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Autore: emme30    17/07/2012    7 recensioni
"Sentimi bene, ne ho piene le scatole dei tuoi piagnucolii e delle tue lamentele alla Non mi vorrà più nessuno e finirò a morire da solo con cinque gatti . Dopo una settimana che sei chiuso in casa a studiare, sono riuscita a portarti fuori nell'unico giorno libero che ho, quindi vedi di non farmene pentire. E stiamo andando al Cat's, perchè ho voglia di cantare e di vederti libero da quella orribile coperta che ti metti sempre sul divano quando passi la serata a deprimerti. Quindi, occhio Hummel. Non ti conviene farmi incazzare, è tutta la settimana che lavoro come una pazza e stasera voglio divertirmi, sono stata chiara?"
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dave Karofsky, Kurt Hummel, Santana Lopez | Coppie: Dave/Kurt
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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What if in cui Kurt è entrato alla NYADA invece di Rachel.

 

Tutta Colpa di Santana.

 

Santana, posso sapere dove stiamo andando?”

No.”

Non ci voglio andare in quel gay bar in cui mi hai trascinato la settimana scorsa.”

Piantala di rompere.”

Ma dimmi che almeno non andiamo in quella bettola!”

Vorrei ricordarti che ti sei divertito in quella bettola.”

Mi hai fatto bere cocktail a tradimento! Ovvio che dopo un po' ridevo come un cretino, lo sai che la tequila la reggo poco e niente!”

Ti sei divertito comunque.”

Mi vuoi dire dove stiamo andando?”

No.”

Kurt si lasciò scappare quello che era l'ennesimo sospiro della serata e cercò di ignorare il sorriso sornione sulle labbra scarlatte dell'amica. Si voltò verso il finestrino del taxi che li stava portando nel centro di Manhattan e si fece incantare facilmente dalle luci e dalle insegne luminose della città che scorrevano davanti ai suoi occhi. L'ultima cosa che avrebbe voluto fare quella sera era mettersi in tiro e uscire per andare in chissà che locale di dubbio gusto con quel diavolo con cui conviveva.

Che poi, non avrebbe mai pensato che sarebbe andato a convivere a New York con Santana Lopez ma, da quando Rachel non era stata ammessa alla NYADA, il problema dell'alloggio nella Grande Mela era diventato un problema gigantesco. Non era troppo contento dell'idea di condividere la casa con uno sconosciuto che chissà quali abitudini aveva quindi, non appena aveva saputo che anche Santana si sarebbe diretta a New York per cercare fortuna, le aveva proposto una convivenza per sanare i costi dell'appartamento in periferia che aveva trovato.

Non l'avesse mai fatto.

Dopo circa una settimana di “Santana vuoi uscire da quel bagno?” e “Mi hai mangiato tutti i biscotti!” era sicuro che chiunque sarebbe stato un acquisto migliore della sua vecchia compagna di scuola.

Il primo mese era abbastanza sicuro che l'avrebbe uccisa a mani nude; inutile dire che i litigi erano all'ordine del giorno eppure, con il passare del tempo e la routine, avevano entrambi imparato a convivere con le manie l'uno dell'altra e viceversa, perchè Kurt poteva anche lamentarsi dello stile di vita di Santana, del modo in cui mangiava patatine sbriciolando su tutto il divano o delle ore che passava in bagno, ma era sicuro che anche lei avrebbe avuto qualcosa di ridire su certe sue abitudini che erano dure a morire.

Con il passare del tempo, lo status di Santana era cambiato da coinquilina a diavolo e infine a semplice amica, una persona con cui Kurt si sentiva a proprio agio a parlare, ridere e raccontare i pesantissimi giorni di lezione alla NYADA.

Santana aveva trovato lavoro in un locale abbastanza in centro: faceva la cameriera ma era riuscita chissà come a convincere il proprietario a esibirsi durante alcune serate. Era un posto molto simile a un locale per il karaoke, eppure molto serio, visto che per salire sul palco c'era bisogno di fare una piccola audizione. Quando Brittany e Blaine erano venuti in città prima di Natale, erano andati tutti insieme al locale dove lavorava Santana e Kurt aveva potuto constatare da solo che il posto era di buon gusto, la clientela giovane e vivace e i cocktail squisiti. Avevano passato una serata più che divertente, a ridere, cantare e bere, senza considerare i chilometri che in realtà dividevano le due coppie e senza pensare al domani, a quando Brittany e Blaine sarebbero dovuti tornare in Ohio.

E Kurt era felice della sua nuova vita, era felice anche se gli mancava la sua famiglia, il suo ragazzo e i suoi amici, si sentiva completamente in pace con se stesso e con la scelta che aveva fatto.

Poi però era arrivato il 13 Gennaio e con quello la telefonata di Blaine in cui lo aveva lasciato.

Non era stata una cosa troppo eclatante: si erano sentiti per cellulare e Blaine gli aveva semplicemente detto che non era più innamorato di lui, che la distanza lo aveva allontanato, che non pensava a lui come invece faceva prima, che gli dispiaceva fargli un discorso del genere per telefono ma non poteva lasciare l'Ohio per dirglielo di persona e non se la sentiva di mentirgli finchè non sarebbe tornato. Kurt aveva riconosciuto il dispiacere e il dolore nel tono di voce di Blaine e, prima che avevano riattaccato, si erano promessi una bella chiacchierata non appena si fossero rivisti a Lima.

Era finita così la sua storia con Blaine. Senza drammi, senza urla o pianti disperati al telefono, senza gesti plateali o corse in aeroporto. Era finita perchè non c'era più quel sentimento che li legava.

E Kurt si era stupito di non aver versato neanche una lacrima quando aveva parlato con lui, gli dispiaceva quasi più non sentirsi addolorato per essersi lasciato con il suo primo amore che la rottura di per sé. Si convinse di non essere un mostro senza cuore una sera, un paio di giorni dopo quella telefonata in cui mentre era a tavola con Santana aveva detto semplicemente: “A Blaine non piace il formaggio dentro ai toast.”

Era stato quello il momento in cui aveva realizzato che lui e Blaine non stavano più insieme. Aveva pianto tra le braccia di Santana quella sera, che aveva insistito a non fargli divorare le scorte di gelato che avevano nel freezer e aveva nascosto il dvd di Titanic.

Erano passati più di due mesi da quella sera e Kurt si era ripreso dal dolore della rottura quasi completamente. La cosa che gli mancava più di tutte era non poter sentire Blaine come faceva prima, non potergli scrivere tutti i giorni, i suoi messaggi e le sue risate al telefono quando gli raccontava dell'ennesimo litigio con Santana. Gli mancava Blaine e tutto quello che comportava averlo accanto eppure, stranamente, non i suoi baci o le serate a fare l'amore. Non ci aveva pensato neanche una volta da quando era tornato single.

E durante quelle settimane in cui cercava di non farsi prendere troppo dallo sconforto, Santana aveva provato a fare di tutto per distrarlo e non farlo cadere in depressione, trascinandolo in locali gay di dubbio gusto nei quali, forse, sperava si trovasse qualcuno con cui divertirsi una sera e si lasciasse andare un po'. Ma Kurt non era così, non gli era mai interessato qualcuno con cui divertirsi una sera, lui era uno da storia d'amore, lo era sempre stato e poco importava il fatto che fosse appena uscito da una relazione importante. Peccato che Santana sembrasse avere i tappi nelle orecchie quando lui le diceva certe cose.

San, ti prego, non voglio che mi porti in chissà quali club a rimorchiare, non voglio rimorchiare, non mi-”

La vuoi piantare di lamentarti?” Kurt guardò con una smorfia l'espressione stufa sul viso di Santana, intenta a guardare fuori dal finestrino.

Ma io-”

Sentimi bene,” Santana a quel punto si voltò verso di lui, guardandolo fisso negli occhi. “Ne ho piene le scatole dei tuoi piagnucolii e delle tue lamentele alla Non mi vorrà più nessuno e finirò a morire da solo con cinque gatti. Dopo una settimana che sei chiuso in casa a studiare, sono riuscita a portarti fuori nell'unico giorno libero che ho, quindi vedi di non farmene pentire. E stiamo andando al Cat's, perchè ho voglia di cantare e di vederti libero da quella orribile coperta che ti metti sempre sul divano quando passi la serata a deprimerti. Quindi, occhio Hummel. Non ti conviene farmi incazzare, è tutta la settimana che lavoro come una pazza e stasera voglio divertirmi, sono stata chiara?”

Kurt la guardò leggermente spaventato dal suo tono forte e deciso e dal suo sguardo penetrante. Annuì leggermente arricciando le labbra e ringraziando mentalmente il fatto che, da lì a due settimane, sarebbero tornati in Ohio e Brittany si sarebbe potuta prendere cura dell'evidente irritazione della sua amica.

Tornò a guardare fuori dal finestrino, ignorando volutamente il sorrisetto soddisfatto sulle labbra di Santana, fino a quando non raggiunsero il Cheshire Cat's.

Pagarono il tassista e si avviarono dentro il locale, con Kurt che si sforzava di sorridere per il suo bene e, soprattutto, per ringraziare Santana che, nonostante i modi da fare da nazista, si stava comportando davvero da amica. Si trovarono in poco tempo a chiacchierare con amici e conoscenti di Santana sparsi per tutto il locale, gente che Kurt non aveva mai visto ma che, a quanto pareva, la sua amica conosceva davvero bene. Gli presentò un paio di Judy, un tizio super gay di nome Carl, tre sue colleghe, due Steve e un'altra marea di persone di cui si dimenticò il nome molto presto ma che erano molto divertenti.

La serata trascorse tranquilla tra chiacchiere, risate, canzoni e Long Island, Kurt si lasciò andare a scherzi e risate e cercò sempre di avere un sorriso sulle labbra, cosa che, ne era certo, avrebbe fatto molto contenta Santana.

Ma la serata divertente e rilassata si trasformò in qualcosa di più circa intorno alle undici e mezza. Il locale si era riempito e lui era a chiacchierare con Santana e un paio di altre ragazze al bancone; stava raccontando loro un paio di aneddoti buffi della NYADA, quando la sua amica lo interruppe con un sorriso che nascondeva sicuramente qualcosa.

Finalmente è arrivato,” aveva annunciato soddisfatta, prendendolo a braccetto e trascinandolo a sedere al loro tavolo, esattamente a pochi passi dal palco sul quale era tutta la sera che ragazzi e ragazze si esibivano.

Kurt non aveva fatto neanche in tempo a chiederle di chi o cosa stesse parlando che un ragazzo alto era comparso sotto i riflettori, un ragazzo che lui conosceva molto bene e che il suo inconscio quasi aveva dimenticato. I lineamenti dolci del viso arricchiti da una punta di barba, una camicia di plaid che metteva in risalto le spalle muscolose e un sorriso in volto che era più splendente delle luci che aveva puntate contro.

Era... era una vita che non lo vedeva, non si ricordava neanche quando era stata l'ultima volta che si erano rivolti la parola. Forse giugno scorso, dopo il diploma per augurarsi buona fortuna con i rispettivi college. Sapeva che una delle sue opzioni era New York, ma a quel tempo non aveva ancora fatto una scelta definitiva o almeno la sua memoria si ricordava così. Non si era mai più chiesto che fine avesse fatto, era scivolato via dalla sua mente in modo lento e omogeneo, fino a fargli quasi dimenticare della sua esistenza o di quello che avevano passato insieme, sia le cose brutte che quelle belle. Anche perchè quando Kurt aveva iniziato a conoscerlo meglio gli ultimi mesi dell'ultimo anno del liceo, le cose belle che scopriva di lui mettevano da parte quelle brutte e, alla fine, da ex-bullo era quasi diventato un amico.

Quasi, perchè poi le loro strade si erano separate e ognuno si era dedicato interamente alla propria vita: non avevano avuto il tempo di fare quel passo in più che li avrebbe definiti amici sotto tutti gli aspetti e, probabilmente, era per quel motivo che quello che avevano debolmente costruito in quei mesi si era sfaldato lentamente.

Era comunque sicuro che non gli avesse mai menzionato il fatto che gli piacesse cantare.

Kurt provò a balbettare qualcosa ma, nel frattempo, una musica lenta e profonda aveva iniziato a risuonare per il locale, facendo partire fischi di approvazione e applausi da parte del pubblico. Sembrava quasi che lui fosse conosciuto in quel posto, visto il modo in cui alcune ragazze applaudivano e certi tipi fischiavano.

Non riuscì a non staccare gli occhi da quel viso così familiare eppure tutto nuovo, e il suo cuore mancò un battito quando si portò il microfono alla bocca e cominciò a cantare.

Dio, che voce.

Rimase letteralmente a bocca spalancata in modo vergognoso, abbastanza sicuro che la sua mascella stesse per toccare il pavimento, almeno finchè non percepì l'indice di Santana posarsi sotto il suo mento e serrargli dolcemente le labbra. Lui si voltò verso di lei, distogliendo a fatica lo sguardo sul ragazzo che stava cantando in maniera sublime sul palco.

Tu... tu sapevi che...?”

Sorpresa!” rispose lei, visibilmente soddisfatta del suo shock.

Cosa vuol dire sorpresa? Da quando sai che lui... lui canta così?

Da un po'. Viene spesso qui a cantare e puff, ho pensato di renderti partecipe di ciò.”

Kurt scosse la testa per poi tornare a prestare tutta la sua attenzione alla canzone e a quelle note basse e calde che gli stavano entrando nella testa e gli stavano facendo venire i brividi.

Michael Bublè gli era sempre piaciuto, ma mai avrebbe pensato che una sua canzone gli facesse quell'effetto, per non parlare poi del tono intimo e personale che gli stava dando l'esecutore. Quasi non si accorse della pelle d'oca che, invece, Santana notò lungo i suoi avambracci.

La canzone terminò troppo presto e Kurt si ritrovò come tutte le persone del locale in piedi ad applaudire per quell'esecuzione più che perfetta. Non c'era stata una imprecisione, una stonatura, nulla che potesse essere visto come difetto. Era stato assolutamente magnifico.

Fece appena in tempo a voltarsi verso Santana con un sorriso che lei lo aveva già afferrato per un braccio e aveva iniziato a trascinarlo verso il bancone del bar. Non capì subito il motivo di quel gesto, ma fece due più due non appena vide chi c'era dal banco.

Lui alzò lo sguardo dal suo drink per incontrare il sorriso di Santana, si scusò con i suoi amici e le andò incontro, non accorgendosi della presenza di Kurt fino a quando non lei non gli lo fece notare.

E, nel momento in cui le loro iridi si incontrarono, Kurt non potè fare a meno di sorridere alla sua sorpresa e al colore cangiante dei suoi occhi; non riuscì a capire se fosse marrone o verde.

Kurt? Ma cosa... cosa ci fai qui?”

Ciao Dave,” sorrise lui, sentendo le guance riscaldarsi per il tono caldo e sbalordito che aveva la voce di Dave. “Sono con questo diavolo qui,” ammiccò, indicando Santana, “Mi ha trascinato fuori casa.”

Lui sorrise alla smorfia della ragazza. “Oh beh, non mi aveva detto che ci saresti stato anche tu. In realtà mi ha quasi obbligato a venire, visto che domani lavoro e devo svegliarmi presto.”

Ti avrebbe... obbligato? Che strano!” commentò Kurt, voltandosi verso l'amica che aveva già cominciato a sbuffare.

Non mi guardare in quel modo, non vuoi fare i complimenti a Dave per quanto è stato bravo, Kurt? Ho dovuto pulirti la bava per metà canzone.”

Kurt arrossì vistosamente a quelle parole e odiò il fatto che Santana fosse una ragazza per non poterle tirare un calcio negli stinchi. Si voltò verso Dave giusto in tempo per vedere un sorriso compiaciuto sulle sue labbra.

Beh, sì, sei stato molto bravo.”

Grazie,” mormorò lui sincero, portandosi una mano dietro il collo, imbarazzatissimo.

Non sapevo sapessi cantare così bene.”

Mi piace cantare, è rilassante.”

Beh, hai davvero una bellissima voce! Sono rimasto molto colpito, ci avrebbe fatto comodo un baritono come te nel Glee Club ai tempi del liceo.”

Un cosa come me?”

Kurt rise alla smorfia sulle labbra di Dave. “Un baritono, significa che canti note molto basse e calde e-”

Che provocano strani movimenti nei pantaloni delle persone.”

Santana!”

E' vero, oh! Prima ero indecisa se eri sul punto di scioglierti o ec-”

Santana!”

Kurt si voltò verso l'amica furiosamente rosso in volto e con un'espressione più che scioccata, tranquillizzandosi quando le risate di Dave arrivarono alle sue orecchie.

Non preoccuparti Kurt, sappiamo tutti come è fatta Santana; di sicuro non mi scandalizzo per così poco,” sussurrò, attirando a sé la ragazza per abbracciarla. “Più che altro sono sorpreso del vederti in sua compagnia, non pensavo che foste così amici.”

Beh, siamo coinquilini.”

Dave sbarrò gli occhi a quelle parole, liberando Santana dalla sua presa. “Coinquilini? Scherzi?”

Kurt rise leggero, sorridendo in modo semplice e genuino. “No, no. A causa di una serie di sfortunati eventi, siamo finiti in casa insieme e la signorina qui-” si voltò nella direzione verso cui doveva trovarsi Santana, per poi accorgersi che lei se l'era svignata, lasciandoli da soli a parlare. Strano che nessuno dei due se ne fosse accorto. Si guardarono leggermente a disagio, ma Kurt continuò con nonchalance il suo discorso, ringraziando la poca luminosità del locale che copriva le sue gote color pomodoro. “E comunque no, siamo finiti ad abitare insieme e ha deciso di portarmi fuori stasera. La conosci anche tu Santana: o si fa come dice lei o si fa come dice lei.”

Dave rise a quelle parole, ma non riuscì a staccare gli occhi dal sorriso di Kurt. “Mi dispiace per te, non dev'essere semplice vivere con una come lei.”

Non proprio, ma ci ho fatto l'abitudine. Basta trovare un nascondiglio efficace per i biscotti.”

Biscotti?”

Kurt annuì ridendo. “Sì, poi ti racconterò. Ma tu, piuttosto, cosa ci fai qui? Non pensavo fossi interessato a New York!”

Dave fece un grande sorriso e si portò una mano a sfregarsi la barba sul mento, mordendosi il labbro. “Beh, sto facendo un corso per sai... l'agente sportivo... non so se ti ricordi quando-”

Certo che mi ricordo,” mormorò immediatamente Kurt senza lasciarlo finire di parlare, ma a voce abbastanza alta affinchè Dave lo sentisse. “In ospedale, come potrei dimenticarmi?”

Beh, sai non-”

Sono davvero contento per te.”

E lo era davvero. Non era una frase fatta, qualcosa senza senso o significato. Era davvero contento che quel ragazzo timido che aveva conosciuto nel peggior modo possibile stesse di fronte a lui fiero e con l'aria di essere invincibile.

Non se lo ricordava così, con quel sorriso così genuino e bello che gli colorava il volto di mille tinte pastello e lo faceva brillare così tanto.

Forse faceva fatica a cercare quel sorriso nei suoi ricordi perchè, in realtà, non lo aveva mai visto.

Quello era un Dave che non aveva nulla a che fare con il ragazzo spaventato di Lima. Era una persona nuova, cresciuta, che era riuscita a imparare dagli errori del passato e a crearsi un presente così bello da essere invidiabile da chiunque. Quello era un Dave che Kurt non aveva mai conosciuto ma che, tutto a un tratto, era diventato interessante e tutto da scoprire.

Kurt si ritrovò a pensare che voleva sapere tutto di lui, della sua vita e delle sue abitudini, di che cosa sapevano le sue giornate, se erano belle o noiose, come prendeva il caffè e cosa gli piaceva guardare in tv la sera. Kurt si ritrovò la mente affollata di domande e dubbi che si celavano dietro a quel semplice sorriso che ancora risplendeva davanti ai suoi occhi.

Sono davvero felice di vederti così Dave, te lo meriti.”

Oh, beh, se lo dici tu. Chi sono io per contraddire Kurt Hummel?” ridacchiò lui, visibilmente spaesato da quei complimenti e dallo sguardo che gli stava lanciando Kurt.

Ecco, non ti conviene anche solo pensare che io non abbia ragione. Potrei farti ammettere di avere torto sfidandoti a duetto e avrai anche una voce meravigliosa, ma stai pur certo che non vinceresti mai contro il sottoscritto.”

Dave scoppiò a ridere, ma non riuscì a smettere di ammirarlo lusingato. “Beh, sarebbe un piacere, eppure credo che dovrò rimandare a un'altra volta.”

Kurt quasi si dispiacque per quelle parole, non voleva che la conversazione con Dave terminasse così presto. La sua sete di conoscenza doveva pur essere soddisfatta.

Stai andando a casa?”

Quasi, mi sono svegliato presto stamattina e sono davvero stanco, sono venuto solo per salutare Santana.”

Kurt annuì, dandogli ragione, ma non smise neanche per un attimo di sorridere, perchè non appena Dave aveva detto “un'altra volta” solo un pensiero aveva cominciato a vagare nella sua mente.

Beh, avresti tempo per un drink insieme?”

Lui lo guardò quasi stranito da quella richiesta. “Un... drink?”

Sì, un drink. Puoi scegliere tra un alcolico o un caffè o un qualsiasi altra cosa liquida ti ispiri. Anche se io preferirei rimanere più sulle prime due opzioni,” scherzò mordendosi il labbro.

Dave lo guardò meravigliato e annuì lentamente, prima di dire quelle quattro parole che avrebbero cambiato tutto.

Sì, mi piacerebbe moltissimo.”

 

 

 


In realtà la colpa non è di Santana ma di Max che alla convention a Birmingham ha cantato al karaoke Fever di Michael Bublè. E io maledico ogni giorno di RIB per non aver mai usato una voce del genere perchè lui è semplicemente bravissimo e ha una voce a dir poco stupenda.

Capite bene che dopo un video del genere il collegamento Dave che canta e Kurt che ci rimane secco è abbastanza immediato LOL quindi la fanfiction è uscita quasi da sola :)

Spero che vi sia piaciuta e che abbiate apprezzato :3

Grazie alla mia meravigliosa metà e a voi che siete arrivati fino in fondo :3

Marti

   
 
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