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Autore: Rebel teenage soul    20/07/2012    1 recensioni
E' la mia prima fan fiction e quindi il mio primo capitolo. So che non è molto lungo, ma spero vi piaccia. Ho deciso di incentrarla sul rapporto di due ragazzi, Taylor e John, che dopo tre anni si ritrovano. Nonostante Taylor abbia deciso di dimenticare il passato, questo bussa ancora alla sua porta. Il primo capitolo è ambientato a Londra, città in cui Taylor vive e lavora ed in cui sperava di poter iniziare una nuova vita, senza John.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano le 2:32 di notte e Taylor si trovava a gironzolare nelle strade della zona Regent's Park di Londra. Non c'era da preoccuparsi. A quell'ora e in quel quartiere non era poi così difficile trovare qualcuno. Qualcuno che si sentisse come lei. Persa nei suoi pensieri e nelle sue fissazioni. Nelle sue paranoie e nelle sue speranze. Stava solo cercando di schiarirsi la mente e capire cosa fosse successo veramente.
Il giorno precedente John era apparso, seduto sui gradini davanti a casa sua, ad aspettarla. Erano passati tre anni. Tre lunghissimi ed interminabili anni, da quando si erano visti l'ultima volta. Lei aveva vent'anni e lui trentadue, ma la differenza d'età non era mai stata un problema. Il vero dilemma era la totale dipendenza che la legava a quel ragazzo. Erano paragonabili a due cariche elettriche di sehno opposto. Due cariche che si attraggono costantemente. Uniti da un legame invisibile, ma incancellabile. Ogni qual volta i due poli si avvicinavano tanto da toccarsi, lui fuggiva. Rompeva l'indistruttibile legame che li univa. Era sempre stato così. Taylor non sapeva bene se ciò accadesse solamente con lei oppure anche con le altre ragazze che aveva frequentato in passato. Qualcosa però la spingeva a pensare che lei fosse l'unica a provocare una simile reazione. Certo, John era un cosiddetto 'rubacuori', ma con lei era diverso. E si percepiva. Dal modo in cui appoggiava delicatamente la mano sulla sua spalla quando si presentava inaspettatamente dietro di lei. Dal modo in cui le sue labbra si incurvavano in un lieve sorriso non appena il vento le scompigliava i capelli. E dal modo in cui i suoi occhi riuscivano a scorgere la sua anima, a penetrare nel suo mondo, a comprendere i suoi pensieri. Era per questo che i due si erano allontanati: man mano che lei si fidava, lui, terrorizzato al solo pensiero di poterla minimamente ferire, fuggiva. Ogni volta. Ma lei questo non lo sapeva. Per tale motivo, non appena lo vide, iniziò a correre per le strade di Londra. Senza fermarsi, senza una meta precisa. L'unico scopo era correre e correre affinchè la mancanza di fiato la distogliesse dal pensiero di John. Di averlo rivisto, per davvero. O forse era solo un'allucinazione dovuta allo stress? No, impossibile. Era lui, di questo ne era sicura. Non si era sbagliata e in quel momento, troppo stanca per continuare a correre, decise di camminare fino allo spuntare dell'alba. Mancavano ancora molte ore al mattino e si sarebbe sentita stanca e assonnata. Ma l'unica certezza che aveva era di dover stare lontana da quel ragazzo. Era il momento sbagliato e il luogo sbagliato. Non voleva altri guai nella sua vita. Voleva un nuovo inizio, in cui John non era stato preso in considerazione.
I vicoli erano bui e il buio invaricabile. Continuò a camminare fino ad un incrocio, dove svoltò a destra. Poi svoltò a sinistra ed ancora a destra. Decise infine di dirigersi verso l'appartamento di Candy, una cara amica e collega. Sapeva che non era il momento giusto per presentarsi, suonare il campanello e chiedere ospitalità per la notte, ma d'altronde non aveva altra scelta. Taylor conosceva Candy ed era cosciente che non avrebbe saputo dirle di no. Era sempre gentile con tutti, perciò si fece coraggio e suonò il campanello. Avvertendo un vago e strano odore di fumo, si voltò e vide due uomini con una bottiglia in mano avvicinarsi sempre di più. L'ansia e l'agitazione la turbarono e pregò che Candy non avesse il sonno troppo profondo. Sentiva le risate di quei due e premette di nuovo il pulsante del campanello.
« Avanti, avanti... Candy, rispondi!» bisbigliò tra sé. Giusto in quel momento i due sconosciuti affrettarono il passo. Presa dalla foga, si guardò intorno, ma proprio in quel momento Candy rispose: «Chi è!?»
«Sono Taylor, aiutami!! Aprimi subito, ti prego... veloce!!!»
La porta scattò e Taylor schizzò dentro, assicurandosi di aver chiuso saldamente la porta alle sue spalle. Si voltò di nuovo e si trovò Candy di fronte a lei, in camicia da notte rosa e a piedi nudi con un'espressione preoccupata e un po' sconvolta. Candy era così: la tipica ragazza dolce e gentile, sempre pronta a darti una mano e sollevarti l'umore. Certo, talvolta si mostrava assillante e perfettina, ma in fondo era una brava persona.Era anche una ragazza carina. Anche lei ventitreenne, con un taglio a caschetto di color arancio e le marcate lentiggini sul viso. Era talmente snella che avresti detto avesse disordini alimentari se non l'avessi conosciuta. Vestiva spesso con vestiti anni '50, piena di accessori e fiocchi colorati. Trasmetteva un senso di pace e tranquillità a chiunque la guardasse attentamente. Ora ciò non accadeva. Taylor era comunque frastornata e spaventata e Candy lo intuì subito. Così la dolce ragazza dai capelli arancione le offrì una tazza di camomilla e la invitò a parlarle di ciò che era successo da quando l'aveva lasciata, non molte ore prima, all'uscita dal lavoro.
«Allora, dimmi: cos'è successo
«Nullla è che..»
«Nulla !? haha Sei arrivata sotto casa mia alle...» si voltò verso l'orologio appeso al muro rosa confetto e riprese «...3:14 perchè non è successo nulla? E' la risposta più insensata che potessi darmi» le rispose, accennando un lieve sorriso.
«Beh, qualcosa è successo, ma... Insomma è una storia noiosa e senza alcun senso, però...» e così iniziò a raccontarle tutto ciò che le era accaduto. Dopo essersi tolta un peso dal cuore, lasciò rilassare i muscoli fino a quel momento inconsapevolmente tesi e contratti dall'agitazione. A quel punto Candy, dopo averla consolata e rassicurata con un lungo abbraccio, le suggerì di trattenersi nella stanza degli ospiti almeno per quella notte e così Taylor accettò senza indugiare. Salì le scale e si infilò sotto le leggere e soffici lenzuola, senza preoccuparsi di levarsi i vestiti. La sensazione che derivava dal contatto con quel puro e leggero tessuto le infuse subito un'inspiegabile rilassatezza e così crollò in un sonno profondo ed incosciente. 
  
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