Tic, toc, tic, toc, e il tempo passa.
Tic, toc, tic, toc, è ancora davanti alla finestra.
Tic, toc, tic, toc, ormai non sa più che fare.
Tic, toc, tic, toc, ormai non ha nessuno da amare.


Il tempo passava per il mondo oltre quella finestra, ma lei rimaneva la stessa. Passavano giorni, mesi, anni, e lei conservava l’aspetto d’origine. Lì, seduta accanto alla finestra del club delle medie. Ormai erano passati parecchi decenni da quei giorni in cui osservava Haruhi Suzumiya per conto dell’Entità Integrate di Dati, ormai da quindicenne qual’era doveva essere un’anziana signora. Ma il tempo non lo permise ad Haruhi, stroncando prima la sua vita. E portandosi lentamente quella di tutti gli altri. Ma la sua no. Il mondo le aveva giocato un brutto scherzo.


Tic, toc, tic, toc, e il libro non è ancora finito.
Tic, toc, tic, toc, e un’altra pagina è sfiorata dal dito.
Tic, toc, tic, toc, ormai non sa più che fare.
Tic, toc, tic, toc, ormai non ha nessuno da amare.


Il libro era ancora tra le sue mani, custodito come fosse il più prezioso tra i tesori. Erano ancora molte le pagine da leggere, troppo poche quelle già lette. E man mano che il tempo avanzava, le pagine si aggiungevano. Perché quello era il libro della sua vita, della vita dei suoi vecchi amici. E anche se le loro pagine erano finite tempo fa, lei avrebbe avuto ancora a lungo qualcosa con cui passare il tempo. La storia della vita di un umanoide. La storia di qualcuno dimenticato da tutto il mondo.


Tic, toc, tic, toc, e un petalo cade.
Tic, toc, tic, toc, e la rosa appassisce.
Tic, toc, tic, toc, ormai non sa più che fare.
Tic, toc, tic, toc, ora raggiungerà chi vuole amare.


Non era immortale, anche essendo un’interfaccia umanoide. Anche se la sua vita non era sotto il controllo della natura, ma di chi la governava. E arrivò il giorno in cui decise di levare il dono della vita pure a lei. Ormai arrivata all’ultima parola dell’ultima pagina, piano chiudeva il libro e s’appoggiava allo schienale della sedia, chiudendo gli occhi. Per sempre. Forse adesso li avrebbe raggiunti, i suoi amici. E forse adesso avrebbe potuto essere una ragazza qualunque, e non un alieno insensibile e irremovibile.

“Yuki-chan, non sei mai stata un’interfaccia insensibile e irremovibile. Qualcosa di umano c’era in te. E ci sarà per sempre, adesso che i tuoi dati sono stati disattivati. Buona notte per sempre, Yuki-chan.”