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Autore: A g n e    17/07/2012    3 recensioni
Tre ricordi (un sogno, un'immagine, un ricordo nel Pensatoio), P.O.V. Gellert, sulla storia tra lui e Albus.
Ci sono due ragazzi morti, come morto è quell'amore bambino, come morta è quell'estate.
Ci sono due ragazzi morti, a terra e dietro i suoi occhi.
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Silente, Gellert Grindelwald | Coppie: Albus/Gellert
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Coff coff.
Dunque.
Questa raccolta partecipa al contest Dieci decimi indetto da quella meravigliosa e stupenda creatura dalla fera che io non sto certo tentando di arruffianarmi
Pairing: Grindeldore (sono tornata! \0/)
Avvertimenti: un po' di angst sparso in giro ma nemmeno troppo. Lime, ma poco poco. 
Word count: 900 (300+300+300, yei!)
Beta: nah. Non si può. Le stelle. Non si può. Non oggi.
NdA: in fondo o vi spoilero tutto. Sappiate solo che sono tre ricordi di Gellert, generati da tre 'cose' diverse. E che Gellert è tanto tanto arrabbiato, triste, cattivo.
E io odio tutto come al solito tranne la due che è davvero figa me lo dico da sola.
E naturalmente, hail for Faber. 

 


 

 

-Tre ricordi- 

 

1. Primo ricordo. 

Bianco come la luna il suo cappello,
come l'amore rosso il suo mantello.
Tu lo seguisti senza una ragione,
come un ragazzo segue l'aquilone.

[La canzone di Marinella, Fabrizio de André] 

 

La pelle di Albus è bollente sotto le sue dita, che scivolano sicure lungo la linea dei fianchi. Gellert si china a baciarlo sulle labbra, sul collo, sulla spalla; preme forte la bocca contro di lui, per soffocare i gemiti.
Albus, invece, non se ne cura. Ha reclinato ansimando la testa indietro, i capelli sciolti una pozza d'oro liquido sul bianco del lenzuolo, le braccia allacciate ai fianchi del suo compagno.

Gellert pensa che non ha mai visto nulla di più bello, mentre scuote la testa infastidito dalla banalità della considerazione.
Eppure... eppure è così. Nelle notti passate a fare l'amore -non se l'è portato a letto, espressione troppo sgraziata e volgare per appartenere a loro- l'inglese si schiude a lui con un abbandono, un'incoscienza che gli fa quasi paura.
 

Albus è bello e terribile, in quei momenti. Non è la prima volta che Gellert si ritrova tra le braccia una persona che ha ceduto al suo fascino, ma mai nessuno gli aveva dato l'impressione di arrendersi alle sue carezze come se fosse fatto di cenere.
Se non avesse paura di lasciarselo sfuggire tra i gemiti dell'amplesso, confesserebbe almeno a se stesso di essersene innamorato.

Torna a baciarlo, mentre scivola sempre più profondamente dentro di lui.
Poi si sveglia.

Nurmengard gli sembra ancora più fredda, mentre aspetta che i battiti del suo cuore tornino ad un ritmo normale.
Si aggrappa alle lenzuola stringendo disperatamente la stoffa, tentando di non arrendersi alle lacrime di rabbia che premono per uscire.
Il suo mantello rosso -quello che gli piaceva così tanto, lo stesso di trent'anni prima-,  scivolato a terra, non gli ricorda più i suoi capelli, ma piuttosto una macabra macchia di sangue. Quello che sta versando da anni.
Ed è un attimo appena, ma Gellert si chiede se non abbia sbagliato tutto.


2. Secondo ricordo. 

Moriamo per delle idee,
va beh,
ma di morte lenta.

[Morire per delle idee, Fabrizio de André] 

 

Ci sono due ragazzi morti, a terra, davanti a lui.
Ci sono due ragazzi morti, uccisi nell'ultima battaglia compiuta in nome del Bene Superiore.

Gellert non presta mai così tanta attenzione ai corpi dei nemici uccisi, ma c'è qualcosa, in quei due giovani, che lo repelle e contemporaneamente lo attrae. Non riesce a distogliere lo sguardo.

Ci sono due ragazzi morti, si ripete mentalmente, due anonimi, due qualsiasi ragazzi morti.
Due nemici uccisi da aggiungere ad un elenco più lungo di quello dei suoi peccati; perché dovrebbero interessarmi?

Si tengono per mano, constata Gellert.
Sono morti tenendosi per mano.

Il più giovane ha grandi occhi chiari spalancati in un muto grido di terrore, le dita bianche strette alla mano del suo compagno, come ad un'ancora con cui trovare salvezza.
Sono morti insieme?
O il più giovane è morto dopo, nell'angoscia di aver perso l'ultimo suo baluardo, l'unico motivo per cui combatteva ancora?
O forse è stato lui, il più piccolo, a morire tra le braccia impotenti dell'altro che, non essendo riuscito a salvarne la vita, ha combattuto la sua ultima lotta nel tentativo di difenderne il corpo?

Il più vecchio dei due è anche il più alto.
Il corpo flessuoso è piegato -spezzato?- sopra quello dell'altro.
È come se stessero dormendo.
L'avranno fatto davvero? Avranno dormito uno accanto all'altro, addormentandosi sussurrando sciocchezze da innamorati? Avranno passato una notte dormendo, dormendo e basta, troppi stanchi anche per fare l'amore?

Sulla fronte del maggiore c'è una ferita, sangue che gli macchia i capelli di rosso.
Gellert rabbrividisce e si allontana, la mente piena di un improvvido e assurdo collegamento.

Non è lui.
Non lo sarà mai.

Ci sono due ragazzi morti, come morto è quell'amore bambino, come morta è quell'estate.
Ci sono due ragazzi morti, a terra e dietro i suoi occhi.


3. Terzo ricordo.

L'autunno negli occhi, l'estate nel cuore,
la voglia di dare, l'istinto di avere:
e tu, tu lo chiami amore e non sai che cos'è.

[Terzo intermezzo, Fabrizio de André] 

 

Gellert si rigira la boccetta tra le mani, incerto.
'Futile' è una parola abolita nel vocabolario di Nurmengard; non c'è spazio per le distrazioni nella vita di chi ha fatto della conquista del mondo -ancora non gli suonano ridicole, queste pretese, davvero non ancora- la sua missione.
Non riesce ad eliminarla subito, però; c'è qualcosa, in quel ricordo, che gli sembra racchiudere un senso più profondo di quanto a prima vista può sembrare.
Si avvicina al Pensatoio, riversandovi il contenuto argenteo della boccetta, e decide di guardarlo un'ultima volta.

Godric's Hollow non è mai stata una grande città; nella cornice di un'estate di fine secolo, sembra ancora più modesta. Le strade non hanno nome; lo hanno le case e tanto basta per orientarsi.
Gellert segue il cammino di un se stesso più giovane; sembra trovarsi a suo agio, lui che è abituato agli spazi sterminati della Foresta Nera, nell'ocra senza confini della campagna inglese.

L'alter ego del ricordo si ferma per un momento, rivolgendo un grato sorriso ad occhi chiusi verso il sole. Gellert non ha dimenticato la sensazione di libertà, di gradito calore dopo un periodo buio di nebbia, vento freddo e pioggia -non metaforici; non solo metaforici.

Sospira. Era giovane -lo dice con lo stesso tono di disprezzo che usava allora per ribellarsi a un mondo che denigrava la sua età. Che ironia.
Non sapeva, allora, che la pioggia lo avrebbe raggiunto anche lì, ad arrugginire il loro amore -era amore? Lo era?

Gellert esce dal ricordo. Ricaccia a forza i filamenti argentei nella boccetta e la distrugge.
Non crede più -no, davvero, checché ne dica il suo inconscio- che Albus possa essere parte di quello che ha creato. Non gli è più utile.
E ciò che non è utile, a Nurmengard, viene distrutto.
O lasciato ad arrugginire.

 


 

Note noiose divise per ricordo.

Prima shot: "i capelli sciolti una pozza d'oro liquido sul bianco del lenzuolo". Non è una svista, l'oro per i tedeschi è rosso, non giallo. Almeno nella letteratura, ma credo anche nell'immaginario collettivo, nello stesso modo in cui, ad esempio, per i tedeschi la primavera è un bel giovanotto e non una signorina.
La shot si collega all'indicazione del pacchetto del contest 'letto', ad usum promt.

Seconda shot: Gellert vede i due ragazzi e collega la morte effettiva dei due con la morte metaforica della sua storia con Albus. Dovrebbe capirsi dalla shot, ma... XD
Il corsivo segnala i pensieri effettivi di Gellert.
La shot si ispira all'indicazione 'Ci sono due ragazzi morti' (copyright Follow The Mad), da usare come citazione ispirante. 

Terza shot: ispirata da Where the streets have no name, U2. Vi segnalo le citazioni indirette perché c'è un po' di roba da spiegare.

- Where the streets have no name: "Le strade non hanno nome". E qui boh. Da com'è descritta nel libro, Godric's Hollow non sembra grandissima... Da qui a dire che è così piccola che le strade letteralmente non hanno nome... Beh, no. Ma lasciami la licenza d'autore xD

- I want to feel /Sunlight on my face /I see the dust cloud disappear /Without a trace /I want to take shelter from the poison rain: "L'alter ego del ricordo si ferma per un momento, rivolgendo un grato sorriso ad occhi chiusi verso il sole. Gellert non ha dimenticato la sensazione di libertà, di gradito calore dopo un periodo buio di nebbia, vento freddo e pioggia -non metaforici; non solo metaforici."  Gellert, come sappiamo, è appena stato buttato fuori da Durmstrang. Che sia stata meritata o no, l'espulsione ha sicuramente dato a Gellert l'impressione di una fredda ingiustizia. Poi, qui ho immaginato che Gellert venisse da parti 'selvagge' della Germania, quindi che avesse sofferto abbastanza freddo durante l'inverno. Non che l'Inghilterra sia la patria del sole, ma...

- And our love turns to rust /We're beaten and blown by the wind: "Non sapeva, allora, che la pioggia lo avrebbe raggiunto anche lì, ad arrugginire il loro amore". Nella canzone il luogo dove i due sono attualmente è il posto dove l'amore arrugginisce e viene spazzato via, ma poi lui 'andrà in un posto dove le strade non hanno nome' e porterà l'amante con sé e tutto andrà bene. Almeno, così pare. È un po' lo stesso discorso con Albus e Gellert: dove 'le strade non hanno nome' l'amore è bello... Fino al momento in cui non succede il fattaccio per cui Gellert se ne deve andare. È il passaggio in direzione opposta, quindi (senza lieto fine, perché quando Gellert riguarda il ricordo è ancora amareggiato e disilluso, non ha ancora incontrato Albus nel 1945).


E nulla, tutto qui.
*rotola via* 

   
 
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