We’re
just
two lost souls swimming in a fishbowl, year after year.
(Pink Floyd
– Wish You Were Here)
THIS AMAZING
NIGHT.
Oakland,
CA – 16 luglio 2012, 00.01
-
Pronto?
- Si,
ci sono!
Nel
buio della città californiana le loro mani iniziarono a
muoversi veloci lungo
la parete candida che avevano di fronte. L’alba avrebbe messo
ancora qualche
ora ad arrivare e la notte, loro complice, li avrebbe tenuti al sicuro
dalle
luci della città che brillavano in lontananza come lucciole
impazzite.
Dopo
una ventina di minuti, il biondo si passò una mano sulla
fronte sudata.
-
Cazzo, è vero che fa un caldo boia, ma
quarant’anni si fanno sentire! – disse,
tirandosi indietro i capelli ormai abbastanza lunghi.
- Non
farmi sentire vecchio, Mike! – disse il moro.
-
Vent’anni fa avremmo già finito. –
rispose Mike con un sospiro.
Billie
lo guardò con tenerezza, gli occhi che brillavano nella
penombra di quella
stradina di periferia, illuminata dall’unico lampione
funzionante. Gli poggiò
una mano sulla spalla.
-
Dai, abbiamo quasi finito! – gli disse sorridendo.
Billie
si voltò nuovamente verso la parete impugnando una
bomboletta spray, mentre
Mike si allontanò leggermente per ammirare il lavoro fatto
fino a quel momento.
-
Fanculo, sto soffocando! – disse sbuffando, allora si tolse
la maglietta
fradicia di dosso, la raggomitolò e la lanciò a
terra di fianco alle altre
bombolette, cosa che non sfuggì a Billie.
-
L’ho sempre detto, sei fin troppo focoso! – disse
sghignazzando e continuando a
disegnare.
-
Come se la cosa ti dispiacesse! – disse Mike accarezzando la
nuca dell’amico.
-
Pensa a disegnare, spilungone, non è il momento! –
disse Billie scostando il
collo dal tocco di Mike.
-
Agli ordini, nano! – rise Mike – Tanto lo sai che
è solo rimandato!
Billie
si voltò guardandolo storto per poi alzare gli occhi al
cielo, i capelli
incollati alla fronte.
- Ti
ricordo che alle sei esce il singolo!
- Ma
mancano più di cinque ore! – disse Mike ridendo
– Abbiamo tutto il tempo
necessario, sai?
- Non
cambierai mai! – disse Billie sospirando, mentre Mike tornava
a tracciare linee
e colori lungo la parete.
Quella
tradizione andava avanti da anni, da quando Billie, per
l’uscita di 1,ooo Hours
più di vent’anni prima, si fiondò a
Berkeley e, per scaricare la tensione,
iniziò a imbrattare la parete di una palazzina con ogni
singola parola o
immagine gli passasse dalla testa in quel momento.
-
Comunque ti sei fatto trovare troppo facilmente, amico! –
disse Mike rompendo
nuovamente il silenzio.
-
Ormai hai una certa età, non mi andava di farti gironzolare
come un vecchietto
rincoglionito per tutta Oakland! – disse Billie ridendo.
Mike
lo guardò storto e lo spinse lontano, mentre Billie
continuava a ridere come un
idiota.
-
Vedremo chi è il vecchietto! – disse minaccioso.
- Che
vuoi dire? – disse Billie asciugandosi le lacrime.
Mike
non rispose, si limitò a lanciargli uno sguardo strano e un
sorrisetto
malefico.
- Non
mi piaci quando fai così! – disse Billie.
-
Vedremo anche questo. – disse Mike – Comunque,
perché hai scelto ‘sto posto?
- Oh,
non lo so, cercavo solo una parete bianca, tutto qui, non
perché questo posto
abbia un significato particolare. – rispose.
-
Mmh…
- Ma
potremmo darglielo noi stanotte! – concluse Billie.
Mike,
non lo guardò, continuò a disegnare cercando di
nascondere un sorriso. Billie
lo imitò e mentre ricalcava i contorni di una
“L” con la vernice nera, lui
ripensò a quella notte di vent’anni prima. Mike lo
aveva cercato per tutta
Oakland senza trovarlo. Fu John, che si trovava a Berkeley, a
telefonare alla
famiglia Armstrong dicendo di aver visto Billie che si aggirava da solo
per la
periferia con uno zainetto sulle spalle. Ricordava ancora la faccia
incazzata
di Mike e i capelli lunghi che ondeggiavano dietro la schiena.
-
Dovresti farli ricrescere.
- Eh?
- I
capelli! Erano bellissimi, sembravi la brutta copia di Axl Rose.
- Ma
come siamo simpatici stanotte. Continua così Armstrong e ti
incastro le
bombolette nel culo. – disse Mike sarcastico.
Billie
si limitò a ridere. Amava infastidirlo, permaloso
com’era. Sapeva che non se la
prendeva sul serio, infatti il volto di Mike ritornò subito
sereno.
-
Abbiamo finito, cazzo, si! – disse Billie improvvisamente,
alzando le braccia
al cielo.
Mike
si allontanò nuovamente dalla parete, ammirando il loro
lavoro, la sua
espressione resa ancora più riflessiva dal lungo naso.
- È
bellissimo! – disse.
Billie
si voltò a guardare il suo amico che incantato ammirava il
graffito che avevano
appena terminato. Vide il suo petto lucido in controluce, le gocce di
sudore
che scendevano lungo l’addome.
-
Già! – disse Billie, ma Mike si accorse del fatto
che il moro non si stesse
riferendo al loro lavoro. Billie fu preso alla sprovvista e si
voltò di nuovo
verso il muro, arrossendo.
- Che
ore sono? – chiese Mike.
Billie
frugò nelle tasche dei pantaloni e trovò il
cellulare – L’una. –
sbadigliò,
sedendosi sul marciapiede di fianco alla parete. – Cosa
c’è lì dentro?
Mike
si voltò a guardare lo zainetto che si era portato dietro e
rispose: - Una
sorpresa per te! – sorrise.
-
Beh, fammi vedere! – disse Billie, gli occhi brillanti.
Il
biondo afferrò lo zaino, si sedette di fianco a Billie e lo
aprì, dentro
c’erano una decina di birre.
- Ma
grazie! – disse Billie felice – Ti ho mai detto che
ti amo? – continuò,
afferrando la prima bottiglia.
-
Hey! Cinque a testa, non essere ingordo!
-
Okeeeey! – disse Billie, ma vedendo l’amico che
continuava a frugare nello
zaino, aggiunse: - Cosa stai cercando?
Mike
lo guardò con uno sguardo malizioso, tirò fuori
una scatola e disse: - Adesso
vedrai!
Billie
spalancò gli occhi. Che cazzo gli prende?, pensò.
Mike
mise la scatola sotto il naso di Billie e quando aprì,
quest’ultimo non voleva
credere ai suoi occhi.
-
Fumo! – esclamò con un filo di voce.
- Di
quello buono! – aggiunse Mike con un occhiolino.
-
Cazzo Mike, dove l’hai trovato? Vabbè, inutile
chiedere, tu eri più bravo di me
in queste cose. Cazzo, cazzo, cazzo, quanto tempo è passato?
Mike
era tramortito dal fiume di parole di Billie.
-
È passato
meno tempo di quanto credi!
- Per
me un anno è sempre troppo, lo sai. Non ce la faccio
più a fumare solo
sigarette. – disse Billie, mentre Mike iniziava a rullare.
-
Tieni! – disse, porgendogli la canna bel e fatta. Billie
avvicinò la bocca alla
mano di Mike, afferrandola tra le labbra, senza staccare gli occhi da
quelli
dell’amico. Poi riappoggiò la schiena al muro,
prese l’accendino dalla tasca
dei pantaloni, accese la canna e inspirò profondamente, il
gusto della
marijuana che invadeva il palato.
-
Com’è? – chiese Mike.
-
Fottutamente paradisiaca.
Mike
sorrise soddisfatto, accendendosi la sua: - Cosa avevi detto prima?
– disse
buttando fuori una nuvola di fumo enorme.
-
Riferendomi a cosa? – disse Billie che aveva chiuso gli occhi.
- A
me. – disse Mike alzandosi in piedi e guardandolo
profondamente.
Billie
restò in silenzio, gli occhi ancora chiusi, anelli di fumo
che rotolavano via
dalle sue labbra. Quanto gli piaceva recitare a quel figlio di puttana.
- Ci
sei?
Billie
aprì gli occhi, resi lucidi dall’effetto del fumo
e, se è possibile, follemente
belli. Si alzò in piedi, girò intorno a Mike che
lo seguì. Poi, con un gesto
veloce incollò il suo petto a quello del biondo, spingendolo
con le spalle al
muro.
- Ma
per caso con la vecchiaia hai perso l’orecchio? –
disse sarcastico, i due volti
distanti pochi centimetri.
- Ti
pare? – disse Mike, sollevando un sopracciglio e portando
nuovamente la canna
alla bocca. Billie colse l’occasione e proprio mentre Mike
stava per espirare
il fumo, aprì la bocca incollandola a quelle del suo amico.
Mike, gli cinse la
vita con un braccio, mentre con l’altra mano reggeva la canna
tra indice e
medio e con le altre dita afferrava il mento di Billie.
Quest’ultimo, sorrise
teneramente e portò le labbra all’orecchio
dell’amico.
- Oh,
love! Oh, love! Won't you lay
down here tonight? – canticchiò Billie.
Mike
sorrise.
- Ti
amo. – dissero all’unisono, prima di ricongiungersi
di nuovo, labbra contro
labbra.
Il
sole era ancora lontano e le stelle assistevano silenziose. Il mondo li
attendeva, loro erano in un luogo senza attese, su un campo minato che
sarebbe
esploso da un momento all’altro liberando nell’aria
umida di luglio una nuvola
di passione. Fan di tutto il mondo contavano i minuti, i secondi. Loro
avevano
perso tutti questi concetti, nascosti dietro le spalle della notte e
abbracciati su una parete che diceva:
love
fucks with your
heart
Angolo
della pazza/demente:
*Le parole che pronuncia Billie
alla fine fanno
parte del testo di Oh, love! trascritto grazie
all'esibizione al
Red7.
Spero davvero che questa OS vi sia
piaciuta, perché
è piaciuta tanterrimo a me.
La frase finale è il
"murales" che i due
hanno fatto, ovviamente, ed è una frase che mi sono
inventata in un momento di
puro delirio. Perdonatemi anche questa.
Non ho altro da aggiungere. Alla
prossima! ^^