho pure mandato un bacio l’ultima volta che ho afferrato il Boccino, e lei sparisce indispettita.- elencò James, intento a vagare da un corridoio all’altro di casa -Dovrei sorprenderla, agire con qualche mossa inaspettata.
-E cosa avresti di inaspettato, James?- si intromise Sirius, crudo e realista più del dovuto.
-Niente all’infuori di me stesso!- meditò James.
-Se non fosse che non frequenta più Mocciosus, oserei pensare che preferisce gli inutili a te!- ridacchiò Sirius, assorto nel dondolarsi a mezz’aria con un nuovo incantesimo -Tu sei capace di fare tutto, lei è abituata a resistere ai tuoi gesti, ormai, anche se cede sempre di più! Forse quando sarete entrambi due vecchi decrepiti potrete sposarvi!
Loncey si acquattò in un angolino del salone di famiglia, e James comprese che l’elfo intendeva suggerirgli qualcosa ma non osava proferire parola. Lo invitò pertanto ad alzare la voce:
-Ehm, il padroncino James da piccolo era molto bravo anche a disegnare. Il padroncino portava Loncey in campagna e mostrava a Loncey i suoi disegni, che erano molto belli. Loncey sa che non dovrebbe parlare, ma Loncey vuole aiutare il padroncino e il padroncino da troppo tempo ha smesso di disegnare, quindi forse...
-Ma certo!- esultò Potter.
Lì le restanti idee che sciorinavano in testa al giovane malandrino collassarono di colpo. Sapeva cosa fare.
 
-Jamie, ti sei bevuto il cervello? Conquistare la Evans con un dipinto? Sei malato? Cosa dovresti disegnare, tu non sei un artista!- ululò Sirius mentre si godeva i primi indecisi schizzi di James sulla tela bianca -Conquisterai la Evans scarabocchiando il suo nasino imperfetto? O ti basterà un ritratto falsato con la magia?
 
James ignorò le risate e le battutine di Sirius per il resto delle vacanze e completò un quadro, contando solamente sulla forza della sua immaginazione e sulla velocità e delicatezza delle proprie mani. Si affidò ai colori e a ciò che il cuore gli suggeriva di tratteggiare. Lui era fatto così. Si sentiva qualcuno, e per domare la Evans doveva comprendere di non essere nessuno.
Doveva utilizzare il cuore e mettere da parte la sua schiettezza e imprevedibilità. Per essere spontaneo e sincero e innamorato.
Come un pittore.
 
Ciao, semplicemente ciao
 
-Evans?- una voce sommariamente fascinosa e irritante bloccò Lily nella Sala Comune dei Grifondoro, al ritorno dalle vacanze di Natale.
-Potter, ancora tu?- gli occhi verdi di Lily saettarono dalle iridi di James al pavimento e rimbalzarono ancora sul suo sguardo concentrato, per piantarsi definitivamente nei suoi occhi sicuri.
-Non voglio chiederti di uscire con me. Non voglio niente, solo consegnarti un regalo di Natale...
-Siamo a Gennaio, Potter.- le guance tese di Lily assunsero immediatamente la tonalità di un rosa acceso e la voce si impappinò di colpo.
-Ti posso solo dire: “tocca tutti i colori che ami”.- le sussurrò all’orecchio.
 
Difficile trovar parole molto serie
Tenterò di disegnare
 
James le porse un pacco e si dileguò in silenzio. Non aveva importanza la sua risposta, ormai. Quella doveva essere l’ultima carta per conquistarla, e, estremamente soddisfatto di sé quale riteneva di essere, preferì lasciare Lily da sola come era giusto che fosse.
La ragazza scartò il pacco dorato e scoprì che il sottile involucro proteggeva un piccolo quadretto. In esso vi era rappresentato un paesaggio singolare.
Un lago alle pendici di un monte di ghiaccio, con un sottile strato di erba e fiori alle sue rive. Il colore del cielo era sfumato d’azzurro e blu, come se nel ritratto non esistessero notte e giorno, nessun tempo insieme.
 
Come un pittore
Farò in modo di arrivare dritto al cuore
Con la forza del colore
 
Lily ricordò le ultime parole di James. “Tocca tutti i colori che ami”.
Colpita dalla modesta bellezza del quadro, impressionata dai colori densi che lo abbellivano e trasfiguravano il paesaggio rappresentato in uno scenario di fiaba, tentò di comprendere il messaggio finale del suo compagno di scuola. Toccare i colori che amava.
Non era possibile.
Potter non poteva avere davvero impregnato il quadro di una qualche magia sfuggita ai suoi studi.
 
Guarda senza parlare
 
Un gruppo di Grifondoro raggiunse in quel momento la Sala Comune, costringendola a distrarsi dal pensiero di quel regalo così insolito.
Gli studenti del terzo anno non potevano disturbarla proprio quando era al limite della curiosità.
Lily scappò quasi correndo dalla Sala Comune e raggiunse in fretta il dormitorio, quindi la sua stanza tranquilla e deserta. 
Appese il dono alla parete di fronte al suo letto e cominciò ad esaminarlo. Ci doveva essere una qualche magia di fondo, il quadro doveva essere stato incantato da James perché le venisse recapitato chissà quale messaggio. Istintivamente una mano si alzò verso il dipinto, e con l’indice la bella studentessa sfiorò appena il colore azzurro del cielo e quello più chiaro e pallido del lago.
Lì la magia della tela fu liberata e si espanse di fronte ai suoi occhi.
 
Azzurro come te e come il cielo e il mare
 
Un’aura fresca e avvolgente la investì con dolcezza.
Lily chiuse gli occhi, inspirò il profumo di sale e sabbia che le si riversava addosso, rialzò le palpebre e vide di fronte a sé un mare piatto e trasparente, libero, incontaminato, coccolato appena da gomitate di onde spumose.
Si avvertiva lievemente la voce di James, in quel miraggio marino.
Questi sono solamente miei pensieri, Evans. Però se io fossi un colore vorrei essere l’azzurro. Tu mi fai sentire azzurro, non quanto un principe, certo, ma un colore fresco e dolce, adatto a te, quello che forse ti somiglia di più e si confonderebbe meglio con le tue tonalità.
Ti vorrei portare al mare, passeremmo la giornata nuotando, giocheremmo con i pesci e i delfini, ci schizzeremmo con l’acqua fino a che non ti arrenderai ai miei baci, ti bacerei sott’acqua così nessuno potrà vederci e il nostro primo bacio non verrà rubato dai ricordi di altri.
Tocca un altro colore, Lily.
 
E giallo come luce del sole
 
Lily, travolta dalla fantasia di James, mosse il dito e lo fermò sul sole giallo del quadro.
Allora levò lo sguardo verso l’alto e scoprì un cielo folgorante, riscaldato dai raggi di un disco d’oro che non bruciava i suoi occhi.
Il calore di quel piccolo sole pronto ad abbracciarla la riempì di serenità, e si arrese ad ascoltare ancora le parole lente e calde di James.
Sai, passerei il tempo a danzare con te, a sollevarti con le mie braccia e urlare al sole che ci guarda: “Io voglio stare con Lily Evans”.
Ci dovremmo promettere amore eterno in quel modo, e in nessun altro. O almeno, io ho sempre sognato di fare così, con la donna della mia vita.
Tocca un altro colore, Lily.
 
Rosso come le cose che mi fai provare
 
Lily obbedì ancora una volta e passò il dito sulla sedia rossa sistemata alle sponde del lago. Amava quel colore, lei, e questo James lo sapeva.
Questa volta si trovò in una veranda antica, intenta ad ammirare il cielo stellato. Si guardò attorno e non notò nulla di strano, poi, quasi per caso, si accorse della presenza, di fianco a lei, di uno specchio, e trattenne un gridolino di protesta nel riflettersi in esso.
Indossava un abito da sera abbastanza succinto, interamente rosso. La gonna aderente le fasciava i fianchi e terminava appena sopra le ginocchia, la scollatura risaltava le sue forme generose. Ai piedi portava invece delle scarpe rosse dal tacco vertiginoso.  
Dire che sembrasse la donna più affascinante e audace del mondo era poco.
James era sempre il solito mezzo spaccone e sfrontato. L’aveva immaginata davvero  tanto provocante e sensuale in quel modo?
La sua voce si fece sentire in quel momento.
Sì, Evans, per me sei la donna più bella del mondo. Che male c’è a vestirsi, per una volta, da vera principessa? Guardati con attenzione. Sei bella, mi fai impazzire.
Non è un gioco, per me.
Io ti renderei ogni giorno la mia regina. Io ti insegnerei a vivere da principessa mantenendoti quella che sei, la petulante, dispettosa e combattiva Lily Evans di sempre.
Sei bella ma non ti reputo un gioco o una sfida.
Sei regina, non importa se vorrai esserlo di te stessa o anche la mia. Sei importante.
Tocca un altro colore, Lily.
 
Ciao, semplicemente ciao
Disegno l’erba verde come la speranza
Come frutta ancora acerba
 
Questa volta Lily scelse il verde del prato. Profumi di rose rosse, viole e gigli la accompagnarono nella nuova magia.
Ecco, scorgeva una casa in mezzo ad un prato, piccola, bianca, semplice ma bella, con la terrazza e un cancelletto d’entrata. Sembrava che la villetta appartenesse ad una famiglia allegra e numerosa.
Lily vi sarebbe voluta entrare, mosse due passi in avanti ma la voce di James la trattenne di fronte al cancello nero.
Questa casa ancora non esiste, ma è quella che vorrei costruire. Vorrei che questa fosse la nostra casa, perché se penso a te io penso alla parola “famiglia”.
Sì, Evans, sto esagerando, inutile che scatti col sopracciglio e batti i piedi in terra, hai ragione tu, ora sto esagerando. Non ti sto chiedendo di sposarmi, dico solo che due come noi in una casa così sarebbero perfetti, no? Non ho mai pensato a noi due come allegri sposini, a diciassette anni non so che farmene di sogni simili, però, tanto per fare il romantico...
“Ecco, appunto”, si disse Lily “Almeno si rende conto che sta facendo troppo lo sdolcinato così”.
La voce di James proseguì.
Però un pensierino su di noi e su come dovrebbero essere meravigliosamente belli i figli di due splendori come me e te l’ho fatto! Scherzi a parte, col verde non mi esce niente di serio perché... verdi sono i tuoi occhi, e quelli mi bastano per ogni cosa, mi tolgono ogni respiro e fantasia.
Tocca un altro colore, Lily.
 
E adesso un po’ di blu come la notte
 
E fu la volta del blu. Una campagna avvolta da un buio protettore salutò Lily, che levò lo sguardo ancora verso il cielo e lo vide trapunto di stelle scintillanti. Una tenda accanto a lei testimoniava la presenza di esseri umani. Due persone in campeggio, probabilmente.
La pace dei boschi, del cielo stellato, la sicurezza di essere accanto a una sola persona, quella davvero giusta...
C’è pace. Ovunque ci sei tu io vedo la pace. Credo che tu saresti l’unica che mi saprebbe tenere a bada.
Io ti regalerei una stella, ti affiderei ad essa, anche se non accettassi di uscire con me... perché tu sei importante per me, io voglio saperti sempre al sicuro. Ecco perché, nella notte, nei momenti più difficili, vedi due persone insieme in campeggio. Non sarai mai sola.
Ti voglio proteggere, e, con o senza il tuo consenso, lo farò sempre.
Tocca un altro colore, Lily.
 
Bianco come le sue stelle con le sfumature gialle
 
Lily non aveva ancora scelto il bianco del monte di ghiaccio rappresentato nella tela. Decise che era il suo turno.
E si rivide, come facilmente intuibile, a scalare tra i ghiacciai eterni, in un’alba bianca e fredda. Amava le catene di montagne indistruttibili, figlie della natura più attraente e pericolosa.
Neve e ghiaccio, freddo che pizzicava con mille aghi gelati la sua pelle bianca, alture che promettevano scenari spettacolari, dischiusi solo per chi accettava di impegnarsi nelle scalate più ardue.
Fiocchi di neve cominciarono a danzare sopra di lei, e la voce di James risuonava ancora.
Il bianco è strano, sai. Puoi trasformare in colori tutto ciò che vuoi, ti lascia libero arbitrio. Non ti spalanca porte all’impazzata, non ti promette nulla né ti illude, ti dice solo che la vita e il tuo destino ti appartengono e sta a te decidere cosa farne e in quali colori cambiarlo.
Vedi, Lily, tu per me sei un po’ come il bianco. Mi sproni ad andare avanti, non so perché, ma quando ti vedo sento di avere uno scopo. È una bella sensazione vivere con la consapevolezza di cercare un traguardo.
Io vorrei essere il tuo bianco, come tu sei il mio.
 
L’aria puoi solo respirarla
 
La voce confortante di James continuava, mentre Lily veniva proiettata nuovamente nel suo modesto dormitorio femminile, di fronte alla tela incantata.
Vorrei che la magia continuasse sempre per noi.
Tu non sei entrata dentro il quadro, non sei stata davvero nei luoghi che ti ho mostrato, ma li hai respirati e vissuti con la forza del pensiero e dei sentimenti.
La prossima volta, se vorrai, li esploreremo davvero, insieme. Li vivremo.
Te lo prometto.
 
Per le tempeste non ho il colore
Con quel che resta disegno un fiore
 
Un’altra cosa, Evans. Io tento di descriverti i momenti meravigliosi e praticamente perfetti che potremmo passare insieme, ma so che la vita è piena di difficoltà e di lotte. Io sono pronto, ho diciassette anni ma mi sento pronto ad affrontare la vita, voglio viverla col sorriso sulle labbra. Non mi pentirò dei miei errori, mi pentirò solo di non averti avuta, se davvero deciderai di distruggere questa tela e non guardarmi più in faccia.
Lo so che sto rischiando grosso, so che dipende tutto dalla tua decisione, se accetti o meno di conservare il quadro, di uscire con me o meno, di fare quello che accidenti vuoi. Però, fa’ qualcosa.
Dici semplicemente “sì” o “no”.
Io ti suggerisco un bel “sì”.
Non mi piacciono gli scenari tragici, nei quadri. Amo le cose semplici, come i prati fioriti, e di questo voglio parlare, di prati fioriti vorrei riempire la mia vita.
 
Ora che è estate
 
Quindi, Lily, io ti aspetto, adesso. Distruggi il quadro e non mi rivolgere più la parola ed evita di guardarmi, se ti fisso sputami pure in faccia o lanciami un Incantesimo Levicorpus, ma se almeno un pochino la mia idea e il mio regalo sono stati di tuo gradimento... io ti aspetto. Al Lago Nero, sono già lì e non vedo l’ora che tu arrivi.
Tu sei piena di colori, e me ne sono reso conto dipingendo questo quadro. Mi hai fatto sentire un pittore, e io non lo sono per niente.
L’incantesimo era terminato. La voce di James si era ridotta ad una carezza di vento sparso. L’eco delle sue parole rimaneva però impresso nella mente di Lily. E lei sapeva che Potter la stava aspettando.
 
Ora che è amore
 
James osservava le sponde del lago camminando avanti e indietro, solleticato da una tensione indicibile, mai conosciuta prima; la tensione di una persona che non ha la certezza di vincere o perdere, una preoccupazione a cui il Cercatore dei Grifondoro non era addestrato.
Sicuramente la magia della tela si era consumata, e lei stava compiendo la sua scelta. Sempre se poi si era decisa ad osservare a fondo il quadro, se aveva indagato sul suo messaggio e lo aveva tradotto nei gesti corretti.
Lui era comunque deciso ad aspettarla.
L’acqua turbinosa del lago, gelida e scura, gli teneva una buona compagnia. Gli sbuffi del vento invernale non lo infastidivano, lui sognava solamente di udire la sua voce.
-Potter!- e la voce risuonò.
-Evans!- James levò di scatto lo sguardo verso gli alberi e la vide arrivare a passo spedito.
Di nuovo i suoi occhi verdi lo esaminarono, ma con un sottile velo di dolcezza in più.
Lily si arrestò di fronte a lui, stringendo la tela ancora tra le mani bianche.
-Quale incantesimo hai usato per questo?- indicò il quadretto e preferì spezzare il silenzio con una domanda indiretta.
-L’incantesimo del pittore, ovviamente!- strizzò l’occhio.
-È stato un bel regalo.- tentennò lei, nel rivolgergli uno sguardo sostenuto e riverente al tempo stesso.
-Allora accetti di uscire con me?
-Per questa volta sì. Ma che non diventi un’abitudine.- lo avvertì sorridendo.
-Tranquilla, sarà solo per questo sabato.- le prese una mano fra le sue.
-Non sei il tipo che disegnerebbe un quadro a settimana per convincermi ad uscire con te ogni volta.- scherzò Lily.
-Infatti, Evans.- annuì lui -I quadri migliori sono quelli dipinti a quattro mani, sulla tela della vita, lo sai, no? Però imparerò a sorprenderti ogni settimana in modo diverso. Magari la prossima volta mi dedicherò alle corse con le moto babbane, visto che hai un debole per quelle!
-Perché no? Però voglio provare a sorprenderti anch’io!- osò Lily, che si avvicinò a lui e si sollevò sulle punte dei piedi.
Gli stampò un breve bacio sulla guancia e si allontanò da lui.
James, totalmente sbigottito da quel gesto, si portò una mano alla guancia.
Sì, quando voleva anche la Evans sapeva essere sbalorditiva.
-Ci vediamo sabato allora!- lei gli concesse un ultimo sorriso e scappò via.
James seguì la sua figura sparire tra gli alberi, infine lanciò lo sguardo indietro, verso il Lago Nero.
-Sì.- mormorò tra sé e sé -Non mi scapperai, non sai più come riuscirci!- ghignò, e, soddisfatto, anche lui si avviò per tornare al castello.
Aveva ricordato di avere, oltre al Quidditch, forse una passione nascosta come artista; aveva compreso di avere un obiettivo, aveva scoperto che proteggerla e farla ridere sarebbe stata la sua missione fondamentale, aveva capito che valeva la pena di lottare per qualcosa. Per lei.
Lei che era bianco e tutti i colori del mondo al tempo stesso.
L’amore.
 
Azzurro come te e come il cielo e il mare
E giallo come luce del sole
Rosso come le cose che mi fai provare
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Non è la prima volta che i Modà mi regalano l’ispirazione per una song-fic, e stavolta chi ho selezionato per il mio ultimissimo lavoretto? James e Lily Potter! E quando mai io?
In questo periodo sono attratta dai personaggi e dai pairing che mi piacciono di meno, sarà il caldo o l’istinto masochista che coltivo da qualche tempo, boh... -_-
Spero davvero che vi sia piaciuta, so che sul sito sono in tanti ad amare le James-Lily quindi spero di non averne fatto uno scempio, io che non me ne intendo molto.
Ultima cosa: la riflessione sulle donne che amano essere “importunate” non è mia ma del mitico Oscar Wilde. Il paesaggio rappresentato nel dipinto di James è vagamente ispirato a quello che disegna Checco dei Modà nel video della canzone, ennesimo omaggio ai Modà, hi hi!
E ora mi eclisso, sperando di conoscere il vostro parere, è la mia prima assoluta James-Lily, non so perché ma questa coppia mi mette l’ansia, insomma, vorrei proprio sapere cosa ne pensate.
Grazie per l’attenzione per il mio consueto papiro di nda!!!
 Kiss!!!
 



"Questa storia partecipa al contest "La riscossa delle medaglie di legno" indetto da aduial95 sul forum di EFP" http://freeforumzone.leonardo.it/d/10931664/La-riscossa-delle-medaglie-di-legno-edite-contest-/discussione.aspx


   
 
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