Anime & Manga > Lady Oscar
Ricorda la storia  |       
Autore: Nisi    31/01/2007    39 recensioni
Dopo quella notte a Saint Antoine, Oscar si è finalmente resa conto di amare André. Ora il problema è come farglielo sapere. Mica facile, dal momento che tutto sembra congiurare contro di lei. E ci si mette pure di mezzo una misteriosa dama della quale André sembra essersi innamorato. Guest stars il salice piangente Rosalie Lamorielle che è diventata più irritante del solito, causa una particolare… condizione.
Genere: Romantico, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Distesa nel buio, al sicuro nella sua stanza, Oscar tentava inutilmente di riposare, ma il dolore delle ferite riportate solo qualche ora prima e l’eco delle sue stesse parole le rimbombava in testa impedendole di chiudere occhio.

Si levò bruscamente a sedere e trasalì per il dolore al braccio: “Questa poi!” mormorò al suo baldacchino. “Me ne sono accorta dopo solamente trent’anni che lo conosco che mi sono innamorata di André. Se continuo di questo passo, fra un secolo riuscirò a dirglielo”

Soffocò una risata: nella sua testa rivedeva continuamente l’espressione del conte di Fersen che, in confidenza, le era sembrata particolarmente ebete. “Il vostro André?”

Beh, che c’era di strano? Qualcosa in contrario, forse? Certo, il mio André. E allora?

Ogni lasciata è persa, caro il mio bel tronco di pino svedese! (voi non lo sapete, ma bis bis bis bis bis bis nipote di Hans Axel avrebbe fondato una famosa catena di negozi di mobili).

Confidenza per confidenza, il conte aveva una gran bella presenza - ne sapeva qualcosa anche lei! - ma non brillava certo per l’acume della sua intelligenza, almeno per quanto riguardava il loro personale rapporto: non si era accorto infatti che lei fosse una donna (e la cosa l’aveva segretamente fatta imbestialire), non si era accorto che sotto quella stoffa bianca di quel vestito da odalisca e, soprattutto, sotto a quel maledetto corsetto che la faceva boccheggiare come un pesce appena pescato c’era lei la sua migliore amica. Le forcine che le pungevano la testa, la pettinatura da scema, gli orecchini che le strizzavano il lobo e quella roba che le impiastricciava la faccia non era servita a niente.

E non si era nemmeno accorto che lei si era presa una scuffia da paura. Anzi, se ne era accorto troppo tardi, per cui la figuraccia non era sicura se fosse più sua o di lui.

Forse, Hans Axel era bello solamente quando stava zitto; d’altronde, non è che lui e Maria Antonietta parlassero molto, ultimamente. La bocca la usavano per altri scopi, sicuramente più segreti.

Per associazione di idee, le venne in mente un’altra bocca e, precisamente, un’altra bocca che si era posata sulla sua pochi mesi prima senza neanche troppi complimenti. Quella di André. Ora era lei ad avere un’espressione ebete, probabilmente. Era da parecchio che non ripensava a quella scena (o non voleva ripensarci), ma il solo rievocarla alla mente le fece rimescolare il sangue facendolo confluire sulle sue gote pallide. Ad essere sinceri, ma proprio sinceri, prima che lui le strappasse la sua camicia preferita, la cosa era stata anche piacevole, solo che non aveva avuto materialmente il tempo di accorgersi quello che stava succedendo: dopo una vita passata pensando a se stessa come ad un essere di sesso maschile, l’ultima cosa che si sarebbe potuta aspettare era proprio che un uomo la baciasse a quel modo, no? Quando era piccola era arrivata al punto di controllare tutti i giorni se le fosse cresciuto il pipino, figuriamoci se pensava ai baci.

Quanto a sapere esattamente come reagire a quell’assalto famelico, neanche a parlarne. Aveva letto di nascosto dei testi di anatomia, ma la tecnica della questione le era risultata abbastanza estranea, nonostante sapesse a grandi linee come si procedesse in casi simili, anche se quella stessa sera il suo sguardo per la prima volta si era posato sul fondoschiena del suo ex attendente, ex amico, ex un sacco di cose e novello (si faceva per dire) oggetto del suo acerbo amore, ed aveva dovuto cacciare le mani in tasca per impedirsi di accarezzare quei bei glutei muscolosi. Sarebbe stato imbarazzante, se non altro per il fatto che alle sue calcagna stava Nanny. Niente a che vedere con quello che aveva provato per Fersen: l’idea di mettergli le mani addosso a quel modo non l’aveva mai e poi mai sfiorata nemmeno per sbaglio.

Sì buttò all’indietro sul materasso. “Ahia! Che male!” questa volta fu la testa attraversata da una fitta a farla rimanere senza fiato per un attimo.

Va bene, era innamorata di André e già era difficile da accettare. Il fatto che lei fosse una donna vestita da uomo complicava le cose di parecchio ma, si disse, non ad André il quale aveva recentemente dimostrato in maniera disarmante di apprezzarla indipendentemente da come era vestita… o svestita. A voler essere onesti, quando aveva indossato quella trappola che i più si ostinavano a chiamare “abito da sera”, era stato proprio lui a darle maggiori soddisfazioni: si ricordava ancora la sua espressione beata mentre la guardava. Ed ora che ci pensava meglio, si ricordò anche che il suo sguardo si era fermato sul suo decolleté, incredulo, come se non riuscisse a capacitarsi che anche lei avesse dei… seni!

Aveva scoperto, alla luce dei suoi ultimi impulsi, che l’idea di toccarlo le piaceva parecchio.

Anche l’idea che lui la (ri)baciasse le andava a genio più di quanto avesse sperato; inoltre, quella sera prima di ritirarsi aveva buttato un’occhiatina in tralice al suo petto semicoperto dalla camicia di lino bianco trovandolo particolarmente di suo gusto. Non che fosse la prima volta che vedeva porzioni di pelle di Andrè, ma quella era stata la prima volta in cui avrebbe voluto vederne di più. In più le era persino venuta la fissa di voler baciare ogni piccolo graffio che lui si era procurato. Assurdo! Avrebbe significato dargli trentanove baci di seguito. E chissà dove, poi!

Si rotolò nel letto pensando che il suo flusso di coscienza la stava portando verso una categoria di elucubrazioni da classificarsi sotto la categoria chiamata “pensieri impuri” e rimase incerta se abbandonarsi ad una fantasia su di lui, se restare cosciente e continuare ad analizzare i sentimenti che aveva appena scoperto. Dormire era fuori discussione.

Optò per questa seconda ipotesi, visto che per quella sera era già successo troppo e si vergognava come una ladra a pensare ad André in quei termini, per cui valutò che forse sarebbe stato meglio fermarsi a riflettere un attimino.

Ora, lei amava lui - finalmente – e lui amava lei. Peccato che i loro rapporti si fossero lacerati, come la camicia di cui sopra. Un po’ anche per… beh, tanto per colpa sua, visto che aveva investito il povero caro (povero caro? Era già arrivata a quel punto? Ancora un po’, ed avrebbe iniziato a pensare a lui come ad “amore mio”) con un’ondata di gelo da lasciarlo tramortito per benino. Ora il problema contingente era: dichiararsi.

Già.

Come?

Fargli capire qualcosa mentre stavano in caserma neanche a parlarne: Alain la teneva d’occhio e non gliene avrebbe fatta passare una, quello sfacciato! Le libere uscite, André le passava andandosi ad ubriacare con il suo commilitone fino a cadere sotto ai tavolacci e a raccontarsi cose irripetibili e a ridere come degli imbecilli oppure a declamare poesie di sedicenti artisti o ad intonare canzoni stonate con l’entusiasmo tipico degli ubriachi. Sperava vivamente, ma non ci contava troppo, che le ragazze da taverna non le avesse mai frequentate, anche se un po’ di esperienza, almeno per lui che era un uomo per davvero, non sarebbe guastata.

Niente da fare per la caserma, ma a casa non era altrettanto fattibile: c’erano Nanny, suo padre che non aveva ancora mandato giù completamente il suo exploit al ballo dato in suo onore dal Generale Bouillé e vederla fare gli occhi dolci ad un servo gli avrebbe inibito la digestione per il resto del suoi giorni. Posto che lei fosse in grado di fare gli occhi dolci. E posto che il generale fosse ancora in grado di digerire.

Ritornò al tempo in cui lei ed André erano ancora bambini e ne sentì nostalgia. Beata innocenza! Il problema più pressante, a quel tempo, era non farsi sorprendere da Nanny mentre lei ed André rubavano la marmellata o pezzetti di dolce.

Nanny, dal canto suo, fingeva di non accorgersene e spiava con indulgenza dei due bambini scapestrati che facevano incursioni notturne nella sua cucina.

L’unica volta che si era veramente arrabbiata fu quando Oscar aveva trovato una bottiglia di Bordeaux aperta ed appoggiata alla credenza e lei e André l’avevano svuotata. Nei loro pancini, ovviamente.

Forse la loro propensione ad eccedere con l’alcool era nata proprio nel corso di quella notte, comunque André conservava ancora un ricordo indelebile di quell’avventura. Se non lui in persona, di certo i suoi glutei, perché Oscar si era ubriacata alla tenera età di anni nove e Nanny gliene aveva dato la colpa.

Dopo il suo tete à tete con la nonna, Andrè si era mosso con difficoltà ed era andato a trovare la sua bionda amica/o che stava ronfando dalla grossa e lui si era chinato a posare un tenero bacio sulla guancia della sua strana bambina e le aveva accarezzato i capelli. Siccome anche lui aveva bevuto non poco, si era poi addormentato al fianco di lei. La mattina, al posto del canto degli uccellini e del sorriso di Oscar, un paio di mestolate in testa.

La vita è effimera!

* * *

La mattina si svegliò e pensò che si sentiva come se la carrozza della Polignac le fosse passata sopra a lei, però se non altro, aveva elaborato una strategia: si sarebbe presa tre giorni di riposo ed André con lei.

Tutta soddisfatta, scese le scale per andare in cucina a fare colazione.

“Oscar! Non dovresti riposare?” la accolse burbera Nanny

Oscar ridacchiò e si accomodò al tavolo: “Le mie gambe hanno solamente qualche graffio, è il braccio che dovrebbe stare a riposo.” Nella stanza c’erano solo loro due e, cercando di assumere l’aria più indifferente possibile, domandò: “Non c’è André?”

“E’ uscito presto e non so dove sia andato.”

Oscar non riuscì a nascondere la sua delusione. “Oh!”

“Oggi c’è una sorpresa, indovina chi ti è qui in visita?”

Girodel? No, ti prego: l’ultima volta che lo aveva visto le era saltato addosso causandole una reazione allergica: si era grattata per tutta la notte. Forse era colpa un prodotto che lui usava per i capelli... Fersen? Peggio che andar di notte, gli avrebbe riso in faccia. Il peggiore dei suoi soldati era più sveglio di lui. Il vostro André? Hans, torna da Maria Antonietta, che è meglio!

“Non ne ho idea. Spero non sia uno scocciatore o, peggio, un nuovo corteggiatore che ha scelto mio padre.”

“Oscar, non essere acida!” la ammonì severamente la nonna. “Vieni, vieni pure, cara.”

Cara?

Un nanosecondo dopo, Oscar si ritrovò appiccicata addosso un basso fagotto biondo e piangente.

Rosalie?

“Madamigella Oscar, come sono felice di rivedervi! Il vostro profumo, i vostri capelli…” e giù a frignare più di prima.

“Rosalie, sono felice di vederti.” le sorrise Oscar staccandola da sé con delicatezza (anche perché le camicie bagnate diventano trasparenti…) “Come stai?”

“Stiamo benissimo!”

Stiamo?

In quel momento, Oscar si avvide che la sua sorellina si accarezzava la pancia rotonda con evidente soddisfazione.

Rosalie… incinta?

Come poteva essere successo?

* * *

Un’idea di come potesse essere successo, io ce l’avrei e sono sicura anche voi.

Buongiorno, come state? Eccomi ritornata con una nuova ff. Mi ero stufata di quelle storie che scrivevo e che istigavano al suicidio, per cui ho deciso di scrivere qualcosa di decisamente più brillante. Dovete solo immaginare che Rosalie sia venuta a fare visita ad Oscar e che il suo frugoletto sia stato messo in cantiere prima del previsto. Tutto qui.

Spero la storia sia di vostro gradimento.

Nisi

   
 
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lady Oscar / Vai alla pagina dell'autore: Nisi