I can be there
… I can’t feel the future
But
I can be there for you now…
Il cielo, quella sera, somigliava al soffitto di un palco da
concerto, tanto erano numerose le stelle ammiccanti e brillanti come minuscoli
ed infiniti riflettori.
I fuochi artificiali sparati in ogni momento davano al tutto un aspetto ancora
più spettacolare, quasi epico.
Edward se ne stava in piedi, avvolto nel suo discutibile cappotto rosso, il
capo rivolto verso l’alto e il vociare della folla di cittadini entusiasti che
gli rimbombava nei timpani, ammorbidito leggermente dalla lieve distanza che lo
separava dal resto della folla.
L’ingombrante presenza di
Loro non volevano fare eccezione, e si erano appostati nel lato sud, per essere
certi di individuare, nel caso, ospiti sgraditi o sospetti.
Ed guardava senza parere i fuochi illuminare la volta celeste, e fu con un
sbuffo d’impazienza che tirò su da terra il bambino, massimo sette anni di età,
che gli era caduto addosso mentre scappava ridendo dai suoi compagni.
-Tutto bene niisan?-
Chiese gentilmente, cercando di non continuare a ridere davanti all’espressione
imbronciata del fratello maggiore.
Ed non fece in tempo a rispondergli che lo schiocco di
un fuoco verde brillante coprì tutti i rumori, emettendo un boato tanto forte
da guadagnarsi un’ esclamazione di stupore collettiva e, poco dopo, una lieve
risata di
Pochi secondi di buio, e un gemello rosso seguì la scia di quello verde,
salendo sempre più in alto, tanto da far pensare che non sarebbe stato più
visibile.
Le urla e i cappelli gettati in aria non si contarono, quando invece gli
spruzzi rossi si sparsero nel cielo, ben visibili.
L’esclamazione di
-Sono bellissimi!-
Il ragazzo biondo annuì con un colpo secco del capo, e confermò:
-Davvero. Però il mio preferito è quello…-
Gli artificieri non gli diedero il tempo di finire la frase che la fontana
d’oro a cui stava per accennare fu liberata sopra le
loro teste.
Era imponente e maestosa, di un oro similissimo a quello vero; scendeva così
fluida che Ed si diede dello sciocco, subito dopo
essere stato attraversato dalla folle idea che quelle gocce brillanti potessero
bagnare gli abiti…il modo in cui scivolavano leggere giù dal cielo dava quasi
l’impressione che ne fossero capaci.
Decise comunque di finire ciò che stava dicendo poco prima, indicando con
l’indice i frammenti carbonizzati, sfrigolanti fino alla fine, che cadevano
loro vicini:
-Stavo dicendo, quello era davvero il più bello. I miei preferiti sono proprio
quelli a cascata. -
-Eh?-
Poi scoppiò a ridere.
Davanti all’occhiata un po’ accigliata di Edward si affrettò a precisare:
-Io non parlavo dei fuochi artificiali, niisan! Le persone, i bambini di
prima…certo, anche tutti quei fuochi colorati che esplodono sono belli, ma le
persone lo sono ancora di più! E’ bellissimo vedere tante persone felici tutte
insieme! E’…è quasi commuovente; se potessi, penso che mi farebbero quasi
venire da piangere. Le cose troppo belle e troppo brutte fanno questo effetto,
me lo ricordo. Vero che lo fanno, niisan?-
Ma sembrava chiederlo più a se stesso che a niisan.
E continuò a guardarsi intorno, cercando tracce di gioia, stupore, vita sui
volti delle persone eccitate dallo spettacolo pirotecnico.
Edward non rispose subito.
Si limitò a osservare
Loro, di Edward e delle sue idee vietate dalla legge dell’
Di Edward che avrebbe fatto di tutto per permettergli di commuoversi alla vista
di un gruppo di gente felice.
E, cosa di cui il ragazzo biondo stesso era altrettanto se non ancora più
certo, qualunque avvenimento fosse accaduto sarebbe rimasto al fianco del
fratellino.
Sapeva di essere troppo egoista per poter fare altrimenti; non poteva sapere
cosa sarebbe successo di lì ai prossimi anni, mesi, giorni, ma di certo non
aveva dubbi su quanto gli fosse necessaria la presenza di suo fratello, quel
fratello unico, nonché il solo che aveva, quel fratello che si commuoveva per
le sciocchezze.
Ed ci sarebbe sempre stato, non lo avrebbe mai
abbandonato, perché semplicemente non poteva permetterselo.
Né lì, in quel momento, né mai, ovunque.
E mentre suo fratello commentava con anche troppo allegria
quanto fossero stati fortunati ad avere una notte così limpida proprio il
giorno dei fuochi, Ed sentì come se qualcosa gli stesse stringendo gli organi
in mezzo alle scapole con tutta la propria forza; una cosa dolorosa da pazzi,
che avrebbe voluto mandare via nella maniera più veloce possibile.
Ma se
Perciò, visto che quella stretta sembrava intenzionata a tormentarlo finché non
avesse deciso di fare qualcosa, si arrese ad essa nello stesso modo in cui ci
si arrendeva
Si arrese ad un sorriso.
Si arrese ad un sorriso, si, e mormorò scuotendo lievemente il capo:
-Tu e la tua cotta per il mondo…-
Più facile andare avanti per lui e la sua cotta per il mondo.
Più facile andare avanti per il suo niisan e quelle lacrime che non aveva mai
versato.
Più facile per i fratelli Elric in un’affollata sera d’estate.
Non arrivò nessun tipo sgradito o sospetto, quella sera.
E mai sarebbe potuto arrivare, fintanto che il lato sud fosse stato controllato
anche da una pattuglia dell’esercito poco lontana, capitanata da Roy Mustang.
Ma, utilità o meno di restare in servizio di guardia, una cosa era certa: da
quella posizione, discretamente appartata dal mondo, vicino alla quale venivano fatti esplodere gli schizzi di colorante per cielo,
i fuochi e le persone si vedevano magnificamente.
Ed erano bellissimi.
Nota
di Melchan:
Fanfiction scritta
per le True Colors (truecolors.iobloggo.com), tema #10 della categoria “Melodies of Life”, indicato in cima alla fic. ^O^
Ho Ed in
commissione, e questa è la prima delle tante belle cosucce che ho in mente su
di lui *_*
Spero vi piaccia,
era un chiodo che mi portavo dietro da un po’, e finalmente sono riuscita a
dargli vita.
Come sempre,
gradirei mucho sapere cosa ne pensate.
Mel