Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
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Autore: Wren    03/02/2007    10 recensioni
Fay è sempre sorridente anche quando qualcosa lo turba. E se qualcosa lo turba parecchio, allora questo significa: Alcol, malcelata depressione e Kurogane che deve riemettere le cose a posto.
Genere: Romantico, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Fay D. Flourite, Kurogane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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No one knows

No one knows
What it's like
To be the bad man
To be the sad man
Behind blue eyes







Zenzero!
Cannella! Le spezie migliori al prezzo migliore! Fatevi avanti!”
“Pesce freschissimo appena arrivato dal porto!”
Avete mai visto della frutta più bella? Vi assicuro che è anche la più buona! Solo 20 Guil al chilo!”
“Stoffe pregiate a prezzi mai visti! Guardate che colori e che splendidi disegni!”
Il mercato, nella sua ora di punta, era un fermento unico. La gente si accalcava attorno alle bancarelle in folle così numerose che era difficile passare dall’una all’altra.
“Non è meraviglioso, Kurotan?” cantilenò Fay, riuscendo a procede senza difficoltà alcuna, schivando i passanti più frettolosi ed incuneandosi negli stretti varchi che si aprivano nella massa.
Kurogane non lo trovava affatto meraviglioso. In parte per la sua stazza, in parte per il carico che era stato costretto a trasportare, non gli risultava altrettanto semplice star dietro al mago. Dannazione a lui! Stava sicuramente usando una qualche sua forma strana di magia per andarsene in giro così beatamente in quel putiferio. Lui stesso, nonostante il severissimo addestramento ninja che l’aveva reso il guerriero d’oggi, trovava impossibile muoversi senza urtare o essere urtato. Durante tutta quell’orribile mattinata di spese a cui era stato costretto aveva ricevuto tre gomitate nelle costole, quattro pestate di piedi, una dozzina di spallate (che chiaramente a lui erano arrivate all’altezza dello sterno) e, con suo sommo imbarazzo, qualcuno gli aveva palpato il fondoschiena [ebbene sì, è stata la Miki di quel mondo!]. Per fortuna avevano finito e stavano rientrando, ma nemmeno uscire da quella bolgia sembrava uno scherzo.
“Su su, Kurorin! Se rimani indietro finirai per perderti!” gli gridò Fay, giulivo e contento, agitando una mano in sua direzione.
Piantala di ciarlare e dammi una mano!” gli ringhiò contro Kurogane, al momento impossibilitato a muoversi per colpa di un ingorgo di passeggini proprio davanti a lui.
“Cosa? Non ti sento, Kuropon!” rise il mago proseguendo imperterrito.
Svicolò oltre un gruppetto di anziane signore intente a contrattare per degli utensili di terracotta, piroettò su sé stesso per controllare dove fosse rimasto il suo compagno di viaggio ed improvvisamente si bloccò, impietrito nel bel mezzo della confusione.
“Tu! Stupido maledettissimo mago da quattro soldi!!!” inveì Kurogane una volta che l’ebbe raggiunto.
Sarebbe andato avanti con gli improperi, ma l’espressione del tutto nuova che vide stampata in faccia al mago lo convinse a trattenersi.
Oi… qualcosa non va?”
La sua voce sortì l’effetto di risvegliare Fay dallo shock. Il mago si riscosse e in un istante tornò a sprizzare luccicanti scintille di gaiezza.
Assolutissimamente no, Kuro-chan! Va tuuuutto benissimo!” trillò in risposta ed, approfittando della scarsa mobilità di cui soffriva Kurogane, gli pizzicò le guance.
Il guerriero era ormai fin troppo abituato al contorto comportamento dell’altro e non si lasciò ingannare da quel tentativo di distrarlo. Si scostò dalle attenzioni non richieste e continuò a fissare con severità Fay, non tanto sperando che la finisse con le sue futili pagliacciate, ma che almeno si accorgesse che ormai con lui non attaccavano più. In tutta risposta Fay gli piantò un dito in mezzo alla fronte.
“Se continui a fare questa facciotta corrucciata ti verranno delle rughe orribili!” gli disse voltandogli le spalle e riprendendo a camminare, come solo lui riusciva, in mezzo al mercato in piena.
Kurogane lo fissò in cagnesco e prima di seguirlo si guardò attorno, alla ricerca dell’oggetto delle preoccupazioni del mago. Qualcosa lì in mezzo l’aveva turbato, ma per il ninja era impossibile comprendere cosa.
Stupido mago…”
*



No one knows
What it's like
To be hated
To be fated
To telling only lies




*
Un sorso.
Stupido, cocciuto ed irritante anche.
Un altro sorso ancora e vuotò il bicchiere.
Gli stucchevoli tentativi di allegro come e più dello standard mandavano in bestia Kurogane, non soltanto perché si sentiva preso in giro, ma anche perché, in quello stato iperattivo che Fay usava per distrarre il prossimo, il mago finiva immancabilmente per coinvolgere tutti quanti.
Quando poi coinvolgeva anche l’alcol, allora le cose andavano di male in peggio.
Nyaaaa~” miagolò la principessa, rotolando sul divano.
“Vado bene così, Kurogane-san?” chiese soddisfatto il ragazzino rivolto ad un attaccapanni, impugnando per le orecchie Mokona, ormai in shock etilico.
Era furbo, il mago… Aveva imbottito tutti quanti, sé stesso compreso, di superalcolici e, mentre esplodeva l’usuale putiferio, se l’era data a gambe mollando a Kurogane il gravoso compito di porre fine alla serata di baldorie. Di tutti i modi in cui Fay cercava di gabbarlo, quello era uno dei peggiori, ma stavolta non gliel’avrebbe data vinta così facilmente.
Oi…” Kurogane allungò un braccio, bloccando al volo Shaoran, mentre scorrazzava per la stanza. Con una mossa decisa lo afferrò per la casacca e lo caricò in spalla.
“Oh no Kurogane-san! Un elefante rosa mi ha catturato!” si agitò il ragazzo.
Senza scomporsi, il ninja si diresse verso il divano e recuperò con l’altra mano la principessa.
Nyaaah?”
“Mi spiace, ma oggi non ho proprio voglia di aspettare che la sbronza vi stenda. e con il suo recalcitrante e miagolante bagaglio, Kurogane si diresse verso le camere da letto.
In meno di cinque minuti aveva rinchiuso nelle loro stanze i ragazzini e si era assicurato che non procurassero danni a cose o persone, sé stessi compresi. Con uno sbuffo e un fastidioso ronzio nelle orecchie rientrò in salotto. Forse aveva esagerato anche lui quella sera, ma come dargli torto? Odiava rendersi conto che si stava lentamente trasformando in una balia.
A proposito…
Si guardò attorno, cominciò ad esplorare la casa alla ricerca di uno stupido mago probabilmente ubriaco e sicuramente impegnato a sfuggire dai propri problemi. Dannato, stupidissimo, mago! Ora si nascondeva pure! Ah, ma Kurogane non aveva la minima intenzione di mollare l’osso…
Del mago però non trovò traccia né nel salotto, né in nessun’altra stanza. Il fatto preoccupante era che anche l’alcol sembrava sparito. La coincidenza delle due sparizioni aumentò esponenzialmente l’irritazione del ninja ed, anche se era troppo testardo per ammetterlo, anche la sua preoccupazione. Uno stupido mago che aveva voglia di deprimersi di nascosto e una dose eccessiva di alcolici non promettevano niente di buono.
L’ansia crebbe quando, dopo molti controlli, Kurogane constatò che il mago era completamente sparito. Per quanto lo cercasse, ogni sforzo era vano, Fay sembrava scomparso nel nulla. In un groviglio di rabbia e frustrazione e con l’alcol che cominciava ad infastidirgli gli occhi, Kurogane afferrò il suo cappotto ed uscì all’esterno, l’unico posto in cui non aveva guardato. Se quello stupido mago aveva fatto qualche scemenza, Kurogane giurò a sé stesso che gli avrebbe torto il collo con le proprie mani.
Sempre che fosse riuscito a trovarlo, prima… Fay non sembrava essere nemmeno nel cortile.
Kurogane era già sul punto di rientrare, quando il suo allenatissimo istinto lo salvò da un oggetto contundente che piovve dall’alto e si frantumò a terra a pochi centimetri dal suo piede. Il suo sguardo scattò verso il tetto, provocandogli una fitta alle tempie. Con uno sbuffo, che raccoglieva in sé sia fastidio che sollievo, decretò conclusa la sua forsennata ricerca. Il mago se ne stava appollaiato là in cima, praticamente seduto sulla grondaia, con una bottiglia semivuota in una mano, mentre l’altra stava appoggiata su un gruppo di tegole smosse e malmesse.
Oi! Avevi intenzione di ammazzarmi?”



When my fist clenches
Crack it open
Before I use it
And lose my cool
When I smile
Tell me some bad news
Before I laugh
And act like a fool





Ahhh Kurochu… non ti avevo proprio visto…” lo salutò Fay, sporgendosi dall’orlo del tetto.
“Ma che diavolo...?? Smettila di agitarti come un idiota, ubriaco come sei rischi di cadere!” si infuriò Kurogane.
“Ma io non sono ubriaco!” e come a sottolineate l’affermazione, il mago tracannò un’altra sorsata dalla sua bottiglia, sempre in equilibrio precario. Strizzò gli occhi, mandando giù il forte liquore, e si sporse ancora verso il basso.
Waahhh, come sei piccolo da quassù, Kurotan!”
“Finiscila con queste scemenze e scendi giù!” lo rimbeccò ancora Kurogane, sempre più arrabbiato.
Kuropon è preoccupato per me!” rise Fay, e il ninja si infuriò ancora di più perché la risata del mago non aveva nulla di allegro.
Ogni sua frivola azione era appositamente rivolta al guerriero, col solo scopo di farlo incavolare al punto di lasciar perdere ogni tentativo di dialogo che da quella mattina tentava di instaurare. E il fatto che Kurogane fosse veramente preoccupato lo mandò ancora più su tutte le furie. Quello scemo di un mago era così preso dalla sua grande fuga per evitare di scontrarsi col mondo che nemmeno si accorgeva di quello che calpestava nel tragitto.
Ma se gli avesse voltato le spalle e lasciato a marcire nella sua autocommiserazione, Kurogane avrebbe solo fatto il suo gioco, e darla vinta a Fay era in cima alla sua personale lista di cose che non aveva intenzione di fare per nessun motivo al mondo.
Fay seguitava a canticchiare cose senza senso e il guerriero cominciò a sospettare che l’alcol di quel mondo fosse davvero troppo forte persino per il mago.
Accadde senza preavviso ed i momenti successivi furono registrati dalla mente del guerriero a cose ormai fatte.
Fay continuava a dondolarsi e ad un certo punto perse la presa sulla bottiglia. D’istinto si sporse per afferrarla, ma sotto di sé trovò il vuoto e cadde giù dal tetto. Kurogane si era mosso ancor prima di aver capito cosa fosse successo. L’istante dopo era a terra, un po’ intontito, con un goffo peso che gli schiacciava lo stomaco.
“Caspita! Questo whisky è davvero troppo forte…” commentò Fay.
Kurogane si sollevò abbastanza per vedere la strana espressione impressa sul viso del mago, niente sorrisi stupidi né accenni di una giusta e doverosa preoccupazione per il pericolo appena corso. Fay se ne stava appoggiato sul suo stomaco a fissare il vuoto con aria triste senza accennare a spostarsi. Arrivato a quel punto Kurogane non aveva nemmeno più la forza né di arrabbiarsi, né di spostare il mago di peso, e così rimase a sua volta fermo dov’era.
“Se non ci fossi stato io, ti saresti fatto male.” disse.
“…allora è stata una fortuna che ci fossi, non è vero Kuro-sama?” rispose Fay abbozzando un sorriso decisamente poco convincente.
Kurogane non sapeva davvero più come fare con quell’individuo.
“Con me non attacca più.” sospirò stancamente.
“Cosa Kurowanwan?”
“Perché fai di tutto per farti del male?”
“Non capisco di cosa tu stia parlando, Kuropi! Sarebbe da stupidi farsi del male da soli, non trovi?” l’alcol sembrava aver avuto il sopravvento su di lui, perché non cercava nemmeno più di mascherare le sue bugie.
“Tu sei stupido…” commentò Kurogane e Fay ridacchiò senza aggiungere altro.
Rimasero in silenzio per un po’ senza muoversi, Kurogane fissando il cielo sopra di loro e Fay con la faccia sprofondata nella camicia dell’altro. Il ninja ad un certo punto pensò che il mago si fosse addormentato, ma un profondo sospiro proveniente dalla zona del suo sterno gli fece intendere il contrario.
“Chi hai visto al mercato?” tentò Kurogane, senza nemmeno sperarci troppo.
Sentì il corpo di Fay irrigidirsi per un istante per poi rilassarsi di nuovo.
Kuro-sama è attento come sempre…”
“Era la persona da cui stai scappando?”
“No…”
“Chi allora?”
“Anche se te lo dicessi, non capiresti comunque…”
“Mettimi alla prova.”
Fay si sollevò a fatica sui gomiti per guardare in faccia il ninja che lo ricambiava con la sua solita espressione seria e decisa delle Grandi Conversazioni.
“Ho visto Chii.” disse infine.
“E chi sarebbe?”
“Ti ho detto che non avresti capito…” constatò Fay riaccasciandosi sul petto del ninja in malomodo.
“Non fare l’idiota, sai benissimo cosa ti ho chiesto. Chi è Chii?” insistette Kurogane.
Fay non rispose e la cosa non stupì più di tanto il guerriero, che si era abituato alla reticenza dell’altro, ma tutto ad un tratto Fay sospirò ancora a ricominciò a parlare.
“Nel mio mondo… ho creato Chii con la magia. E’ una ragazza carina e gentile anche se non troppo sveglia… non sono riuscita a renderla più che una bambina, ma impara in fretta… Quando me ne sono andato l’ho trasformata… perché mi avvisasse quando la persona da cui sto scappando si fosse svegliata.”
Kurogane era rimasto ad ascoltare in silenzio, accogliendo ogni parola con cura ed attenzione, come qualcosa di molto raro, dato che Fay non ne concedeva tanto spesso.
“Perché rivederla di ha scosso tanto?” domandò quando Fay smise di parlare.
Kuropon,… non è niente, davvero…” si schermì il mago.
“Tu dimmelo, poi giudicherò io se una cosa che ti ha portato a ubriacarti tanto da precipitare dal tetto è niente oppure no.insistette Kurogane.
“…Chii… la Chii di questo mondo… non era da sola. C’era un ragazzo con lei. Le stringeva una mano e la teneva vicina… lei sembrava così felice con lui. cominciò a raccontare Fay con inequivocabile tristezza nella voce.
“Non credevo fossi un tipo geloso…” commentò il ninja, sinceramente incredulo che potesse essere quello il motivo di tanta depressione.
Fay rise al suo commento, trovando assolutamente ridicola la sola idea.
“No no… Non è assolutamente quello il motivo!”
“E allora qual è?” chiese di nuovo Kurogane, che cominciava a scocciarsi di insistere con quella domanda ad ogni mezza frase del mago.
Fay si sollevò di nuovo per guardarlo negli occhi e lo osservò con un sorriso triste.
“Sei davvero sicuro di volerlo sapere?”
“Non me ne starei qui per terra a chiedertelo, altrimenti…” lo rassicurò spazientito Kurogane.
Fay rise ancora, ma fu solo una breve interruzione prima che tornasse il silenzio. Il mago continuò a guardarlo, come se stesse soppesando le parole da dire, come se fosse ancora indeciso se dirle davvero o meno.
“Quel ragazzo lo conosco. Si chiama Hideki e lui… quello del mio mondo… è stato ucciso. La pausa che si prese dopo aver detto quelle parole fece pensare al guerriero che fosse finita lì, che fosse tutto quello che c’era da dire. Stava già per aprire bocca, quando Fay, con molta riluttanza, finì la frase che gli era rimasta sospesa sulle labbra.
Da me.”




If I swallow
Anything evil
Put your finger
Down my throat
If I shiver
Please give me a blanket
Keep me warm
Let me wear your coat




Quelle due parole chiusero la bocca a Kurogane.
Dopo qualche istante l’aprì di nuovo per dire qualcosa, ma non seppe che dire e la richiuse ancora. Fay non disse più nulla e riappoggiò la testa sul petto del guerriero. Kurogane sapeva di dover dire qualcosa, ma ancora non sapeva cosa.
“Perché l’hai …?”
“Oh suvvia Kuropin, non crederai che risponderò anche a questo, vero?” lo interruppe lapidario Fay.
Kurogane non proseguì la domanda e tornò a fissare il cielo sopra di loro. Alla lunga quella strana posizione in cui erano finiti si stava rivelando scomoda, ma nessuno dei due sembrava volersi spostare per ora.
“Non dovresti preoccupartene così tanto.”
“Ah, non dovrei secondo te, Kuro-sama? Oggi ho visto Chii felice come non lo era mai stata nel mio mondo, e sai perché? Perché io ho ucciso la sua felicità!” sbottò Fay.
Kurogane sospirò. L’alcol aveva compiuto l’ultimo passo, rendendo il mago facile al cattivo umore.
“Anche io ho ucciso. Molte… moltissime persone.”
“Non è la stessa cosa!” insistette il mago cercando di alzarsi.
Kurogane non aveva intenzione di lasciargli evitare la discussione proprio a questo punto. Non l’avrebbe lasciato andare a crogiolarsi nei suoi patetici tormenti. Prima che Fay raccogliesse sufficienti energie per andarsene, Kurogane lo afferrò saldamente per le braccia, costringendolo a star fermo dov’era.
“Lo è. Se il te stesso del mio mondo fosse stato un mio nemico, io l’avrei ucciso. Se il ragazzino o la principessa fossero stati dei miei nemici, io li avrei uccisi. Ho incontrato così tanti nemici sulla mia strada che forse potrei avervi già uccisi…”
Fay smise di colpo di divincolarsi per trovare una via di fuga e appoggiò con fare sconsolato la fronte sulla spalla del ninja.
“E come ci riesci? A sopportare quest’idea…”
“Perché so che non ucciderei mai voi
. Perché per quanto in altri mondi esistano infiniti voi, non saranno mai voi fino in fondo. E’ la vita che hai vissuto, le persone che hai incontrato, le esperienze che hai fatto a renderti quello che sei.”
Kurogane si prese una piccola pausa per riprendere fiato. Dopotutto aveva bevuto molto anche lui e il peso del mago sulla sua cassa toracica non lo aiutava di certo. Fay si accorse della fatica di Kurogane nel parlare e si spostò, accoccolandosi in una posizione più comoda per entrambi. Il guerriero si rese conto di stargli stringendo ancora le braccia, e allentò la presa. In un momento di indecisione su cosa fare delle mani ora libere, finì per assecondare l’istinto che gli parve più naturale in quel momento, e abbracciò Fay.
“Non me ne starei schiacciato per terra, se al tuo posto ci fosse un qualsiasi altro mago decerebrato…” borbottò, sperando di non suonare troppo sentimentale.
“Pensavo che fossi qui schiacciato perché siamo tutti e due troppo ubriachi per alzarci…” sdrammatizzò il mago, ma la sua voce suonò divertita, lasciando intendere al ninja che aveva colto il senso delle sue parole.
“Anche…” concordò Kurogane.
La testa cominciava a pulsargli e le palpebre si erano fatte pesanti.
“Però…” riprese Fay titubante “…se io non l’avessi ucciso… ora Chii sarebbe felice…”
“Forse. concordò Kurogane chiudendo gli occhi per dar tregua alla vista affaticata. “O forse no. Forse non si sarebbero mai incontrati. Forse non si sarebbero nemmeno piaciuti, per quel che ne sai. E’ da idioti ragionare coise’ e coi ‘ma’.”
“Ma io sono un idiota, Kurorin… ti ricordi? Me l’hai detto tu…” gli rammentò il mago ridacchiando ancora.
“Oh sta’ un po’ zitto…” borbottò Kurogane, pensando inconsciamente che se l’avesse stretto un po’ di più forse sarebbe stato buono per qualche minuto, prima che si decidessero una volta per tutte ad alzarsi.
Kuromyuu…” sussurrò Fay con voce assonnata.
“Che c’è ancora?”
“Ho taaanto freddo…”
Kurogane non sopportava quel tono petulante e mollando la presa sul mago, afferrò i lembi del suo cappotto, fortunatamente largo, e vi avvolse anche il corpo del mago prima di abbracciarlo di nuovo.
“Contento?” chiese Kurogane spazientito.
Mh…” assentì Fay accomodandosi nella nuova sensazione di calore.
Kurogane pensò che, ancora cinque minuti, e sarebbero rientrati, ma il mago lo distolse nuovamente dai suoi propositi.
Kurochu…”
“Che c’è ora?”
“Grazie..
“Se imparassi a non fare l’idiota e a metterti quantomeno il cappotto se hai intenzione di uscirtene a fare l’autolesionista al freddo e al gelo allora forse…”
“Non parlavo del cappotto…”
Fay si strinse a lui sbadigliando e Kurogane sbuffò. Quanto era difficile fare la balia…
Mh.” fu l’unica risposta che fu in grado di formulare.
L’attimo dopo si erano addormentati.

*owari*


"Behind Blue Eyes" - The Who
Una delle canzoni più fayesche che io abbia mai sentito!

  
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