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Autore: Mils    15/07/2012    8 recensioni
Miley e Nick sono sposati, hanno una figlia: Kyle.
Ma Nick ultimamente sembra così distratto, assente, e si perde nei suoi pensieri.. e sulle altre donne. Miley è stanca, non sa che fare. Sono giovani, ma hanno sempre affrontato tutto insieme, come faranno questa volta? Perché anche stavolta, dovrà essere lei a sistemare tutto.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Nick - 

<< Co..cosa? >>.
<< Hai capito benissimo >>.
<< No, amore.. >>.
La sua mano mi colpì forte la guancia. << Non chiamarmi amore, perché scommetto che hai usato quello stesso nome con tutte le altre >>.
Anche se non era vero, rimasi in silenzio.
Perché me lo meritavo.
Fu lei a rompere il silenzio. << Tu.. tu non hai idea di come mi sento io, eppure eri quello che mi conosceva meglio, Nicholas.. che fine ha fatto il ragazzo di cui sono innamorata? Mi sento sola. Mi hai lasciato sola con un'estraneo, che odio. Come hai potuto farmi tutto quello? Tradirmi, Nicholas.. non posso dire che non me lo aspettavo, sarebbe da sciocca, non è neanche la prima volta, ma almeno prima eravamo giovani, due ragazzini, ma ora siamo sposati, avevamo iniziato a costruire qualcosa insieme, c'è Kyle.. e tu che fai? Mi tradisci. Ma non è neanche questo. Perché lo sai, io te lo avrei perdonato, se tu fossi semplicemente venuto a dirmi che qualcosa non andava e che l'avevi fatto in un momento di debolezza, scema come sono ti avrei perdonato.. ma ora, ora è tutto diverso.. tu non sei più chi amo, non so chi tu sia, ti ho perso e tu non fai neanche uno sforzo per tornare da me. Ti ho dato tempo, ho cercato di capirti e ti ho chiesto molte volte di spiegarti, di dirmi come ti sentivi, di parlare con me, cazzo! Ogni volta era un no! Un dannato no! Bene, sai che ti dico ora? Che io sono stanca di aspettarti e che me ne vado per la mia strada, una volta per tutte! >>.
Provai a fare un passo verso di lei, ma Miley indietreggiò, puntandomi contro l'indice.
<< Non provarci, Nicholas. So cosa hai intenzione di fare. Tu mi fai parlare, mi fai sfogare, poi tiri fuori una o due paroline dolci, io cedo perché sono scema, e torniamo insieme come sempre. Ma stavolta no. E, un'altra cosa, Nicholas.. >>, indicò la casa dietro di noi, << scordati di vedere Kyle >>.
<< Miley è mia figlia! >> scattai.
Lei finse una risata. << E te ne ricordi ora? >>.
Colpo basso.
Ma anche stavolta aveva ragione da vendere.
Vidi i suoi occhi diventare lucidi.
Volevo stringerla a me, volevo dirle che sarebbe andato tutto bene, volevo...
Ci provai e mi beccai un altro schiaffo.
<< NO! Basta, Nicholas, sono stanca! Stanca, lo capisci o no!? Tu.. tu.. vaffanculo! >>.
Si voltò e corse verso la casa di Demi e Joe, sbattendo la porta dietro di sé.

- due settimane dopo - 

Fisso i fogli davanti a me.
Sono su quel tavolo da almeno due giorni, ma ho il coraggio di leggerli. 
Sono tornato a casa dei miei. 
Mia mamma come ha saputo di me e Miley si è subito preoccupata un sacco.
Mio padre si è messo dalla mia parte.
Mia mamma.. no. E' completamente dalla parte di Miley, e ha buoni motivi per esserlo.
Persino io non sono dalla mia parte.
Mia madre mi appoggia una mano sulla spalla, facendomi sollevare lo sguardo dai fogli che sto fissando da ore senza capire niente di ciò che c'è scritto.
<< Tesoro.. non pensi che dovresti provare almeno a leggerli? Non che io voglia che tu e Miley divorziate ma.. non serve a niente fissarli. Non sono loro la causa di tutto questo, siete tu e Miley.. >>.
Mi volto e me ne vado.
Senza dire niente.
Senza aprire bocca o ringraziarla per tutta la pazienza che ha con me.
Mi faccio schifo da solo.
Ma chi sono diventato?
Quando è cominciato tutto questo?
Non lo ricordo neanche più.
So solo che mi comporto così perché ho paura. Paura che tutto quello che amo mi sfugga di mano, ma proprio comportandomi in questo modo sto rendendo viva la mia peggior paura. Ho perso Miley, e ora lei mi odia. L'ho tradita, perché sentivo sulle mie spalle un peso che in realtà non esiste. Ho perso anche nostra figlia, perché non sono stato in grado di fare il padre per tutto questo tempo.
Ma perché?
Anche Miley me l'ha chiesto.
Me l'ha chiesto per così tanto tempo che ormai mi viene naturale rispondere che non ho niente, mi viene naturale mentire e dire che va tutto bene e che è solo un periodo che passerà, ma la verità è che non è affatto così.
C'è qualcosa. 
Non va tutto bene.
Non è solo un periodo e non passerà.
Almeno non subito, non da solo.
E anche qui, la mia perfetta metà, mi aveva regalato il suo aiuto e io l'ho rifiutato.
Ma posso essere sincero, almeno con me stesso?
Mi chiudo in camera, voglio stare da solo. Voglio pensare a tutti questi anni e a tutti i casini che ho combinato.
Penso al matrimonio con Miley.
Lei era così bella, così perfetta, mentre io.. io non ero niente in confronto a lei.
Quel vestito bianco le stava davvero bene, ma io la preferisco con le cannottiere lunghe e large, jeans attillati corti e infradito e senza reggiseno, con i capelli scompigliati o legati, neanche un filo di trucco e un sorriso smagliate, come sempre. Si era fatta bellissima, e dire che la conoscevo da davvero tanti anni, la conoscevo meglio di me stesso. Perché io, diciamocelo, non mi conoscevo, non sapevo niente di me. Lei invece, mi conosceva, sapeva tutto di me. O almeno del vecchio me. Quello che ero diventato invece, le faceva paura. E come biasimarla? Faceva paura anche a me.
Poi era arrivata Kyle, e Miley era così felice.
Eravamo ancora giovani, diciannove anni entrambi.
Ma non ci importava, perché volevamo creare una famiglia. 
Ma pian piano che la pancia di Miley cresceva iniziarono a crescere anche le mie insicurezze.
Sarei stato un buon padre?
Miley mi avrebbe amato sempre e comunque?
Anche se avessi fallito come padre?
E se il lavoro mi avesse portato via da lei?
Dovevo smettere di lavorare? Ma io amavo il mio lavoro!
E se non fossi riuscito a fare il padre?
E se ero un disastro?
E se Miley mi lasciava appena se ne rendeva conto?
Nacque Kyle. Era bellissima.
Ma che dico, lei era anche più che bellissima, era la cosa più bella del mondo, perché era il frutto dell'amore mio e di Miley.
Ma richiedeva anche tante attenzioni.
Ricordo che Miley si svegliava ogni giorno alle due di notte per la poppata e io invece volevo dormire.
Mi dispiaceva per lei e provai a convincerla ad assumere una tata, ma lei fu irremovibile: la nostra bambina, la nostra responsabilità.
Ma più che "nostra", era "sua".
Sua e basta.
Io avevo il lavoro.
Io avevo i miei problemi.
Io mi sentivo peggio ogni giorno.
Per evitare di tornare a casa e vedere Miley infelice restavo fuori anche tutta la notte, chiuso in studio di registrazione. 
Ricordo le sue chiamate nel cuore della notte per chiedermi come stavo.
I suoi pianti, mentre mi chiedeva di tornare a casa.
"Mi manchi" mi diceva. 
E io stavo zitto, perché sentivo che non mi meritavo una donna così.
Perché il punto di tutta la storia è che Miley era troppo per me.
Lei era troppo per ogni uomo, ma specialmente per me, che l'amavo con tutto me stesso.
Lei era troppo ottimista.
Lei era troppo esuberante.
Lei era troppo allegra.
Lei era troppo bella.
Lei era troppo brava come mamma.
Lei era troppo per me. 
Me, che mi sentivo uno schifo ogni volta che incrociavo il suo sguardo.
Come potevo renderla infelice?
Eppure non facevo altro.
Provavo a farla sorridere ma era come se lei percepisse il mio dolore e questo la rendeva infelice.
Così, per evitare di costringerla alla mia presenza, stavo fuori tutta la notte.
Ma mi mancava.
Mi mancava terribilmente.
Mi mancava sentirla vicina a me mentre dormivo. Mi mancava abbracciarla, baciarla, sentire il suo corpo contro il mio, la sua risata, la sua cucina, i suoi capelli profumati, i suoi abiti fuori moda, le sue canotte sformate, i suoi pantoloncini, il suo stile, la sua forma perfetta, la sua pancia calda dove mi addormentavo d'inverno, il suo profumo. Mi mancava terribilmente.
Morivo senza di lei.
Così provai a sostituirla.
La più grande cazzata della mia vita, ma ci dovevo almeno provare, perché senza di lei non vivevo più.
Le donne non mi mancavano, ma nessuna di loro era lei.
All'inizio pensai di chiedere a Joe, ma lui pensai che non proprio lui non mi avrebbe mai aiutato.
Joe era molto amico di Miley e non le avrebbe mai fatto questo, neanche per suo fratello.
Iniziai a invitare donne in studio, dove i paparazzi non potevano entrare.
Mi mancava e non volevo farla soffrire ancora di più con foto di me con altre.
La situazione era sotto controllo e lei non sospettava niente.
Si fidava di me.
E faceva male.
La mia ricerca di una distrazione, nel frattempo, continuava.
Capelli biondi, castano ramato, neri, marrone chiaro.
Occhi azzurri, verde chiaro, grigio splendente.
In ogni donna cercavo una caratteristica di lei. 
Ma nessuna aveva i suoi occhi color cielo.
Nessuna aveva quella colorazione di capelli che lei aveva fatto sua.
Perché ogni cosa che Miley faceva era unica. 
E speciale, come lei.
Ma per sicurezza iniziai a segnarmi i loro numeri in una vecchia agenda che di solito usavo per lavoro.
Affianco ai nomi, quella cosa che mi aveva ricordato Miley.
Così, quando la sera ero solo, chiamavo una di loro, per.. provare, almeno nella mia testa, a stare con la mia Miley.
Quando ero arrabbiato con me stesso, di solito chiamavo quelle con i capelli neri. Miley li aveva tinti di quel colore per farmi un dispetto e io provavo a farmi perdonare da lei andando a letto con una ragazza con lo stesso colore di capelli. Patetico, lo so, ma era l'unico modo che conoscevo. Invece che chiedere perdono alla mia principessa andavo a letto con un'altra. Era un controsenso, ma io ero un maestro nell'incasinarmi la vita da solo.
Nel frattempo, Kyle cresceva e io me la perdevo.
Amavo mia figlia quasi quanto amassi la sua mamma, e non volevo far soffrire neanche lei.
Sarebbe cresciuta male con la presenza di un padre perennemente triste. 
Ma stare lontano da Kyle e Miley mi rendeva nervoso.
Era una rabbia contro me stesso che non mi lasciava mai.
Mi ero cacciato da solo in questo incubo e non riuscivo a uscirne. 
Questa rabbia non mi lasciava mai, neanche quando ci provavo.
Così, quel poco che stavo con Miley, lo rovinavo con il mio malumore.
Non riuscivo a essere niente.
Né un buon padre.
Né un buon marito.
Neanche me stesso.

- un mese dopo - 

<< Hai intenzione di firmali o no, quei cosi? >>.
<< Non lo so.. >>.
<< Penso che Miley te li abbia inviati perché tu li firmi.. >>.
<< Ah.. >>.
<< Hai ragione, non te li ha inviati Miley, ma i suoi legali.. che faccenda del cazzo >>.
<< Mmh.. >>.
<< Vi siete sentiti dall'ultima.. volta? >>.
<< No.. >>.
<< Oh.. mi dispiace, fratellino. Ti manca molto, vero? >>.
Mi volta verso Joe, con gli occhi lucidi. << Se ti chiedo di ammazzarmi, tu lo fai? >>.
<< No, poi finisco in galera e a quel punto chi ci bada alla mia Demi e alla tua Miley? >>.


__________________

bene, questo capitolo è uno strazio e fa' pure cagare.
diciamo che è un capitolo.. di passaggio.
serve per farvi vedere le cose dal punto di vista di Nicholas - si, sono arrabbiata anche io con lui, quindi nelle recensioni niente "nick", grazie.
come al solito, joe jonas ci va sempre, perché è danger (?)
l'ho scritto di fretta per voi, quindi scusate gli errori.
avevo scritto un'altro capitolo, ma - sono un idiota - l'ho cancellato per sbaglio.
bene.. allora, alla prossima. 
fatemi sapere eh?
e non mi uccidete.
baci baci.
xoxo.
















   
 
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