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Autore: DreamSeeker    20/07/2012    5 recensioni
«Perciò era una donna. E dimmi, chi tormenta i tuoi pensieri?»
«Non sono affari tuoi!» «Non sarà mica...“proibita”?» «Che diavolo intendi per proibita, si può sapere?» «Beh, che so...non pensavi, ad esempio, a una sottospecie di ragazza che è entrata in questo scompartimento questa mattina, vero?» «E anche se fosse?» «Blaise...dimmi che stai scherzando. Ho assoluta urgenza di sentire queste parole! Dimmi, per favore, che non stavi pensando alla Granger!» «Perché dovrei mentirti Draco? Sì, stavo pensando alla Granger! E a come può stare insieme a uno sfigato come Weasley» «Oh, andiamo Blaise! Perché dovresti sprecare il tuo tempo con quella Mezzosangue? E poi non ti starebbe neanche a guardare! Voglio dire, è così...disgustosamente pura e innocente...l’unica vergine di Hogwarts, che diamine! E non distoglierà mai le sue attenzioni dalla Donnola, non per un Serpente!» scoppiò il biondino alzando gli occhi al cielo.
«È una scommessa Malfoy?»
«Facciamo così. Dato che secondo te non potrei neanche riuscire a toccarla dato che è...zona proibita diciamo...scommettiamo qualcosa, qualsiasi cosa che riuscirò a farla capitolare entro fine anno! Che dite?»
questa storia è dedicata al pairing BLAISE/HERMIONE...avevo già in mente di scrivere qualcosa, poi su FB il roleplayer che intepreta Blaise (XD lo so sono pazza, ma adoro queste cose!!) mi ha proposto di scrivere una storia perchè effettivamente su Draco e Hermione ce ne sono tantissime (io le amo alla follia!) ma di Blaise...beh la maggior parte delle volte è solo un personaggio secondario! quindi è una specie di sfida! un bacio a tutti...e se vi piace non chiedo altro che recensioni! ciaoooo!! ^__^
[CAPITOLO 9 REVISIONATO, INSERITE IMMAGINI]
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Fred Weasley, Hermione Granger, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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X CAPITOLO

 
«Hei, Cenerentola, non sono ancora le undici, la mezzanotte è lontana. Perché non sei rimasta a ballare con il tuo principe azzurro?»
«Levati quel ghigno, Hilary, non si addice a una Grifondoro!»
«Quale ghigno?!»
«E anche l’espressione innocente, quella non si addice a te, mentre a Grifondoro andrebbe benissimo!»
«Ma io sono una Grifondoro!»
«Il Cappello avrà sbagliato Casa»
«Il Cappello non sbaglia» affermò Hilary facendole la linguaccia.
Hermione si limitò ad alzare gli occhi al cielo e a scuotere la testa.
«Che c’è?»
«Perché mi hai detto di accettare la prima richiesta di ballo che avrei ricevuto? Sapevi che sarebbe stato Blaise?»
«Siamo tornati al nome di battesimo?» replicò divertita l’italiana.
«Non cambiare discorso. Gliel’hai suggerito tu?»
«Ehm... certo che no» disse Hilary con un sorriso da angioletto.
«E dovrei crederti?»
«Beh, però se non l’hai notato, la mia tattica ha funzionato!» rispose piccata la mora.
«Oh, sì! Infatti vedo Ronald ovunque!» esclamò Hermione, impregnando le parole di sarcasmo.
«Sai che questo non era un antidoto al filtro, semmai era un metodo per valutare il suo attaccamento alla Brown e il tempo che le rimane prima che l’effetto svanisca. E se tu non l’hai notato perché eri troppo impegnata a ballare – e bada di non dare la colpa a me perché sei tu ad aver accettato e non sapevo che sarebbe stato proprio Zabini a chiedertelo per primo – allora te lo dirò io: per tutta la durata del valzer non è riuscito a staccarti gli occhi di dosso, sebbene Lavanda fosse attaccata a lui come la Piovra Gigante! Quando sei scesa dalla pista sembrava volesse uccidere Zabini e poi venire da te a riprenderti! Non si è alzato nemmeno una volta, lui e la Brown non hanno ballato e i suoi occhi seguivano sempre te. Inoltre la Brown riusciva a distrarlo solo chiamandolo ad alta voce, e dubito che questo non c’entri nulla con il filtro. Poi non dirmi che non ci ho provato» ribatté Hilary.
Hermione distolse lo sguardo e fissò il bicchiere di Burrobirra che aveva tra le mani.
«Senti...» riprese l’italiana in un tono più dolce «Se davvero ci tieni a Ronald dovresti tentare di riavvicinarlo. Ma se questa situazione ti va bene, allora non so proprio cosa pensare. Insomma, non hai nemmeno tentato di creare un antidoto al filtro, ti sei rintanata in un angolo lasciando spazio a quella sciacquetta e ora ti arrabbi se lui non è qui però allo stesso tempo ti piace passare il tempo con Zabini. Non è molto... logico»
«Non so nemmeno io cosa mi sia preso, Hilary» la Caposcuola scosse la testa «Non sopporto  vederlo con Lavanda ma allo stesso tempo le attenzioni di Blaise mi fanno piacere. Te l’ho detto, Ron mi tratta sempre con i guanti ed ero appena riuscita a fargli promettere che non si sarebbe più comportato in quel modo che se n’è andato con la Brown. Avevo deciso di non pensare più a Blaise ma a quanto pare...» la voce le morì in gola.
«A quanto pare?» la incalzò l’amica.
«A quanto pare non riesco comunque a dire di no a Zabini. Si è comportato da amico in queste ultime settimane, ha avuto un comportamento impeccabile e quando eravamo sulla pista e abbiamo finito di ballare, io... gli ho detto una cosa» sospirò Hermione mentre le gote le si arrossavano delicatamente.
L’italiana la osservò attenta.
«Ossia?» domandò.
«Beh, lui mi stava per baciare e io gli ho detto che se proprio voleva baciarmi non doveva farlo davanti a tutti»
«Gli hai dato il nulla osta per provarci con te, lo sai vero?»
Le mani di Hilary arrivarono giusto in tempo a bloccare quelle di Hermione prima che lei rovinasse tutto il lavoro fatto ai suoi capelli. La riccia sospirò.
«Sì, lo so. Non ho capito granché di quello che ho fatto in pista ma ricordo ciò che ho detto...e ricordo ciò che ho provato»
«E cosa hai provato?»
«Hilary, io e Ronald non abbiamo mai ballato insieme. Certo, al matrimonio di suo fratello Bill abbiamo fatto un lento ma nulla a che vedere con Blaise. Non so nemmeno come sia stato possibile per me riuscire a ballare a quel modo, a seguire i suoi passi, a non cadere e a non pestargli i piedi!»
Hilary rise leggera.
«Parlo sul serio Hilary... non so cos’è accaduto su quella dannata pista, non so se ha a che fare con la magia che hai usato sulle colonne o sul vestito...»
«Le colonne mi servivano solo per decorare il tuo abito, non per darti la bravura nella danza» ribatté divertita l’italiana.
«Credo che riusciresti a fare anche quello» sbuffò Hermione e Hilary rise.
«Mi eserciterò» disse lei per poi bere un sorso di Firewhiskey.
«A ballare, Lair? Se vuoi posso darti ripetizioni» ghignò una voce alle sue spalle facendola sussultare appena e rischiando di farle andare di traverso la bevanda.
L’italiana si voltò velocemente per ritrovarsi a pochi centimetri dal volto di Draco, chinato su di lei. Indietreggiò di un passo.
«Malfoy» soffiò lanciandogli uno sguardo torvo «È una conversazione privata, la tua presenza non è gradita»
«Non ti ho ancora visto sulla pista, ne deduco che non sai danzare» replicò il biondo ignorandola, il sorrisetto saputo ancora inciso sulle labbra.
«Solo perché tu lo sappia, Malfoy, io so ballare. Ora evapora»
«Non mi hai risposto oggi pomeriggio, Lair»
«A quale domanda stupida avrei dovuto rispondere?» sospirò seccata la ragazza.
Draco ghignò e coprì la breve distanza tra loro con mezzo passo. Hilary non si spostò ma rimase basita quando i capelli setosi di lui le sfiorarono la fronte e gli occhi grigi furono all’altezza dei suoi, vicinissimi.
«Mi concederesti questo ballo?» sussurrò sensualmente il Serpeverde.
Perplessa, la Grifondoro sbatté le palpebre e scosse lievemente la testa prima di rispondere con il solito tono.
«Malfoy, cosa non ti è chiaro della parola “evapora”?» ribatté maledicendolo nella mente.
«Nessuno mi liquida in quel modo, Lair. Coraggio, è solo un ballo, non mi sembra di chiedere tanto. Voglio solo vedere se sai ballare come sostieni» sogghignò «Inoltre il tuo caro Weasley ti ha dato buca e scommetto che ti stai annoiando a morte»
«Fred è più grande, Malfoy, non può certo venire a un ballo per studenti»
«Sta di fatto che non c’è»
«Oh Merlino, Malfoy! Vuoi ballare?! Balliamo, basta che dopo mi lasci in pace!» esplose Hilary sbattendo con rabbia il bicchiere sul tavolo da buffet, rovesciando parte del contenuto rimasto sulla sottile tovaglietta elegante che lo copriva.
«Scusami Herm, torno subito» disse rivolta all’amica che ridacchiava tra sé, per poi voltarsi in un fruscio di seta e dirigersi furibonda verso la pista da ballo.
«Malfoy, sai come dicono i Babbani? Non svegliare il can che dorme»
«I Maghi invece dicono di non svegliare il drago che dorme, Granger, ed io ho proprio il nome giusto, non credi?» ribatté Draco con un sorrisetto, prima di seguire l’italiana senza rivolgere un’altra occhiata a Hermione che scrollò le spalle e andò verso il divanetto occupato da Harry e Ginny.
Le due ragazze si salutarono con un sorriso mentre Harry squadrava con occhio critico la Caposcuola. Hermione sospirò, preparandosi mentalmente a una sfuriata o a un rimprovero.
«Cosa devi dirmi Harry?»
«Zabini, Hermione? Fai sul serio?»
Suo malgrado la riccia arrossì lievemente.
«Abbiamo solo ballato» si difese.
«Non è l’inizio che mi interessa... piuttosto, cosa volevate fare alla fine?»
«Perché sembri curioso e non arrabbiato?» chiese a sua volta la riccia, glissando abilmente la domanda.
«Non è importante, rispondi» replicò Harry agitando la mano come per scacciare un insetto fastidioso.
Tentativo fallito: may day, may day, la vocina della coscienza della Grifondoro aveva stranamente la voce e l’ironia di Hilary.
«Nulla Harry, mi stava solo ringraziando per il ballo...»
«Baciandoti?»
«Non essere sciocco, Harry, perché mai Blaise...»
«Blaise?!»
«Zabini!» si corresse subito «Volevo dire Zabini»
«Ma hai detto...»
«Mi sono confusa. Ad ogni modo stavamo parlando, non voleva baciarmi. Ora vuoi dirmi perché sei così curioso?»
«Mi chiedevo solo come potessi accettare la compagnia di quel Serpever...»
«Dov’è Hilary?» chiese improvvisamente Ginny per poi accorgersi di aver interrotto il ragazzo e guardarlo rammaricata «Scusami, ero sovrappensiero»
«È a ballare con Malfoy» la informò divertita Hermione per poi tornare a rivolgere l’attenzione al giovane «Comunque Zabini è un bravo ragazzo ed è simpatico. Tutto qui»
«Malfoy?» fu la risposta di Potter, il cui cervello si era fermato all’informazione precedente.
La Caposcuola sospirò scuotendo la testa.
«Puoi stare sicuro che Hilary non deve temere niente, non avrebbe remore a Schiantarlo sulla pista se lui dovesse anche solo pensare di provarci»
«Almeno lei usa la bacchetta anche fuori dall’aula»
«Harry ti prego!»
«Non dirò nulla, Herm... se tu ti fidi di Zabini okay, io mi fido di te e del tuo giudizio. Ma stai attenta»
«Mi stai dando la tua benedizione?» domandò la riccia, allibita per quella frase insensata.
«Fermi tutti, nessuno pensa a mio fratello?» intervenne Ginny.
«Puoi fidarti di Hilary, non tradirebbe mai Fred»
«Intendevo Ron...»
Hermione si zittì per un secondo e distolse lo sguardo assottigliando le labbra. Poi lasciò libera la rabbia e volse di nuovo gli occhi sull’ultimogenita Weasley.
«Innanzitutto io non ho tradito Ronald...»
«Hilary mi ha detto che Zabini ti ha già baciato» la interruppe la rossa, calma.
«Io non...»
«Ho detto che lui ha baciato te, non che tu hai baciato lui» le fece notare «Abbiamo fatto un’interessante chiacchierata e mi ha fatto aprire gli occhi anche su Ron. Va bene che non sappiamo se lui abbia già fatto o meno qualcosa con Lavanda ma...»
«Non ho intenzione di giustificare le mie azioni quando quelle di tuo fratello sono ancora più riprovevoli!» ribatté Hermione prima di girare i tacchi e allontanarsi dai due amici.
Ginny sgranò gli occhi per quella reazione, poi li assottigliò. Diede un lieve bacio sulla guancia a un allibito Harry e con un «Torno subito» si mise alle calcagna della riccia.
 

*********

 
«Meravigliosa, non trovi?»
La voce di Theodore fece breccia tra i suoi pensieri e Blaise girò uno sguardo interrogativo su di lui.
«La Lair» spiegò divertito il giovane.
«Ah... sì, sì... meravigliosa» rispose l’altro guardando solo per un secondo la pista da ballo per poi spostare di nuovo gli occhi verso un punto ben preciso della Sala Grande.
«E la Granger è incantevole» sogghignò.
«Non guardarla» lo avvisò Zabini senza distogliere l’attenzione da Hermione.
«Perché non dovrei? Tutti in Sala la stanno guardando, non capisco perché io non...»
«Non posso certo compiere un omicidio di massa, sarebbe troppo cruento! Perciò compierne uno solo come dimostrazione sarebbe perfetto, e quale esempio migliore di uno dei miei amici?» Blaise aveva finalmente fissato lo sguardo su Nott ma quando vide il suo ghigno derisorio s’incupì.
«Stronzo» sibilò.
Theodore si lasciò andare a una travolgente risata, incurante delle maledizioni silenziose del moro.
«C’è una cosa che non capisco, Blaise: non te la sei portata ancora a letto, quindi non è tua, eppure non fai altro che considerarla tale. Non puoi pretendere che nessuno la guardi o ci parli»
«Perché no? Dopotutto anche lei sa di essere ormai mia... fin da quella volta sulla Torre»
«Ma...»
«E presto la farò mia in tutti i sensi»
Theo lo guardò in silenzio per qualche istante e Blaise poteva immaginare le rotelline nella sua mente di Serpe girare velocemente.
«Quanto ha a che fare tutto questo con la scommessa?» chiese.
«Questa è la scommessa» ribatté Zabini.
«La scommessa non era “corteggiare e innamorarsi”»
«Non mi sono innamorato»
«Hai ragione. Ti stai innamorando»
«Nemmeno per sogno!»
«Sei nella fase del rifiuto?»
«Ma quale rifiuto! Senti Theo: io non sono innamorato di Hermione»
«Usi sempre il suo nome di battesimo, ormai»
«Uso anche il tuo nome di battesimo ma questo non significa che sia innamorato di te» la sua espressione era estremamente eloquente.
«Non cambiare discorso» replicò Nott con un sorriso divertito «Hai passato sei anni a chiamare per nome solo alcuni Serpeverde mentre per tutte le altre persone, qui dentro, utilizzavi il cognome. E non dirmi che sapevi i nomi di quelle, anche delle altre Case, che ti portavi a letto, perché so che non è vero. Invece ora avresti cominciato a chiamare la Granger “Hermione” solo per averla? Non me la bevo»
«Perché devi sempre avere una qualche prova schiacciante, dannazione?»
«Voglio diventare Magiavvocato (1), lo sai» disse con un sorrisetto.
«Ma io non voglio essere la tua cavia!» protestò Blaise.
«Stai ancora cambiando discorso» rise Theo.
Il Serpeverde sbuffò contrariato, poi appoggiò i gomiti alle ginocchia lasciando ricadere le mani in mezzo ad esse, si sporse in avanti e rimase in silenzio per una manciata di secondi.
«Mi piace, Theo, va bene? Finalmente c’è una ragazza che mi ha colpito non solo perché può aprire le gambe» sussurrò in modo che solo lui potesse sentirlo.
Le labbra di Nott si distesero in un sorriso sincero.
«Allora non credi che dovresti dirglielo?»
«Sei impazzito?!» Blaise rialzò immediatamente lo sguardo, gli occhi sgranati «Draco manderebbe tutto a puttane l’istante dopo aver parlato con lei!»
«Perché dovrebbe?» domandò Theodore, confuso.
«La scommessa. Le sbatterebbe in faccia che lo faccio solo per vincere e la perderei»
«Basta dire a Draco che sciogli la scommessa»
«Non... oh, andiamo! Hai visto come ha reagito il mese scorso quando ho provato a dirglielo la prima volta!»
«Non vuoi ammettere di essere innamorato della Granger?»
«Con lui?» il moro rise amaramente «Mi scuoierebbe vivo»
««Potresti aspettare quando anche lui ammetterà di essere innamorato della Lair»
«Ossia mai. Lui è troppo orgoglioso e lei è troppo recalcitrante per i suoi gusti: sa bene che non durerebbero, quindi non si pone minimamente il problema» quella volta la risata era divertita.
«Guardali là» Zabini indicò con un cenno del capo la pista da ballo «Credo che tra un po’ dovremo andare a soccorrerlo»
«Ma che carini» ridacchiò Nott «Battibeccano anche mentre danzano. Gli avi dei Malfoy si staranno rivoltando nelle loro tombe!»
«Tutte le gare vinte e i Balli dati al Manor...» sospirò teatralmente Blaise.
«Ma Draco non può comunque negare la bravura della Lair» ribatté Theo con un’espressione eloquente.
«Direi di no, se solo la lasciasse fare credo che guiderebbe lei»
I due giovani scoppiarono in un’autentica risata mentre sulla pista l’atmosfera si stava surriscaldando. Non erano l’unica coppia che ballava, ma intorno a Draco e Hilary si era creato il vuoto. L’aria crepitava di incantesimi repressi.
«Allora, mi spiegheresti cosa ho fatto per meritare un simile trattamento?»
«Assolutamente nulla, è una cosa a pelle, sai com’è»
«Saprei io cosa fare della tua pelle...»
«Trarne una pelliccia?»
«No, è troppo sottile e delicata»
«E allora cosa?»
Draco le fece eseguire una rapida giravolta per poi spingerla in un altrettanto veloce casché. Quando lei si aggrappò alle sue spalle per non rischiare di cadere da quella posizione, il ragazzo avvicinò il volto al suo con una lentezza esasperante.
«La farei rabbrividire sotto il mio tocco...» bisbigliò sensuale «...ti farei agognare un contatto maggiore, mi desidereresti talmente tanto che mi imploreresti di farti mia all’istante»
Una mano del biondo era immobile sulla sua schiena per sorreggerla e l’altra le stava accarezzando il viso, seguendone la linea della mandibola e poi quella del collo, sfiorando la clavicola e scendendo verso il seno per poi appoggiarsi a coppa su di esso.
Hilary deglutì, gli occhi spalancati e il battito che si stava facendo irregolare.
«E quando tutto il tuo corpo mi desidererebbe più dell’aria...» le dita si strinsero sul suo seno e la giovane serrò le palpebre con forza impedendosi di reagire, curiosa di scoprire i piani di Malfoy «...ti possiederei per ore, facendoti pregare, urlare, gemere di piacere. Finché dalle tue labbra non uscirà nulla che non sia il mio nome» la voce di Draco era un mormorio lussurioso alle orecchie della Grifondoro.
«Draco...» sussurrò Hilary riaprendo gli occhi e fissandolo languida.
Fece leva sulla mano ancora posata sulla spalla del ragazzo e tornò in piedi per appoggiarsi completamente a lui, ondeggiando i fianchi al ritmo del lento che ora riempiva la Sala Grande.
Il Serpeverde ghignò cingendole la vita con le braccia e attirandola contro il suo corpo.
«Esatto, proprio in questo modo»
«Draco...» sospirò ancora Hilary facendo scivolare le dita in una lenta carezza sui suoi bicipiti e sugli avambracci del giovane stretti contro la sua schiena.
«Allora, Hilary» il suo nome scivolò seducente sulla lingua del biondo che si lasciò prendere le mani dalla Grifondoro per farsele portare ai lati del corpo «Ti va di andare in camera mia ad attuare quello che ti ho esposto poco fa?»
«Oh, Draco... e Fred? Come faccio a dirglielo?» chiese contrita Hilary, andando in avanti col bacino per farlo appoggiare a quello di Malfoy e spingendo una gamba tra le sue per fargliele divaricare.
«Non ti ricorderai nemmeno che faccia abbia quando avremo finito» il giovane represse un gemito quando la coscia di Hilary, coperta solo da quella sottile stoffa di cui aveva appurato l’impalpabilità mentre danzavano, gli sfiorò l’inguine in un tocco sensuale.
«Mmm...» mugugnò la ragazza appoggiando la fronte contro il suo collo e sospirando sulla sua pelle «E poi sarà più facile? Me lo prometti?»
«Penserai solo a me» mormorò Draco, eccitato e con la mente ormai sotto le lenzuola.
«Sai, non credo di voler accettare» il respiro caldo di Hilary mentre pronunciava quelle parole lo raggiunse ben prima del loro significato.
Stava per parlare quando arrivò il colpo: preciso e letale, il ginocchio della Guardiana si scontrò con la sua virilità in una vendetta che di Grifondoro non aveva nulla.
Draco serrò le palpebre, gemendo di dolore mentre le mani gli correvano all’inguine per tenersi la parte offesa, e si piegò su se stesso.
Con un ghigno degno di Salazar in persona, Hilary si chinò verso il suo orecchio.
«Spero di non aver causato danni irreparabili. Dopotutto ci sono tante donne che vorrebbero essere nei tuoi sogni erotici al posto mio. Prendi loro, io non sono disponibile!» disse, la voce che celava appena la risata che premeva contro le sue labbra.
In un attimo Blaise e Theodore furono al loro fianco; la ragazza si voltò verso di loro sorridendo, poi scese dalla pista senza una parola.
Trattenendo le risate, i due Serpeverde si misero ai lati dell’amico prendendolo per le braccia e, suo malgrado, Draco dovette appoggiarsi a loro per riuscire a scendere incolume dal parquet.
Raggiunsero i divanetti verdi riservati alla loro Casa e Draco si accasciò su uno di essi, gemendo ancora dolorante.
«Me la pagherà» riuscì a dire.
Nott e Zabini lo fissarono divertiti.
«L’hai detto anche quando ti ha Schiantato» osservò Blaise ridacchiando.
Malfoy gli lanciò uno sguardo degno di un inceneritore.
«Potremmo, di grazia, evitare certi argomenti?»
«Gli rode ancora!» esclamò con finto stupore il moro, girandosi verso Theodore e puntando l’indice contro il biondo, facendolo scoppiare a ridere di gusto.
«Prima di Smistarla quel diabolico Cappello deve aver preso qualcosa di pesante! Lei a Grifondoro?! In confronto io sono un santo!»
«Adesso non esagerare Draco» sghignazzò Theo.
«Pansy non avrebbe mai fatto una cosa del genere» protestò il giovane, sdegnato.
«Non è un esempio valido: Pansy pagherebbe fior di galeoni per poter essere nel tuo letto»
«Anche solo per ballare con te, diciamo la verità»
«Vedete? Ha buon gusto! E non solo lei! Insomma, la Lair è l’unica a non voler provare...»
«Aspetta» proruppe serio Blaise, la cui attenzione era stata appena calamitata da una figura che usciva rapida dalla Sala Grande «Scusate...»
Il moro si alzò velocemente e si dileguò tra la folla.
«Che diavolo...?» cominciò Malfoy, allibito.
Nott scosse la testa.
«Non ne ho idea. Tu stai bene comunque?»
«Sì. L’ho già detto che me la pagherà?»
Il ragazzo rise.
«Ho bisogno di bere!»
Così dicendo, Draco si alzò e si diresse al tavolo da buffet mentre Theodore scuoteva la testa e si riappoggiava allo schienale del divanetto, rilassandosi e ridendo della cecità dei suoi amici.
 

*********

 
«Ma perché proprio Zabini?! Se volevi far ingelosire mio fratello potevi scegliere, che ne so... McLaggen! Zabini è un Serpeverde!»
La voce riempiva il corridoio del terzo piano e i passi veloci che fino a quel momento avevano rimbombato sul pavimento di pietra si fermarono di colpo. Blaise si arrestò solo quando vide le due figure immobili all’angolo che portava alla Palude dei gemelli Weasley e si nascose in una nicchia dietro un’armatura per non farsi vedere.
«Grazie per questa illuminante spiegazione, Ginevra» rispose gelida Hermione, e il moro stentò a riconoscerla tanto il tono era distorto dalla rabbia «Ora, se non ti dispiace, me ne vado in camera»
«Tua?» frecciò la rossa, anche lei furiosa.
«Sì, mia se non incontro qualcuno lungo la strada. E saresti pregata di farti gli affari tuoi d’ora in avanti»
«Oh, fantastico: ora non ci si può più interessare delle amiche, giusto?»
«Non quando ci si comporta da ipocrite!»
«Non sono un’ipocrita, Hermione, non osare darmi dell’ipocrita! Io non ero insieme a Harry quando uscivo con altri ragazzi!»
«Beh, Ronald mi sta tradendo, direi che nemmeno io sono insieme a lui, che dici?»
«Non puoi sapere se ti sta...»
«Santo Godric, Ginny! E’ sotto un filtro d’amore!» esplose la Caposcuola, il tono furioso che mal celava il dolore che la soffocava «Lavanda non aspettava altro che portarselo a letto! Ci ha provato l’anno scorso e Ron non aveva voluto. Ma ora è facile per lei, soprattutto se ha aggiunto al Filtro una goccia del suo sangue in una notte di luna piena»
«Cosa c’entra la luna piena?» domandò spiazzata la Weasley.
«Aumenta la passione nella vittima del filtro (2)» intervenne Hilary, comparendo alle loro spalle.
Blaise sussultò: non l’aveva vista né sentita, si era mossa come un fantasma, come un’ombra. Quali poteri aveva che non aveva ancora mostrato agli altri? Poteva rendersi invisibile? Poteva Materializzarsi a suo piacimento anche in posti in cui la Materializzazione non era consentita? Il moro scosse la testa ai quei pensieri e riportò la mente all’interessante conversazione che si stava svolgendo a pochi metri da lui.
«Oh... capisco» mormorò Ginny abbassando gli occhi.
«Ora puoi farmi passare?» chiese Hermione, ancora rigida.
«Spiegami perché hai scelto Zabini»
«Non l’ho scelto! E’ successo, Ginny, okay? Non ho potuto fare nulla»
«Sei innamorata di lui?»
«Non c’entra nulla»
«Rispondimi»
«Ti ho detto che non c’entra!»
«Rispondimi!»
Stavano urlando entrambe e Hilary le fissava duramente, appoggiata alla parete con le braccia incrociate al seno. Ad un certo punto il suo sguardo fu catturato da un movimento fuori dalla finestra dietro alle ragazze e ciò che vide le fece spalancare gli occhi. Riuscì a dissimulare le sue emozioni e parlò.
«Ginny, Hermione è confusa...»
«Non sono confusa, semplicemente non sono...»
«Zitta» sibilò l’italiana e la riccia boccheggiò indignata.
«Ora siete arrabbiate e non potete discuterne lucidamente. Parlerete domani. Ginny, torna da Harry. Hermione ti accompagno a Grifondoro» ordinò piattamente per poi iniziare a camminare svelta verso le scale.
La rossa non credeva alle sue orecchie.
«Noi parliamo ora!» ribatté gridandole dietro.
In un attimo la ragazza tornò davanti a lei, puntandole la bacchetta alla gola; Ginevra deglutì fissandola. Il viso di Hilary era una maschera di rabbia che nascondeva la paura.
«Voi parlate domani. Vai in Sala Grande, stai con Harry. Non gironzolare per i corridoi, non ti azzardare ad andare in giro da sola, mi sono spiegata? Ora vai» disse gelida.
Hermione le posò una mano sul braccio e glielo fece abbassare dolcemente.
«Hilary... andiamo»
La Grifondoro fece un respiro profondo e annuì, voltandosi e camminando spedita, lasciandosi alle spalle una Weasley allibita.
Blaise uscì in fretta dalla nicchia e le passò oltre senza essere fermato. Non si voltò indietro per controllare la sua espressione ma poteva giurare di averla sentita trattenere il respiro. Con un ghignetto derisorio voltò l’angolo e vide le due ragazze che camminavano a passo spedito verso le scale. Si affrettò a inseguirle prima di perderle di vista.
 

*********

 
«Hilary, potresti rallentare?» chiese Hermione trafelata, arrancando dietro l’amica «Tu sarai anche abituata ai tacchi ma io no!»
«Devo riaccompagnarti al dormitorio e tu non devi assolutamente uscire da lì per nessun motivo»
«Come?»
«Obbedisci e basta, Hermione, per favore. E non fare domande»
La Caposcuola fece una smorfia indignata.
«Come ti permetti...?»
La sua voce fu bruscamente coperta dai rintocchi dell’Orologio della Scuola e Hilary si bloccò di colpo, sbiancando.
«Hermione... io sono in ritardo. Vai veloce, non voltarti indietro, non andare in altro luogo se non a Grifondoro» disse lentamente, le mani strette a pugno.
Subito Hermione le fu accanto, preoccupata dal suo tono di voce.
«Ma dove devi andare così urgentemente?» sussurrò sfiorandole una spalla.
Hilary si voltò verso di lei e la Grifondoro si spaventò: il suo viso era pallido, gli occhi sgranati, le labbra socchiuse e il respiro si era fatto affannoso.
«Hilary!» esclamò angosciata prendendole una mano ma lei si allontanò velocemente, guardandola come se vedesse un fantasma.
«Torna a Grifondoro! Torna... vai là! Non ti... preoccupare! Tu vai! Non stare... sola! Hermione... ti prego, non...»
Le parole erano incomprensibili, balbettate, le frasi erano lasciate a metà, la ragazza sembrava terrorizzata da qualcosa ma Hermione, girando lo sguardo intorno per capire se ci fosse qualcuno, non vide anima viva. Si riaccostò a lei, confusa ma l’amica indietreggiò ancora, scuotendo la testa e stringendo i pugni.
«Non stare da sola! Può essere pericoloso. Non uscite dal dormitorio questa notte. Dillo anche ai tuoi amici delle altre Case. Nessuno dovrà stare nei corridoi questa notte. Torna a Grifondoro» continuò a ripetere guardandola negli occhi.
«Non vado da nessuna parte finché non mi dici che sta succedendo!» esclamò risoluta Hermione guadagnandosi un’occhiataccia.
«Senti, non posso portarti con me...»
«Perché no? Devi incontrare Fred? E allora, per Godric, perché sei così terrorizzata?!»
«Non devo incontrare Fred, è una questione un po’ delicata...»
«Non ti fidi di me?»
«Certo che mi fido di te ma...»
«C’entra il biglietto?»
Hilary ammutolì.
«Ora mi dici cosa c’è scritto? Ho capito solo che si riferiva ad Halloween e c’era un’orario; ovviamente sei in ritardo ma che ne dici di dirmi chi diavolo devi incontrare?»
«Vuoi farmi la paternale come Ginny ha fatto con te?»
«So bene che non tradiresti mai Fred e se anche lo dovessi tradire non avresti nascosto la bacchetta sotto il vestito: gli amanti non si incontrano armandosi fino ai denti»
L’italiana le dedicò un’occhiata truce.
«Osservi proprio tutto, eh?» domandò con disappunto.
«Già. Quindi posso venire?»
«Scordatelo!»
«Perché?»
«Oh, misericordia, perché Ivan non è un dolce cucciolo di Golden Retriever, è un Rottweiler adulto addestrato al macello»
«Allora il biglietto era del tuo ex professore?»
«Tu invece sei un cane da tartufo»
«Lo prenderò come un sì. Posso venire?»
«No»
«Ma perché?!»
«Perché non ho alcuna intenzione di portarti con me»
«Hai bisogno di qualcun altro, e io sono l’unica nei dintorni, perciò...»
«Hermione, no!»
«Ormai ho deciso, io vengo con te!»
«Per tutti i Troll, Hermione, non voglio vederti morire!» urlò al colmo dell’esasperazione, le sopracciglia contratte e l’espressione addolorata.
Chiuse gli occhi quando si rese conto di ciò che aveva detto e si voltò dandole le spalle. Hermione rimase immobile, impietrita.
«Non voglio che tu sia un’altra Giulia. Non voglio perdere anche te. Non voglio che mi tolga ancora un’amica. Non voglio coinvolgere nessuno perché nessuno di voi merita di morire solo per proteggere una cosa di cui nemmeno io so tutto!» disse in un sussurro che la Caposcuola riuscì a udire a malapena.
Tuttavia le si avvicinò lentamente e si portò di fronte a lei. Si guardarono negli occhi per qualche secondo e poi, contemporaneamente, andarono l’una verso l’altra, abbracciandosi strette.
«Non mi accadrà nulla»
«Non puoi saperlo! So che hai combattuto contro i Mangiamorte e persino contro Bellatrix Lestrange e tanti altri ma...»
«Ivan non può essere peggiore di Voldemort»
«No ma è sicuramente peggiore di tanti suoi seguaci»
«Non li hai combattuti, non puoi saperlo»
«Lui insegnava le Arti Oscure, Hermione. Noi eravamo abituati e scontrarci con persone già diplomate, adulte. Non possiamo escludere che ci fossero dei Mangiamorte tra quelli che ci addestravano ed esaminavano»
«Qualcuno dei tuoi ex compagni di scuola è diventato Mangiamorte?»
«Non ne ho idea. Ho fatto solo due anni a Firenze, non ho conosciuto tanta gente diplomata e di certo non venivano sotto il simbolo del Signore Oscuro»
«Lo chiamavano così?»
«Sì, perché?»
«Beh, i suoi adepti lo chiamavano proprio in questo modo: “Signore Oscuro”»
«Allora magari erano Mangiamorte. Questo avvalora la mia teoria: sono abituata a combattere contro di loro. In ogni caso non dobbiamo parlare di Mangiamorte ma della tua sicurezza, e io voglio che tu stia al dormitorio, questa notte»
«Non potrei neanche, ho il turno di ronda»
«Hermione!»
«Beh, non posso certo saltare la ronda!»
«Allora siamo comunque a posto, non puoi venire con me»
«Potrei decidere di andare a controllare proprio dove stai andando tu»
«Non ti azzardare»
«Andiamo, sono Caposcuola: è mio dovere setacciare il castello alla ricerca di situazioni anomale»
Detto questo, Hermione si incamminò e Hilary, dopo un momento di sconcerto, la inseguì.
«Ferma là! Come Caposcuola al posto di Ron ci sono io, giusto? Quindi controllerò questa parte del Castello da sola, stasera!» esclamò soddisfatta.
L’amica si adombrò.
«Devo venire anche io»
«Perché mai? Hai paura che... ehm... mi butti giù dalla Torre di Astronomia? Non voglio tentare il suicidio» provò l’italiana, arrampicandosi sugli specchi.
L’espressione della riccia fu abbastanza eloquente e Hilary borbottò qualcosa come «Non è la stessa cosa»
«Ora so dove devi andare. E verrò su quella Torre con te, dovessi prima batterti a duello.»
«Hermione, non sei mai riuscita a battermi in...»
«Non mi impegnavo come davanti a un nemico»
«Sono un nemico?» chiese divertita.
«Non tu! Quel tuo insegnante pazzo»
«Non verrai»
«Ci sto già andando»
«Hermione, per favore, fermati!»
Ma la ragazza continuava imperterrita a camminare verso l’ala della Torre. Hilary sospirò, poi tirò fuori la bacchetta e gliela puntò contro, dritta in mezzo alle scapole.
«Petrificus Totalus»
Non fece nulla per frenare la caduta del corpo irrigidito di Hermione, tanto non si sarebbe fatta male, e la superò fermandosi pochi secondi davanti a lei.
«Mi dispiace. È meglio così, davvero»
Ignara che qualcuno avesse osservato tutta la scena, le voltò le spalle e corse via, le mani contratte a pugno e i sensi tesi a captare qualsiasi segno di negatività sulla strada per la Torre di Astronomia. Non aveva intenzione di fargliela avere vinta, quella volta: per questo aveva bisogno di tutta la propria concentrazione e, inoltre, nel biglietto...
Scacciò il pensiero di quelle parole per evitare che le lacrime le impedissero di vedere dove metteva i piedi e in pochi minuti raggiunse la Torre. Spalancò la porta ma il buio non le permetteva di vedere nulla. Fece un passo all’interno della grande stanza e l’uscio si chiuse con un tonfo alle sue spalle.
L’ultimo suono che udì prima di essere colpita fu una risata particolarmente compiaciuta.
 

*********

 
Hermione sembrava una furia e Blaise era indeciso se rimanere affascinato oppure esserne terrorizzato. Optò per una via di mezzo quando la ragazza cominciò a inveire contro le scale che si erano mosse portandola in un’altra ala del castello.
«Mia cara, dovrei pulirti la bocca con un bel Gratta e Netta» ghignò guadagnandosi un’occhiataccia.
«Zabini ti ringrazio per avermi liberata dall’incantesimo ma non ho nemmeno idea del perché tu mi stia seguendo, quindi taci e vattene!»
«Che ingratitudine, Granger»
«Torna nella tua tana, idiota. Non è posto per te» lo aggredì lei mentre arrivava ad un pianerottolo e cercava di prevedere quale rampa l’avrebbe ricondotta al livello giusto.
«Sto girando per il castello e casualmente dobbiamo fare la stessa strada, non puoi dirmi quello che darmi ordini» obiettò esibendosi in un sorrisetto arrogante.
Hermione alzò gli occhi al cielo e saltò su una scala che passava in quel momento, rischiando di ruzzolare giù dai gradini; per fortuna riuscì ad aggrapparsi al corrimano, bofonchiando qualche maledizione contro i Fondatori.
«Granger!»
Il grido preoccupato di Blaise la raggiunse e le fece sollevare un sopracciglio.
«Che vuoi?» domandò scocciata raggiungendo il corridoio esatto e sporgendosi oltre la balaustra per vederlo.
«Non ti muovere da lì» le intimò il Serpeverde aspettando pazientemente che la rampa successiva fosse al suo livello e si ancorasse poi a quello della ragazza che sbuffò incredula.
«Io mi stavo per ammazzare e tu sapevi che sarebbe arrivata quella giusta?!»
«Dovevi solo attendere qualche secondo in più, Granger, non è difficile» ribatté serafico, raggiungendola.
Il primo pensiero di Hermione fu di buttarlo nel vuoto e osservare in diretta la sua pronta dipartita ma solo un sorriso sognante testimoniò il suo desiderio perché si voltò subito sbuffando e camminando spedita verso l’ultima rampa di scale che conduceva alla Torre.
«Granger, aspetta»
Blaise la afferrò il braccio appena sopra il gomito e la fece voltare verso di sé, spiazzandola.
«Cosa ci aspetta oltre quella porta?» chiese indicando con un cenno del capo l’entrata della classe più in alto della scuola.
«Tu non verrai, Zabini»
«So che è pericoloso, ho ascoltato tutto. Voglio solo capire chi è questo mago che la Lair doveva incontrare»
«Tu hai ascoltato tutto?!» strillò indignata la riccia, liberandosi dalla sua stretta.
«Vi ho seguito da quando siete scappate dalla festa e ho sentito, sì» ammise «Ma voglio sapere...»
«Aspetta» lo interruppe lei, gli occhi illuminati da un barlume di consapevolezza «Tu hai origini italiane, Zabini. Lo sai leggere?»
«Cosa?» domandò Blaise, confuso da quel cambio di argomento.
«Sai leggere l’italiano?» replicò Hermione un po’ spazientita, agitando la bacchetta ed Evocando un pezzo di pergamena fitto della sua calligrafia.
«Certo che so leggere l’italiano, che domande sono?»
«Perfetto, allora leggi!» gli ordinò la Grifondoro mettendogli in mano il foglio.
Il ragazzo lo lesse velocemente poi, allibito, alzò gli occhi sulla Caposcuola.
«Oh Godric, non tenermi sulle spine e dimmi cosa diavolo c’è scritto!» esclamò lei.
«Hermione» cominciò piano Blaise «Non credo che...»
«Dimmi cosa c’è scritto!» ripeté isterica.
Il moro sospirò e riportò lo sguardo sul biglietto.
«Non ti piacerà per niente. In parole povere c’è scritto che se non farà come dice subirà altre perdite e potrebbe decidere di approfittare delle sue conoscenze sui suoi nuovi amici. E...»
«Fammi una traduzione più accurata, razza di idiota!»
«Non sono un idiota e se mi insulti non traduco un bel niente» replicò Blaise offeso «E poi mi merito una ricompensa se ti dico cosa c’è scritto, giusto?» concluse cambiando immediatamente espressione e diventando malizioso.
«Forse, ora lo traduci?»
«Non hai risposto»
«Lo so»
Blaise sbuffò scocciato.
«Testona. Ad ogni modo te lo leggo in modo testuale: “Non osare fare il doppio gioco ancora una volta o i tuoi amici la pagheranno cara. Di nuovo. Vorresti vedere il cadavere di un’altra tua amica? Che ne dici della graziosa brunetta sempre al tuo fianco? O del rosso che hai preferito a me, magari. Stai sicura che se non verrai da sola sarà la loro fine; e la tua. Dobbiamo recuperare la Pietra, perciò ti aspetto la sera di Halloween alla vostra torre più alta. Non mi importa come farai a liberarti degli altri mocciosi. Vieni alla torre alle 23. Se tarderai, verrò a cercarti” (3). È firmato Ivan Shaw. Hai idea di cosa voglia dire?»
Rialzò lo sguardo sulla Grifondoro e la vide fare una smorfia strana.
«E secondo lei io dovrei restarmene buona buona nel dormitorio mentre lei va a farsi ammazzare? Merlino, non la credevo così scema!»
La ragazza si voltò e salì le scale in fretta e furia prima di fermarsi davanti alla porta dell’aula di Astronomia e prendere un respiro profondo; Blaise le era alle costole.
«Zabini torna alla festa, fai il bravo» sibilò Hermione girando appena la testa.
«E dovrei starmene buono buono alla festa mentre tu vai a farti ammazzare?» la scimmiottò prima di prendere la bacchetta dalla tasca interna della giacca.
«È pericoloso»
«Sei preoccupata per me Granger?»
«Sì»
Il Serpeverde rimase interdetto per un attimo e poi ghignò.
«Sapevo che avresti ceduto al mio fascino»
«Ma stai zitto» borbottò lei prendendo la maniglia davanti a sé e abbassandola lentamente.
Percepiva il respiro lieve di Blaise sulla spalla sinistra lasciata nuda dal vestito e nel frattempo cercava di concentrarsi per sentire eventuali rumori provenienti dall’altro lato del legno. Quando le labbra del giovane sfiorarono il lobo del suo orecchio in una carezza seducente, per poco le venne un colpo.
«Non sarebbe il caso di prendere la bacchetta, cara la mia Grifondoro coraggiosa?» mormorò lui facendola rabbrividire e chiudere gli occhi per un secondo.
«Certo» si riprese quasi immediatamente e afferrò un lembo della gonna.
Il moro deglutì quando la vide sollevare una parte del vestito fino a metà coscia per sfilare l’arma dal cinturino di pelle legato alla gamba.
«Salazar, Granger, non immaginavo questa tua vena...» ci pensò su poi riprese ammiccando «...da seducente Auror. Cosa vorresti fare dopo la scuola?»
Una gomitata nelle costole fu l’unica risposta che Hermione si degnò di offrirgli e il ragazzo incassò senza altri commenti. Poi la riccia aprì la porta e uno Schiantesimo arrivò dritto verso di loro, facendoli abbassare e reagire velocemente.
«Protego
«Everte Statim
«Protego! Ma sei fuori di testa?! Artis Tempurus
«Scusa Hilary! Stupeficium! È il cretino che mi ha seguito!»
«Melofors
«Protego! Si può sapere chi diavolo..? Ventus
«Sono io! Protego! Ragazze, potreste non mirare a me?»
«Facile stando al buio! Levicorpus
«Hermione, mettimi subito giù! Lumos
«Scusami Hilary! Liberacorpus
«Fermi tutti!» tuonò una voce che Blaise e Hermione non avevano ancora sentito da quando erano entrati nell’aula.
Una debole luce usciva dalla bacchetta dell’italiana e illuminava parte della sala rivelando che i tre studenti stavano combattendo tra loro dando le spalle a una quarta persona, appoggiata alla parete, che li guardava incredulo.
«Sul serio, cara, tu avresti lasciato la scuola per venire qui? Dove gli alunni non sono nemmeno in grado di capire chi è il loro nemico al buio?»
«Scusa tanto se preferiamo gli scontri leali» ringhiò Hermione serrando le dita a pugno.
«Per questo stavate tentando di essere in tre contro uno? Per avere uno scontro leale?» la canzonò Ivan.
La mano di Hilary volò a fermare quella dell’amica prima che la alzasse per spedirgli un maleficio.
«Calma» sussurrò tenendo gli occhi gelidi fissi sull’insegnante «Non ne vale la pena»
«Ma...»
«Puoi darci qualche minuto?» continuò rivolta all’uomo, ignorando la protesta mormorata a mezza voce.
Ivan si esibì in un inchino derisorio e ghignò quando Hilary lo mandò al diavolo senza tanti complimenti, osservandola trascinare in un angolo Hermione e Blaise.
«Ti avevo detto di non seguirmi. E tu non avresti dovuto liberarla» sibilò pungolando con l’indice il petto del Serpeverde.
«Avrei dovuto lasciarla pietrificata in un corridoio? Non le avevi detto di non rimanere in giro?»
«Meglio pietrificata in giro che presente qui»
«Potreste non parlare di me come se non ci fossi?»
«Taci. Dovevi obbedirmi ma naturalmente il tuo spirito...»
«Grifondoro? Devo ricordarti che lo sei anche tu?»
«Senti, non sono io che vado a mettermi nei guai»
«Il resto della frase l’ho già sentito una ventina di volte dalla bocca di Harry: risparmiami, ti prego»
«Qual è il resto della frase?»
«Che sono i guai a cercare lei. Zabini, per favore, stai zitto»
«Vi spiacerebbe uscire dall’aula e tornare al vostro dormitorio? O nella Stanza delle Necessità, a vostra discrezione»
«Hilary!»
«Ottima idea, Lair»
«Levati! Hilary non ti lascio qui da sola»
«Me la stavo cavando egregiamente»
«E quel taglio sulla fronte?»
«Mi ha preso alla sprovvista appena sono entrata»
«Sul serio, Lair, e tu dovresti essere la migliore in Difesa?»
«Veramente il migliore sarebbe Harry... io sono molto più brava in Attacco»
«Sembrate due sposini che battibeccano»
«Cara, dimmi se devo mettere nella lista nera anche il giovanotto qui presente»
«Non è necessario, Ivan. Lui ha altre mire»
«Giusto. Il mio amico, invece...»
«Zabini, non vorrai rischiare che il tuo amico muoia, vero?»
«Certo che no!»
«Allora stai zitto, per Merlino!»
«Non ne è capace, è talmente idiota»
«Non sono idiota!»
«Certo che lo sei»
«Ora chi è che sembra la sposina?»
«Hilary!»
«Sì, sono io»
Hermione sbuffò seccata.
«Non pensi che sia il caso di metterlo al tappeto ora? Siamo in tre, lui è da solo, perché non lo attacchiamo e basta?»
«Voi non metterete al tappeto proprio nessuno. Voi andrete difilato nelle Sale Comuni e vi dimenticherete quello che avete visto»
«Dovrai usare l’Imperio»
«Questo si può fare»
«No, Ivan, non si può»
«Perché no, tesoro? L’ha chiesto così espressamente»
«Non siamo a Firenze, qui non si usano questi metodi»
«Hai detto loro anche dei nostri metodi? Ti manchiamo allora» ghignò lui e Hilary roteò gli occhi.
«Per niente»
«Senti, io ho una gran voglia di buttarlo giù dalla Torre, perché non mi assecondi?»
«Hermione, quasi non ti riconosco. Dove sono l’indulgenza e la magnanimità del caro Godric?»
«Le ho perse in guerra, Zabini»
«Va bene, ora basta. Silencio!» sbottò Hilary puntando la bacchetta contro i due compagni.
Indignata, la riccia gonfiò le guance e, indicandosi le labbra, pronunciò una parola che fece sgranare gli occhi a Blaise, ridere Hilary e sogghignare Ivan.
«Ti voglio bene anche io. Però ora vi pregherei di andarvene»
Hermione scosse la testa con forza, gli occhi ridotti a fessure, mentre il moro la strattonava per un braccio cercando di portarla verso la porta. Ma sembrava che stesse tentando di spostare un mulo perché la Grifondoro non si spostava di un centimetro e opponeva una strenua resistenza. L’italiana sospirò abbassando brevemente le palpebre.
«Pietrificus Totalus» soffiò inaspettatamente e l’amica erse lo Scudo Magico un secondo troppo tardi, cadendo rigida tra le braccia di Blaise.
«Portala nella Stanza delle Necessità ma osa sfiorarla senza il suo permesso e te ne farò pentire, chiaro? Finite» disse avendo cura di rivolgere la punta dell’arma solo sul moro.
«Chiaro» mormorò lui riacquistando finalmente la voce.
Gli occhi della riccia, unica parte esclusa dall’incantesimo, saettavano ferocemente dall’uno all’altra e assicuravano rappresaglie ma Hilary rise nervosamente.
«Saprò cavarmela, Hermione. Non devi preoccuparti per me»
L’altra sollevò lo sguardo verso il soffitto e poi lo riabbassò su di lei, preoccupato. La ragazza annuì brevemente e sorrise scambiandosi poi un’occhiata con il Serpeverde che, con un incantesimo di levitazione, sollevò la Caposcuola e uscì dall’aula sulla Torre senza voltarsi indietro.
«Proseguiamo? Oppure hai pensato alla mia proposta e hai deciso di venire con me?»
«Ti ho già detto che non ho alcuna intenzione di cercare quella Pietra e non cambierò idea né ora né mai» sibilò Hilary voltandosi verso Ivan e indossando nuovamente la maschera di gelida rabbia che conservava per i duelli letali.
«Allora credo che dovrò convincerti con le cattive, mia cara. E poi andrò a uccidere la tua deliziosa amica» sospirò l’uomo con un sorriso mefistofelico disegnato sulle labbra assottigliate.
Le dedicò un inchino ma non aveva ancora raddrizzato la schiena che aveva già puntato la sua bacchetta sulla Grifondoro, muovendola velocemente in tanti incantesimi silenziosi.
“Sleale” era l’unica parola per definirlo in quel momento e Hilary non fece in tempo ad alzare la propria arma per difendersi.
I tagli sul viso, le braccia e le gambe che le procurò, oltre alla minaccia sulla vita di Hermione, non fecero altro che aumentare la collera della ragazza la quale, sentendosi come un animale braccato, fece esplodere in un secondo tutta la magia che aveva in corpo, urlando con forza e provocando un boato che giunse distintamente alle orecchie di tutti gli studenti in ogni angolo di Hogwarts.
Poi fu tutto buio.
 
 
 
 
 
 
 
 






 
 
 
ANGOLINO AL RIPARO DA TORCE E FORCONI
Ehm... salve ^^ Vi ricordate ancora di me? No? Ecco. Sono quella che non aggiorna mai velocemente e che vi ha fatto attendere mesi per questo capitolo (tra l’altro mingherlino e scarno e mi dispiace un sacco... ma se avessi potuto scrivere tutte le scene che volevo avrei aggiornato in agosto probabilmente e avevo detto che avrei inserito il capitolo alla fine di questa settimana ed eccolo qui!Giuro che mi rifarò col prossimo!).
Innanzitutto: sono arrivata al capitolo DIECI! Numero tondo :3 Sono fiera di me! ...okay, è un numero minimo, però io sono contenta :)
Passiamo alla storia in sé: beh, che dire? Blaise è sempre alle calcagna di Hermione e la libera dall’incantesimo rischiando anche di incorrere nelle ire di Hilary... e la nostra povera Hermione viene pietrificata in continuazione XD
Per non parlare di Draco (rido come una scema ogni volta che rileggo quella parte X°°D): vi è piaciuta la nostra Hilary mentre lo rimette al suo posto?
Ditemi cosa ne pensate :)
Vi lascio alle doverose (poche) note, anche perché non ho altro da aggiungere ma le domande sono sempre ben accette se vorrete recensire...
 
(1)   Non so se il sogno di Theodore Nott sia diventare un avvocato del mondo magico ma ce lo vedo. E’ così puntiglioso e studioso, per come lo immagino io Nott, e poi sarebbe perfetto come avvocato dei due diavoli sempre al suo fianco (leggasi Draco e Blaise). Sarà loro utile, ne sono certa XD
(2)   Premettendo che non ho mai capito come funzionano i Filtri d’amore (obiettivamente: io posso anche versare il filtro in bevande o cibi del mio amato ma come faccio a essere sicura che lui poi si innamori di me e non della prima tizia che incontra?!) ho pensato che fosse necessario mettere nella pozione qualcosa della persona di cui la “vittima” deve innamorarsi e ho optato per la goccia di sangue. Capelli o pezzi di carne mi sembrano un tantino macabri per un filtro d’amore, ecco! E quindi facendo 30 ho fatto anche 31 e, dato che nella tradizione popolare la luna ha un influsso particolare sulle donne, secondo me la luna piena indica il momento di maggior creatività e passione, quindi la goccia di sangue messa nel filtro durante la luna piena aumenta la passione tra i due amanti.
Tutto questo per dire che Lavanda potrebbe benissimo essersi portata a letto Ron in qualsiasi momento.
(3)   Ecco cosa diceva il famoso biglietto scritto in italiano da Ivan per Hilary....quello che Harry ha trovato sul pavimento della Biblioteca (era scivolato fuori dal libro preso da Hilary) nel capitolo 7 e per cui la nostra italiana era svenuta. Vi aspettavate qualcosa di diverso?
 
Ho finito. Non mi rimane altro da dire che “Ci vediamo al prossimo aggiornamento!”.
A meno che non mi venga lo sghiribizzo di partecipare a qualche altro contest (uno è già in sondaggio, sto decidendo se ho l’ispirazione o meno u.u ) e ripresentarmi con un’altra one-shot!
 
Nel frattempo rimando alle due che ho scritto, se a qualcuno venisse voglia di leggerle :)
 
1-      Wishes, Magic and... you
2-      La felicità è reale solo se condivisa
 
 

   
 
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