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Autore: RainbowCar    19/07/2012    5 recensioni
FF iniziata quando DAI non era ancora stato rilasciato. In questa storia gli eventi di Inquisition non sono mai accaduti: ho scelto di immaginare i miei eroi e le loro storie; personaggi nuovi che inevitabilmente incontrano quelli di DA:O e DA2.
"Era tutto perfetto. Mio padre e mia madre si abbracciavano sorridenti mentre mi guardavano giocare col mio fratellino. Il sole splendeva alto nel cielo e il lago Celestine luccicava come uno zaffiro. C’erano uccelli e cerbiatti, e nug. E c‘era un drago. Un drago enorme, mostruoso. Era venuto per uccidere."
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Custode, Hawke, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Mia madre è un’eretica. Un’eretica bellissima, che, nonostante la sua età, fa ancora girare la testa a molti uomini della mia. Mia madre è scaltra come un corvo di  Antiva, è forte come un ogre, coraggiosa come un templare e allo stesso tempo prudente come un mago. È astuta come un nano e tenace come un berserker.

Mia madre mi ha insegnato tante cose sulla vita e sulla morte, sul male e sul bene, su quanto sia difficile distinguere l’uno dall’altro.
Credo che non fosse affatto delusa quando nacqui io. Forse il sesso non era quello che si aspettava, ma direi che le abbia fatto più piacere avere me.

Le somiglio molto. Ho i suoi grandi occhi ambrati, i capelli scuri e la carnagione chiara, ma spesso lei mi ha detto che in me rivede mio padre, soprattutto quando le faccio perdere la pazienza e la esaspero con le mie assurde richieste. Come quella, ad esempio, di conoscere l’identità di mio padre.
Gliel’ho chiesto per anni, fino a sfinirla, le ho domandato di lui, se fosse ancora vivo, se si erano amati molto e se lo amava ancora. La risposta era sempre la stessa: “No”.
Mio padre era dunque morto? E come? Cosa gli era capitato? Davvero non erano innamorati? È stato un rapporto occasionale a darmi vita? Erano ubriachi? Mai una sola volta avevo ricevuto altre risposte alle mie innumerevoli domande.

Una sera, avendo ormai raggiunto l’età di 18 anni, le dissi chiaramente che il suo silenzio non bastava più in risposta ai miei dubbi e che se avesse continuato a tacermi la verità l’avrei lasciata per andarmene per conto mio. Le avrei detto addio per sempre. Ero perfettamente in grado di cavarmela, avendo ereditato i suoi poteri, ed ero discretamente abile nell’usarli.
La mia incredibile determinazione, o la mia cocciutaggine, avrebbe detto lei, vantandosi di avermela trasmessa, la convinsero che facevo sul serio. Si prese qualche secondo per riflettere e valutare le sue opzioni. Evidentemente dovette giungere alla conclusione che tenermi con lei le convenisse di più, e così decise di raccontarmi la verità sull’identità di mio padre. Una bugia non l’avrei accettata e di sicuro non l’avrei bevuta.

Mia madre sa essere saggia come un dalish. Sa quando vuotare il sacco, se questo consiste nel male minore. Credo anche che aspettasse da un po’ un mio simile ultimatum e che ne fosse segretamente compiaciuta. Forse mi ha raccontato tutto perché voleva farlo o forse perché mi amava troppo per allontanarsi da me… ma io propenderei più per la prima opzione. Non che lei non mi ami, anche se l’affettuosità non è certo tra i suoi innumerevoli pregi, ma l’indipendenza per lei viene prima di tutto il resto e nel crescermi “a modo suo” ha forgiato la mia capacità di sopravvivenza in solitudine.

Così mia madre, per non perdermi, o meglio, per non perdere ciò che io rappresento, mi ha parlato del mio destino, a quanto pare abbastanza pieno di aspettative dato il sangue che mi scorre nelle vene, e di mio padre.
Mi ha detto che è ancora vivo e mi ha detto come si chiama. Su una cosa non aveva mentito: sui loro sentimenti. Tra di loro non c’è mai stato amore. Sarebbe stato romantico nascere da un travolgente rapporto ricco di  sentimento, ma per me non è stato così e credo che saperlo mi farà sopravvivere lo stesso. Ma potrei non sopravvivere a lungo quando finalmente parlerò con mi padre e gli dirò chi sono. O magari non sopravviverà lui dallo stupore, o non sopravviverà sua moglie dallo spavento.

Dunque eccomi qui, in viaggio alla ricerca di mio padre, avendo deciso comunque di lasciare mia madre per potergli parlare, vedere che faccia abbia, solo per capire se davvero gli somiglio come afferma mia madre, anche se credo che lei mi segua da non troppo lontano. Non mi infastidisce la sua presenza, a patto che non interferisca con la mia ricerca e col mio desiderio di ribellarmi a un fato che sembra già scritto dal giorno in cui i miei genitori si unirono in un’unica notte di passione.

In realtà so dove trovare mio padre, ma il viaggio è lungo e potrebbe succedere di tutto durante questi mesi. La morte è sempre un’eventualità da non tralasciare, essendo pronta a strapparti dal tuo cammino in qualunque momento. E il Ferelden è molto più cupo e selvaggio di Orlais. Non che mia madre abbia scelto di allevarmi tra lussi e usanze barocche del Paese, ma di terre selvagge vi è penuria.
Una foresta sembrava fare al caso nostro, ma era talmente frequentata da cacciatori e bestie assetate di sangue che le grotte del lago Celestine sono diventate la nostra unica occasione di non dare nell’occhio. E così, in una fresca notte d’autunno, mia madre mi ha partorito in un buco in una roccia che ho chiamato casa per 18 anni, e che nel mio cuore resterà tale per sempre.

La stanchezza e il sonno si fanno sentire. Ho deciso che stanotte mi accamperò qui, con la speranza che nessuno shriek mi strappi il cuore durante la notte. Comunque non sono completamente sola, anche se non faccio affidamento su nessun aiuto, perché incomincio a pensare che questo sia il suo modo di mettermi alla prova, di controllare finalmente se ha fatto un buon lavoro nel crescermi.
Intorno a me non vedo che sporadici alberi e distese di erbacce, oltre che antiche rovine. La mia mappa dice che mi trovo nelle selve Korcari. Chissà come deve sentirsi mia madre ad essere ritornata nel luogo in cui è cresciuta.

Mia madre è una strega. L’ultima, forse, strega delle selve. Mia madre si chiama Morrigan.

Mio padre… beh, mio padre è un custode grigio, nonché re del Ferelden. Sua moglie, la regina, è anch’essa un custode e ha salvato il suo popolo sconfiggendo l’Arcidemone nell’ultimo flagello. La regina è Lady Cousland. Mio padre si chiama Alistair, e io sono la sua unica figlia, l’ illegittima, l’erede al trono.

  
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