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Autore: lemonade    30/01/2007    9 recensioni
La partita è iniziata da due minuti e tu sei già in vantaggio, mi guardi e non capisci. La verità è che sono solo un principiante, Akira, e tutto questo pensare al male che ti faccio di sicuro non mi aiuta.
Leggerissma Hikaru/Akira, perchè loro sono perfetti insieme.
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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onegai shimasu

Disclaimer: Fanfiction ispirata al manga Hikaru no Go, i personaggi appartengono a Yumi Hotta e Takeshi Obata e non intendo rubarli per quanto pucci siano... >o<

 

NdA: Per ora ho letto solo i primi 3 volumi, quindi temporalmente l'ho ambientata all'inizio del 2° torneo tra scuole, ma da li in poi c'ho ricamato sopra ^_^'''... quindi potrebbero non corrispondere al vero, non posso saperlo. Diciamo che questa fiction è una riflessione-divagazione sul tema.

Il contenuto è leggermente shonen-ai, siete avvertiti, ma dopotutto Akira ed Hikaru sono fatti per stare insieme!!!

Enjoy it! ^^

***

 

(Hikaru PoV)

 

 

 

 

 

C’è qualcosa di insopportabile in te, Akira.

Nella tua gentilezza, nella tua umiltà, nel tuo coraggio…

Nel modo in cui mi guardi, determinato ed impaurito insieme. Non ti accorgi che sono io a deglutire spaventato?

 

Ti ho ferito, credo.

Non nella sconfitta, ma nel rifiuto. < Non voglio più giocare con te! >

Hai battuto sul vetro, chiamandomi per nome, mentre io mi nascondevo al tuo sguardo.

 

Sei nobile Akira, vuoi imparare da me anche perdendo…

Tu, tanto bravo da dare lezioni agli adulti, battuto da un ragazzino della tua età.

Un avversario leale, un degno rivale… è così che mi vedi?

 

Ho mentito, Akira. Ti ho imbrogliato.

Non hai giocato contro un coetaneo, ma contro un maestro di go. Non devi a me la tua ammirazione, non guardarmi così ti prego.

Io non me lo merito.

 

Ho avuto quasi paura quel giorno, quando ho capito che la partita tra noi sarebbe finita troppo in fretta.

Temevo che tu ti sentissi troppo umiliato, che rinunciassi al tuo sogno.

È strano, in quel momento avrei voluto abbracciarti, proteggerti da ciò che ti avevo fatto… e invece non ho saputo fare altro che scappare, prima di vedere le lacrime rigare il tuo bel volto.

 

Ma tu sei forte, Akira. Brilli di talento e dedizione.

Sono io che ho imparato qualcosa da te.

Non ti sto punendo, ma voglio guadagnarmi il tuo rispetto da solo, per questo non posso più giocare con te.

 

Imparerò, diventerò forte, migliorerò fino ad essere alla tua altezza.

Forse riuscirò a sconfiggerti senza l’aiuto di Sai, a ripagarti della tua gentilezza, della tua pazienza… ma fino ad allora non posso giocare con te.

 

Non sarebbe giusto, non meriti di vedere che disastro io sia, non meriti di sentirti umiliato dalla mia incompetenza.

Tu non hai mai perso contro di me, non abbiamo mai giocato.

 

Mi fissi da oltre il tavolo, non sai se sorridermi. Sei un po’ agitato.

Io come sono? Non lo so.

Mi è toccato il bianco, cominci tu.

Disponi le pietre con eleganza. Ancora invidio il modo in cui riesci a tenerle in mano, semplicemente stupendo.  Io sono un po’ migliorato almeno in questo, ma confronto a te mi sento sempre goffo ed inadeguato…

Un principiante contro una futura promessa.

 

Mi viene da piangere Akira, comunque vada a finire questa partita, io ti avrò deluso.

Sarebbe sbagliato chiedere l’aiuto di Sai, ma non facendolo probabilmente perderei: vedresti il mio reale livello e ti vergogneresti di essere stato battuto da me, o penseresti che ti ho lasciato vincere… che ti ho preso in giro…

Non mi guarderesti più in quel modo, quel modo che odio…

A volte vorrei dirti tutta la verità, raccontarti del fantasma che mi ha spinto ad imparare il go… lo direi solo a te, Akira, perché te lo devo.

Sai ti somiglia un po’, credo che tu gli piaccia molto… forse preferirebbe stare con te che con me.

 

La partita è iniziata da due minuti e tu sei già in vantaggio, mi guardi e non capisci. La verità è che sono solo un principiante, Akira, e tutto questo pensare al male che ti faccio di sicuro non mi aiuta.

 

Mikani ha già vinto, ha battuto il tuo capitano senza barare. Si sente felice e pulito. Sai è orgoglioso di lui, anche se si pavoneggia un po’.

Lancio un occhio alla scacchiera di Tsutsui, è in vantaggio, probabilmente ce la può fare.

Torno a guardare te e mi accorgo che ricambi con disappunto. Scusami Akira, non volevo distrarmi.

 

Stai vincendo, era prevedibile. Le mie mosse ti saranno sembrate ridicole e senza alcuno scopo.

Raccolgo le pietre con la mano e tu sussulti, vedendomi mischiarle ed invalidare la partita.

< Mi ritiro. > dico senza guardarti. Mi viene quasi da piangere, tu ci tenevi tanto.

< Hikaru! Ma cosa…! > esclami scioccato, mentre mi alzo e finalmente ti guardo.

< Perdonami. > dico soltanto e spero che la mia voce non tremi. Lascio la sala tra i bisbiglii degli spettatori.

 

Non voglio che tu mi veda così. Sai tenta di consolarmi ma vorrei che sparisse anche lui, solo per un po’.

Vorrei non averti mai conosciuto, Akira, vorrei non aver mai sentito i tuoi occhi su di me, la tua voce gentile.

Non mi sentirei in questo modo, ora. Non mi ritroverei ad odiare il tuo sguardo, ad esserne geloso.

 

< Hikaru...! > dici in un soffio, rallentando la tua corsa e tornando sui tuoi passi per avvicinarti a me. Credevo non mi avresti trovato così in fretta, ma dopotutto la Kaio è tua scuola, la conosci meglio di me.

Mi sono lasciato scivolare contro una parete, appena dentro un ripostiglio, non ho pensato subito di chiudere la porta. Lo fai tu per me.

Mi asciugo le lacrime velocemente, con un gesto brusco e tu non ne fai parola.

Sei troppo educato per farlo.

< Che è successo? > provi, accosciandoti davanti a me ed abbracciandoti le ginocchia per essere alla mia altezza.

< Scusa. > rispondo timidamente, la voce ancora incrinata dal pianto.

Non dici niente per un po’, abbassi gli occhi, guardi di lato… e già mi manchi.

 

La verità Akira è che io adoro il modo in cui mi guardi, ma odio non meritarmelo. Non è per me quello sguardo.

Odio me stesso, non te. Riesci a capire?

Mi sento male, è come mentirti ogni secondo. Odio non poterti dire tutto, odio la certezza di essere odiato da te se lo facessi…

Non riesco a sopportarlo.

 

< Ti ho pensato tanto negli ultimi mesi. > dici imbarazzato, abbracciandoti un po’ più stretto e ravviandoti una ciocca di capelli neri dietro l’orecchio, in un gesto dolce.

< Immaginavo di averti di fronte in ogni partita… > continui socchiudendo gli occhi.

< Ti prego… smettila. > imploro e tu torni a guardarmi. Sei stupito, quasi offeso dal mio continuo ferirti e ancora troppo gentile per vendicarti.

< Perché? > chiedi. Una domanda legittima dopotutto.

Sono io ora ad evitare il tuo sguardo e penso veloce, cercando una via d’uscita.

< Ricordi la prima volta che ci siamo incontrati? In quella sala da go… > Annuisci, ricordo il tuo sorriso gentile e la mia ingenuità nel giudicarti soltanto dall’età.

< La prima volta che mi hai sconfitto… > dici e io scuoto tristemente la testa.

< Non avevo mai giocato una partita intera prima di allora. > spalanchi gli occhi, ma lo sapevi già. In qualche modo te ne sei accorto, lo vedevo nel tuo spiegarmi pazientemente i riti che precedono lo scontro vero e proprio, le regole basilari.

< Perché mi stai dicendo questo? > tremi leggermente, mi dispiace, giuro che non voglio farti del male…!

< Akira, - dico e istintivamente poggio una mano sulla tua spalla, incontro i tuoi occhi, per placare un po’ del tuo turbamento - Vorrei tanto essere il tuo rivale, ma… >

< Ma? > mi incalzi impaziente torturandoti il labbro inferiore coi denti.

Quanto sono egoista…

< Ma non me lo merito. - confesso abbassando lo sguardo - Io non sono… alla tua altezza. >

Mi guardi con gli occhi sgranati, forse ti senti preso in giro, forse stai di nuovo male per causa mia… non lo so, io non riesco a sollevare lo sguardo.

Sento il profumo dei tuoi capelli mentre scuoti leggermente la testa, < Hikaru, tu sembri venire da un altro pianeta… non so che pensare di te…! > sospiri.

La mia mano scivola dalla tua spalla ma tu vai avanti, < Cosa è cambiato?, credi che basti questo per farmi smettere di pensare a te… >

Forse non voglio che tu smetta di pensarmi, Akira, ho solo bisogno di tempo… voglio che tu mi aspetti.

< Il go non è solo un gioco… me l’hai insegnato tu. - rispondo ancora non so come darti un po’ di pace. Le mie parole risultano confuse - La serietà con cui giochi mi fa quasi paura. Sei fantastico, te l’ho già detto… Ma io non sono ancora pronto, vorrei esserlo…. Ma sarebbe una bugia. Riesci a capire? >

< No, - scuoti la testa e io sento un groppo allo stomaco, ho fallito di nuovo. - ma ti credo. >

< Cosa?! > chiedo stupito.

< Ho detto che ti credo, - dice serio - mi sembri sincero e quindi anche se non capisco il motivo della tua fuga… rispetterò la tua decisione. >

Ti guardo ammirato, sei davvero speciale Akira, da dove la prendi tutta questa nobiltà?

< E dire che avevo fatto tanto per scontrarmi con te durante il torneo…! > sbuffi senza rancore, alzando leggermente la tua frangia nera.

Sento le lacrime pungermi gli occhi da tanto che sono felice, vorrei quasi abbracciarti!

Wow, lo sto facendo davvero! E tu tenti debolmente di resistere al mio slancio con un < Hikaru…! > appena ridacchiato.

È la prima volta che ti sento ridere e ti tiro giù con me, in ginocchio, le mani appoggiate al mio petto ed il viso nell’incavo del mio collo. Non ti dibatti più, tutto si ferma per qualche secondo, sento il tuo respiro sulla mia pelle, i tuoi capelli fini mi solleticano il naso.

Non ti vorrei lasciare…

Voglio che tu sia mio, solo mio, non di Sai.

 

Quel cretino arrossisce e si porta una manica alla bocca, fortuna che non pronuncia nessuno dei suoi tralasciabili commenti…

 

< Hikaru… > sussurri piano, premendo sul mio petto per allontanarti da me.

< Oh…! > faccio io ed arrossiamo entrambi.

Ti alzi spolverando i pantaloni grigi della divisa scolastica, più chiari dei miei e mi tendi una mano per alzarmi a mia volta. L’accetto mentre dici < Andiamo a vedere chi ha vinto il torneo, dovrebbero avere quasi finito… >

 

Mi torna in mente Tsutsui e la partita, spero che la mia squadra non perda per colpa mia.

Mi afferri il polso e cominci a camminare veloce, quasi trascinandomi, come quella volta sotto la pioggia, quando mostravi i denti.

 

Diventerai un drago o un leone? E io, cosa diventerò?

 

Non importa, davvero, mi basterebbe l’onore di chiamarti Onegai Shimasu…

 

 

 

***

AWN!non sono pucci? ç_ç  mi commuovono.

Io li fare abbracciare in ogni scena del fumetto...

Ditemi cosa ne pensate, a me non sembra di essere andata ooc, ma non si sa mai!

Lasciatemi un commento, così saprò di non essere l'unica a leggere questo manga stupendo! *ç*

(anche se probabilmente è così... T_T)

Ringrazio Jesus, come sempre, per essersi beccato un'altra One-shot di tema ignoto a scatola kiusa >.<

 

Grazie per aver letto, spero che la storia vi sia piaciuta. ^^

*Kissu* Lem

  
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