Falling
down
Pov
Stefan
No,
non era vero. Non era successo. Non a
lui. Non poteva essere vero.
Stefan
Salvatore
stava guidando da ore ormai. Erano circa le 2:30 ma lui non aveva
sonno, non
voleva tornare a casa e soprattutto non aveva voglia di vedere Elena
che
sicuramente gli avrebbe fatto un interrogatorio sul perché
fosse arrivato a
quell’ora, non aveva voglia di sentire Damon, quella sera non
era in vena di
sopportare niente e nessuno.
Quella
sera era accaduta una catena di eventi che l’avevano
sconvolto e se adesso
avrebbe potuto si sarebbe ficcato un paletto nel cuore senza pensarci
due
volte. Che cosa gli era venuto in mente ? Non aveva mai perso il
controllo, non
così, mai in quel modo.
Adesso
che cosa avrebbe fatto ? Ancora non lo
sapeva. Niente di ciò che avrebbe potuto fare avrebbe posto
rimedio al casino
che aveva combinato quella sera. Era diventato un mostro.
In verità era diventato un mostro già
da molto tempo
ma fino ad adesso
lo era solo
fisicamente invece adesso era diventato un mostro completo. Ancora
stentava a
crederci, era sempre riuscito a tenere a bada i suoi istinti
animaleschi ma
quella sera era già annebbiato dalla rabbia per una scena a
cui non avrebbe mai
voluto assistere e non sapendo cosa fare era andato in un pub dove
nessuno
avrebbe mai potuto trovarlo.
Insomma
nemmeno Damon avrebbe mai potuto
cercarlo in un pub, insomma lui era Stefan Salvatore, un pub non era un
luogo
adatto a lui e di questo ne era cosciente per questo era andato
lì. All’inizio
gli era sembrata un’idea geniale. Ma poi non sapeva come, ne
quando, ne perché
aveva cominciato a bere e a bere per la rabbia e la disperazione e da
lì è
successo quello che gli sarebbe pesato sulla coscienza da lì
fino
all’eternità.
E se
prima si sentiva disperato, adesso si sentiva disperatamente solo.
Nessuno
l’avrebbe capito, Elena si sarebbe infuriata, gli avrebbe
dato del mostro,
dell’irresponsabile, dello stolto per aver preferito
ubriacarsi che superare i
problemi, lo avrebbe paragonato a Damon sul fatto che preferisce
scappare che
superare e risolvere i problemi. Damon poi lo avrebbe preso in giro,
fatto
qualche battuta sarcastica e gliel’avrebbe rinfacciato, per
sempre, come
d’altronde gli rinfacciava la morte della mamma, la scelta di
Katherine e tante
altre cose. Matt lo avrebbe rimproverato, lo avrebbe giudicato un
mostro e
molto probabilmente lo avrebbe anche picchiato, Meredith… non sapeva che reazione
avrebbe potuto avere
lei ma di sicuro l’avrebbe riferito ad Elena, Meredith non
avrebbe ritenuto
giusto non parlare ad Elena di quello che il suo ragazzo aveva
combinato. Però
forse Bonnie lo avrebbe ascoltato, consolato e magari avrebbe evitato
di
giudicarlo. No, meglio di no. Meglio tenerlo segreto. Nessuno avrebbe
mai
scoperto cosa quella sera era accaduto, era meglio così.
E’ meglio così, si
disse anche se poco convinto.
Pov
Bonnie
No,
non
era vero. Non era successo. Non a lei. Non poteva essere vero.
Bonnie
era ormai
da ore a piangere davanti allo specchio del bagno di casa sua,
disperata.
Adesso davvero si era cacciata in un bel guaio e nessuno avrebbe mai
potuto
aiutarla. Il suo era un male incurabile, l’unica cosa che le
restava da fare
era cercare di guardare avanti e godersi quello che ancora le restava.
Aveva 19
anni ma a quanto pare per lei il destino non aveva scelto una vita
lunga e
felice.
Sarai
giovane e bella nella tua tomba.
A
quanto pare sua
nonna aveva ragione, la profezia era esatta e a lei mancava poco tempo
per
vivere. Perché dovevano capitare tutte a lei ?
Perché ? Che cosa aveva fatto di
male ? Non aveva mai fatto del male a nessuno e se l’aveva
fatto non era sua
intenzione. Ma adesso che importanza poteva avere, stava morendo e
niente
avrebbe potuto cambiare questa triste realtà. Diamine, non
si era mai sentita
tanto sola in quel momento. Che cosa avrebbe potuto fare ? Prima,
quando si
trovavano in difficoltà Elena pensava a un piano A, lei e
Meredith a un piano B
e C ma adesso nessun piano A, B e C avrebbe potuto aiutarla. Adesso
l’unica
cosa che le restava da fare era attendere che la forza malvagia dentro
di sé l’avrebbe
indebolita giorno dopo giorno fino a quando allo stremo delle forze
avrebbe
chiuso gli occhi e non li avrebbe riaperti più.
Caspita, adesso
che ci pensava la sua vita sarebbe dovuto iniziare adesso. A diciannove
anni
una normale ragazza andava al college, era maggiorenne, poteva
viaggiare,
essere indipendente, forse avrebbe trovato anche la forza per
dichiararsi a
Damon e invece era troppo tardi. Non aveva abbastanza tempo, stava
morendo e
con lei tutti i suoi sogni e i suoi progetti. Ma tutto questo non
l’avrebbe mai
rivelato a nessuno, non voleva che nessuno versasse lacrime per lei,
non era
giusto. Avrebbe nascosto tutto a tutti, il suo segreto sarebbe morto
con lei
nella tomba e solo dopo di ciò avrebbe forse potuto
accettare che i suoi amici
versassero lacrime per lei. Avrebbe invece trascorso il tempo che le
rimaneva
divertendosi con i suoi amici, scherzando e ridendo, facendo da
damigella all’imminente
matrimonio di sua sorella e poi avrebbe accettato che le calde braccia
della
morte la trascinassero con se nella sua oscurità.