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Autore: PandoraGroovesnore    18/07/2012    2 recensioni
Akako e Kaito faranno un'incontro che sconvolgerà completamente le loro vite. Qual'è il segreto di quella donna che sembra essere maledetta? Un' organizzazione più temibile ha delle mire su KID? sarà la gemma Pandora la soluzione? E KID avrà degli alleati? Akako potrà essere ricambiata?
Genere: Dark, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti | Coppie: Kaito Kuroba/Kaito Kid
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Akako non crede nelle fiabe

Ohayo minna! Ritorno dopo tanto tempo, (oddio saranno passati tre anni!) con una storia che riguarda principalmente, ma non solo, due dei miei personaggi preferiti creati da Gosho-sensei, Kaito ed Akako. Quest’ ultima, per chi non la conoscesse è una strega vera e propria che è in grado di eseguire la magia Nera. Per maggiori info su di lei vi consiglio di leggere i fumetti di Magic Kaito e guardare gli OVA dedicati al ladro numero 4 e 6  Fatemi sapere che ne pensate se vi và. Arigatou! 

1.       Il sesto senso di una strega non sbaglia mai

 

“C’era una volta una principessa che si si innamorò della luna.”

Tutte le storie iniziano con il “c’era una volta”. Il narratore anonimo non ti dice esattamente quando il fatto è accaduto. Come nei sogni che non hanno ne un’ inizio nè una fine. Come frammenti di ricordi dopo un’ amnesia. Come qualcosa che vuoi dimenticare. O peggio, come qualcosa che continui a ricordare e si deteriora dopo ogni volta. Come un registratore di memoria.. E’ di vinile, graffiato e rotto. Distorto.

“Tutte le notti rivolgeva lo sguardo verso la luminosa sfera nel cielo dal suo balcone nel castello, e pregava intesamente che questa la raggiungesse. Tutte le notti, lei aspetta. Tutti le notti, lei vive. Tutte le notti lei ama.”

Ed amore. Ovviamente l’amore è in tutte le storie. Perchè non dovrebbe esserci?

Continuai a leggere la storia ad alta voce,  in piedi.  La classe era in silenzio, fatta eccezione di qualche sbadiglio per colpa di quel pigro pomeriggio autunnale. Avevo il libro in una mano mentre con l’altra mi scansavo la frangetta dagli occhi. Mi guardai in torno e vidi che tutti gli occhi dei raazzi sono su di me – persino il pervertito del nostro professore Nanaji Nobuo-sensei – beh gli occhi di tutti eccetto i suoi, ovviamente.. Continuai a leggere la stupida favola a pagina settantasette del nostro libro di inglese. Dopo il quarto paragrafo, Nanaji-sensei  alzò la mano per farmi cenno di fermarmi.

“Eccellente come sempre, Akako-chan,” disse scivolando sulla sedia da insegnante. “Puoi riprendere il tuo posto a sedere ora.”

Feci come richiesto. Mi irritava il fatto che mi avesse chiamato “Akako-chan” ma lo feci passare. Avrei conservato la mia rabbia per quando i miei serprenti avessero avuto bisogno di cibo. Quel pervertito di un professore assegnò alcuni paragrafi successivi  a questa ragazza seduda di fronte a me. I suoi occhi erano incollati al suo petto.

Questa storia è così infantile comunque.. Se non fosse stato per lui, non avrei sopportato questo studio. Non ne ho comunque bisogno. Tutto ciò che ho bisogno di sapere lo conosco già. E non è che voglio entrar all’università.

“Koizumi-san, parli un’ inglese così piacevole” disse il ragazzo seduto accanto a me. Ho  dimenticato il suo nome... Sano? Sato? Non è importante.

“Devessere così bello essere ricchi e viaggiare per il mondo,” continuò a sproloquiare “Deve essere questo il perchè il tuo accento è così perfetto.. se non ti conoscessi, avrei pensato che tu fossi cresciuta in America!”

“Grazie”  Lo feci imbambolare con un sorriso. Gli occhi dello scemo si illuminarono come le luci di Natale.

“Okay la prossima a leggere è Nakamouri-kun,” disse quel pervertito del sensei.

Come la ragazza davanti a me (Keiko? Kiki?) ritornò al suo posto, Aoko si alzò e – guarda caso lui diventò improvvisamente attento alla lezione.

“La fata si impietosì per la povera amante e le fece visita nella sua stanza una notte.”  Aoko lesse.

Sono solo io, o oggi indossa un reggiseno push-up? Gli occhi di lui sorpredentemente non erano concentrati lì.. lui stà.. oh cazzo, lui stà guardando al modo in cui le sue labbra si muovono.

Cerco di contrastare la senzazione di sconforto nel mio petto che mi fà venir voglia di spezzare la spina dorsale di qualcuno.

“La fata diede alla principessa tre scelte – la prima di essere una stella che avrebbe sempre fatto compagnia alla luna, la seconda di essere il sole che avrebbe donato luce alla luna e la terza, di essere le nuvole, e avrebbe fatto da scudo la luna dalla terra,” continuò a leggere Aoko.

Hm. Ad essere sinceri non ha un accento malvagio. Continuai ad osservarlo e rimase in trance con le sue labbra. Mi fece ribollire dentro. Mi fece volere che..

Crash!

Grida.

Panico.

Una pallina da baseball dal campo infranse una finestra e quasi colpì Aoko. Scheggie di vetro colpirono tutti coloro che erano seduti vicino le finestre.

Tutti quanti in classe si girarono dove era seduta Aoko. Lei non era più lì e nemmeno Kaito.

Nanaji-sensei, insieme con la sua barba cespugliosa ed i suoi occhiali dalla montatura scura, si impanicò per una volta per tutte.  Si alzò all’improvviso dalla sedia e iniziò a grattarsi la testa.

“Dove sono – come hanno fatto – che sono - ?”

“Sono alla fine della stanza,” dissi al prof mentre reprimevo la voglia di far saltare in aria la cattedra.

Come al solito non avevo bisogno di guardare per sapere. E’ questa maledetta super intuizione che mi ritrovo che mi fa vedere cose a 360 gradi. Posso vedere Kaito che ha Aoko sulle sue spalle. Posso vedere i piccoli rivoli di goccie di sudore che vengono assorbiti dal colletto della sua uniforme. Posso sentire il suo fiato corto dovuto all’ estenuante scatto.

“Vuoi dirmi che l’hai portata fino a lì giù?” chiese Nanaji-sensei.

Kaito annuì.

“Kaito mettimi giù!”  sentiì dire da Aoko.

Non potevo sopportare di vederli in quella posizione intima. Chiusi gli occhi e sperai che l’immagine sparisse dalla mia testa.

Nanaji-sensei chiese ai due ragazzi seduti più infondo all’ aula di andare a controllare il campo per vedere quale classe avesse causato il putiferio. Il resto della classe stava facendo un pandemonio.

“Kuroba-kun sei stato così veloce! Sei come un ninja!” disse questa ragazza con il codino dalle prime file.

“Siete come dei neo-sposini!” aggiunse la sua compagna di banco con delle lunghe (ed ovviamente finte) ciglia.  Mi sforzai di ricordare il suo volto bene, in modo tale di poterle fare del vodoo più tardi. Magari qualche maledizione le le facesse cadere tutte le ciglia e forse anche un sopracciglio.

Alcuni idioti risero mentre altri li punzecchiarono di più. Altri invece stavano dicendo che la palla doveva essere stata un home run e dato che ci trovavamo al secondo piano, chiunque l’avesse colpita doveva avere un buon braccio. Per Nanaji Nobuo  non fu impresa facile far stare tutti “Seduti, seduti, lo spettacolo è finito.”

“Kuroba-kun, Nakamouri-kun, potete gentilmente ritornare ai vostri posti? Perche voi due dovete dare spettacolo per qualsiasi cosa?”

Aoko sembrava accigliata “Sensei, non è stata davvero colpa nostra se la palla è finita nell’ aula.”

Il pervertito alzò il suo cespuglioso monosopracciglio “Con tutti i problemi che tu il il tuo ragazzo mago create, mi viene da pensare che causate problemi a prescindere. Ora potete riprendere posto? Non credo che un’altra palla verrà ad infrangere un’altra finestra di nuovo. Oh e ricordatemi di scrivere un reporto sull’ incidente a –“

All’improvviso un’altro rumore di vetri infranti. Non me lo aspettavo questa volta. Un pallone da calcio forzò la sua entrata nella nostra classe. Ruppe la finestra vicino al bordo e rovesciò il piccolo vaso che si trovava sulla cattedra. Se Nanaji sensei non si fosse alzato prima sarebbe stato colpito in piena faccia.

Mi guardai intorno e vidi quel familiare luccichio negli occhi di Kuroba Kaito. Quindi, questa volta era opera sua..

Giusto in tempo, i due ragazzi, i quali Nanaji sensei aveva chiesto di controllare il campo, tornarono.

“Sensei, non c’era nessuno.” Disse uno dei due. Lui era senza fiato.

“Nessuno stà usando il campo, è vuoto.” Disse l’altro.

Girai la testa per guardare Kaito di nuovo. Questa volta, anche lui mi stava guardando.

                                                                                          ^v^v^v^v^

La lezione successiva fu ugualmente caotica. L’episodio delle palle misteriose di prima fu oscurato da Hakuba Saguru che arrivò all’ultima ora. Era appena arrivato dalla caserma principale di polizia per incontrarsi con il padre di Aoko per la loro preparazione pre-rapina.

Mentre aspettavamo la nostra insegnante di matematica tutti quanti si riunirono intorno a lui per – non lo sò esattamente. Non trovo interessanti le sue storie riguardo qualche noiosa conferenza della polizia. Queste persone sono troppo sempliciotte e sono probabilmente annoiati delle loro stesse vite.

Hakuba-kun però sembra gradire l’attenzione.

“Lui ha mandato l’avviso. L’ho visto con i miei occhi.” Si stava aggiustando il polsino dell’ uniforme per qualche ragione.

Mandai un’ occhiata a Kaito che evitò il mio sguardo questa volta. Fece finta di essere affascinato dalle sagome scure delle nuvole nel cielo.

Hakuba continuava a sbraitare “Scommetto che voi tutti l’avrete visto ieri sera in televisione. Stà davvero proggettando di rubare la gemma Purple Majesty che sarà esposta nel Museo di Touto di Arti Moderne.”

La densa folla annuiva e faceva delle affermazioni positive. A pernsarci bene, c’erano tutti tranne Aoko e Kaito che non erano in quel cerchio. I nostri compagni di classe erano così facili da inquadrare. La metà di loro erano fan di Kid e l’altra metà fan di Hakuba Saguru. O forse lo erano un pò di entrambi.

“Ci sarà di nuovo uno scontro tra te e KID allora?” disse quella Kaki (Kika? Keki?) con i codini.

“Sembrerebbe” rispose Hakuba-kun annuendo leggermente conil capo ed assumendo un’ espressione soddisfatta. Era come un bambino a cui era stato dato il permesso di giocare al suo gioco preferito.

Mi avvicinai alla calca. “Non capisco perchè l’ametista sarà esposta in un museo di arti moderne. I gioielli sono tutto tranne moderni.”

Hakuba mi osservò con quei occhi blu chiaro. “Ho paura, my lady, che il tuo riferimento abbia a che fare con roba d’affari piuttosto che correttezza politica. Il gioello è mostrato in quel museo per pubblicità, dicono. Il museo di Arti Moderne di Touto ha aperto le sue porte solo recentemente ed il proprietario ha anche investito un’ enorme quantità di denaro per portare la gemma qui in Giappone.”

Poi, anche se nessuno glie lo aveva chiesto, continuò a blaterare  riguardo la storia della gemma – come fosse originariamente appartenuta ad un crudele principe europeo che mangiava i cuori dei suoi schiavi. Il principe credeva che mangiando i cuori a crudo gli avebbe garantito l’immortalità, disse il detective. Sia i ragazzi che le ragazze sembravano dover dare di stomaco. Lo percepii dalle loro espressioni. Adoravo ogni singolo tratto dei loro volti dall’ espressione innaturale.

Proprio mentre iniziava ad approfondire sulla voce riguardo i poteri della gemma che donassero ricchezza al suo proprietario, la supplente di matematica, una neo-laureata dall’Università di Beika, fece ingresso nella classe. Aveva tra le braccia una copia del nostro libro di testo ed anche una rivista.

“Consegna per Hakuba-kun!” disse la giovane insegnante. Era fin troppo ovvio che fosse innamorata del detective. La nostra è la sola classe in cui si presenta con strati su strati di trucco. E niente di meno che make-up importato, se la mia intuizione non mi tradisce. Ed anche un profumo importato. Probabilmente una marca inglese.

“Questa deve essere la mia copia del nuovo numero del Nichiuri” disse Hakuba mentre si alzava e prendeva la rivista dalla supplente. “Sono uno dei ragazzi in copertina, come potete vedere.  Hanno un inserto su i detective liceali e ovviamente non hanno scordato Hakuba Saguru.”

Teneva la rivista in alto cosìcche tutti potessero vedere. Lui ed un ragazzo dalla carnagione scura abbellivano la copertina. Erano seduti in un divano stile vittoriano. Le ragazze rimasero senza fiato, mentre i ragazzi mormoravano le loro congratulazioni.

“Mi spiace averla disturbata Kurosawa-sensei,” disse Hakuba. Si girò e sorrise a quella cosa bavosa che teneva in mano i libri. “ Ero così entusiasta che l’ho fatto consegnare qui. Grazie per avermi lasciato usare il suo nome come destinataria dato che la scuola può esclusivamente accettare posta per i suoi impiegati.”

Quella cosa che mi vergogno a chiamare insegnante arrossì. Disse qualcosa che suonò come “Tutte le volte che vuoi, non preoccuparti e non esitare a chiedermi altri favori.” .. ma poteva benissimo anche essere “Perfavore prendi in considerazione che voglio essere la madre dei tuoi figli.” Non lo sò. Non stavo davvero ascoltando.

“Nakamouri-san anche è stata intervistata come qualcuno che potrebbe gettare una luce più chiara sulla mia persona,” disse Hakuba. “Ovviamente la storia riguarda le relazioni amorose di noi giovani detective e noi tutti sappiamo che Nakamouri-san è nel mio interesse.”

Le ragazze lanciarono occhiatacce che avrebbero potuto ferire come pugnali nella direzione di Aoko. Kurosawa- sensei sembrava che volesse strangolarla fino alla morte.

Aoko agitò le braccia in segno di negazione. “Come amica! Anche Kaito era lì durante l’intervista! Era il nostro accompagnatore! Diglielo Kaito!”

Kaito limitò a girarsi. “Perchè stai chiedendo il mio aiuto?”

Kurosawa-sensei sbattè forte il gesso sulla lavagna. Il gesto fu così violento che il gesso si ruppe in due.

“Okay è abbastanza riguardo la love story di Sagu-cha- Hakuba-kun” disse “Ora perfavore prendete posto”

Quegli sciocchi si sedettero. Sensei cominciò la lezione ma nessuno stava davvero seguendo ciò che diceva. Quasi un’ ora passò e poi giunse l’orario di tornare a casa. La maggior parte dei miei compagni si era radunata nuovamente attorno ad Hakuba che cominciò a laggere l’articolo ad alta voce.

Mi guardai attorno e notai che Aoko non era da nessuna parte. Kaito, invece era nell’ altro angolo della stanza e stava parlando al cellulare. Aspettai che finisse la telefonata prima di andargli incontro.

“Non credo che tu stessi parlando con la tua ragazza perchè l’ho vista andar via e tu non sei il tipo da chiamarla quando avete passato l’intera giornata assieme.” Dissi.

Lui mise il telefono in tasca. “E’ un nuovo amico.”

“Sai, c’è un vecchio detto che dice quando ti fai un nuovo amico ti fai anche i suoi nemici.”  Gli offrii uno dei miei sorrisi più dolci.

“Ne sono pienamente cosciente.” Disse “Ora, di che cosa volevi veramente parlare?”

“Ero solo curiosa di sapere dove fosse Nakamouri-san..”

Lui si mostrò accigliato. “E’ corsa via con delle nuove amiche per andare a Beika. Oh, e giusto per chiarire noi non stiamo insieme. Ma questo non è ancora ciò di cui vuoi parlare..”

Le mie labbra cominciarono a tremolare e giuro non lo feci apposta. Mi morsi il labbro inferiore prima di continuare.

“Non cercare di prendere l’ametista” finalmente riuscii  a dire.

Perfavore, ascolatami questa volta.. Non voglio che nessuno ti catturi tranne la sottoscritta. Fin quando non avrò il tuo cuore, devi rimanere al sicuro. Perfavore, Kaito..

Lui alzò un sopracciglio e mi chiese in tono annoiato “Quante volte devo ripeterti che non sono KID?”

“E quante volte io devo ripeterti che sno una strega e che sò tutto su di te Kuroba Kaito!” dissi di rimando “anche riguardo all’incidente durante il giorno di san Valentino e come ti ho lanciato quell’ incantesimo. Anche riguardo al quel quasi fallimento al Museo d’Arte di Ochima.”

Kaito continuò ad avere quell’ espressione impassibile. “Non ho idea di cosa tu stia parlando, principessa.”

Principessa. Tutti i ragazzi della scuola mi chiamavano in quel modo. Ma l' unica cosa che mi lusingava fù che lui iniziò a chiamarmi così da quando presi il suo posto in uno dei suoi colpi dato che Hakuba altrimenti lo avrebbe catturato e smascherato. E KID poteva essere solo  mio, nessun altro doveva intralciarmi.

“Ah, fà un pò come ti pare, Kaitou

“E’ Kaito!” replicò mentre la sua faccia cominciava a dare segni di impazienza.

“Kaitou.” Ripetei. Chissenefrega. Io sò chi sei veramente.

“Comunque, se io fossi KID, non credo rinuncerei a nessuna sfida.” Camminò verso il suo banco ed io lo seguì. “Dopotutto KID non ha mai fallito.”

Questo cocciuto figlio di –

“Ci sono altre persone che vogliono la pietra.” Dissi.

“Lo sò.” Rispose mentre metteva i suoi libri e quaderni dentro la borsa. “Sei qualche furto indietro per questo avvertimento.”

“Questo gruppo è differente.” Ribattei mentre potevo sentire il mio tono alterarsi “Lucifero mi ha detto che il divolo bianco deve far attenzione a non tingere le sue ali di nero. Lucifero mi ha avvertito che i corvi stanno arrivando.”

“Ecco che ci risiamo con i tuoi enigmi..” Sbadigliò e finalmente richiuse la zip della borsa “Non pensare troppo a KID okay? Chissà quale tipo di palla potrebbe entrare nella classe la prossima volta..”

Ed in quel momento feci una cosa terribile. Arrossii. Arrossire era una cosa disgustosa e un modo per mostrare debolezza ma non riuscì a prevenirlo questa volta. Sapeva che la palla l’avevo diretta contro Aoko. E c’era la possibilità che sapesse anche che ero gelosa.

“Ti ho avvisato, ladro”. Guardai mentre si avviava verso la porta.

Mi lasciai crollare sulla mia sedia e aspettai che anche gli altri se ne andassero. Volevo avere un oggetto personale di quella ragazza seduta nelle prime file che aveva detto che Kaito ed Aoko sembravano due neo-sposini. E’ per la bambola vodoo vedete. Ero così concentrata nel ricordare i procedimenti nel fare la bambola che non notai Hakuba Saguru alle mie spalle.

“Una lady d’incanto come te non dovrebbe deprimersi per un ragazzo che non ricambia i suoi sentimenti.”

Mi girai ed eccolo lì, seduto sul banco dietro di me. La rivista era arrotolata e messa in una tasca della giacca blu notte.

Lo guardai con aria interrogativa. “Se ti riferisci a Kuroba, ti stai sbagliando”

“Sbagliando sul fatto dei tuoi sentimenti pe lui? O riguardo lui, il quale non ti ricambia?”

“Sbagliato in entrambi i casi” dissi

Lui si limitò a sorridere e stemmo in silenzio per un pò. La classe era quasi vuota oramai.

La tentata rapina sarà questo venerdì.” Disse finalmente. Si alzò dalla sedia. “Sò che sarai lì. Ti preoccupi per lui quanto me. “

“Dargli la caccia la chiami preoccupazione?”

“Ti preoccupi per lui e la chiami apatia” Mi diede due leggere pacche sulla testa, probabilmente pensando fosse un gesto di buon augurio. “Sono solo nomi, ma non cambiano cosa proviamo veramente.”

“Ti sbagli” insistetti. “Non provo nulla per lui. Se me lo chiedi, penso proprio sia lui quello innamorato del mio fascino ma ovviamente, non mi può avere!”

Ohohoh!

Feci la mia risata inconfondibile.

Hakuba scosse la testa. “Oh beh, come dicono non c’è niente di più desiderabile per un uomo che una donna che non può avere.”

Mi lasciò senza parole mentre mi disse arrivederci, lasciandomi da sola nella stanza con i miei pensieri.

                                                                                   ^v^v^v^v^

Dopo aver preso qualche capello della mia compagna di classe, ero sulla strada di casa quando vidi quell’ odioso ladro fantasma sulla sponda del fiume.

Stava parlando con una signora grassa dai corti capelli ricci. Indossava un lungo vestito rosso con sopra uno scialle nero fatto ad uncinetto che le ricadeva sulle spalle. Il suo aspetto mi ricordò come quello di una vecchia zia che vive con i suoi gatti. Visto che erano sulla mia strada andai verso di loro.

“Kuroba-kun, chi è questa signora?” chiesi. Lui si girò verso di me e mi sorrise.

“Ti presento Taguchi-san” iniziò il ladro. La signora fece un’ inchino. Io imitai il gesto. Notai che teneva in mano una copia della rivista mostrata da Hakuba.

“Mi ha detto che è una fan di mio padre e che è stata sua allieva per qualche tempo. L’ho vista aspettarmi all’ uscita della scuola con la speranza di potermi parlare.” Spiegò Kaito.

“Questa è la tua ragazza, Kaito-kun?” chiese lei con un tono di voce che mi ricordava persino le fusa di un gatto. C’ era qualcosa nella sua voce che non mi convinceva proprio per niente.

“No, no! E’ solo un’ amica!” Kaito stava dimenando le braccia come un matto.

“Peccato. E’ davvero molto bella.” Replicò la donna.

“Il mio nome è Koizumi Akako, piacere di conoscerla” mi presentai con un inchino.

“Se è un’ amica di tuo padre come ha fatto a trovarti?” chiesi. [Il mio tono suonava naturale ed ingenuo]

Kaito di girò nuovamente verso di me “Ha detti che ha visto una mia foto su quella rivista, quella dove c’è Hakuba ricordi?  Due settimane fà, fù intervistato ed anche Aoko. Io l’ho accompagnata ed il reporter insistette che avrei dovuto aggregarmi alla foto di gruppo.”

“Ho visto la foto per caso tra le pagine di questo giornale” disse la signora “ E rimasi così sorpresa quando ho letto nella didascalia: compagno di classe Kuroba Kaito! Dal cognome ho pensato deve essere il figlio di Toichi. Anche perchè si assomigliano in modo impressionante!”

“Beh sono padre e figlio” commentai. La sua voce cominciava ad irritarmi.

Le labbra della signora si piegarono in un sorriso sornione. Percepii che aveva sensato il mio sarcasmo nascosto e non ne era affatto contenta.

“Saresti davvero sorpresa riguardo le somiglianze signorina. Se non avessi letto la didascalia avrei scambiato Kaito per il detective liceale Shinichi Kudo.” La sua voce era fredda questa volta. Gliaciale. Penetrante.

Quel nome poi mi era familiare. Lo avevo visto nella mia sfera di cristallo. Lucifero lo definì l’angelo nero. La minaccia dall’ Est. Ricordai di aver sentito il suo nome durante la rapina della torre dell’ orologio.

“Ovviamente, fui molto più contenta di venir a sapare che il ragazzo fosse il figlio di Toichi! Ecco perchè sono venuta a vederlo con i miei occhi. E’ stata una fortuna che l’articolo menzionava la scuola che frequentate.”

La donna quindi aprì la rivista e puntò il dito su una grande fotografia che prendeva quasi due pagine intere e mostrava Hakuba, Nakamouri e Kaito insieme ad altri quattro ragazzi ed un bambino.

Kaito si grattò nervosamente la testa e improvvisò una finta risata. “Ho una faccia molto comune tutto qui. Quel Detective dalla pelle scura anche mi assomiglia!”

“Lei deve essere davvero una grande fan del signor Kuroba, per aver seguito Kaito fin qui.” La simpatia per le chiacchiere della donna di fronte a me era decresa in modo esponenziale.

“Volevo solo vedere come stava suo figlio tutto qui” di nuovo quell’ odioso sorriso. Il mio sangue magico mi diceva che c’era qualcosa di anormale in quell’ espressione. La cosa puzzava molto e questa donna non la raccontava giusta al mio intuito.

“Ho perso ogni contatto con il nostro vecchio gruppo di amici tanti anni fà e ho cominciato a viaggiare per il mondo. E’ solo recentemente che sono ritornata in Giappone che mi è venuta nostalgia dei bei tempi andati.”

“Taguchi-san ha detto anche che faceva l’attrice teatrale ma adesso è manager di un gruppo teatrale che è in continuo movimento.” Intervenne Kaito con voce entusiasta. Mi ci volle tanto del mio autocontrollo per non lanciargli un occhiataccia “guarda-che-pollo-che-sei”. Ma la sua espressione sembrava così rilassata, raramente la vedevo sul suo viso. Probabilmente non aveva visto nulla di strano nel comportamento della donna. Forse queste situazioni gli erano già capitate prima..

“Oh” fu l’unica cosa che riuscii a dire mentre ordinavo i pensieri. Quell’ espressione mi aveva fuorviato per qualche secondo. Poi ritornai al mio ragionamento. Gli attori teatrali normalmente indossano maschere per impersonificare qualche personaggio. Forse questa donna..

“Maa, è meglio che vada” disse lei improvvisamente, “ Si stà facendo buio e non voglio far ritardare ulteriormente il vostro appuntamento ragazzi.”

“Non è come pensa!” ripetè Kaito freneticamente.

“A presto Kaito-kun,” disse la donna con un inchino ”è stato un piacere conoscerti. Anche tu Koizumi-kun.”

Noi ripetemmo l’inchino e che era stato un piacere reciproco.

“E’ stata davvero gentile.” Disse poi lui quando la donna si era ormai allontanata. “Mi ha raccontato delle storie sul mio vecchio quando faceva le sue lezioni. Mi ha detto che insegnava alle attrici come truccarsi e camuffarsi e persone da tutto il mondo venivano per frequentare i suoi corsi.”

Il suo tono suonava decisamente nostalgico . Lui sorrideva ma la sua voce e gli occhi leggermente lucidi lo tradivano. Il mio cuore cominciò ad accellerare. Koizumi Akako, ricordati chi hai difronte per Lucifero!

“Lui era davvero grande, il mio chichi,sai,” continuò “Adesso vive nelle loro storie. Ecco perchè sono davvero contento quando incontro un suo vecchio amico o allievo che sia, specialmente quando mi raccontano storie che non ho mai sentito prima. E’ come se fosse ancora vivo.”

Mi prese decisamente in contropiede con quella sua apertura così improvvisa. Capiì che non era affatto facile parlarne per lui. E guardando il suo viso così bello illuminato dalla luce del tramonto mi sentii alquanto patetica. Ho dubitato quella donna per tutto il tempo e lei aveva solo delle buone intenzioni. Forse.

“Ma a volte tutto  ciò mi confonde.. Quando sento le loro storie è come se scopro nuove sue sfaccettature ed  inotre mi sembra che forse non lo conoscevo affatto.” Guardava alla luce del crepuscolo che tra pochi minuti sarebbe scomparsa. Lentamente abbassò la testa. “beh, dopotutto era un prestigiatore. Ed i prestigiatori hanno molti segreti.”

Volevo abbracciarlo. Sapevo che avrei dovuto dire parole di comforto, o almeno dargli qualche pacca sulla spalla. O forse avrei dovuto davvero abbracciarlo, dopotutto.. ma l’unica cosa che feci fu stare lì impalata come un’ idiota.

“Mi spiace per aver parlato a vanvera, principessa.” Disse poi rialzando il capo “Ma grazie per aver ascoltato. Vuoi che ti accompagni a casa?”

Feci no con la testa perchè ancora le parole non riuscivano ad uscire.

“Grazie ma c’è una cosa he devo fare” dissi alla fine

Ci dimmo arrivederci e io corsi via. Sarà stato perplesso dal mio modo di comportarmi ma non mi girai indietro per controllare. Sapevo cosa dovevo fare. Avevo bisogno di rintracciare quella donna e magari chiedergli una fotografia a qualcosa del genere.

Corsi ancora un pò ed imbucai un vicolo cieco. Poi mi accertai che nessuno passasse di lì. Quando vidi la strada deserta presi una bussola dalla mia borsa. Questa era fatta di bronzo e titanio ed incisi tutt’ intorno vi erano simboli che solo persone con il mio sangue potevano comprendere. Mormorai ciò che dicevano e chiusi gli occhi. Cercai di ricostruire l’immagine di Taguchi-san nella mia mente più nitidamente possibile e poi toccai l’ago della bussola. Questo iniziò a girare vorticosamente fino a quando non riaprii nuovamente gli occhi e vidi che si era fermato nella direzione est. Ora l’unica cosa che mi rimaneva da fare era seguire la direzione che la bussola mi indicava fino a trovare Taguchi-san. Camminai per le vie fino a quando non finii dentro un parco. Da lì non fu affatto difficile trovare la signora in questione grazie al suo vistoso vestito rosso. Il parco era quasi deserto, vidi una coppia di signori anziani che stava dando da mangiare a dei piccioni. Pensai che andasse anche lei a dar da mangiare ai pennuti ed invece si addentrò nel boschetto. Quel boschetto era situato alla fine del parco e normalmente veniva usato per del trekking, dalle persone che volevano osservare diversi tipi di volatili ed accampamenti da campeggio dalla breve durata. Strano, il boschetto è famoso tra i ragazzi e persone che volevano fare delle escursioni, o bambini delle elementari che volevano fare del campeggio ma non vedevo il perchè una signora come Taguchi-san si volesse addentrare lì dentro. I miei dubbi riaffiorarono in un attimo.  

Ding – dong.

La campana della vecchia torre dell’ orologio mi fece realizzare che erano già le sei del pomeriggio. I miei dubbi aumentarono. Perchè una signora della sua età avrebbe voluto farsi una scarpinata a quell’ora? Dovevo essere cauta. Mi nascosi velocemente dietro un’ albero e presi dalla mia borsa una fiala contenente una pozione dell’ invisibilità. Guardai il mio corpo scomparire e intanto inzuppai i miei vestiti e la mia borsa. Quando fui totalmente coperta ed impossibile da vedere, mi addentrai nel boschetto. La vidi, continuava a camminare alla velocità di prima. Niente di strano. Allungai il passo fin quando non le ero quasi dietro le spalle.

Lei deve aver sentito i miei movimenti perchè si girò per controllare se qualcuno la stesse seguendo. Io mi coprii la bocca con la mano in modo tale non sentisse il mio respirare. Controllò due, tre alberi vicino a lei e poi proseguì. Io la seguì camminando al suo stesso passo in modo tale non si sentivano che i suoi passi.

Camminammo per qualche altro minuto quando lei abbandonò il sentiero stretto in cui ci trovavamo prima. Feci lo stesso attenta ad non calpestare foglie o rami a terra. Si stava facendo sempre più buio ed gli alberi erano sempre più grandi. Pensai che ci trovavamo più meno al centro del boschetto.

Si fermò davanti ad un alto cumulo di terra. Io rimasi senza fiato e stavo quasi pe emettere un gridolino di sopresa quando scoprii che quel alto cumulo di terra non era altro che un telo perfettamente mimetizzante con l’ambiente circostante  ed aldisotto vi era una grossa e scarlatta motocicletta. Ora, che diavolo ci faceva una signora così con una motocicletta?

Lei sorrise ed aggiustò uno degli specchietti.

“Questo è uno dei miei più brutti travestimenti.” Disse. Usò una voce differente. Quella doveva essere la sua vera voce! L’ha usata perchè ha pensato fosse sola! Il mio cuore cominciò ad accelerare.

Si frugò all’ altezza del collo e inizio a tirar via quella che pensavo fosse la sua faccia.

Quando abbe rimosso tutta quella maschera in latex la mise da parte. Ed io scoprii che era semplicemente bellissima. I suoi capelli mossi erano di un biondo chiarissimo, ricordavano la pallida luce lunare. La sua pelle nivea e le labbra rosee. Mi ricordo quella principessa della fiaba che stavamo leggendo la mattina in classe.

Lei si specchiò nuovamente. Deve aver visto qualcosa nello specchio perche rivolse lo sguardo al cielo. Io feci lo stesso.

Oh. Il cielo era davvero scuro in quel momento e non vi erano nè nuvole nè stelle. Solamente la luna. Come la luna piena che fece suo il cuore della principessa.

C’era una volta una principessa che si innamorò della luna...

“Toichi” disse con un sorriso sulle labbra. Rise prima smucinare alla ricerca di qualcosa nella tasca del vestito.

Quel qualcosa era il suo telefono. Digitò un numero sulla tastiera i cui suono mi ricordò una canzone per bambini tradizionale. Quella sui corvi.

“Si, sono io” disse a chiunque avesse risposto alla chiamata “Sono andata a vedere il ragazzo. Il figlio di Toichi, si quello che sembra Shinichi Kudo.. Lui è colui che ci aspettiamo. E’ esattamente uguale a suo padre.”

Le sue labbra si curvarono in un sorriso sinistro. “Lo abbiamo trovato.” Disse “Abbiamo trovato KID.”

  
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