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Autore: LyliRose    19/07/2012    2 recensioni
Spin-off de "Le lacrime della Fenice". Elaine scopre di essere incinta e cerca di posticipare il momento in cui dovrà rivelare la cosa a Blaise. Ne succederanno di cotte e di crude!
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
- Questa storia fa parte della serie 'Indimenticabile'
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Note preliminari: questa one-shot si colloca in un punto particolare della long “Le lacrime della Fenice”, è un missing moment di una scena che non abbiamo vissuto. Qualora, quindi non aveste mai letto suddetta long, vi sconsiglio di immergervi nella lettura di questa storia.

Qui giace il mio matrimonio

“Having a baby is like getting a tattoo on your face.
You really need to be certain it's what you want before you commit.”
Elizabeth Gilbert, Eat, Pray, Love


La fottuta metropolitana era piena di gente, tutti stretti come sardine, come se la nebbia fitta e il vento gelido non fossero già abbastanza fastidiosi. Perché prendere i mezzi pubblici se sei una strega, vi chiederete voi. Beh, la risposta è semplice, se sei incinta e non vuoi dirlo a tuo marito, allora cerchi di posticipare il ritorno a casa il più possibile (1).
Un ragazzino con gli auricolari mi urtò nel tentativo di avvicinarsi alle porte scorrevoli senza creare scompiglio.
« Scusi, signora » borbottò.
Signora? Ho venticinque anni, mica quaranta!
D’altronde ben presto avrei avuto un bambino, giusto? Ingrasserò di cinquanta chili in sei mesi, comincerò a mangiare alimenti che prima mi avrebbero fatto solo ribrezzo e inizierò a trattare mio marito come un Elfo Domestico; da lì a diventare una vecchia racchia scorbutica il passo è breve, meglio che mi abitui a essere chiamata “signora” alla svelta!
Il segnale acustico della chiusura delle porte rimbombò nell’abitacolo silenzioso e io mi chiesi ancora una volta come Blaise avrebbe preso la notizia. Come avrei reagito io al posto suo? Male.
Beh, in effetti non è che qualche ora prima, nello studio di Hermione, avessi fatto i salti di gioia… sarei in grado di comprendere perfettamente mio marito se non volesse più vedermi.
Una senzatetto mi passò a fianco, l’odore di sudore e di sporco raggiunse le mie narici qualche istante dopo provocandomi un attacco di nausea tremenda. Una ragazzina si accorse della mia reazione e si alzò per cedermi il posto, in viso quell’espressione servizievole che i bravi genitori insegnano ai bambini. Rifiutai con un cenno del capo e me la filai in fretta, uscendo alla fermata successiva.

+++

La panchina del parco era gelida, l'aria fredda e il vento impetuoso sferzavano il mio viso e mi sembrava di essere colpita da mille lame ghiacciate. Il sollievo alla mia nausea era stato immediato, anche se il tormento che sentivo non accennava a diminuire.
E dire che di cose stupide nella vita ne avevo fatte parecchie, la prima era stata quella di chiedere al mio migliore amico di sposarmi a soli diciannove anni; la seconda quella di accettare, invece, la proposta di Blaise. Non che mi fossi mai pentita di averlo fatto, s’intende, ma a volte mi capitava di domandarmi se non gli avessi rovinato la giovinezza inconsapevolmente. Certo, se fossi riuscita miracolosamente a evitarlo in precedenza, di sicuro avrei raggiunto lo scopo con questo bambino in arrivo.
Merlino! Un bambino! Come sarebbe cambiata la mia vita con un bambino?
Ma soprattutto, cosa ne sarebbe stato del mio matrimonio?

***

Cercai di chiudere la porta di casa nel modo più silenzioso possibile, mi tolsi le scarpe lasciandole all’ingresso, camminai furtivamente, ma non servì a un dannato accidenti.
<< Dove sei stata? >>
Dio(2)! Ma come diavolo riusciva quell’uomo ad arrivarti alle spalle senza che ne nemmeno te ne accorgessi?
<< Io? >> chiesi, fingendo noncuranza e cercando di non palesare la mia sorpresa << A fare un giro, sono stata a Londra da Hermione >>.
Un consiglio: quando tentate di nascondere qualcosa a un marito italiano molto attraente girarsi a guardarlo non è una mossa intelligente. Era troppo bello quel giorno e i maledetti ormoni cominciarono a zompettare tutti felici già solo osservando i suoi occhi blu come il mare; mi riproposi di non piangere, ma non ci riuscii. Tempo tre secondi e la povera camicia di sartoria che gli avevo regalato a Natale venne bagnata da copiose lacrime, mentre Blaise mi stringeva a sé.
<< Cosa c’è, mia cara? >>
Mia cara. Per quanto tempo sarei rimasta la sua cara dopo che avesse scoperto la mia gravidanza? Vedevo già la tomba di marmo bianco: “ Qui giace il matrimonio perfetto dei coniugi Price-Zabini; ci eravamo tanto amati, ma in tre siamo troppi”.
Fu allora che cominciai a singhiozzare. Non mi ero mai resa conto di quanto la mia vita fosse perfetta, l’avevo data per scontata, a volte avevo anche rimpianto le occasioni perdute con il matrimonio: come la possibilità di innamorarsi di nuovo, mangiare una montagna di gelato perché sei stata mollata, rimorchiare uno sconosciuto in un bar e sentirsi bella… quanto si può essere stupidi? Non avevo nulla da rammaricarmi, nulla che mi sarebbe mancato seriamente, nulla tranne quello che già possedevo. E all’improvviso pensai alle domeniche pomeriggio passate abbracciati sul divano, alla cioccolata calda dopo una giornata di duro lavoro, alle risate, alla complicità e all'amore tra due persone che non hanno segreti l’uno per l’altra, e mi accorsi con nostalgia che tutto questo mi sarebbe mancato e che presto l’avrei perso, senza nemmeno aver avuto l’opportunità di apprezzarlo.
Strinsi forte la camicia di Blaise, affondando la testa nell’incavo del suo collo; odorava di casa, di famiglia, di noi.
Avrei dovuto dirglielo, durante il viaggio di ritorno in metropolitana avevo stabilito di aspettare il momento migliore, di temporeggiare ancora un po’, ma in realtà prima mi fossi tolta il pensiero, più facilmente avrei scongiurato l'ipotesi che mi lasciasse. In fondo non è che l’avessi fatto da sola quel bambino, giusto?
La vocina della mia coscienza però, mi ricordò che le bugie avevano le gambe corte, anche quelle che racconti a te stessa.
In quel momento il trillo del telefono si levò acuto nell’ingresso del maniero.
Salvata dalla campanella!

°°°°

Ok, forse, e dico forse, quella gravidanza non era stata poi così improvvisa… c’era la remota possibilità che io sapessi esattamente cosa stavo facendo.
A dire tutta la verità, perché preoccuparsi di essere abbandonata dal marito se la gravidanza non è colpa vostra? Non ce n’è motivo, giusto? Lui di certo è in grado di comprendere e di accettare l'ineluttabile destino.
E se invece la colpa fosse tutta vostra?
Sì, perché, in realtà io sapevo alla perfezione di quante settimane fossi in ritardo senza alcun bisogno di ricorrere ai test Babbani o di chiedere la consulenza di Hermione; succede quando smetti di prendere i contraccettivi.
Era accaduto due mesi prima, una sera come tutte le altre, poco prima di Natale. Ricordo di aver mirato la boccetta di pozione a lungo, senza nessun motivo apparente, solo riflettendo sulle infinite conseguenze di una minuscola azione. Ammettere di volere un figlio, anche solo nella mia mente, mi appariva stupido e volgarmente plebeo. Ero nobile, benestante, ben accasata, colta; diamine, ero pure una Strega! Perché desiderare altro? Mi era stato insegnato che nulla importava più di se stessi, e io ero realizzata; una donna in carriera con un gran “manzo” italiano come marito, e allora perché quel vuoto?
C’erano giorni in cui mi soffermavo a guardare il giardino della villa per ore, auspicandomi di riempirlo di risate, di pianti, di urla. Potevo stare settimane intere senza pensarci nemmeno un secondo e credere finalmente di essere guarita da quella strana malattia, ma poi mi ritrovavo a guardare Blaise negli occhi e desiderare di vederli riflessi in un piccolo visino e mi rendevo conto che non esisteva cura al mio male.
Così quella sera di Dicembre avevo fissato la provetta verde smeraldo per un’ora prima di farla cadere a terra e vederla infrangersi sul pavimento in marmo di Carrara della camera da letto.
Era questo che avrei dovuto confessare a Blaise una settimana prima, quando il maledetto telefono aveva squillato e lo stramaledettissimo Potter aveva chiamato a raccolta tutto l’Ordine. Ma poi avevo avuto un’ulteriore scusa per tergiversare, che per me voleva dire crogiolarmi nella colpa e nella depressione.
Quella mattina stavo bevendo una tazza di tè nero, era sabato e credo stessi osservando sovrappensiero l’immagine di una coppia sorridente sulla Gazzetta del Profeta, lui le teneva una mano sulla spalla e l'altra sull’enorme pancione, annunciavano l’arrivo del loro primogenito.
« Insomma? Che ha detto Hermione? »
Alzai gli occhi dal quotidiano per incontrare quelli di Blaise, che si stava accomodando per fare colazione proprio in quel momento.
« Mh? »
« Hermione, sei andata a trovarla settimana scorsa, giusto? Poi non abbiamo più avuto modo di parlarne, cosa ti ha detto? » ripeté lui.
In quel momento andai nel panico. Che mi aveva detto Hermione? Insomma, a parte il fatto del ‘Sai una cosa? Non stai male, sei incinta!’, non credevo di aver ascoltato una sola sillaba.
« Le solite cose » risposi, abbozzando un sorriso. « Bla, bla, la mia vita fa schifo, Draco Malfoy non mi ama… »
Lui rise. « Si beh, Draco è inevitabilmente parte di ogni discorso che esce dalla bocca di quella ragazza, e viceversa, naturalmente! Chissà se se ne accorgono! »
« Ma certo che non se ne accorgono! Sono talmente orgogliosi che anche ammettere di essere ancora innamorati l’uno dell’altra dopo anni sarebbe una vittoria non indifferente! » affermai.
« Sì, beh, comunque non intendevo dire quello » proferì lui, accompagnando le parole con un gesto secco della mano « io volevo sapere cosa ha detto del bambino ».
Alla parola bambino mi bloccai. La tazza cadde a terra frantumandosi in mille pezzi e io mi voltai verso mio marito, sconvolta.
« Ba-bambino? Che Bambino? » balbettai.
Blaise pareva calmissimo, continuava a guardarmi con quell’espressione indecifrabile, tra il serio e il faceto, che di solito mi mandava su tutte le furie.
« Quello che porti in grembo da due mesi » replicò. « Quello di cui non trovi il coraggio di parlarmi; nostro figlio, Elaine. »
« Cosa? È ridicolo! Io non ti ho tenuto nascosto nessun… »
« Oh, per favore! » mi interruppe « Non provare a negarlo, lo so da mesi! »
Silenzio.
Rimanemmo a fissarci per parecchi istanti, non sembrava arrabbiato, solo determinato a farmi cedere.
« Ok, va bene! Lo ammetto, sono incinta di due mesi! »
Blaise incrociò le braccia al petto e riprese a guardarmi. Strano, mi aspettavo che svenisse.
« E...? » incalzò.
« E basta! » urlai io esasperata.
« No, no, non basta! Sei incinta di due mesi e… »
E fu allora che il vaso di Pandora si aprì.
« SONO INCINTA DI DUE MESI E VOLEVO UN BAMBINO DA TE COSÌ TANTO DA SMETTERE DI PRENDERE I CONTRACCETTIVI SENZA DIRTI NULLA! » gridai, rimanendo senza fiato.
Blaise fece un passo nella mia direzione.
« Hai visto? Non era poi così difficile… »
« Col cavolo che non lo era, brutto pezzo d’imbecille senza cervello! » lo bloccai. « Hai idea di come ci si senta, eh? Volevo un figlio! Ti rendi conto? Come se alla mia vita mancasse qualcosa, come se tu non mi bastassi più! Mi sento talmente in colpa che sospetto che questo bambino nascerà menomato! » proferii arrabbiata.
« In colpa? Per cosa? » chiese lui.
Scherzava, vero? Cosa significava per cosa? Per il benedetto bambino, era ovvio, stavamo parlando di quello!
« Hai qualche problema? Ti ho appena confessato di aver tramato alle tue spalle per rimanere incinta e tu non mi incolpi di nulla? »
« Sì, beh, non è che tu abbia confessato nulla in realtà, io sapevo già tutto » asserì con un ghigno.
Già, pensai all’improvviso, come diamine fa a sapere già tutto?
« Sapevi tutto? »
Lui annuì. « Non farmi ridere » continuò poi, alla vista della mia espressione stralunata « come se non fossi sempre tu quella che si voleva sposare di nascosto il miglior amico gay! Ho imparato molto da quella lezione, sai? Ho imparato a tenerti d’occhio! »
Lo guardai bene, le mani infilate nelle tasche dei jeans, la camicia stropicciata, i capelli scompigliati, l’espressione fiera. Che si fosse torturato tutta la mattina per decidere se affrontarmi?
E la Serpe in me vide un’opportunità.
« Perché sei nervoso? » domandai, alzandomi e finalmente andandogli incontro.
« Nervoso? Io non sono nervoso! » e si tradì. Fu un leggero movimento della mano, la strinse e la rilassò, il tutto durò solo pochi secondi, ma io lo vidi.
Tutto divenne improvvisamente più chiaro. Come diamine avevo fatto a non accorgermene prima? Erano veramente due mesi che non osservavo mio marito?
« Da quant’è che trucchi la mia pozione contraccettiva, bastardo? »
Non rispose, ma alzò gli occhi per incontrare il mio sguardo accusatorio e restammo così, in silenzio a fissarci con una nuova consapevolezza: questo bambino era più desiderato di qualunque altro.
« Merlino, Blaise, di quanti mesi sono? » sbottai esasperata.
« Sospetto di quasi tre. »
 
####

Sono certa che vogliate conoscere i particolari piccanti della nostra riconciliazione, compresi quelli della misteriosa sparizione del barattolo di deliziosa crema di nocciole e cioccolato, ma sono una contessa e non mi abbasserei mai a tanto! Solo… ecco, tenete presente che essere incinta di tre mesi dà una certa svolta alla vostra vita sessuale.
« La prossima volta, promettimi che me ne parlerai » lo sentii sussurrare tra i miei capelli.
« E tu? Me ne parlerai? Da quant’è che vuoi un figlio, Blaise? »
« Con te? » rise. « Dal primo istante in cui ti ho vista. »
Ci furono altri silenzi, altri baci, altri sospiri e dopo un tempo infinito, fui sorpresa nel sentirlo parlare.
« Dovremmo dirlo agli altri? »
Alzai un sopracciglio e mi girai a guardarlo.
« Oppure potremmo rimandare l’annuncio e sfruttare la situazione per risolvere un altro problema » suggerii.
« Cioè? » chiese.
« Draco e Hermione. » (3)
« Ti ascolto. »


_________________________________
Un ringraziamento speciale va a Stregabuffyna che ha betato questa one-shot con estrema pazienza e a  Nausikaa87  che mi ha aiutato con la trama e i personaggi e continua a farlo sempre.


NOTE:

1.    La storia si colloca, come è ovvio, durante i primi tre capitoli di “Le Lacrime della Fenice”, quello in cui Hermione dà la lieta notizia a Elaine e, più avanti, quello in cui Elaine mente dicendole che Blaise ancora non sa nulla della gravidanza.
2.     Ricordo che Elaine è Nata-Babbana, quindi è logico che utilizzi anche delle espressioni non-magiche.
3.    Sì, so che ne volete sapere di più, ma le risposte alle vostre domande saranno nel capitolo dodici di “Le Lacrime della Fenice”, per ora godetevi questa storiella.


Come sempre, mi trovate QUI.

Alla prossima con il capitolo 11 (in betaggio) !

LyliRose







   
 
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