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Autore: Seiten Shiwa    20/07/2012    6 recensioni
-… Jared è uscito…. - sussurrò infine Shannon, inforchettando svogliatamente il primo boccone.
-… lo so… per questo ho preso possesso della cucina!-. Ridacchiò Tomo.
-… ma non mi ha detto con chi…- disse a bocca piena il batterista.
-… come no?!- il croato alzò il viso dal piatto - ma se è uscito con Farrell!!-
-… COSA?- Shannon per poco non si strozzò. Si batté il petto per mandar giù la pasta che gli era rimasta in gola. Tossì anche un paio di volte, a corto di ossigeno.
Gli spuntarono perfino due lacrime da un occhio per lo sforzo.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The Meaning Of…



 
 
Tomo era intento a cucinare la cena per quella sera.
 
Shannon, appena finito di apparecchiare il tavolo, sedeva dietro di lui, su uno sgabello di fronte il tavolo, in posizione centrale nella cucina.
Aveva gli occhi socchiusi, come perso nelle sue più profonde pippe mentali.
 
Quando il croato si voltò a guardarlo, alzò il sopracciglio, facendo spallucce.
 
- Shan..?- lo chiamò piano. Ma non ebbe risposta.
-Shaaan…???-. Riprovò.
 
Ma niente da fare, il batterista dei Mars era davvero perso nei suoi pensieri.
 
-SHANNON!-.
 
-EH?!- Leto Senior alzò immediatamente lo sguardo sul suo amico - che c’è da urlare? Sono qui! dimmi..- disse come risvegliato da un sonno profondo.
 
-si può sapere a che pensi?- Tomo gli porse nuovamente le spalle, per afferrare la presina, prendere la padella e svuotare la carbonara di quella loro cenetta solitaria  nei piatti.
 
Ci fu silenzio.
Un silenzio che durò tutto il tempo per Tomo di fare bene le porzioni nei piatti, servirli, mettere la padella nel lavandino freddandola con l’acqua, aprire il frigo per prendere due bottiglie di birra, posarle sul tavolo, stapparle, e sedersi a sua volta di fronte a Shannon, sullo sgabello in linea d’aria di fronte al suo dall’altro lato del tavolo.
 
-… nulla…- sussurrò finalmente il batterista.
 
Tomo gli porse la birra, e lui la prese in mano, rimanendo soprappensiero.
 
-avanti.. qual è il problema?- riprovò il chitarrista.
 
Ci fu altro silenzio. Non ottenendo risposta, bevve un sorso di birra ed iniziò a prendere la prima forchettata di pasta.
 
-… Jared è uscito…. - sussurrò infine Shannon, inforchettando svogliatamente il primo boccone.
 
-… lo so… per questo ho preso possesso della cucina!-. Ridacchiò Tomo.
 
-… ma non mi ha detto con chi…- disse a bocca piena il batterista.
 
-… come no?!- il croato alzò il viso dal piatto - ma se è uscito con Farrell!!-
 
-… COSA?- Shannon per poco non si strozzò. Si batté il petto per mandar giù la pasta che gli era rimasta in gola. Tossì anche un paio di volte, a corto di ossigeno.
Gli spuntarono perfino due lacrime da un occhio per lo sforzo.
- CON QUELLA TESTA DI CAZZO DI UN IRLANDESE?-
 
Tomo annuì, raggelandosi non poco… possibile Jared lo avesse detto solo a lui?
 
-PERCHÉ CAZZO TU LO SAI E IO NO?! PERCHÉ A ME NON LO HA DETTO???- sbraitò infine.
 
Il chitarrista sospirò, e gli puntò la forchetta contro, fregandosene se un bucatino stava pendendo dalla stessa.
Socchiuse l’occhio destro, alzando il sopracciglio sinistro.
-… perché forse avresti avuto questa reazione?!?!- sospirò, poi, scuotendo la testa - sei impossibile, Shan! Devi lasciarlo respirare quel povero ragazzo! Ormai ha 32 anni suonati!!-
 
-ragazzo.. eh?!- masticò quelle parole tra i denti Shannon. - ed esce con quel pivello di un irlandese.. drogato… puttaniere.. dio che nervi!!-.
 
- dai su.. che vuoi che succeda?- continuò a mangiare il croato, senza degnarlo di uno sguardo.
 
-eh beh! Che vuoi che succeda.. no?!- continuò Shannon, pulendosi la bocca, e sbattendo sgraziatamente il tovagliolo sul tavolo alla sua sinistra -ora lo chiamo! E gliene canto quattro!-
 
- ma lascialo in pace! Finisci di mangiare! Si fredda!- lo rimproverò Tomo.
 
- non tentare di fermarmi! SAI!?- lo imbruttì il batterista, ormai già in piedi, mentre con lo sguardo perlustrava la cucina in cerca di un qualche telefono.
 
-Shan.. per favore.. siediti e mangia…- lo richiamò.
 
Shannon si morse le labbra, ed a malincuore, dopo qualche attimo di esitazione si risedette e si rimise a mangiare.
 
Passarono alcuni minuti in cui i due finirono di mangiare in silenzio.
Tomo fu il primo: iniziò a togliere la roba non più utile dal tavolo, aprì il frigo, tirò fuori il cesto di frutta e lo pose sul tavolo.
 
-… tu….. pensi che loro….?- Shannon iniziò a parlare sottovoce, chiedendolo più a se stesso che all’altro.
 
-… loro…??- chiese Tomo impegnato a tagliarsi una fetta di melone.
 
Leto Senior lo guardò scettico. Afferrò due banane e le sbatté l’una contro l’altra.
 
- sì, insomma.. hai capito?!-.
 
Tomo ridacchiò.
Poi, con non chalance, sfilò dalle mani di Shannon una delle due banane.
Iniziò a sbucciarla lentamente.
 
Le guance del batterista divennero rossissime.
 
Quando la banana fu sbucciata a metà, il chitarrista se la portò alla bocca
-… To-Tomo…- la voce di Shannon tremò, seppure fu solo un sospiro.
 
Il croato se la mise in bocca, facendola scivolare con finta difficoltà tra le labbra serrate.
La morse lentamente, gustandola: accennò perfino ad un gemito di piacere nel farlo.
-uhmmmm…-.
I suoi occhi, ovviamente, fissi in quelli verdi dell’altro, avevano tanto l’aria di una sensualissima presa per il culo.
 
Shannon sgranò gli occhi.
Mandò giù di colpo la saliva: la gola gli era rimasta improvvisamente secca.
 
Quando Tomo, dal canto suo mandò giù quel boccone di banana, estrasse la stessa dalla bocca, ed ammiccò.
-pensaci bene Shannon.. infondo… prima di quello - rivolgendosi al gesto di poco fa del batterista - c’è molto altro da scoprire…da fare… capisci cosa voglio dire?!- e si rimise in bocca la banana.
 
Leto Senior rabbrividì.
Non poteva pensarlo davvero…. No.
Non poteva pensare che suo fratello avrebbe…
Avrebbe preso la banana di quell’irlandese in bocca!
Era fuori discussione!
 
- Dio, ti prego! Non farmici pensare!- si portò una mano di fronte la faccia, scuotendola violentemente - no! No! No! NOOO!!- gracchiò.
 
Tomo, con sorrisetto divertito, continuò a mangiare la sua banana…
 
 
 
 
* In uno sperduto albergo sul mare a Santa Monica, L.A., quella stessa sera*


Jared sedeva a gambe incrociate su un cuscino tondo, enorme, bianco, in veranda.
 
La schiena era reclinata all’indietro, e si teneva in equilibrio con le mani piantate saldamente a terra, su un tappeto verde scuro, dietro di essa. Le braccia erano tese.
 
I capelli lunghi, castani, non ancora tagliati, gli incorniciavano un po’ il viso, mentre gli altri, legati da una morbida coda, posavano sulla sua spalla destra.
E proprio verso la sua destra era volto.
Il naso a sfiorarsi i capelli sulla spalla, annusando il profumo del proprio shampoo, in modo narcisistico, mentre la mente e gli occhi erano ipnotizzati dallo specchiarsi della luna sul pelo dell’acqua.
Il mare, infatti, era a pochi passi da quella splendida veranda.
 
Colin arrivò dietro di lui.
Lo fissò per un istante, catturato da quella figura magnetica.
Il cantante, infatti, indossava dei jeans bianchi aderenti, una cinta blu scura con fibbia in metallo, e la camicia, di un azzurro poco più intendo dei suoi occhi, era totalmente aperta, lasciando che la brezza serale accarezzasse il suo petto ed il suo addome piatto.
Entrambi avevano i piedi scalsi.
 
- Jared….- ebbe il bisogno di chiamarlo, perché se avesse continuato a fissarlo a sua insaputa, lo avrebbe preso lì, su quel cuscino bianco, senza neppure spogliarsi o spogliarlo del tutto.
 
- sì…? - si volse con lentezza verso di lui, sorridendo - … Cole?-.
 
L’irish actor sorrise.
Sorrise come un idiota. Un idiota innamorato.
Oh sì, era totalmente cotto di lui. Ma.. ancora non aveva trovato il modo o il momento per dirglielo.
In ogni caso lo aveva promesso a se stesso: prima o poi glielo avrebbe detto. Gli avrebbe confessato di amarlo. Seppur non ora, non lì, non quella sera.
 
Anche se, dal punto di vista ambientale, era davvero tutto perfetto per una dichiarazione d’amore: c’era la luna piena a specchiarsi sull’acqua del mare, seppur il suo riflesso fosse increspato dalle piccole onde. C’erano le candele intorno il piccolo tavolinetto di vimini, dove avevano da poco finito di cenare: una cena ovviamente vegana, per far piacere a, e perché no, per far colpo su, Jared.
 
Jared reclinò leggermente la testa all’indietro, e i capelli scivolarono via dalla spalla.
Caddero a penzoloni dietro la testa, e poiché la coda era troppo morbida, l’elastico cadde a terra.
 
Colin seguì il tragitto di quell’oggetto, notando che cadde proprio dietro le bellissime e sode natiche del cantante, pressate, data la posizione, contro il cuscino su cui sedeva.
Si sentì avvampare non solo il volto questa volta… i jeans iniziarono davvero ad essere troppo stretti.
 
Ma no, Farrell.. sta calmo! Non… non puoi saltargli addosso così.. suvvia.. senza motivo…
SENZA MOTIVO?!!!
Mi sta praticamente invogliando a stuprarlo!! A possederlo lì! Su quel cazzo di cuscino bianco dove posa le sue desideratissime chiappe…
 
Dio si.. quanto vorrei essere quel cuscino…”.
 
Una folata di vento smosse i capelli di Jared, ormai liberi di muoversi ove volessero.
Sorridendo, se li scansò dal viso portandoli dietro le orecchie, tornando a sedersi con la schiena in posizione eretta.
 
No… quel sorriso fu troppo anche per Colin Farrell.
Posò il cestino con la frutta, che stava tenendo in mano, sul tavolinetto in vimini di fronte al cantante.
Si inginocchiò di fronte a quest’ultimo, sedendosi sui propri talloni.
 
Allungò le mani, le pose sul suo viso. Con le dita giocò con le ciocche dei capelli ribelli.
Glieli tolse da dietro le orecchie, affinché tornassero ad incorniciare il suo viso.
Passò i pollici sulle sue guance, ancora un po’ arrossate dal sole del Marocco.
 
Si puntigliò sulle proprie ginocchia, alzando il sedere dai talloni, porgendosi verso il viso dell’altro.
 
Jared d’altro canto non si mosse.
Al massimo, si poté dire che il suo sorriso si amplificò, come la nota suonata da una chitarra elettrica attraverso un Marshall valvolare.
 
-… dio.. sei… sei…- sussurrò sulle sue labbra l’irish actor, senza saper davvero cosa dire.
Smise di fissargli la bocca, e lo fissò negli occhi.
-sei… non so di chi sei.. ma vorrei fossi mio…- gli occhi di Jared si sgranarono a quelle parole -vorrei tu fossi davvero mio… solo mio… per sempre…-.
 
Chiuse le proprie labbra su quelle del cantante.
Ma gli occhi restarono comunque aperti, vigili, studiando ogni sua reazione.
 
Il ragazzo dagli occhi azzurri sembrò per un attimo troppo sorpreso per fare qualsiasi cosa, ma poi, assaporò la bocca dell’altro.
Sapeva di buono… di insalata, di tabacco, di hamburger vegetariani e di coca cola….
 
Socchiuse allora gli occhi, approfondendo quel bacio, fino a chiuderli completamente.
L’irlandese, sentendosi ricambiato, pensò che gli sarebbe scoppiato il cuore nel petto di lì a poco per la gioia di quel piccolo gesto.
 
Sorridendo fra sé e sé, lasciò che le sue mani scendessero dal viso dell’altro fino al collo, le spalle, la schiena, dove lo abbracciò stretto, serrando gli occhi.
Se fosse stato un sogno non avrebbe voluto svegliarsi.
 
Tra un bacio e l’altro, un’altra folata di vento spostò tutti i capelli di Jared sul viso di Colin.
Quest’ultimo si ritrovò a sputazzare capelli e a sghignazzare.
 
-… tranquillo… non appena ho tempo li taglierò…- sussurrò il cantante, aiutandolo, raccogliendosi i capelli in una mano.
 
-no… che peccato… ci stai davvero bene…- sussurrò affranto Colin - però.. non importa… saresti bello anche con una cresta di un colore assurdo in testa…-.
 
Jared ridacchiò… chissà, forse un giorno lo avrebbe preso in parola.
 
- in ogni caso… sei libero di fare quel che vuoi dei tuoi capelli… io, dal canto mio, ti troverò meraviglioso… per sempre… e poi… le tue labbra…-.
 
Quando finalmente i suoi occhi scuri incontrarono quelli limpidi ed azzurri dell’altro, i loro visi arrossirono contemporaneamente.
 
-Dio.. e io che non volevo neppure baciarlo un uomo..- sussurrò Colin, portandosi l’indice ed il medio alla bocca.
 
- ci avrai preso gusto dopo Bagoas.. My… Alexander?- lo provocò il cantante.
 
- non.. non fare quella voce, Jared!!- protestò Colin.
 
Jared ridacchiò, portandosi una mano alla bocca.
- quale voce, Colin?! Ahahahahahahahah -.
 
L’attore irlandese gli tolse la mano dalla bocca.
- ehi… lasciati guardare…- il cantante lo fissò non capendo -.. non coprirti quando ridi… sei.. sei talmente bello quando lo fai…-.
 
L’uomo dagli occhi di cielo abbassò lo sguardo, ora troppo imbarazzato per reggere quegli occhi scuri che lo stavano adorando e venerando, neppure fosse lui stesso il Re.
 
- Hephaestion…- lo chiamò allora, accarezzando una sua guancia, Colin.
 
- mio Re….- sussurrò in risposta Jared, senza però alzare lo sguardo.
Una mano dell’uomo di fronte a lui, però, portò due dita sotto il suo mento, e lo costrinse a guardarlo.
 
-… lasciati guardare…- e le parole di Colin sembravano l’imperativo di un Re.
 
-… è un ordine… Re Alexander?- chiese imbarazzato Jared, cercando di stare comunque al gioco.
 
- non ancora… è un invito… solo un invito per ora, Mio Generale…- sussurrò Colin.
 
Le labbra del cantante dei Mars non riuscivano a non incurvarsi in un sorriso di felicità.
Felicità da innamorato.
 
Cercò qualcosa da dire, perché quell’atmosfera era troppo carica di emozioni.
Davvero troppo per uno come lui, che le aveva sempre fuggite.
 
Fu allora che i suoi occhi di cielo caddero sul cesto di frutta, portato poco prima da Colin, che troneggiava sul tavolo.
 
-.. ma… io avevo chiesto.. solo una banana! Perché ne hai portate due Cole…?- chiese la prima cosa che gli venne in mente.
 
E Colin, a dispetto di tutto, rispose anche lui la prima cosa che gli venne in mente.
- almeno sono sicura che una te la mangi!-.
 
Jared lo guardò indignato.
-… scusa.. perché con l’altra cosa dovrei farci?-
 
Lo sguardo di Colin, ammiccante, fu più che una risposta sufficiente.
Il suo Efestione sorrise complice, annuendo a se stesso.
- capisco.. ti piacciono.. i giochini strani con le banane.. eh?-
 
-… e-eh?- stavolta fu il turno dell’attore irlandese di non capire.
 
Jared spostò le gambe, e volontariamente fece strofinare il proprio ginocchio sull’erezione di Colin, che rabbrividì all’istante.
 
- beh sai… io… prima di… frullarmi una banana…  la prendo in bocca… - iniziò il cantante, avvicinando una mano al cesto di frutta.
Afferrò il frutto sopra citato.
- ma prima ancora… la banana.. va presa tra le mani…- e osservò l’oggetto che teneva in mano -va sentita la sua durezza.. la sua consistenza.. sai… quando è troppo moscia, non va bene! Vuol dire.. che non è buona per essere mangiata….-.
Iniziò a sbucciarla sensualmente, sotto gli occhi allibiti e sgranati di Farrell.
-infine.. una volta che con mano hai testato che è abbastanza dura e matura… puoi mettertela finalmente in bocca….- e così fece.
 
Colin, ormai al limite, gli strappò letteralmente via la banana dalle mani e dalla bocca.
-EHI!!! LA MIA BANANA!!- protestò Jared, mandando giù il boccone che aveva staccato con un morso.
 
L’irish actor se la infilò tutta in bocca quella dannata banana, la masticò in fretta e furia, mandandola giù quasi sana.
 
-ma… ma era.. la mia banana!- protestò nuovamente il cantante dei Mars.
 
-sta zitto!- ringhiò contro di lui l’attore irlandese.
 
-ma…!?-
 
-sta zitto, Jared! Vedrai che non avrai più da lamentarti tra poco…- un ghignò gli incurvò le labbra.
 
-ma io rivoglio la mia banana!- si ammusò lui, facendo il labbrino.
 
-ma certo, Hepheastion… avrai la tua banana, tra non molto… e ricorda… sarà l’unica banana che dovrai prendere in bocca per il resto dei tuoi giorni…-.
 
Jared sgranò gli occhi.
-ma che… stai dicendo?!- sperava di aver capito male.
 
-oh.. tranquillo… My Hephaestion… lo scoprirai col tempo… o devo sempre spiegarti il significato di tutto…?!-.
 
Furono le ultime parole sensate che ci furono quella sera…
 
 
Perché la bocca di Colin, a cui ora si era aggiunto anche il sapore della banana, si serrò sulla bocca di Jared… che tra banana irlandese, bocca dell’irlandese, gemiti, ansimi, suppliche ed urla varie, rimase impegnata per tutta la notte fino all’alba.
 
 
 
 
 
 
*Casa Leto 06.10 A.M.*


Shannon si rigirava nel letto.
 
- la smetti.. o devo cacciarti?- protestò Tomo, infilando la testa sotto il cuscino.
 
-.. Jared non è tornato! - masticò nervosamente le parole il batterista, sedendosi sul letto, appoggiando la schiena alla testiera imbottita dello stesso.
 
- e quindi?- chiese sopprimendo uno sbadiglio l’altro.
 
- e quindi? E se… e se… - no, non riusciva neppure a pensarlauna cosa del genere, figuriamoci dirla.
 
- ho capito.. ho capito…- fece in tono sbrigativo Tomo - va beh.. vorrà dire sarà impegnato con la banana irlandese!-
 
- CHE COSAAAA?? MA IO GLIELA STACCO E GLIELA FRULLO A QUELL’IRLANDESE SE HA OSATO INFILARE LA BANANA DENTRO MIO FRATELLO! QUALSIASI BUCO ABBIA USATO PER INFILARGLIELA! IO GLIELA FRULLO!!!-.
 
-Shan.. per favore, ho sonno, non urlare…!- il chitarrista si schiacciò il cuscino contro le orecchie per tamponare i toni medi-alti che urtarono i suoi poveri timpani appena svegli.
 
Nel mentre, si sentì il rumore di passi nel corridoio.
 
Shannon e Tomo si fissarono per un lungo istante.
 
Finalmente, la porta della loro stanza si aprì: la testa di Jared fece capolino.
 
- ancora svegli ragazzi?- sorrise loro, dolcemente - ciao Bro! Ciao Mofo!-.
 
- Jared! Ti pare l’ora di tornare? E poi? - iniziò a rimproverarlo Shannon, scendendo dal letto, avvicinandosi al fratello minore - neppure un messaggio, o una chiamata per sapere come o con chi stavi!!-.
 
Jared ritirò di poco la testa fuori dalla stanza, poiché investito dalle urla del fratello.
 
- Eddai, Shan, dacci un taglio.. ho 32 anni, sono bello grande e vaccinato!-.
Poi notò che sia lui che Tomo erano entrambi privi di vestiti, fatta eccezione per i boxer.
Il letto aveva le lenzuola disfatte, e c’era una confezione aperta di preservativi sul comodino affianco al chitarrista.
 
- non ci posso credere!!- esclamò sorpreso Jared - anche voi… avete giocato a farvi… una macedonia di banane?-
 
Shannon arrossì violentemente, colto in fragrante.
Tomo venne in suo aiuto prendendo parola, sedendosi sul letto.
 
- senti.. qui, l’unico che si è fatto una macedonia, sei stato tu, caro mio! E scommetto che non ti sei fatto solo una macedonia di banane…  ma ti sei fatto il re di macedonia, e la sua banana!>.
 
Jared gli fece la linguaccia, senza però cogliere la provocazione a parole.
- va beh.. io vado a letto.. sono stanco morto gente! Buona notte-giornata.. a più tardi! Il primo che mi sveglia è morto!-.
 
Fece per chiudere la porta.
 
Ma una domanda si era ormai arrampicata nella gola di Shannon, e si batteva per essere liberata.
 
-.. ehi Bro!- lo richiamò il batterista.
 
Jared lasciò di poco socchiusa la porta, ma senza fare capolino.
-sì, Shan?-
 
-… che volevi dire con… anche voi avete giocato a farvi una macedonia di banane?!- si schiarì meglio la voce - che voleva dire quell’anche voi… cioè.. noi.. e chi…?-.
Come non mai, temeva la risposta.
 
A Jared sfuggì una risata trattenuta, ma che fu comunque udibile alle orecchie attentissime di Shannon, e pure a quelle di Tomo.
 
- JAREEEEEEEEEEEEEEED! - gli urlò dietro Shannon correndo verso il corridoio.
 
-.. TE LO SPIEGO UN’ALTRA VOLTA BRO! ORA VADO A NANNA! NOTTEEEEEEEE!!- e si sbrigò a barricarsi dietro la porta della propria stanza, chiudendola a chiave.
 
Suo fratello maggiore la prese a pugni, e lo minacciò in tutti i modi per farsi aprire, ma non ci fu verso di smuoverlo.
Leto Senior, infatti, continuava a sentir ridacchiare suo fratello minore oltre la porta.
 
- JARED APRI QUESTA FOTTUTA PORTA!! E DIMMI.. DIMMI CHE NON HAI PRESO DA NESSUNA PARTE LA BANANA DI QUELL’IRLANDESE! PERCHé IO GLIELA FRULLO! GLIELA STACCO E GLIELA FRULLO!! HAI CAPITO???-.
 
All’interno della stanza, con la schiena poggiata alla porta, Jared, seduto a terra, si teneva la pancia e rideva a crepapelle.
Come spiegargli… che non solo l’aveva presa e mangiata… che non solo era stato lui ad essere stato frullato…?!
Ma che quella di Colin… sarebbe stata l’unica banana che avrebbe amato per il resto della sua vita?!
 
Oh beh.. il significato di certe cose non si può sempre spiegare.
Certe cose vanno capite e basta.
 
E Jared e Colin lo avevano capito fin dal primo momento che si incontrarono… sarebbe stato amore. Sì. Si sarebbero appartenuti per sempre….
Sia loro…
Che le loro reciproche banane.
 
Questo era qualcosa che Shannon, anche se gli fosse stato spiegato, non ne avrebbe mai capito il significato.
 
 

THE END

 


 
Questa storia ho voluto farla partire subito. Senza introduzione, così come mi è venuta in mente: senza esitazioni.
Tutta colpa di un video su youtube, che ho voluto mostrare a Fidia e a MaggieMurdock.
*Me ride pensando alle due banane sbattute l’una contro l’altra*.
Donne… vi lovvo!!
La dedico a tutte le altre mie Socie FarrelLetiane, che ogni giorno, con il loro sostegno, mi fanno sentire(una porno-creatrice di zozzate assurde) meno sola!
Grazie Socie! Siete stupende.. tutte quante!
 
Disclaimer: non è scritta a scopo di lucro, e no, non voglio insinuare nulla su Colin e Jared. Loro, infatti, è OVVIO che stanno insieme, anche se lo sappiamo solo noi FarrelLetiste.
 
 
Ci rivediamo col prossimo chappi di The Ring e con la terza Work-in-progress-One-shot che farà parte della mia serie “Le Follie Di Una Notte Selvaggia”!!
 
A presto ^________^
 
Vostra
Seiten Shiwa
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