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Autore: Funeral of Hearts    16/07/2012    9 recensioni
Spoiler. Fan fiction ambientata dopo la saga di Punk Hazard. Con l'andare avanti della storia, probabilmente cambierò anche il genere e il rating.
Le streghe esistono. La loro è una storia di tormenti e persecuzioni, vite vissute senza pace, sempre in fuga da chi si vuole impadronire del loro potere per sfruttarlo - oppure per schiacciarlo definitivamente. Su di loro grava una maledizione che le ha quasi portate all'estinzione. Quasi, perché ancora qualcuno resiste. E non smetterà finchè non avrà posto fine al maleficio. Perché soltanto in quel momento si potrà dedicare alla realizzazione del suo sogno, messo a lungo - troppo a lungo - da parte.
Ma da soli è difficile. Sarà l'incontro, fortuito, con una delle ciurme più ricercate dei mari, potenziate dall'alleanza di pirati altrettanto famosi, a squarciare con un fascio di speranza un cielo rimasto per troppo tempo oscuro.
Dal capitolo sei:
“Dicci chi sei.”
“Luotisade Lilith, la 'Strega Rivoluzionaria'.” la voce di Trafalgar Law risuonò su tutto il ponte.
“Law...” sussurrò la ragazza chiamata Lilith, smettendo di accarezzare Bepo e guardando dritto negli occhi il capitano degli Hearts, accennando un sorriso.
“Tervetuloa laivalle, Miss Lilith.”
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mugiwara, Nuovo personaggio, Trafalgar Law
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Soltanto gli OC mi appartengono, gli altri sono proprietà di Eichiro Oda.

 

 

 

PROLOGO

 

 

Animal crackers and cocoa to drink,
That is the finest of suppers I think;
When I'm grown up and can have what I please
I think I shall always insist upon these.
What do YOU choose when you're offered a treat?

Christopher Morley, Animal Crackers, 1930

 

 

 

Era sicuro che quello non era il luogo in cui si era addormentato. Dopo settimane di navigazione, erano approdati su quell'isola – infernale, a detta di molti, e per ragion veduta – e lui si sarebbe dovuto trovare nella stanza che gli era stata assegnata, steso sul letto. Ed invece era sveglio, in piedi davanti ad un'elegante cancellata in ferro battuto, dalla quale si intravedeva un giardino molto curato. Un luogo che su quell'isola non esisteva, non poteva esistere. Il cancello era appena accostato. Un chiaro invito ad entrare. Tanto valeva la pena di provarci. Lo varcò, spingendolo delicatamente, senza far rumore. Le piante, i cespugli e gli alberi contribuivano a creare un'atmosfera surreale. L'odore delle magnolie pervadeva delicatamente l'aria. Notò del movimento alla sua destra. Si voltò e vide la figura di un uomo con un cappello a cilindro che gli sorrideva.

Monsieur Xavier?” chiese sorpreso.

L'uomo si tolse il cappello, rivelando i suoi capelli bianchi, ed accennò un inchino. Un gesto d'altri tempi. Si rimise il cappello e lo invitò a venire verso di lui. Solo allora il ragazzo notò che vi era un tavolino apparecchiato per due persone. Si avvicinò. L'uomo lo invitò a sedersi. La visiera creava un'ombra che copriva i suoi occhi, ma il giovane sapeva che era una sua abitudine. L'aveva anche quando lo conobbe, anni fa.

Tuttavia il ragazzo non si sentiva completamente a suo agio. Si fidava di quell'uomo, ma non riusciva a spiegarsi la sua presenza. Beh, forse non del tutto... Forse era meglio dire che non riusciva a dare una spiegazione logica a tutto ciò che stava accadendo – riguardo l'uomo, il giardino – e questo era il motivo del suo disagio. Ma, trattandosi del vecchio, qualsiasi pensiero razionale andava messo da parte. Sospirò.

L'ultima volta che lo aveva visto era un bambino. Quanto tempo fa? Una dozzina d'anni?

Tredici, per l'esattezza.” rispose l'uomo con quel suo accento particolare, leggendogli nel pensiero. Già, aveva quasi scordato che ne era capace. Anche nel suo attuale stato ci riusciva, a quanto pareva. Vide l'uomo versargli del liquido scuro nella tazza. Cioccolata calda. Allora notò anche i biscotti. Non aveva bisogno di assaggiarli per indovinarne il gusto.

Cannella. I suoi preferiti, monsieur.” Non gli aveva mai mancato di rispetto in passato. Né lo avrebbe mai fatto. Aveva moltissima stima di quell'uomo.

Il vecchio sospirò. “Quante volte te l'ho ripetuto? Puoi chiamarmi oncle.” Sorrise – ben conscio che non avrebbe mai usato quell'appellativo. “Perdonami se ti ho letto nella mente. È una vecchia abitudine, ormai.” Gli indicò i biscotti. “Serviti pure. Anche se so che hai in mente molte domande da pormi e la cioccolata o i biscotti in questo momento non catturano il tuo interesse.”

Dove siamo?” il ragazzo era più che sicuro di non aver mai visto un luogo così lussureggiante. Eppure aveva navigato per anni, aveva visto tante isole, tanti luoghi, mai un giardino così ben curato.

In un luogo che era, e che tornerà ad essere.” disse il vecchio scandendo una ad una le parole. Doveva aspettarsi una risposta del genere.

Una premonizione?” chiese inzuppando un biscotto.

No. È una mia speranza. E sono sicuro che si avvererà.”

Ci troviamo in un sogno?”

Non proprio.” L'uomo sorseggiò la cioccolata. “Non farmi domande inutili.” Era un invito cortese, ma fermo allo stesso tempo.

Perché ci sono solo io?” Senza accorgersene, aveva bevuto tutta la cioccolata e il vecchio gli aveva riempito la tazza una seconda volta. In quel momento la stava stringendo, quasi fosse una nemica. Si scottò, e spostò lo sguardo verso l'oggetto. Una maiolica bianca dai bordi dorati e decorazioni a foglie azzurre. Non aveva mai visto una così pregevole fattura.

Questa è una domanda interessante.” disse l'uomo riportandolo alla conversazione. “Perché volevo chiacchierare con te. Volevo rendermi conto di come sei cresciuto. Volevo incontrare l'uomo che sei diventato. Volevo vedere se non avevi perso di vista i tuoi obiettivi.” Nonostante parlasse lentamente, marcò l'ultima frase.

Il ragazzo sussultò, anche se cercò di mascherarlo. Sicuramente lui sapeva tutto della sua vita dopo i fatti di tredici anni prima. Ne era certo. E probabilmente non ne era molto contento.

In effetti ero un po' perplesso” disse l'uomo leggendogli nuovamente nei pensieri. “Ma mi sono sempre detto che faceva parte di un piano ben strutturato. Il più delle volte lo era. Ma adesso?” Gli occhi dell'uomo, fino a quel momento coperti dalla visiera del cappello, si scoprirono, puntando quelli del ragazzo.

Questa volta il sussulto fu più evidente. Il giovane conosceva bene quegli occhi, lo avevano sempre affascinato, non era mai riuscito a spiegarsi perché fossero così singolari – ma in quel momento ne ebbe timore. Sapeva bene cosa erano capaci di fare – cos'era capace di fare quell'uomo – ne aveva avuto prova in più di un'occasione.

Non voglio rimproverati, ma soltanto chiederti se sei sicuro di ciò che fai.” Il suo tono era tornato dolce, e parvero addolcirsi anche i suoi occhi. Sorseggiarono a lungo la cioccolata. “Non c'è da fidarsi dell'uomo che ti sta accanto.” continuò, mentre gli occhi venivano nuovamente sommersi dall'ombra della visiera.

Non mi fido nemmeno io, monsieur. Ma mi serve. Sto svolgendo delle ricerche.”

Hai un piano per il futuro?”

Sì, monsieur.” I ruoli di interrogante e interrogato si erano ribaltati.

E le tue promesse?”

Non le ho dimenticate.” Sembrava volesse aggiungere altro, ma si interruppe. Era vero che non se ne era mai scordato. Ma a che punto era arrivato? Si oscurò in viso.

I risultati sono vicini più di quanto tu possa credere.” Il ragazzo sollevò lo sguardo sorpreso. E si sorprese ancora di più quando, davanti a sé, non vide né l'uomo, né il tavolo con le tazze della cioccolata e i biscotti, né quello splendido giardino. Era di nuovo nella sua stanza, seduto alla scrivania davanti alla finestra. Fuori vi era una tempesta di neve, come sempre. Ma in bocca aveva ancora il sapore della cioccolata e della cannella, e nel naso il profumo delle magnolie.

Au revoir, monsieur Xavier.” mormorò a voce bassa.

 

 

 

*****

 

 

NdA: un parto. Sono solo al prologo e, per scriverlo, ci ho messo più di due settimane. L'avrò corretto una ventina di volte, senza scherzi. Ma non per questo non è detto che ci siano degli errori. Vi invito quindi a indicarmeli, accetto senza problemi critiche e perplessità... e i complimenti, naturalamente.

Ad ogni modo... Monsieur Xavier è, ovviamente, un OC; mentre l'altro personaggio no... Si scoprirà nei prossimi capitoli la sua identità e, dal prossimo, comincerà la storia vera e propria. Inoltre, per ogni capitolo metterò una poesia – o alcuni estratti, frasi, e così via – che siano il più possibile attinenti al capitolo stesso. Li metterò in lingua originale perché sono dell'opinione che le traduzioni, per quanto ben fatte, perdano in musicalità. Ma se ci sono dei problemi, ve le posso tradurre.

À bientôt!

  
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