Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11
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Autore: sophie97    20/07/2012    5 recensioni
I nostri eroi sono abituati ad avere tutti i giorni a che fare con ricattatori, assassini, pirati della strada. Ma se questa volta dovessero risolver più di un caso contemporaneamente? E se il loro nemico non fosse un criminale qualsiasi?
Ambientata tre anni dopo "Ricominciare a vivere...si può!", spero vi piaccia :)
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dieci ritagli di Cobra 11'
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Prologo
 

 
 
Una tranquilla notte d’estate…
 

Semir entrò in casa chiudendosi silenziosamente la porta alle spalle.
«Andrea! Sono a casa!».
La donna fece capolino dalla soglia della cucina: «Già qui?! Hai fatto presto, è mezzanotte e un quarto…non facevi il turno di notte?» esclamò con un sorriso.
«Devo parlarti di una cosa importante…».
«Devo preoccuparmi?»
L’ispettore le si avvicinò e abbassò il tono di voce: «Oggi hai per caso pre…» fu interrotto da un rumore proveniente dall’esterno.
«Cosa è stato?» chiese Andrea guardandosi intorno.
«Accidenti, sono già arrivati!».
«Ma chi? Cosa sta succedendo Semir?!». Il poliziotto ignorò la domanda della moglie, la prese per mano e la portò verso l’ingresso. Spense le luci e le fece cenno di rimanere in silenzio…fu in quel momento che un uomo fece irruzione nella stanza sparando verso di loro. Era completamente vestito di nero e indossava un passamontagna scuro. Presto lo raggiunsero altri due uomini, armati di mitragliette.
Semir e Andrea si accucciarono dietro al divano mentre i tre sconosciuti continuavano a sparare.
«Dove sono le bambine?» gridò Semir.
«Dalla…dalla nonna…Semir, chi sono? Perché ce l’hanno con noi?».
«Non ce l’hanno con noi, Andrea, ce l’hanno con te!» spiegò rispondendo al fuoco.
L’uomo cercò a tentoni il cellulare nella tasca della giacca e compose il numero di Ben continuando, con l’altra mano, a sparare.
 

Ben dormiva tranquillamente, quando sentì il telefono vibrare sul comodino accanto al letto. Alzò appena la testa infastidito da quel sono, per poi coprirsela con il cuscino.
 

«E dai, rispondi…» Semir si spostò dietro ad un mobile per avvicinarsi ai tre uomini, che continuavano a sparare incessantemente. Guardò la sua pistola: aveva ancora pochi colpi a disposizione.
 

Il cellulare sembrava non avere intenzione di smettere di squillare e alle orecchie di Ben stava diventando alquanto insopportabile. Sbuffò e aprì un occhio, sollevando leggermente la testa dal cuscino. Poi si passò una mano sugli occhi e, sbadigliando, lesse il nome sul display: “Semir”.
 

Andrea restò rannicchiata dietro al divano, immobile, le mani sopra alle orecchie, sperando che tutto finisse. Chi erano quegli uomini? Perché ce l’avevano con lei? Cosa intendeva Semir? Non riusciva a capire…
 

«Si, Jager!» rispose con voce assonnata. Aveva già in mente la ramanzina che avrebbe fatto al collega per aver chiamato a quell’ora sicuramente per chiedergli qulcosa sulle scartoffie che aveva lasciato in ufficio, una cosa da nulla…ma la dimenticò non appena sentì la voce dell’amico che veniva a tratti sovrastata da…si, erano colpi d’arma da fuoco!
 

«Ben, f…alme...te!».
«Che succede Semir?» esclamò il ragazzo cominciando seriamente a preoccuparsi.
«Vieni a.....as…ia…oce….nte…!!».
«Semir, non si sente niente…accidenti!» Ben chiuse la comunicazione e uscì di casa di corsa, salendo al volo sulla sua mercedes blu e dirigendosi a tutto gas verso l’appartamento del collega.
 

«Accidenti, andiamoce, qui non concludiamo niente!» sussurrò uno dei tre criminali, il primo che era entrato, agli altri.
Si avviarono verso l’uscita, continuando a sparare.
Quando furono fuori Semir li raggiunse in strada tentando di fermarli…ma questi già stavano salendo su un furgone scuro che poco dopo, velocemente, spariva all’orizzonte.
Semir continuò a sparare finchè la vettura fu in vista, cercando invano di bucare le gomme, almeno per impedir loro di fare molta strada.
 

Ben frenò davanti all’abitazione dell’amico facendo ruotare la macchina in un violento testacoda.
Scese di corsa e si avvicinò a Semir, ancora in mezzo alla strada con la pistola puntata davanti a sé.
«Semir…tutto bene?».
L’ispettore sospirò incrociando lo sguardo del collega: «Il concetto “vieni velocemente” non era abbastanza chiaro?».
«Eh dai, perdonami, stavo dormendo come un ghiro! L’importante è che sia tutto a posto!» rispose il ragazzo dandogli una pacca sulla spalla.
«Se se…».
Il sorriso di Ben si spense non appena si guardò i palmi delle mani…sporchi di sangue! Eppure lui non aveva tagli…
«Ma…Semir sei…sei ferito!».
 




Okay, direi che come inizio non è molto tranquillo…ma capirete! ^^
Prima di tutto buonasera e benvenuti alla mia ultima storia! È ambientata tre anni dopo “Ricominciare a vivere…si può!” e...bhè cosa posso dirvi? Spero che vi piaccia e aspetto di sapere cosa ne pensate. :)
Ah ecco, finalmente avete l’onore di conoscere Clara, il mio nuovo personaggio, di persona (in alto a destra nella copertina)! Che ve ne pare? ^^
Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno letto e chi lascerà una recensione! Un ringraziamento particolare va poi a ChiaraLuna21, che mi ha aiutato a dare un volto a Clara e mi ha dato un sacco di consigli sulla copertina! =P
Spero di aggiornare entro domenica, anche perché lunedì parto e non potrò usare il computer per un bel po’! :(
Ciao a tutti ^^
Sophie :D

 

  
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