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Autore: ShimizuBookman_    19/07/2012    2 recensioni
Etienne Yohalem, figlia di un mercante di Damasco e di una ricca donna di Venezia.
Era sempre stata un'assassina, o almeno lo era sempre stata fino a quel momento.
Le braccia forti di quell'uomo la trascinarono sulla banchina, facendola sbattere contro la parete legnosa di quest'ultima.
Come un pezzo di antiquariato, come un cane, come una schiava qual'era, Etienne venne trasportata di forza al mercato nero di Damasco, in attesa di essere venduta a qualche vile criminale senza scrupoli.
Pelle chiara come il ghiaccio, la pelle di una veneziana. Occhi castani come le foglie d'autunno, e un paio di iridi che un tempo erano state sorridenti e vivaci.
Il primo cliente non tardò ad arrivare: un uomo di media altezza dalle spalle larghe e muscolose, un sorriso beffardo e una fascia gialla e azzurra legata in fronte. Mani grandi e abbronzate, dalla pelle scura, abbronzata dal sole.
Quell'uomo l'avrebbe davvero raccolta con sè? Chi era veramente?
{ Fanfiction inventata su Yusuf e Etienne {Nuova assassina inventata da me}
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era arrivata da poche ore a Damasco.
Molti mesi di viaggio l'avevano separata dall'Italia, dal suo paese natale. Molte leghe ora la separavano dalla bella Venezia.
Con la pocha forza che le rimaneva, si ribellò, strattonando le manette in ferro che la tenevano ben stretta, lacerando i polsi e facendo uscire altre gocce di sangue. Come risultato venne sbattuta contro la banchina in legno, mentre una scia di sangue le scivolò dalla fronte alle labbra, confondendosi con il rosso fuoco dei capelli.
Venne trascinata fino al mercato nero, e lì sarebbe stata venduta a qualche passante o ricco mercante, come schiava.
Era stata un'assassina, un tempo. Cos'era rimasto, di tutto quel tempo trascorso sui tetti di Venezia? 
Niente, era la risposta. Assolutamente niente. 
Venne portata ad una bancarella e lì fatta sedere a terra con le mani dietro la schiena, la testa china.

Il primo cliente non tardò ad arrivare.
Un uomo di giovane età, di media altezza e spalle larghe e muscolose, con una fascia azzurra legata in fronte, mani grandi e abbronzate dalla pelle scurita dal sole.
Alzò le iridi castane scure verso di lui con fare implorante e indifeso, sbattendo le ciglia umide.
- Quanto costa questa ragazza? Sembra esausta ed affaticata.. le schiave non dovrebbero apparire in modo un pò migliore?
- Pensa per te, ragazzo. La vuoi? Allora pagaci e prenditela. Come allevarla, è affar tuo.
- E va bene gentil signore, va bene.
Ridacchiò appena, buttandogli in mano due sacchetti di monete e prendendola per un braccio liberò le manette, lasciando che si tastasse i polsi e rimise la lama celata al suo posto, senza badare allo sguardo di curiosità che il ragazzo le stava rivolgendo.
Con pochi passi si portò alle spalle del primo uomo, sgozzandolo e facendo passare la lama in tutta la profondità della gola, facendolo cadere a terra riverso in una pozza di sangue.
- Tu!
Il secondo le puntò contro la lancia affilata, facendola roteare a colpo indeciso, forse per l'apparente paura che Etienne evitò senza fatica, tirandogli un calcio e facendogli perdere l'equilibrio.
Poi il ragazzo che l'aveva comprata la tirò per mano, scappando in mezzo alla folla e tenendola stretta, per non perderla.
- Ehi, tu! Lasciami immediatamente!
- Quando saremo scappati da questo posto, lo farò sicuramente.
Senza sapere con certezza dove la stava portando, gli occhi della ragazza scorsero sui palazzi di Damasco, la nuova Istanbul..come la chiavano alcuni, di vecchia costruzione ma comunque bellissimi. Era una città ricca, fiorente. In quelle poche ore in cui era stata lì si era già innamorata della gente.
Arrivarono ad un quartiere lontano dal mercato vecchio, in un palazzo con una porticina nascosta, la fece entrare e se la chiuse alle spalle con un sospiro.
- E' un bene che ti abbia trovata.. assassina.
- Ex Assassina. Non lo sono più da tanto tempo. Da quando mi hanno fatta schiava e presa da Venezia, per essere venduta qui.
- E' una benedizione che stessi passando di lì, o non ti avremmo mai trovato.
- Avremmo?
Si guardò attorno, riconoscendo la bandiera con lo stemma degli assassini, infissata sul soffitto, e sul tappeto sulla quale era in quel momento.
- tu.. sei un'Assassino?
- Perchè sei così stupita? Infondo si nota parecchio.
Allargò un sorriso solare e amichevole, prendendole di scatto una mano e alzandola sulla propria.
- Ehi! che fai?
- Hai delle brutte ferite sui polsi, dovremmo metterci delle bende. 
- Perchè continui a usare il plurale? Qui dentro non c'è nessuno tranne noi!
Solo allora si accorse della presenza di altri cinque individui, impegnati nella lettura e nella trascrizione di un libro.
- Qui ci sono tanti come te. Anche se sei lontana da casa, la confraternita continua ad esistere anche in posti isolati e sperduti come questo.
- Ti ho detto che non sono più un'Assassina! 
- Forse, ma ti farò ridiventare tale. Una ragazza con le tue abilità non va sprecata, nè venduta come schiava.
Nemmeno Etienne sapeva spiegarsi perchè stava dando così tanta confidenza a quell'uomo che non aveva nulla in comune con lei, se non che 
avevano lo stesso scopo, gli stessi ideali e le stesse ambizioni.
- Come pensi di fare? L'unico che mi ha allevata da quando ero una bambina è stato Ezio, e lui mi ha cresciuta come tale Assassina. Come speri di prendere il suo posto?
- Non sarò mai all'altezza del nostro mentore, ma posso fare in modo di farti riprendere fiducia in te stessa. Tu sei nata per essere tale. 
- Piuttosto.. non so nemmeno il nome del mio salvatore..
Replicò con tono sarcastico, beffeggiandolo.
Con una risata divertita, l'uomo fece un breve inchino, baciandole la mano.
- Yusuf Tazim, capo degli Assassini di Damasco. Chi ho l'onore di addestrare?
- Etienne, Etienne Yohalem.
- Yohalem, eh? Tua madre era di qui per caso?
- Mio padre. Ha fatto il mercante a Damasco per un paio d'anni, prima di conoscere mia madre. Lei era Veneziana.
- Hai la pelle molto chiara, del colore della neve.
- E tu del sole, sei parecchio abbronzato. Venezia raramente è soleggiata.
- Capisco.. beh, vogliamo cominciare? Andiamo a fare allenamento con la lama uncinata?
- Lama.. uncinata?
- Non hai una lama uncinata?
Andò di là, tornando con un bracciale sul quale era inserita la stessa lama di sempre, con un uncino alla fine.
- Vedi, la lama uncinata ottomana ha due parti. La lama, e l'uncino.
- Fin qua c'ero arrivata.
Replicò con una risata sommessa, infilandola al polso e uscendo dalla porta, cominciando ad arrampicarsi sul palazzo difronte.
Fece fatica a tenere il passo di Yusuf, che si muoveva veloce e scaltro fra i tetti di Damasco.
- Che ne dici di una gara, Etienne? Fino alla torre di galata.
Indicò un torrione con molti appigli, sopra la quale sventolava fiera la bandiera degli Assassini.
- Nessun problema.
Cominciò a correre e prese lo slancio necessario, appigliandosi con una mano prima di muoversi furtivamente sulla parete scivolosa, salendo fino alla cima e trovando, con grande sorpresa, Yusuf già ad aspettarla.
- Ma come fai? Sei più vecchio di me..
- Ti abituerai al mio ritmo, Assassina. Guarda.
Con un dito indicò tutta Damasco, imponente sotto i suoi occhi e il porto lontano.
- Benvenuta nella città più fiorente di tutto il mare orientale, la nuova Istanbul.

// Note e ringraziamenti:
Ahimè mi è venuta un pò forzata come storia, e l'ho conclusa in modo un pò veloce e senza senso, ma spero piaccia lo stesso.
Ci tenevo a fare una ff dedicata a questo personaggio che è apparso molto poco, ma che amo tantissimo <3


  
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