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Autore: Marguerite Tyreen    18/07/2012    3 recensioni
Queen, Nirvana, Deep Purple, Alice Cooper e Kiss: cinque protagonisti per cinque flashfic a tema musicale.
E la rivisitazione del tutto personale di cinque episodi che hanno -alcuni più e altri meno- segnato la storia della seconda arte.
Un esperimento: meno di 2500 parole in tutto.
Genere: Angst, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Nel 1976 i Kiss incidono la ballata “Beth”, scritta e cantata dal batterista Peter Criss (no, non ho una passione per i batteristi. È un'impressione vostra =P). Stando alle cronache, pare che la canzone fosse stata composta da Criss diversi anni prima (quando ancora non si era aggregato alla band) e solamente in seguito riadattata in omaggio alla moglie e alle sue lunghe attese sola a casa durante i tour.
Non ho la benchè minima idea di come sia andata veramente, ma diciamo che più che a questo caso specifico, miravo a un senso di nostalgia generico di chi, per inseguire una passione, si ritrova lontano da casa e dagli affetti. Almeno non è troppo deprimente, per chiudere in bellezza ^^'

[# Nostalgia / 392 parole]

 

A R.
Sempre provvidenziale.

 

Just a few more hours
And I'll be right home to you
I think I hear them calling
Oh Beth what can I do?

(Kiss, Beth)

 

 

 

We'll be playing all night
(Peter Criss – Kiss)

 


1975. In tour.


-Pete, tra dieci minuti andiamo in scena. - Paul era entrato nel camerino, per ritrovare l'amico seduto alla specchiera, una matita e un foglio tra le mani – Ma che diavolo stai facendo, ancora?
-
Beth, I hear you callin' but I can't came home right now... na na na na... sound
-Si può sapere cosa stai farneticando? Manca un quarto alle nove!
-Lo so, lo so, ma prova ad ascoltare.
-Ma ascoltare che? Siamo in ritardo!
-Ti ricordi quella canzone che avevo scritto nel '71 e che non abbiamo mai pubblicato? Ho pensato di riscriverla.
-Ma dai, lascia perdere. È una...
-Ballata?
-Non solo.
-Lagna? - il batterista si strinse nelle spalle.
-Non era esattamente il termine che stavo cercando. Però sì. Voglio dire: a Gene non piacerà, ai produttori non piacerà. Non piacerà nemmeno al pubblico e... Per la miseria, Pete: siamo una rock band, cos'è questa improvvisa effusione di sentimenti?
-Pensavo a mia moglie.
-E' normale che tu pensi a tua moglie. Ma pensaci in un altro modo.

-Pensaci in un modo che ci faccia anche guardagnare. - Peter imitò l'intransigenza del loro bassista - Just a few more hours... na na na na na na na... Oh Beth, what can I do. C'è un grosso buco nella strofa.
-Mai quanto quello che ti ritroverai nella batteria, se non ti presenti tra mezzo minuto. Muoviti! - si tirò dietro la porta.
Erano in tour da mesi. Sempre più spesso, mentre viaggiavano, aveva l'impressione di sentire lo stesso freddo che doveva provare lei, nella solitudine e nel silenzio della loro casa. Ammesso che fosse davvero una casa e non solo un mero punto d'appoggio, un campo base. Non ne era sicuro.

You say you feel so empty, that our house just ain't a home, and I'm always somewhere else, and you're always there alone.
Certo, doveva essere difficile amare un artista. Picchiettò la matita sul bordo del tavolino, per ritrovare il ritmo. Just a few more hours... Just a few more hours... And I'll be right home to you. I think I hear them calling. Oh Beth what can I do? O qualcosa del genere.
Avrebbe potuto funzionare. Le avrebbe annotate dopo, quelle parole: adesso non aveva più tempo. C'era la musica, come sempre. La musica, prima di tutto.
Anche quella volta, avrebbero suonato per tutta la notte.

 

   
 
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