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Autore: __Aivlis    18/07/2012    2 recensioni
Brian Haner non ha mai avuto grosse ambizioni, gli è sempre bastata una chitarra e i suoi amici per arrivare in alto. Ma anche uno come lui - a tratti introverso e riservato, a tratti l'opposto di se stesso - nasconde una storia colma di malinconia e sentimenti.
In cerca di un'identità dopo la scomparsa del suo migliore amico, trova rifugio nelle braccia di una donna, Casey, anche se la sua pelle liscia contro la propria non è mai riuscita a consolarlo del tutto. Ma l'inizio di una nuova era, la pubblicazione dell'ultimo Cd e un nuovo tour europeo da affrontare, lo ricondurranno proprio alle sue origini per cercare di capire chi è davvero Brian Haner e come tutto questo era iniziato.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Avvertimenti: Epilogo.


Il cielo stellato è stato il primo libro che l'uomo ha letto, a volte capita di ricordarsene. A volte capita che si sente il bisogno di alzare lo sguardo e provare a contare i puntini luminosi che inondano quella distesa nera che altrimenti ti inghiottirebbe vivo.

Era l'ultima tappa del tour, ed era sera. Uno di quei tanti momenti in cui tutti si fermano necessariamente a riflettere.

I tour, per lei, erano sempre stati purificanti. Starsene via da casa per un lasso di tempo che in fin dei conti è sempre imprecisato le faceva bene.

« Zacky, tu credi che questo sarà l'ultimo? »

« L'ultimo cosa? »

« Lo sai... L'ultimo tour. Intendo dire... Credi sarà la fine? »

Zacky si voltò ad osservarla ammirare il cielo con la luna che si specchiava nei suoi occhi, e si ritrovò senza parole da dire. In tutto quel turbine di cose ammassate l'una sopra l'altra un po' a casaccio, non aveva mai avuto il tempo di fare congetture. O forse non aveva voluto pensarci.

« Non lo so » disse. « Magari non è mai davvero la fine, ma possiamo illuderci che lo sia. »

« Ma perché farlo? Perché mettere la parola fine ad una cosa del genere? Avete visto la gente ai vostri concerti, avete visto cosa avete creato. Allora perché decidere di arrendersi proprio adesso? »

« Perché siamo stanchi. »

Quella sera Zacky era di poche parole, ed Emily se ne accorse subito.

Era solo l'ennesimo ciclo che si consumava e finiva, l'ennesimo universo che finiva in se stesso. Un altro mondo, un'altra vita, e questa volta la peggiore che avessero mai potuto chiedere di vivere.

La mentalità collettiva di tutti quelli che avevano fatto parte del tour era stata già condizionata da quel tipo di illusione. Tutti volevano tornare a casa, e al più presto. Per alcuni di loro, tornare a casa avrebbe significato rivedere gli occhi di Jimmy impressi in qualche cielo o in qualche scoglio.

Ferma su quella convinzione e combattuta tra la voglia di tornare e la paura di sciogliere quell'incantesimo che la teneva legata ad una vita falsa, Emily rifletteva, e da qualche parte – nel suo cervello, o forse nel suo cuore – immagazzinava tutta la forza necessaria, recuperava la tenacia, la voglia di rialzarsi in piedi e far vedere di che pasta fosse fatta, di far vedere che Emily era tornata come un tornado, e che era pronta a ricominciare. Tutto questo avveniva lì in fondo, da qualche parte, mentre in quel preciso istante, seduta sull'erba accanto a Zacky, era ancora solo un relitto come gli altri.

« Emily... » sussurrò Zacky, dopo una quantità di silenzio trascorso.

« Sì? »

« Devo farti vedere una cosa. »

Emily distolse lo sguardo dal cielo e lo posò su Zacky. Lo vide mettersi una mano in tasca e estrarne un foglietto sgualcito ripiegato su se stesso. Quando Zacky glie lo porse, lei lo prese senza farsi troppe domande.

Lo spiegò e notò la macchia circolare di una tazza di caffé, e al tatto il foglio presentava dei piccoli cerchi in cui il materiale era più ruvido, proprio come se qualcuno ci avesse pianto sopra.

Quando posò lo sguardo sulla calligrafia, le si fermò il cuore, e sentì gli occhi ricoprirsi di lacrime. Un brivido le percorse la spina dorsale.


There comes a day when we all find out for ourselves that once we have the words to say, there's no one left to tell. I know why you're running away.

There's a place where nothing seems to be assembled quite cohesively. Something little shouldn't feel this way, we got a million thoughts we can't convey.

It's four in the mourning, you got one more chance to die. Like beautiful stories the greatest chapters flew right by.

There comes a day when we all find out for ourselves that once we have the words to say there's no one left to tell. I know why you're running away.


La calligrafia di Jimmy si estendeva lungo tutto il foglio, e raccoglieva parole profetiche di qualcosa di incompleto.

« Dove l'hai trovato? »

« Me l'ha dato Jimmy il giorno prima... » disse, senza bisogno di completare la frase. « Sei la prima a cui l'ho fatto vedere, e la seconda che lo legge, dopo di me. »

Emily scoppiò a piangere con la facilità di quando era bambina. Pianse le lacrime che minacciavano di sgorgarle dagli occhi già da un anno, e in quel momento – stranamente e per la prima volta da molto tempo – si sentì quasi sollevata.

Zacky l'abbracciò in silenzio, e nel farlo provò tutto il dolore che era lì accanto a sé. Si ritrovò con gli occhi lucidi anche lui, sotto quel cielo stellato che conservava i ricordi di tutti, e che forse conservava anche Jimmy.

« Mi chiedo perché debba essere tutto così dannatamente difficile » disse, soffocando le parole sulla camicia di Zacky.

« Perché la vita è fatta anche di questo. Non sempre è facile viverla, ma bisogna tenere duro fino alla fine, nonostante tutto. »

« Mi manca Jimmy, lui saprebbe sicuramente come comportarsi, e saprebbe dirmi cosa fare. »

« Ti riferisci a Brian? »

« Sì, in qualche modo c'entra anche lui... » iniziò, tirandosi su e cercando di asciugarsi le lacrime con la manica della felpa. « La cosa che mi fa più rabbia... » riprese, « è che sento che è tutto collegato. Brian, Jimmy, voi ragazzi... Tutta la mia vita era un involucro unico, e quando una parte di essa viene a mancare, l'involucro si sfalda e non funziona più, e ora non so più cosa farmene. Vivo da sola da quando Brian mi ha lasciata. Non incontro nessuno, non ho amici, non esco mai. Lavoro da casa, e così facendo mi ritrovo ad uscire solo per andare a fare la spesa. Ora venire in tour mi sembra sia stata una pessima idea. Non ho le forze di tornare a vivere come facevo prima. »

Zacky la guardò negli occhi ancora una volta, e vide il suo cuore in frantumi. Vide qualcosa che funzionava a tratti, un organismo inceppato, malridotto. E in quel momento decise di prendere i cocci di quella vita e rimetterli insieme.

« Vieni a stare da me » disse.

Prese la decisione di getto, ma dopo averlo detto si rese conto di quanto fossero giusti i due pezzi del puzzle che andavano a incastrarsi. Emily era la sua migliore amica, e averla in casa avrebbe solo portato un po' di gioia nella sua vita altrettanto vuota. Si rese conto di quanto avessero bisogno l'uno dell'altra.

« Cosa stai dicendo? »

« Paghiamo le spese a metà, e in casa c'è la camera degli ospiti in cui puoi stare. »

« A te la vita da single ti sta facendo partire di testa. »

E forse Emily con quell'ultima frase aveva colto nel segno, ma a nessuno di loro era mai importato davvero di Genna. La loro breve ma intensa storia d'amore era sfumata come un fuoco d'artificio, e avevano fatto presto a lasciarsela alle spalle.

La verità era che Zacky non aveva fretta di tenersi stretta una persona sperando duri in eterno. Lui viveva di attimi vissuti fino all'ultimo e parole sussurrate in momenti come quello. Gli bastava sapere che c'era qualcuno vicino a lui pronto a sorreggerlo se fosse caduto, e sapeva bene che un'amicizia, in certi casi, vale molto più di un amore mal corrisposto.

« Sarà la nostra terapia. Ci salviamo a vicenda, no? Come quando avevamo sedici anni. »

« Quando avevamo sedici anni c'era Jimmy che ci reggeva in piedi entrambi quando ci ubriacavamo fino a star male. »

Zacky riportò alla memoria quel ricordo con velocità, e sorrise. Si voltò verso il cartone di birre accanto a lui, e poi guardò di nuovo Emily.

« Credo sia arrivato il momento di celebrare i vecchi tempi. »

Emily sorrise e prese una birra per sé e una per Zacky.

Passarono la serata a raccontarsi cose che entrambi già sapevano solo per il gusto di riderci o piangerci sopra.

Era la prima volta che Zacky ed Emily da ubriachi costruivano qualcosa invece che distruggerlo.





Se tutte le cose che erano successe durante quel tour erano destinate a rimanere solo un ricordo racchiuso in una bolla di sapone, allora Brian era disposto a far finta di niente, a tornare a casa da Casey e a dirle quanto la amava; era disposto a sposarla, a costruirci una famiglia e dimenticarsi di Emily per sempre. Ma se fosse stato destino, al contrario, che Emily continuasse a far parte della sua vita, allora l'avrebbe accolta così come veniva, e Casey avrebbe dovuto solamente cercare di capire senza protestare che nella vita di Brian era necessaria Emily, sotto le spoglie di amante o solamente di amica.

Questo, dunque, era il dilemma su cui Brian si era soffermato quell'ultima sera, appoggiato con la schiena al tourbus mentre la Marlboro che stringeva tra indice e medio si consumava lentamente. All'interno, gli altri erano intenti a giocare con la playstation come se non ci fosse un domani. Avevano iniziato due ore prima e non accennavano a voler smettere. Inizialmente Brian si era detto che quello era il loro modo per tornare bambini, poi aveva appurato che bambini, loro, c'erano sempre stati.

La scelta era difficile, e leggersi dentro non è sempre facile come uno pensa. Non lo è quasi mai, in effetti. Ci vuole coraggio, a leggersi dentro. Ci vuole la forza di essere sinceri con se stessi, cosa che Brian non era abituato a fare.

Tornò coi piedi per terra quando delle voci schiamazzanti lo portarono ad alzare lo sguardo dall'asfalto verso gli alberi davanti a sé. Pochi attimi dopo vide Emily appoggiata a Zacky – entrambi barcollanti – camminare dal piccolo bosco verso il tourbus. Tutti e due ubriachi. Ecco dove erano sparite tutte le birre.

« Ma ti ricordi di quella volta che per sbaglio ti ho spinto giù dal muretto dietro casa e ti sei rotto una gamba? » la sentì schiamazzare, Brian, tra le risate.

« Sei una stronza! Mi avevi fatto rompere una cazzo di gamba! » replicò l'altro.

« Ragazzi, state bene? » si sentì in dovere di chiedere.

« Oh, sì, benone! » gli aveva detto Emily, sbilanciandosi pericolosamente verso Zacky.

Quando vide che effettivamente la sua risposta non rispecchiava affatto la realtà, Brian si avvicinò con passo veloce.

« Brian, questa qui è ubriaca marcia, tienila d'occhio, io vado a dormire. »

Nonostante Zacky fosse anche lui ubriaco, la sua capacità di reggere l'alcol lo aveva portato a formulare un ragionamento sensato quanto subdolo. Una Emily ubriaca sarebbe stata sicuramente più sincera di una Emily sobria, ed era per questo che Zacky l'aveva lasciata nelle mani di Brian, perché in qualche modo aveva intuito che quei due dovessero parlare, anche se ricordava a stento il perché.

« Emily, stai in piedi, per piacere » lo sentì sussurrare, Zacky, mentre si allontanava dai due lasciandoli soli.

« Forza, andiamo a fare un giro così ti riprendi. »

Emily gli si accasciò completamente addosso, probabilmente incapace di mettere un piede davanti all'altro senza inciampare su se stessa.

« Ma si può sapere per quale motivo vi siete ubriacati così? »

« Lo facevamo sempre, io e lui, quando eravamo alle superiori, ti ricordi? »

Brian ebbe un flash d'infanzia. Si ricordò di quelle serate passate a bere, e di come gli unici due che non reggessero l'alcol finissero sempre per combinare disastri.

Col tempo, Zacky aveva imparato a familiarizzare con gli alcolici. Emily, invece, continuava ad andare fuori di testa con meno di due birre.

« Sì, mi ricordo. »

« Eravamo felici » l'aveva sentita sussurrare.

« Tu sei troppo ubriaca per fare discorsi logici, Emily. Mettiamoci seduti qui » disse, indicando uno spiazzo d'erba nel mezzo del bosco.

Emily si sedette e si sdraiò completamente a terra. Brian, invece, rimase seduto accanto a lei.

« Mi viene da vomitare. »

« Non farlo addosso a me. »

Emily rise e si voltò su un fianco, chiudendo gli occhi.

Brian la guardò. Aveva il volto stanco e delle leggere occhiaie a circondarle gli occhi. I segni di un tour un po' troppo impegnativo, come era stato per tutti.

Nonostante tutto, Brian non si era mai pentito di aver scelto di fare quel tour. Il suo scetticismo iniziale era andato lentamente trasformandosi in soddisfazione e orgoglio nei confronti di se stesso per essere riuscito a portare avanti ciò che Jimmy voleva, nonostante le questioni in sospeso.

Questioni in sospeso, perché era di questo che si trattava.

« Stai dormendo? » le chiese.

« Mmmhno » rispose lei, mugugnando.

« Domani si torna a casa, ti ricordi? »

Lei aprì gli occhi lentamente e si tirò su a sedere, facendosi perno con una mano sul terreno.

« E poi cosa succede? »

« Di che parli? »

« Cosa succedere a me e a te? »

Brian stette in silenzio per paura di dire cose sbagliate e ci pensò un attimo.

Succede che è arrivato il momento di essere sinceri con se stessi.

« Ho fatto fatica a superare tutto questo, molta fatica. La mia vita non è più la stessa da quando Jimmy se ne è andato, lo sai. »

« E' stato così per tutti » disse Emily, stravaccandosi di nuovo sull'erba e socchiudendo gli occhi.

« Però so che ti voglio nella mia vita, in un modo o nell'altro » sussurrò Brian, guardando davanti a sé.

Quelle parole arrivarono alle orecchie di Emily, e poi al suo cervello, con una lentezza degna di nota. Ma quando lo fecero, la colpirono con la pienezza di una rosa rossa in un campo di margherite, e si sentì quasi rinsavita da tutto l'alcol che aveva bevuto.

Quando Brian si voltò a guardarla, lei si tirò su e gli cinse le spalle con un braccio, appoggiando la testa sulla sua spalla, come si abbraccia un vecchio amico, o semplicemente qualcuno che ha dato la vita per te e per cui tu hai dato la vita. No, non c'era modo per definire il qualcosa che li univa. Non c'erano etichette che uno poteva affibbiare senza sbagliarsi. Perché i rapporti tra le persone non funzionano così. Le sensazioni, le emozioni, per quanto tu possa provarci, non posso essere definire con dei nomi. Quel calore all'altezza dello sterno che provi quando pensi a qualcuno, non ha un nome, è semplicemente una sensazione.

« Ti voglio bene » gli disse.




Il panico la assalì non appena il tourbus si fu fermato sul piazzale dove mesi prima avevano lasciato le loro macchine.

E così quella era la fine, e lei ne era sicura. Sapeva che le parole sussurrate di notte non hanno valore quando il sole è alto in cielo. E a dire la verità non era sicura neanche di aver sentito bene, tanto alcol aveva in corpo. Però una cosa la sapeva: qualsiasi cosa fosse successa, sarebbe finita non appena avessero messo piede sull'asfalto.

Camminò con passo spedito lungo il corridoio che la conduceva all'esterno, spinta da Zacky. Davanti a lei c'era Brian.

Sarebbe stato facile, sì. Si fermò qualche secondo in più a pensare, prima di scendere. Poi lo fece, un piede e poi l'altro. L'asfalto. E finisce tutto.

E' stato bello – pensò.

Davanti a lei c'era già qualche amico di vecchia data, ne riconosceva i volti. Qualcuno che era venuto a dare il benvenuto ai ragazzi, probabilmente.

Salutò sommariamente i volti conosciuti, poi si imbatté in quella cascata di capelli biondi che conosceva a memoria. Casey.

Brian si avvicinò alla sua fidanzata velocemente, e la salutò con foga, a baci. Emily stette a guardare, senza provare niente. Aveva imparato bene a cicatrizzare le vecchie ferite prima che iniziassero a sanguinare di nuovo.

Quando Brian lasciò respirare Casey, essa si voltò verso di Emily, e rimase pietrificata per un attimo di troppo.

« Ciao » le sussurrò.

Brian osservò la scena quasi impaurito, mentre Emily la guardava senza avere il coraggio di reagire.

« Ciao » le rispose Emily, sorridendo.

Con il tempo tutto passa, e quella ne era la prova. Aveva passato un anno intero ad aspettare qualcosa che la guarisse dalle ferite, ad aspettare che qualcuno le dicesse che andava tutto bene. Era stata sola per un anno, non aveva proferito parola per un anno, era stata con se stessa per un anno. E quello che aveva imparato era che è meglio lasciarsi alle spalle gli errori degli altri, e a volte anche i propri, e perdonare gli sbagli, tutti gli sbagli.

In quel momento, quando Casey l'aveva salutata, un nodo si era sciolto nel suo stomaco, e per la prima volta dopo un anno intero, quel qualcosa che stava aspettando era arrivato, e non faceva più male.

Brian la guardò e le sorrise. Anche lui, dal canto suo, aveva capito qualcosa.

Emily lo vide avvicinarsi e lo sentì mentre l'abbracciava. Lei ricambiò la stretta con tutta la forza che aveva in corpo. E quel contatto, quell'abbraccio, valeva il mondo intero per entrambi.

Capirono che andava bene così, che dovevano tenersi stretti se volevano venirne fuori. Che quello, qualsiasi cosa fosse, andava oltre Casey, oltre la band, oltre uno stupido tour e tutto il resto. Era una cosa che riguardava solo loro. E che non c'era niente di male a volersi aggrappare con tutte le forze a qualcuno che ha reso piene le tue giornate per una vita intera, e volerlo stringere forte e dirgli che gli vuoi bene.

Il passato non va dimenticato ma celebrato. Il presente va vissuto e non lasciato scorrere.

Quella era la fine, sì. Ma l'inizio di qualcosa di migliore.




Emily aprì le persiane della sua nuova camera per arieggiare un po' il locale, e rimase senza fiato quando vide quel panorama che non ammirava da oltre due mesi. I tramonti ad Huntington Beach erano sempre i più belli.

Sentì Jimmy avvolgerla in un abbraccio caldo che sapeva di casa, e una lacrima di gioia le rigò il volto.

« Emily, questi te li lascio qui » disse Zacky entrando in camera.

Appoggiò delle lenzuola pulite sul letto e le si avvicinò.

« Non è bellissimo? » gli chiese Emily.

« Già » rispose Zacky, soffermandosi a guardare quello spettacolo della natura da sopra le spalle di Emily.

Forse quello era davvero il conforto che avevano cercato per tutto quel tempo.

Quelle vite tormentate che erano diventati, quei relitti, quei pezzi di una vita mandata in frantumi, forse stavano trovando il coraggio di riemergere dal fondo.

« Sai, penso che forse la vita è bella anche adesso » disse Zacky, ad un tratto.

Emily si voltò guardandolo negli occhi, e sorrise di una gioia ritrovata che non le era mai appartenuta davvero per tutto quel tempo. Sorrise, e lo fece in modo automatico e senza fatica, puntando le proprie iridi in quelle glaciali di Zacky, che sorrise a sua volta.

Il bene che vuoi alle persone alla fine ti salva sempre. Il bene che vuoi e che ricevi, alla fine di tutto, è l'unica cosa che conta davvero.




Huntington Beach era la stessa di sempre. Brian uscì sul pianerottolo dopo aver disfatto la valigia, seguito a ruota da Casey.

« Mi sei mancato » disse lei, abbracciandolo da dietro e appoggiando le labbra sulla sua schiena.

« Anche tu mi sei mancata. »

Alzò lo sguardo, e gli si chiuse lo stomaco a vedere quel panorama. Il sole affogava nel mare all'altezza dell'orizzonte, e sì – lui ne fu sicuro –, proprio lì da qualche parte tra il mare e il cielo, nel momento esatto in cui il sole sprofondava nel blu, c'era Jimmy e i suoi occhi, e c'erano sempre stati, solo che lui se ne accorgeva solo ora, di come Jimmy avesse vegliato su di loro e li avesse salvati dal male del mondo.

Si voltò verso Casey e la abbracciò, guardando un secondo il cielo e il secondo dopo i suoi occhi.

C'era un sentore di perfezione in tutto quello. Aveva la sua migliore amica di nuovo con sé, senza malizia e senza compromessi, aveva una fidanzata bellissima, e un gruppo fantastico. Ora, però, aveva anche un angelo che vegliava su di lui dall'alto, e questa certezza che prima non c'era e adesso invece sì, gli regalava una sicurezza infinita.

Jimmy, nella sua vita, gli aveva dato tutto: il cuore, l'anima e la testa. Quello non era che l'ennesimo regalo. L'ennesimo ma non ultimo saluto.

Era un buongiorno, non un arrivederci.

Un bentornato invece che un addio.



Note: Siamo quindi giunti alla fine. Devo dire che tutto sommato sono abbastanza soddisfatta della fanfiction, escludendo la miriade di difficoltà che ho incontrato.

Ringrazio tutti quelli che hanno recensito, letto, messo la storia tra le seguite/preferite.

Fatemi sapere il vostro parere finale lasciando una recensione, che non fa mai male e siamo qui per questo. :)

   
 
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