Fanfic su attori > Heath Ledger
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Autore: Slyth    16/07/2012    4 recensioni
Sono sempre più convinta che non ci siano parole per descrivere quanto Heath mi manchi, e quanto significhi per me. E nonostante ciò, ho voluto provarci, perché talvolta mi manca così tanto che sento il bisogno di scriverlo. Questo non vuole essere un tentativo di mostrare le mie 'abilità scrittorie', solo un modo per ricordarlo, e, a modo mio rendergli omaggio. Per te, Heath, ovunque tu sia.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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HEATH2 Sai una cosa, Heath?
Se tempo fa avessi dovuto pensare alla mia vita senza di te, non avrei avuto problemi, perché tu non sei mai stato con me. Non ho mai atteso la premiere di un tuo film solo per poterti vedere, non avevo tue foto appese sull'anta dell'armadio, né tantomeno conoscevo le tue battute a memoria, quando ancora eri in vita.
E' immaginare un'esistenza senza te, adesso, che mi fa contorcere lo stomaco e fremere il cuore. Perché ora, ora che vorrei averti qui, adesso che l'anta del mio armadio è zeppa dei tuoi poster, adesso che conosco i tuoi ruoli come le mie tasche, adesso che attraverserei la distanza che ci avrebbe separati a piedi pur di vederti, adesso non è possibile, non più.
Non ricordo bene perché, come e quando tu sia arrivato, posso dirti solamente che è stato troppo tardi, ed è troppo tardi anche in questo momento: troppo tardi per dimenticarmi di te.
Perché ci ho passato diciassette anni senza di te, diciassette anni in cui avrei potuto fare tante cose, incontrarti, amarti, quando ancora il tuo cuore pompava sangue nelle vene. E non ho intenzione di trascorrere nemmeno un altro attimo della mia vita senza pensarti, senza sorridere, emozionarmi guardando un tuo film, senza versare lacrime perché tu non ci sei. Non ci sei, Heath, non sei qui, ora che vorrei saperti vivo, in qualche parte lontana del Mondo, ma vivo.
E invece mi mangio le unghie e piango, affondo la testa nel cuscino fino a farmi mancare l'aria e piango più forte, perché chiunque ci sia lassù, qualunque sia il suo nome, il suo volto e la sua nazionalità, è stato crudele con me ancora una volta, prendentoti con lui così presto. Prima che io potessi anche solo gioire del tuo sorriso strabordante di vitalità dietro ad uno schermo, prima che potessi dire a chicchessia: ''la mia ispirazione? Si chiama Heath Ledger, e proprio adesso sta lavorando ad un nuovo film''.
 
Ci penso la notte, prima di addormentarmi, fantastico su un'altra realtà, dove tu non sei morto, ed io sono la tua più grande fan. Ti vedo, nella mia mente, ridere felice, con tua figlia in braccio e tanti anni ancora davanti a te. Ti vedo con l'Oscar in mano, mentre i tuoi famigliari ti sorridono commossi dal pubblico: vorrei vederti stringere quell'Oscar, Heath, vorrei che tuo padre non lo avesse mai dovuto stringere al tuo posto. E poi viaggio, ancora ed ancora, la mia fantasia raggiunge i picchi più elevati, sfiora il sogno. Ti immagino, bello come la libertà, sfilare su tappeti rossi con magnifiche donne al tuo fianco, goderti appieno ogni istante, perché te lo meiti, perché le persone come te meriterebbero tutto quanto di più bello esiste, ed anche ciò che ancora deve esistere.
Questo ed altro io penso, queste e mille altre idee viaggiano per la mia mente, ma una le schiaccia tutte, solo un pensiero prevale, in fondo: che per quanto tu non ci sia, per quanto i tuoi occhi siano chiusi, le tue labbra distese e fredde, per quanto il tuo Oscar sia poggiato su qualche mensola a prendere polvere, e mai ti sarà possibile sfiorarlo, malgrado ciò e malgrado molto altro ancora, io ti amo. Ti amo, ed ogni giorno quando mi alzo, e le mie palpebre si schiudono, in quel momento si stanno schiudendo anche le tue; quando respiro e prendo aria nei polmoni, anche il tuo petto si sta gonfiando; quando le mie dita sfiorano le lettere della tastiera, tu stai scrivendo con me. Perché io mi sveglio, respiro e scrivo portandoti dentro. E sei tu un po' del sangue che esce dalle mie ferite quando mi faccio male, e sei tu quella lacrima un po' meno salata delle altre, che riga la mia guancia quando sembra che non valga la pena sollevare la testa e continuare a resistere, e che mi ricorda che anche nel dolore c'è la salvezza, la speranza. E la mia speranza non è morta con te: la mia speranza sei tu, nonostante e a dispetto della tua morte.
Cosa c'era sotto quel telo bianco, quel telo che vidi in quel video, mentre la giornalista parlava contrita della tua 'tragica e prematura scomparsa'?. C'eri tu, o solo il tuo corpo? Mi piace pensare che in realtà tu ci sia ancora, da qualche parte, o perlomeno, che un qualcosa di te sia rimasto a dare valore ai ventinove anni che hai vissuto su questa Terra. Un frammento della tu passione in ogni pellicola che hai girato, una goccia del tuo cuore in ogni personaggio in cui ti sei calato, un pizzico di cattiveria per ogni giornalista a cui hai galantemente mostrato il dito medio, e tutto il bagliore del tuo sorriso in tua figlia: gran parte di te è in lei, perché tu eri lei.
E poi ci sono io, ma qui si rema al contrario: sono io, che prendo un po' di te ogni volta e lo faccio mio, affinché tu non sia morto invano, affinché tutto ciò che hai dato venga ripagato con qualcosa che vale ben più del denaro: l'ammirazione, e l'amore, a mio modo.
Lo avverti, senti ciò che provo, da dove sei ora? Sappi che è tutto per te, angelo, tutto il calore che riesci a percepire non è merito del sole (a cui devi essere così vicino, adesso), ma mio. Allunga una mano, Heath, prova a sentirlo, e sorridi ancora, perché tu non sei morto, tu vivi, in me.
  
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