Ohayo minna! Ritorno dopo tanto
tempo, (oddio saranno
passati tre anni!) con una storia che riguarda principalmente, ma non
solo, due
dei miei personaggi preferiti creati da Gosho-sensei, Kaito ed Akako.
Quest’
ultima, per chi non la conoscesse è una strega vera e
propria che è in grado di
eseguire la magia Nera. Per maggiori info su di lei vi consiglio di
leggere i
fumetti di Magic Kaito e guardare gli OVA dedicati al ladro numero 4 e
6 Fatemi sapere che ne
pensate se vi và. Arigatou!
1.
Il sesto senso di una strega non sbaglia
mai
“C’era una volta
una principessa che si si innamorò della
luna.”
Tutte le storie iniziano con il
“c’era una volta”. Il
narratore anonimo non ti dice esattamente quando il fatto è
accaduto. Come nei
sogni che non hanno ne un’ inizio nè una fine.
Come frammenti di ricordi dopo
un’ amnesia. Come qualcosa che vuoi dimenticare. O peggio,
come qualcosa che
continui a ricordare e si deteriora dopo ogni volta. Come un
registratore di
memoria.. E’ di vinile, graffiato e rotto. Distorto.
“Tutte le notti rivolgeva
lo sguardo verso la luminosa sfera
nel cielo dal suo balcone nel castello, e pregava intesamente che
questa la
raggiungesse. Tutte le notti, lei aspetta. Tutti le notti, lei vive.
Tutte le
notti lei ama.”
Ed amore. Ovviamente
l’amore è in tutte le storie. Perchè
non dovrebbe esserci?
Continuai a leggere la storia ad alta
voce, in piedi.
La classe era in silenzio, fatta eccezione di qualche
sbadiglio per
colpa di quel pigro pomeriggio autunnale. Avevo il libro in una mano
mentre con
l’altra mi scansavo la frangetta dagli occhi. Mi guardai in
torno e vidi che tutti
gli occhi dei raazzi sono su di me – persino il pervertito
del nostro professore Nanaji Nobuo-sensei – beh gli occhi di
tutti eccetto i suoi, ovviamente..
Continuai a leggere la stupida favola a pagina settantasette del nostro
libro
di inglese. Dopo il quarto paragrafo, Nanaji-sensei
alzò la mano per farmi cenno di fermarmi.
“Eccellente come sempre,
Akako-chan,” disse scivolando sulla
sedia da insegnante. “Puoi riprendere il tuo posto a sedere
ora.”
Feci come richiesto. Mi irritava il
fatto che mi avesse
chiamato “Akako-chan” ma lo feci passare. Avrei
conservato la mia rabbia per
quando i miei serprenti avessero avuto bisogno di cibo. Quel pervertito
di un
professore assegnò alcuni paragrafi successivi
a questa ragazza seduda di fronte a me. I suoi occhi erano
incollati al
suo petto.
Questa storia è
così infantile comunque.. Se non fosse stato
per lui, non avrei sopportato questo studio. Non ne ho comunque
bisogno. Tutto ciò
che ho bisogno di sapere lo conosco già. E non è
che voglio entrar
all’università.
“Koizumi-san, parli
un’ inglese così piacevole” disse il
ragazzo seduto accanto a me. Ho
dimenticato il suo nome... Sano? Sato? Non è
importante.
“Devessere così
bello essere ricchi e viaggiare per il
mondo,” continuò a sproloquiare “Deve
essere questo il perchè il tuo accento è
così perfetto.. se non ti conoscessi, avrei pensato che tu
fossi cresciuta in
America!”
“Grazie” Lo feci
imbambolare con un sorriso. Gli occhi dello scemo si illuminarono come
le luci
di Natale.
“Okay la prossima a leggere
è Nakamouri-kun,” disse quel
pervertito del sensei.
Come la ragazza davanti a me (Keiko?
Kiki?) ritornò al suo
posto, Aoko si alzò e – guarda caso lui
diventò improvvisamente attento alla
lezione.
“La fata si
impietosì per la povera amante e le fece visita
nella sua stanza una notte.”
Aoko lesse.
Sono solo io, o oggi indossa un
reggiseno push-up? Gli occhi
di lui sorpredentemente non erano concentrati lì.. lui
stà.. oh cazzo, lui stà guardando
al modo in cui le sue labbra si muovono.
Cerco di contrastare la senzazione di
sconforto nel mio
petto che mi fà venir voglia di spezzare la spina dorsale di
qualcuno.
“La fata diede alla
principessa tre scelte – la prima di
essere una stella che avrebbe sempre fatto compagnia alla luna, la
seconda di
essere il sole che avrebbe donato luce alla luna e la terza, di essere
le nuvole,
e avrebbe fatto da scudo la luna dalla terra,”
continuò a leggere Aoko.
Hm. Ad essere sinceri non ha un
accento malvagio. Continuai
ad osservarlo e rimase in trance con le sue labbra. Mi fece ribollire
dentro.
Mi fece volere che..
Crash!
Grida.
Panico.
Una pallina da baseball dal campo
infranse una finestra e
quasi colpì Aoko. Scheggie di vetro colpirono tutti coloro
che erano seduti
vicino le finestre.
Tutti quanti in classe si girarono
dove era seduta Aoko. Lei
non era più lì e nemmeno Kaito.
Nanaji-sensei, insieme con la sua
barba cespugliosa ed i
suoi occhiali dalla montatura scura, si impanicò per una
volta per tutte. Si
alzò all’improvviso dalla sedia e
iniziò a
grattarsi la testa.
“Dove sono – come
hanno fatto – che sono - ?”
“Sono alla fine della
stanza,” dissi al prof mentre
reprimevo la voglia di far saltare in aria la cattedra.
Come al solito non avevo bisogno di
guardare per sapere. E’
questa maledetta super intuizione che mi ritrovo che mi fa vedere cose
a 360
gradi. Posso vedere Kaito che ha Aoko sulle sue spalle. Posso vedere i
piccoli
rivoli di goccie di sudore che vengono assorbiti dal colletto della sua
uniforme. Posso sentire il suo fiato corto dovuto all’
estenuante scatto.
“Vuoi dirmi che
l’hai portata fino a lì giù?”
chiese Nanaji-sensei.
Kaito annuì.
“Kaito mettimi
giù!” sentiì
dire da Aoko.
Non potevo sopportare di vederli in
quella posizione intima.
Chiusi gli occhi e sperai che l’immagine sparisse dalla mia
testa.
Nanaji-sensei chiese ai due ragazzi
seduti più infondo all’
aula di andare a controllare il campo per vedere quale classe avesse
causato il
putiferio. Il resto della classe stava facendo un pandemonio.
“Kuroba-kun sei stato
così veloce! Sei come un ninja!” disse
questa ragazza con il codino dalle prime file.
“Siete come dei
neo-sposini!” aggiunse la sua compagna di
banco con delle lunghe (ed ovviamente finte) ciglia.
Mi sforzai di ricordare il suo volto bene, in
modo tale di poterle fare del vodoo più tardi. Magari
qualche maledizione le le
facesse cadere tutte le ciglia e forse anche un sopracciglio.
Alcuni idioti risero mentre altri li
punzecchiarono di più.
Altri invece stavano dicendo che la palla doveva essere stata un home
run e
dato che ci trovavamo al secondo piano, chiunque l’avesse
colpita doveva avere
un buon braccio. Per Nanaji Nobuo
non
fu impresa facile far stare tutti “Seduti, seduti, lo
spettacolo è finito.”
“Kuroba-kun, Nakamouri-kun,
potete gentilmente ritornare ai
vostri posti? Perche voi due dovete dare spettacolo per qualsiasi
cosa?”
Aoko sembrava accigliata
“Sensei, non è stata davvero colpa
nostra se la palla è finita nell’ aula.”
Il pervertito alzò il suo
cespuglioso monosopracciglio “Con
tutti i problemi che tu il il tuo ragazzo mago create, mi viene da
pensare che
causate problemi a prescindere. Ora potete riprendere posto? Non credo
che
un’altra palla verrà ad infrangere
un’altra finestra di nuovo. Oh e ricordatemi
di scrivere un reporto sull’ incidente a
–“
All’improvviso
un’altro rumore di vetri infranti. Non me lo
aspettavo questa volta. Un pallone da calcio forzò la sua
entrata nella nostra
classe. Ruppe la finestra vicino al bordo e rovesciò il
piccolo vaso che si
trovava sulla cattedra. Se Nanaji sensei non si fosse alzato prima
sarebbe
stato colpito in piena faccia.
Mi guardai intorno e vidi quel
familiare luccichio negli
occhi di Kuroba Kaito. Quindi, questa volta era opera sua..
Giusto in tempo, i due ragazzi, i
quali Nanaji sensei aveva
chiesto di controllare il campo, tornarono.
“Sensei, non
c’era nessuno.” Disse uno dei due. Lui era
senza fiato.
“Nessuno stà
usando il campo, è vuoto.” Disse l’altro.
Girai la testa per guardare Kaito di
nuovo. Questa volta,
anche lui mi stava guardando.
^v^v^v^v^
La lezione successiva fu ugualmente
caotica. L’episodio
delle palle misteriose di prima fu oscurato da Hakuba Saguru che
arrivò all’ultima
ora. Era appena arrivato dalla caserma principale di polizia per
incontrarsi
con il padre di Aoko per la loro preparazione pre-rapina.
Mentre aspettavamo la nostra
insegnante di matematica tutti
quanti si riunirono intorno a lui per – non lo sò
esattamente. Non trovo
interessanti le sue storie riguardo qualche noiosa conferenza della
polizia.
Queste persone sono troppo sempliciotte e sono probabilmente annoiati
delle
loro stesse vite.
Hakuba-kun però sembra
gradire l’attenzione.
“Lui ha mandato
l’avviso. L’ho visto con i miei occhi.”
Si
stava aggiustando il polsino dell’ uniforme per qualche
ragione.
Mandai un’ occhiata a Kaito
che evitò il mio sguardo questa
volta. Fece finta di essere affascinato dalle sagome scure delle nuvole
nel
cielo.
Hakuba continuava a sbraitare
“Scommetto che voi tutti
l’avrete visto ieri sera in televisione. Stà
davvero proggettando di rubare la
gemma Purple Majesty che sarà esposta nel Museo di Touto di
Arti Moderne.”
La densa folla annuiva e faceva delle
affermazioni positive.
A pernsarci bene, c’erano tutti tranne Aoko e Kaito che non
erano in quel
cerchio. I nostri compagni di classe erano così facili da
inquadrare. La metà
di loro erano fan di Kid e l’altra metà fan di
Hakuba Saguru. O forse lo erano
un pò di entrambi.
“Ci sarà di
nuovo uno scontro tra te e KID allora?” disse quella
Kaki (Kika? Keki?) con i codini.
“Sembrerebbe”
rispose Hakuba-kun annuendo leggermente conil
capo ed assumendo un’ espressione soddisfatta. Era come un
bambino a cui era
stato dato il permesso di giocare al suo gioco preferito.
Mi avvicinai alla calca.
“Non capisco perchè l’ametista
sarà
esposta in un museo di arti moderne. I gioielli sono tutto tranne
moderni.”
Hakuba mi osservò con quei
occhi blu chiaro. “Ho paura, my
lady, che il tuo riferimento abbia a che fare con roba
d’affari piuttosto che
correttezza politica. Il gioello è mostrato in quel museo
per pubblicità,
dicono. Il museo di Arti Moderne di Touto ha aperto le sue porte solo
recentemente ed il proprietario ha anche investito un’ enorme
quantità di
denaro per portare la gemma qui in Giappone.”
Poi, anche se nessuno glie lo aveva
chiesto, continuò a
blaterare riguardo
la storia della gemma
– come fosse originariamente appartenuta ad un crudele
principe europeo che
mangiava i cuori dei suoi schiavi. Il principe credeva che mangiando i
cuori a
crudo gli avebbe garantito l’immortalità, disse il
detective. Sia i ragazzi che
le ragazze sembravano dover dare di stomaco. Lo percepii dalle loro
espressioni. Adoravo ogni singolo tratto dei loro volti dall’
espressione
innaturale.
Proprio mentre iniziava ad
approfondire sulla voce riguardo
i poteri della gemma che donassero ricchezza al suo proprietario, la
supplente
di matematica, una neo-laureata dall’Università di
Beika, fece ingresso nella
classe. Aveva tra le braccia una copia del nostro libro di testo ed
anche una
rivista.
“Consegna per
Hakuba-kun!” disse la giovane insegnante. Era
fin troppo ovvio che fosse innamorata del detective. La nostra
è la sola classe
in cui si presenta con strati su strati di trucco. E niente di meno che
make-up
importato, se la mia intuizione non mi tradisce. Ed anche un profumo
importato.
Probabilmente una marca inglese.
“Questa deve essere la mia
copia del nuovo numero del
Nichiuri” disse Hakuba mentre si alzava e prendeva la rivista
dalla supplente.
“Sono uno dei ragazzi in copertina, come potete vedere. Hanno un inserto su i
detective liceali e
ovviamente non hanno scordato Hakuba Saguru.”
Teneva la rivista in alto
cosìcche tutti potessero vedere.
Lui ed un ragazzo dalla carnagione scura abbellivano la copertina.
Erano seduti
in un divano stile vittoriano. Le ragazze rimasero senza fiato, mentre
i
ragazzi mormoravano le loro congratulazioni.
“Mi spiace averla
disturbata Kurosawa-sensei,” disse Hakuba.
Si girò e sorrise a quella cosa bavosa che teneva in mano i
libri. “ Ero così
entusiasta che l’ho fatto consegnare qui. Grazie per avermi
lasciato usare il
suo nome come destinataria dato che la scuola può
esclusivamente accettare
posta per i suoi impiegati.”
Quella cosa
che mi
vergogno a chiamare insegnante arrossì. Disse qualcosa che
suonò come “Tutte le
volte che vuoi, non preoccuparti e non esitare a chiedermi altri
favori.” .. ma
poteva benissimo anche essere “Perfavore prendi in
considerazione che voglio
essere la madre dei tuoi figli.” Non lo sò. Non
stavo davvero ascoltando.
“Nakamouri-san anche
è stata intervistata come qualcuno che
potrebbe gettare una luce più chiara sulla mia
persona,” disse Hakuba.
“Ovviamente la storia riguarda le relazioni amorose di noi
giovani detective e
noi tutti sappiamo che Nakamouri-san è nel mio
interesse.”
Le ragazze lanciarono occhiatacce che
avrebbero potuto
ferire come pugnali nella direzione di Aoko. Kurosawa- sensei sembrava
che
volesse strangolarla fino alla morte.
Aoko agitò le braccia in
segno di negazione. “Come amica!
Anche Kaito era lì durante l’intervista! Era il
nostro accompagnatore! Diglielo
Kaito!”
Kaito limitò a girarsi.
“Perchè stai chiedendo il mio
aiuto?”
Kurosawa-sensei sbattè
forte il gesso sulla lavagna. Il gesto
fu così violento che il gesso si ruppe in due.
“Okay è
abbastanza riguardo la love story di Sagu-cha-
Hakuba-kun” disse “Ora perfavore prendete
posto”
Quegli sciocchi si sedettero. Sensei
cominciò la lezione ma
nessuno stava davvero seguendo ciò che diceva. Quasi
un’ ora passò e poi giunse
l’orario di tornare a casa. La maggior parte dei miei
compagni si era radunata
nuovamente attorno ad Hakuba che cominciò a laggere
l’articolo ad alta voce.
Mi guardai attorno e notai che Aoko
non era da nessuna
parte. Kaito, invece era nell’ altro angolo della stanza e
stava parlando al
cellulare. Aspettai che finisse la telefonata prima di andargli
incontro.
“Non credo che tu stessi
parlando con la tua ragazza perchè
l’ho vista andar via e tu non sei il tipo da chiamarla quando
avete passato
l’intera giornata assieme.” Dissi.
Lui mise il telefono in tasca.
“E’ un nuovo amico.”
“Sai,
c’è un vecchio detto che dice quando ti fai un
nuovo
amico ti fai anche i suoi nemici.” Gli
offrii uno dei miei sorrisi più dolci.
“Ne sono pienamente
cosciente.” Disse “Ora, di che cosa
volevi veramente parlare?”
“Ero solo curiosa di sapere
dove fosse Nakamouri-san..”
Lui si mostrò accigliato.
“E’ corsa via con delle nuove
amiche per andare a Beika. Oh, e giusto per chiarire noi non stiamo
insieme. Ma
questo non è ancora ciò di cui vuoi
parlare..”
Le mie labbra cominciarono a
tremolare e giuro non lo feci
apposta. Mi morsi il labbro inferiore prima di continuare.
“Non cercare di prendere
l’ametista” finalmente riuscii
a dire.
Perfavore,
ascolatami
questa volta.. Non voglio che nessuno ti catturi tranne la
sottoscritta. Fin
quando non avrò il tuo cuore, devi rimanere al sicuro.
Perfavore, Kaito..
Lui alzò un sopracciglio e
mi chiese in tono annoiato
“Quante volte devo ripeterti che non sono KID?”
“E quante volte io
devo ripeterti che sno una strega e che sò tutto su di te
Kuroba Kaito!” dissi
di rimando “anche riguardo all’incidente durante il
giorno di san Valentino e
come ti ho lanciato quell’ incantesimo. Anche riguardo al
quel quasi fallimento
al Museo d’Arte di Ochima.”
Kaito continuò ad avere
quell’ espressione impassibile. “Non
ho idea di cosa tu stia parlando, principessa.”
Principessa. Tutti i ragazzi della
scuola mi chiamavano in quel modo. Ma l' unica cosa che mi lusingava
fù che lui
iniziò a chiamarmi così da quando presi il suo
posto in uno dei suoi colpi dato che Hakuba altrimenti lo avrebbe
catturato e
smascherato. E KID poteva essere solo
mio, nessun altro doveva intralciarmi.
“Ah, fà un
pò come ti pare, Kaitou”
“E’
Kaito!” replicò mentre la sua faccia cominciava a
dare
segni di impazienza.
“Kaitou.”
Ripetei. Chissenefrega. Io sò chi sei veramente.
“Comunque, se io fossi KID,
non credo rinuncerei a nessuna
sfida.” Camminò verso il suo banco ed io lo
seguì. “Dopotutto KID non ha mai
fallito.”
Questo cocciuto figlio di –
“Ci sono altre persone che
vogliono la pietra.” Dissi.
“Lo
sò.” Rispose mentre metteva i suoi libri e
quaderni
dentro la borsa. “Sei qualche furto indietro per questo
avvertimento.”
“Questo gruppo è
differente.” Ribattei mentre potevo sentire
il mio tono alterarsi “Lucifero mi ha detto che il divolo
bianco deve far
attenzione a non tingere le sue ali di nero. Lucifero mi ha avvertito
che i
corvi stanno arrivando.”
“Ecco che ci risiamo con i
tuoi enigmi..” Sbadigliò e
finalmente richiuse la zip della borsa “Non pensare troppo a
KID okay? Chissà
quale tipo di palla potrebbe entrare nella classe la prossima
volta..”
Ed in quel momento feci una cosa
terribile. Arrossii.
Arrossire era una cosa disgustosa e un modo per mostrare debolezza ma
non
riuscì a prevenirlo questa volta. Sapeva che la palla
l’avevo diretta contro Aoko. E c’era la
possibilità che sapesse anche che ero gelosa.
“Ti ho avvisato,
ladro”. Guardai mentre si avviava verso la
porta.
Mi lasciai crollare sulla mia sedia e
aspettai che anche gli
altri se ne andassero. Volevo avere un oggetto personale di quella
ragazza
seduta nelle prime file che aveva detto che Kaito ed Aoko sembravano
due
neo-sposini. E’ per la bambola vodoo vedete. Ero
così concentrata nel ricordare
i procedimenti nel fare la bambola che non notai Hakuba Saguru alle mie
spalle.
“Una lady
d’incanto come te non dovrebbe deprimersi per un
ragazzo che non ricambia i suoi sentimenti.”
Mi girai ed eccolo lì,
seduto sul banco dietro di me. La
rivista era arrotolata e messa in una tasca della giacca blu notte.
Lo guardai con aria interrogativa.
“Se ti riferisci a
Kuroba, ti stai sbagliando”
“Sbagliando sul fatto dei
tuoi sentimenti pe lui? O riguardo
lui, il quale non ti ricambia?”
“Sbagliato in entrambi i
casi” dissi
Lui si limitò a sorridere
e stemmo in silenzio per un pò. La
classe era quasi vuota oramai.
La tentata rapina sarà
questo venerdì.” Disse finalmente. Si
alzò dalla sedia. “Sò che sarai
lì. Ti preoccupi per lui quanto me. “
“Dargli la caccia la chiami
preoccupazione?”
“Ti preoccupi per lui e la
chiami apatia” Mi diede due
leggere pacche sulla testa, probabilmente pensando fosse un gesto di
buon augurio.
“Sono solo nomi, ma non cambiano cosa proviamo
veramente.”
“Ti sbagli”
insistetti. “Non provo nulla per lui. Se me lo
chiedi, penso proprio sia lui quello innamorato del mio fascino ma
ovviamente,
non mi può avere!”
Ohohoh!
Feci la mia risata inconfondibile.
Hakuba scosse la testa. “Oh
beh, come dicono non c’è niente
di più desiderabile per un uomo che una donna che non
può avere.”
Mi lasciò senza parole
mentre mi disse arrivederci,
lasciandomi da sola nella stanza con i miei pensieri.
^v^v^v^v^
Dopo aver preso qualche capello della
mia compagna di
classe, ero sulla strada di casa quando vidi quell’ odioso
ladro fantasma sulla
sponda del fiume.
Stava parlando con una signora grassa
dai corti capelli
ricci. Indossava un lungo vestito rosso con sopra uno scialle nero
fatto ad
uncinetto che le ricadeva sulle spalle. Il suo aspetto mi
ricordò come quello
di una vecchia zia che vive con i suoi gatti. Visto che erano sulla mia
strada
andai verso di loro.
“Kuroba-kun, chi
è questa signora?” chiesi. Lui si girò
verso di me e mi sorrise.
“Ti presento
Taguchi-san” iniziò il ladro. La signora fece
un’
inchino. Io imitai il gesto. Notai che teneva in mano una copia della
rivista
mostrata da Hakuba.
“Mi ha detto che
è una fan di mio padre e che è stata sua
allieva per qualche tempo. L’ho vista aspettarmi
all’ uscita della scuola con
la speranza di potermi parlare.” Spiegò Kaito.
“Questa è la tua
ragazza, Kaito-kun?” chiese lei con un tono
di voce che mi ricordava persino le fusa di un gatto. C’ era
qualcosa nella sua
voce che non mi convinceva proprio per niente.
“No, no! E’ solo
un’ amica!” Kaito stava dimenando le
braccia come un matto.
“Peccato. E’
davvero molto bella.” Replicò la donna.
“Il mio nome è
Koizumi Akako, piacere di conoscerla” mi
presentai con un inchino.
“Se è
un’ amica di tuo padre come ha fatto a trovarti?”
chiesi. [Il mio tono suonava naturale ed ingenuo]
Kaito di girò nuovamente
verso di me “Ha detti che ha visto
una mia foto su quella rivista, quella dove c’è
Hakuba ricordi? Due
settimane fà, fù intervistato ed anche
Aoko. Io l’ho accompagnata ed il reporter insistette che
avrei dovuto
aggregarmi alla foto di gruppo.”
“Ho visto la foto per caso
tra le pagine di questo giornale”
disse la signora “ E rimasi così sorpresa quando
ho letto nella didascalia:
compagno di classe Kuroba Kaito! Dal cognome ho pensato deve essere il
figlio
di Toichi. Anche perchè si assomigliano in modo
impressionante!”
“Beh sono padre e
figlio” commentai. La sua voce cominciava
ad irritarmi.
Le labbra della signora si piegarono
in un sorriso sornione.
Percepii che aveva sensato il mio sarcasmo nascosto e non ne era
affatto
contenta.
“Saresti davvero sorpresa
riguardo le somiglianze signorina.
Se non avessi letto la didascalia avrei scambiato Kaito per il
detective
liceale Shinichi Kudo.” La sua voce era fredda questa volta.
Gliaciale.
Penetrante.
Quel nome poi mi era familiare. Lo
avevo visto nella mia
sfera di cristallo. Lucifero lo definì l’angelo
nero. La minaccia dall’ Est.
Ricordai di aver sentito il suo nome durante la rapina della torre
dell’
orologio.
“Ovviamente, fui molto
più contenta di venir a sapare che il
ragazzo fosse il figlio di Toichi! Ecco perchè sono venuta a
vederlo con i miei
occhi. E’ stata una fortuna che l’articolo
menzionava la scuola che
frequentate.”
La donna quindi aprì la
rivista e puntò il dito su una
grande fotografia che prendeva quasi due pagine intere e mostrava
Hakuba,
Nakamouri e Kaito insieme ad altri quattro ragazzi ed un bambino.
Kaito si grattò
nervosamente la testa e improvvisò una finta
risata. “Ho una faccia molto comune tutto qui. Quel Detective
dalla pelle scura
anche mi assomiglia!”
“Lei deve essere davvero
una grande fan del signor Kuroba,
per aver seguito Kaito fin qui.” La simpatia per le
chiacchiere della donna di
fronte a me era decresa in modo esponenziale.
“Volevo solo vedere come
stava suo figlio tutto qui” di
nuovo quell’ odioso sorriso. Il mio sangue magico mi diceva
che c’era qualcosa
di anormale in quell’ espressione. La cosa puzzava molto e
questa donna non la
raccontava giusta al mio intuito.
“Ho perso ogni contatto con
il nostro vecchio gruppo di
amici tanti anni fà e ho cominciato a viaggiare per il
mondo. E’ solo
recentemente che sono ritornata in Giappone che mi è venuta
nostalgia dei bei
tempi andati.”
“Taguchi-san ha detto anche
che faceva l’attrice teatrale ma
adesso è manager di un gruppo teatrale che è in
continuo movimento.” Intervenne
Kaito con voce entusiasta. Mi ci volle tanto del mio autocontrollo per
non
lanciargli un occhiataccia
“guarda-che-pollo-che-sei”. Ma la sua espressione
sembrava così rilassata, raramente la vedevo sul suo viso.
Probabilmente non
aveva visto nulla di strano nel comportamento della donna. Forse queste
situazioni
gli erano già capitate prima..
“Oh” fu
l’unica cosa che riuscii a dire mentre ordinavo i
pensieri. Quell’ espressione mi aveva fuorviato per qualche
secondo. Poi
ritornai al mio ragionamento. Gli attori teatrali normalmente indossano
maschere per impersonificare qualche personaggio. Forse questa donna..
“Maa, è meglio
che vada” disse lei improvvisamente, “ Si
stà
facendo buio e non voglio far ritardare ulteriormente il vostro
appuntamento
ragazzi.”
“Non è come
pensa!” ripetè Kaito freneticamente.
“A presto
Kaito-kun,” disse la donna con un inchino
ӏ stato
un piacere conoscerti. Anche tu Koizumi-kun.”
Noi ripetemmo l’inchino e
che era stato un piacere
reciproco.
“E’ stata davvero
gentile.” Disse poi lui quando la donna si
era ormai allontanata. “Mi ha raccontato delle storie sul mio
vecchio quando
faceva le sue lezioni. Mi ha detto che insegnava alle attrici come
truccarsi e
camuffarsi e persone da tutto il mondo venivano per frequentare i suoi
corsi.”
Il suo tono suonava decisamente
nostalgico . Lui sorrideva
ma la sua voce e gli occhi leggermente lucidi lo tradivano. Il mio
cuore
cominciò ad accellerare. Koizumi Akako, ricordati chi hai
difronte per
Lucifero!
“Lui era davvero grande, il
mio chichi,sai,” continuò
“Adesso vive nelle loro storie. Ecco perchè sono
davvero contento quando
incontro un suo vecchio amico o allievo che sia, specialmente quando mi
raccontano storie che non ho mai sentito prima. E’ come se
fosse ancora vivo.”
Mi prese decisamente in contropiede
con quella sua apertura
così improvvisa. Capiì che non era affatto facile
parlarne per lui. E guardando
il suo viso così bello illuminato dalla luce del tramonto mi
sentii alquanto
patetica. Ho dubitato quella donna per tutto il tempo e lei aveva solo
delle
buone intenzioni. Forse.
“Ma a volte tutto ciò
mi confonde.. Quando sento le loro storie è come se scopro
nuove sue
sfaccettature ed inotre
mi sembra che
forse non lo conoscevo affatto.” Guardava alla luce del
crepuscolo che tra
pochi minuti sarebbe scomparsa. Lentamente abbassò la testa.
“beh, dopotutto
era un prestigiatore. Ed i prestigiatori hanno molti segreti.”
Volevo abbracciarlo. Sapevo che avrei
dovuto dire parole di
comforto, o almeno dargli qualche pacca sulla spalla. O forse avrei
dovuto
davvero abbracciarlo, dopotutto.. ma l’unica cosa che feci fu
stare lì impalata
come un’ idiota.
“Mi spiace per aver parlato
a vanvera, principessa.” Disse
poi rialzando il capo “Ma grazie per aver ascoltato. Vuoi che
ti accompagni a
casa?”
Feci no con la testa
perchè ancora le parole non riuscivano
ad uscire.
“Grazie ma
c’è una cosa he devo fare” dissi alla
fine
Ci dimmo arrivederci e io corsi via.
Sarà stato perplesso
dal mio modo di comportarmi ma non mi girai indietro per controllare.
Sapevo
cosa dovevo fare. Avevo bisogno di rintracciare quella donna e magari
chiedergli una fotografia a qualcosa del genere.
Corsi ancora un pò ed
imbucai un vicolo cieco. Poi mi
accertai che nessuno passasse di lì. Quando vidi la strada
deserta presi una
bussola dalla mia borsa. Questa era fatta di bronzo e titanio ed incisi
tutt’
intorno vi erano simboli che solo persone con il mio sangue potevano
comprendere. Mormorai ciò che dicevano e chiusi gli occhi.
Cercai di
ricostruire l’immagine di Taguchi-san nella mia mente
più nitidamente possibile e
poi toccai l’ago della bussola. Questo iniziò a
girare vorticosamente fino a
quando non riaprii nuovamente gli occhi e vidi che si era fermato nella
direzione est. Ora l’unica cosa che mi rimaneva da fare era
seguire la
direzione che la bussola mi indicava fino a trovare Taguchi-san.
Camminai per le
vie fino a quando non finii dentro un parco. Da lì non fu
affatto difficile
trovare la signora in questione grazie al suo vistoso vestito rosso. Il
parco
era quasi deserto, vidi una coppia di signori anziani che stava dando
da mangiare
a dei piccioni. Pensai che andasse anche lei a dar da mangiare ai
pennuti ed
invece si addentrò nel boschetto. Quel boschetto era situato
alla fine del
parco e normalmente veniva usato per del trekking, dalle persone che
volevano
osservare diversi tipi di volatili ed accampamenti da campeggio dalla
breve
durata. Strano, il boschetto è famoso tra i ragazzi e
persone che volevano fare
delle escursioni, o bambini delle elementari che volevano fare del
campeggio ma
non vedevo il perchè una signora come Taguchi-san si volesse
addentrare lì dentro.
I miei dubbi riaffiorarono in un attimo.
Ding – dong.
La campana della vecchia torre
dell’ orologio mi fece
realizzare che erano già le sei del pomeriggio. I miei dubbi
aumentarono.
Perchè una signora della sua età avrebbe voluto
farsi una scarpinata a
quell’ora? Dovevo essere cauta. Mi nascosi velocemente dietro
un’ albero e
presi dalla mia borsa una fiala contenente una pozione dell’
invisibilità.
Guardai il mio corpo scomparire e intanto inzuppai i miei vestiti e la
mia
borsa. Quando fui totalmente coperta ed impossibile da vedere, mi
addentrai nel
boschetto. La vidi, continuava a camminare alla velocità di
prima. Niente di
strano. Allungai il passo fin quando non le ero quasi dietro le spalle.
Lei deve aver sentito i miei
movimenti perchè si girò per
controllare se qualcuno la stesse seguendo. Io mi coprii la bocca con
la mano
in modo tale non sentisse il mio respirare. Controllò due,
tre alberi vicino a
lei e poi proseguì. Io la seguì camminando al suo
stesso passo in modo tale non
si sentivano che i suoi passi.
Camminammo per qualche altro minuto
quando lei abbandonò il
sentiero stretto in cui ci trovavamo prima. Feci lo stesso attenta ad
non
calpestare foglie o rami a terra. Si stava facendo sempre
più buio ed gli
alberi erano sempre più grandi. Pensai che ci trovavamo
più meno al centro del
boschetto.
Si fermò davanti ad un
alto cumulo di terra. Io rimasi senza
fiato e stavo quasi pe emettere un gridolino di sopresa quando scoprii
che quel
alto cumulo di terra non era altro che un telo perfettamente
mimetizzante con
l’ambiente circostante ed
aldisotto vi
era una grossa e scarlatta motocicletta. Ora, che diavolo ci faceva una
signora
così con una motocicletta?
Lei sorrise ed aggiustò
uno degli specchietti.
“Questo è uno
dei miei più brutti travestimenti.” Disse.
Usò
una voce differente. Quella doveva essere la sua vera voce!
L’ha usata perchè
ha pensato fosse sola! Il mio cuore cominciò ad accelerare.
Si frugò all’
altezza del collo e inizio a tirar via quella
che pensavo fosse la sua faccia.
Quando abbe rimosso tutta quella
maschera in latex la mise
da parte. Ed io scoprii che era semplicemente bellissima. I suoi
capelli mossi
erano di un biondo chiarissimo, ricordavano la pallida luce lunare. La
sua
pelle nivea e le labbra rosee. Mi ricordo quella principessa della
fiaba che
stavamo leggendo la mattina in classe.
Lei si specchiò
nuovamente. Deve aver visto qualcosa nello
specchio perche rivolse lo sguardo al cielo. Io feci lo stesso.
Oh. Il cielo era davvero scuro in
quel momento e non vi
erano nè nuvole nè stelle. Solamente la luna.
Come la luna piena che fece suo
il cuore della principessa.
C’era una volta una
principessa che si innamorò della
luna...
“Toichi” disse
con un sorriso sulle labbra. Rise prima
smucinare alla ricerca di qualcosa nella tasca del vestito.
Quel qualcosa era il suo telefono.
Digitò un numero sulla
tastiera i cui suono mi ricordò una canzone per bambini
tradizionale. Quella
sui corvi.
“Si, sono io”
disse a chiunque avesse risposto alla chiamata
“Sono andata a vedere il ragazzo. Il figlio di Toichi, si
quello che sembra
Shinichi Kudo.. Lui è colui che ci aspettiamo. E’
esattamente uguale a suo
padre.”
Le sue labbra si curvarono in un
sorriso sinistro. “Lo
abbiamo trovato.” Disse “Abbiamo trovato
KID.”