Fanfic su artisti musicali > Green Day
Ricorda la storia  |      
Autore: DK in a Madow    16/07/2012    7 recensioni
16 luglio 2012.
Mentre milioni di fan fremono e contano i minuti all'uscita di "Oh, love", Mike e Billie (nella mia fantasia e perversione) temperano l'attesa trascorrendo una notte "diversa".
La storia è ambientata nelle future ore che stanno per passare, ma è scritta al passato. Spero possiate perdonarmi.
Recensite, se ne avete voglia. Non sono cannibale.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Billie J. Armstrong, Mike Dirnt
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'The trilogy era.'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

We’re just two lost souls swimming in a fishbowl, year after year.

(Pink Floyd – Wish You Were Here)

 

 

 

THIS AMAZING NIGHT.

 

 

 

 

 

Oakland, CA – 16 luglio 2012, 00.01

 

- Pronto?

- Si, ci sono!

Nel buio della città californiana le loro mani iniziarono a muoversi veloci lungo la parete candida che avevano di fronte. L’alba avrebbe messo ancora qualche ora ad arrivare e la notte, loro complice, li avrebbe tenuti al sicuro dalle luci della città che brillavano in lontananza come lucciole impazzite.

Dopo una ventina di minuti, il biondo si passò una mano sulla fronte sudata.

- Cazzo, è vero che fa un caldo boia, ma quarant’anni si fanno sentire! – disse, tirandosi indietro i capelli ormai abbastanza lunghi.

- Non farmi sentire vecchio, Mike! – disse il moro.

- Vent’anni fa avremmo già finito. – rispose Mike con un sospiro.

Billie lo guardò con tenerezza, gli occhi che brillavano nella penombra di quella stradina di periferia, illuminata dall’unico lampione funzionante. Gli poggiò una mano sulla spalla.

- Dai, abbiamo quasi finito! – gli disse sorridendo.

Billie si voltò nuovamente verso la parete impugnando una bomboletta spray, mentre Mike si allontanò leggermente per ammirare il lavoro fatto fino a quel momento.

- Fanculo, sto soffocando! – disse sbuffando, allora si tolse la maglietta fradicia di dosso, la raggomitolò e la lanciò a terra di fianco alle altre bombolette, cosa che non sfuggì a Billie.

- L’ho sempre detto, sei fin troppo focoso! – disse sghignazzando e continuando a disegnare.

- Come se la cosa ti dispiacesse! – disse Mike accarezzando la nuca dell’amico.

- Pensa a disegnare, spilungone, non è il momento! – disse Billie scostando il collo dal tocco di Mike.

- Agli ordini, nano! – rise Mike – Tanto lo sai che è solo rimandato!

Billie si voltò guardandolo storto per poi alzare gli occhi al cielo, i capelli incollati alla fronte.

- Ti ricordo che alle sei esce il singolo!

- Ma mancano più di cinque ore! – disse Mike ridendo – Abbiamo tutto il tempo necessario, sai?

- Non cambierai mai! – disse Billie sospirando, mentre Mike tornava a tracciare linee e colori lungo la parete.

Quella tradizione andava avanti da anni, da quando Billie, per l’uscita di 1,ooo Hours più di vent’anni prima, si fiondò a Berkeley e, per scaricare la tensione, iniziò a imbrattare la parete di una palazzina con ogni singola parola o immagine gli passasse dalla testa in quel momento.

- Comunque ti sei fatto trovare troppo facilmente, amico! – disse Mike rompendo nuovamente il silenzio.

- Ormai hai una certa età, non mi andava di farti gironzolare come un vecchietto rincoglionito per tutta Oakland! – disse Billie ridendo.

Mike lo guardò storto e lo spinse lontano, mentre Billie continuava a ridere come un idiota.

- Vedremo chi è il vecchietto! – disse minaccioso.

- Che vuoi dire? – disse Billie asciugandosi le lacrime.

Mike non rispose, si limitò a lanciargli uno sguardo strano e un sorrisetto malefico.

- Non mi piaci quando fai così! – disse Billie.

- Vedremo anche questo. – disse Mike – Comunque, perché hai scelto ‘sto posto?

- Oh, non lo so, cercavo solo una parete bianca, tutto qui, non perché questo posto abbia un significato particolare. – rispose.

- Mmh…

- Ma potremmo darglielo noi stanotte! – concluse Billie.

Mike, non lo guardò, continuò a disegnare cercando di nascondere un sorriso. Billie lo imitò e mentre ricalcava i contorni di una “L” con la vernice nera, lui ripensò a quella notte di vent’anni prima. Mike lo aveva cercato per tutta Oakland senza trovarlo. Fu John, che si trovava a Berkeley, a telefonare alla famiglia Armstrong dicendo di aver visto Billie che si aggirava da solo per la periferia con uno zainetto sulle spalle. Ricordava ancora la faccia incazzata di Mike e i capelli lunghi che ondeggiavano dietro la schiena.

- Dovresti farli ricrescere.

- Eh?

- I capelli! Erano bellissimi, sembravi la brutta copia di Axl Rose.

- Ma come siamo simpatici stanotte. Continua così Armstrong e ti incastro le bombolette nel culo. – disse Mike sarcastico.

Billie si limitò a ridere. Amava infastidirlo, permaloso com’era. Sapeva che non se la prendeva sul serio, infatti il volto di Mike ritornò subito sereno.

- Abbiamo finito, cazzo, si! – disse Billie improvvisamente, alzando le braccia al cielo.

Mike si allontanò nuovamente dalla parete, ammirando il loro lavoro, la sua espressione resa ancora più riflessiva dal lungo naso.

- È bellissimo! – disse.

Billie si voltò a guardare il suo amico che incantato ammirava il graffito che avevano appena terminato. Vide il suo petto lucido in controluce, le gocce di sudore che scendevano lungo l’addome.

- Già! – disse Billie, ma Mike si accorse del fatto che il moro non si stesse riferendo al loro lavoro. Billie fu preso alla sprovvista e si voltò di nuovo verso il muro, arrossendo.

- Che ore sono? – chiese Mike.

Billie frugò nelle tasche dei pantaloni e trovò il cellulare – L’una. – sbadigliò, sedendosi sul marciapiede di fianco alla parete. – Cosa c’è lì dentro?

Mike si voltò a guardare lo zainetto che si era portato dietro e rispose: - Una sorpresa per te! – sorrise.

- Beh, fammi vedere! – disse Billie, gli occhi brillanti.

Il biondo afferrò lo zaino, si sedette di fianco a Billie e lo aprì, dentro c’erano una decina di birre.

- Ma grazie! – disse Billie felice – Ti ho mai detto che ti amo? – continuò, afferrando la prima bottiglia.

- Hey! Cinque a testa, non essere ingordo!

- Okeeeey! – disse Billie, ma vedendo l’amico che continuava a frugare nello zaino, aggiunse: - Cosa stai cercando?

Mike lo guardò con uno sguardo malizioso, tirò fuori una scatola e disse: - Adesso vedrai!

Billie spalancò gli occhi. Che cazzo gli prende?, pensò.

Mike mise la scatola sotto il naso di Billie e quando aprì, quest’ultimo non voleva credere ai suoi occhi.

- Fumo! – esclamò con un filo di voce.

- Di quello buono! – aggiunse Mike con un occhiolino.

- Cazzo Mike, dove l’hai trovato? Vabbè, inutile chiedere, tu eri più bravo di me in queste cose. Cazzo, cazzo, cazzo, quanto tempo è passato?

Mike era tramortito dal fiume di parole di Billie.

- È  passato meno tempo di quanto credi!

- Per me un anno è sempre troppo, lo sai. Non ce la faccio più a fumare solo sigarette. – disse Billie, mentre Mike iniziava a rullare.

- Tieni! – disse, porgendogli la canna bel e fatta. Billie avvicinò la bocca alla mano di Mike, afferrandola tra le labbra, senza staccare gli occhi da quelli dell’amico. Poi riappoggiò la schiena al muro, prese l’accendino dalla tasca dei pantaloni, accese la canna e inspirò profondamente, il gusto della marijuana che invadeva il palato.

- Com’è? – chiese Mike.

- Fottutamente paradisiaca.

Mike sorrise soddisfatto, accendendosi la sua: - Cosa avevi detto prima? – disse buttando fuori una nuvola di fumo enorme.

- Riferendomi a cosa? – disse Billie che aveva chiuso gli occhi.

- A me. – disse Mike alzandosi in piedi e guardandolo profondamente.

Billie restò in silenzio, gli occhi ancora chiusi, anelli di fumo che rotolavano via dalle sue labbra. Quanto gli piaceva recitare a quel figlio di puttana.

- Ci sei?

Billie aprì gli occhi, resi lucidi dall’effetto del fumo e, se è possibile, follemente belli. Si alzò in piedi, girò intorno a Mike che lo seguì. Poi, con un gesto veloce incollò il suo petto a quello del biondo, spingendolo con le spalle al muro.

- Ma per caso con la vecchiaia hai perso l’orecchio? – disse sarcastico, i due volti distanti pochi centimetri.

- Ti pare? – disse Mike, sollevando un sopracciglio e portando nuovamente la canna alla bocca. Billie colse l’occasione e proprio mentre Mike stava per espirare il fumo, aprì la bocca incollandola a quelle del suo amico. Mike, gli cinse la vita con un braccio, mentre con l’altra mano reggeva la canna tra indice e medio e con le altre dita afferrava il mento di Billie. Quest’ultimo, sorrise teneramente e portò le labbra all’orecchio dell’amico.

- Oh, love! Oh, love! Won't you lay down here tonight? – canticchiò Billie.

Mike sorrise.

- Ti amo. – dissero all’unisono, prima di ricongiungersi di nuovo, labbra contro labbra.

Il sole era ancora lontano e le stelle assistevano silenziose. Il mondo li attendeva, loro erano in un luogo senza attese, su un campo minato che sarebbe esploso da un momento all’altro liberando nell’aria umida di luglio una nuvola di passione. Fan di tutto il mondo contavano i minuti, i secondi. Loro avevano perso tutti questi concetti, nascosti dietro le spalle della notte e abbracciati su una parete che diceva:

 

love fucks with your heart

 

 

 

 

 

 

 

Angolo della pazza/demente:

*Le parole che pronuncia Billie alla fine fanno parte del testo di Oh, love! trascritto grazie all'esibizione al Red7. 

Spero davvero che questa OS vi sia piaciuta, perché è piaciuta tanterrimo a me. 

La frase finale è il "murales" che i due hanno fatto, ovviamente, ed è una frase che mi sono inventata in un momento di puro delirio. Perdonatemi anche questa. 

Non ho altro da aggiungere. Alla prossima! ^^

 

 

   
 
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Green Day / Vai alla pagina dell'autore: DK in a Madow