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Autore: lafilledeEris    18/07/2012    5 recensioni
Solo lei leniva le sue ferite. Solo lei gli rammentava che aveva un anima.
Non era pura, non era integra e nemmeno innocente. Ma c'era. Era lì, che aspettava le cure che solo lei poteva riservarle.
E mentre Hermione lottava – riluceva di rosso e oro il suo cuore, pulsava di coraggio – perchè la sua anima non finisse in mille pezzi, non sapeva che curava quella di Draco.
Genere: Angst, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Si ringrazia Egoica per il betaggio ( e per la pazienza).

Ti adoro.

 

 

Anime

-Sintomo e cura-

 

 

Certe notti vorrei che le mie labbra potessero costruire un castello

Certe notti vorrei che crollassero e basta

Ma mi sveglio ancora, vedo ancora il tuo fantasma.

 

 

 

Hermione aveva un’anima pura. Era gentile e di gran cuore. Aveva quel modo di fare così gentile e affabile che era impossibile non andare d’accordo con lei. Era buona, di quella bontà disarmante. Traspariva dai suoi occhi, così grandi e scuri da poter inghiottire il mondo.

Lei il mondo che la circondava l’aveva conquistato con la conoscenza. Grande, onnipotente sapienza. Lei si cibava di libri, divorava la cultura e si riempiva l’anima e il corpo di ciò che più amava.

Amava l’odore della pergamena – nuova o consunta non faceva differenza –; l’odore dell’erba bagnata dalla rugiada al mattino presto ; amava la pioggia, quella martellante che scrosciava violenta sulle immense finestre del castello, che pareva un torrente in piena.

Aveva un animo combattivo. Stringeva forte i pugni, fino a veder sbiancare le nocche, finché non sentiva le unghie conficcarsi nella carne. Ed era il dolore – lancinante ed eterno, quello che lascia segni profondi – che l’aiutava a scuotersi.

E amava anche la notte. Perché solo allora poteva avere lui, che con la luce sarebbe svanito come svaniscono le civette all’alba. Perché l’alba era perfida, infida e subdola. Le portava via l’anima. La dilaniava ed ogni volta col sorgere del sole ne strappava via un pezzo.

Era come se le portassero via un arto, ma era più doloroso. Perché se ti strappano via un arto sai dove toccarti e sai dove ti fa male.

Ma quando ti strappano via l’anima, dove fa male? È come se fosse qualcosa di diffuso.

Perché lei gli apparteneva totalmente.

Aveva un’anima, e non era del tutto sua. Un pezzo – non sapeva bene quale e quanto grande fosse – era dell’unico uomo che avesse mai amato.

 

 

 

Chi sei tu che avvolto nella notte inciampi così nei miei pensieri?

 

 

 

Draco aveva un’anima scura a tormentata. Era solitario e preferiva evitare il contatto con chi lo circondava. Non riusciva a concedersi agli altri, non era davvero buono.

Dai suoi occhi trasparivano un’inquietudine ed una rabbia verso il mondo d'una ferocia inaudita.

Erano un perenne temporale, di quelli che vengono giù ad agosto e sporcano il cielo, imbruttendolo. Lui era come quel cielo: chiuso, senza possibilità di far filtrare uno spiraglio di luce.

Lui non voleva conoscere il mondo che lo circondava. Non perché non gli interessasse. Il fatto era che quel poco di mondo che aveva conosciuto lo aveva terrorizzato. Ed ora non aveva più le forze per conoscere il resto.

Odiava che lo additassero per ciò che portava sulla pelle – su quella pallida, trasparente, fredda carne –, quel segno d’infamia e di codardia.

Odiava che le persone che sino all'anno prima gli facevano da cani da compagnia, ora lo evitassero come un appestato.

Odiava dover essere costretto a frequentare le lezioni, ad avere contatti con gli altri studenti. Odiava dover affrontare ogni giorno quella lotta. Aveva perso la battaglia quell'estate, ed ogni giorno doveva rispolverare le armi e vivere la sua guerra.

Odiava la notte, perché sapeva che con lei sarebbe arrivata una nuova giornata. Ed una nuova lotta. Ed era sicuro di non avere più forze, più coraggio.

 

 

 

 

 

Solo lei leniva le sue ferite. Solo lei gli rammentava che aveva un anima.

Non era pura, non era integra e nemmeno innocente. Ma c'era. Era lì, che aspettava le cure che solo lei poteva riservarle.

E mentre Hermione lottava – riluceva di rosso e oro il suo cuore, pulsava di coraggio – perchè la sua anima non finisse in mille pezzi, non sapeva che curava quella di Draco.

Quando facevano l'amore e lui non chiedeva – non lo faceva mai – l'accesso alle labbra di Hermione – perché già sue – le loro anime sparivano, si annientavano. Perché

prima di essere una lotta di carne, di denti, di labbra, di pelle e di sessi era una lotta d'anime.

Lei curava lui.

Lui distruggeva lei.

Lei lottava per lui.

Lui si arrendeva a lei.

-Abbiamo sbagliato- diceva lei.

-Come la volta scorsa, e la volta prima. Ancora. Come ogni volta – le rispondeva lui.

Perché ogni volta che si rincontravano era il battito del loro cuore a prendere il sopravvento. Rumore sordo e cupo che arrivava sino alle orecchie e offuscava ciò che dettava il cervello.

Come un rombo in quel temporale estivo che erano gli occhi di Draco e in cui Hermione si perdeva.

Era l'aquilone sconsiderato che si esponeva alla sua furia e si lasciava trascinare dalle intemperie.

Finivano col scambiarsi gli abiti, mentre si rivestivano. In quel momento capivano che in realtà quella con l'anima annientata era Hermione, che tolta la maschera non aveva più un sorriso adorabile, ma solo un tormento che le oscurava gli occhi. Le si spegneva l'anima e le si oscurava il cuore.

Quello col sorriso più bello era Draco. Aveva l'anima che risplendeva come di luce propria. Gli occhi da grigi diventavano azzurri.

La tempesta si placava , il cielo diventava limpido ed un piccolo aquilone rosso sgargiante si librava sulle fronde degli alberi.

Hermione viveva un gelido inverno dentro di sé.

Draco grazie ad Hermione aveva il suo posto al sole.

 

 

L'altra notte non crederesti al sogno che ho fatto su me e te

Ti ho chiamata ma siamo rimasti d'accordo che

fosse meglio che tu non ascoltassi

fosse meglio che mantenessi le distanze.

 

 

 

Il mio angolino

Questa OS è nata di slancio ascoltando i FUN, gruppo che ho scoperto di adorare.

I pezzi in corsivo che trovate all'inizio e alla fine della storia sono la prima e l'ultima strofa di “Some Night”, canzone che fra l'altro vi consiglio.

Il pezzo “ Chi sei tu che avvolto nella notte inciampi così nei miei pensieri?” è preso da “Romeo e Giulietta”.

Bene, che posso dire? Solo che spero possiate apprezzare questo piccolo momento zuccheroso – fin troppo – che mi sono concessa. Che poi alla fine la punta di amaro c'è.

Se volete ditemi che ne pensate.

 

 

Un bacione.

N.

   
 
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