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Autore: serelily    21/07/2012    10 recensioni
Missing Moments tra Dimmi che ti importa e Tu sei tutto ciò che conta.
«Chi diavolo sei?» mormorò una voce assonnata e molto, molto irritata.
«Lucas» disse il ragazzo.
«Lucas» rispose la voce «Lucas, che cosa ci fai qui alle sette di mattina, di domenica?»
«Dai, fai il bravo, vestiti e vieni giù,» disse Lucas sorridendo «voglio portarti in un posto».
«Scherzi, vero?»
«Oliver, muoviti!» disse soltanto Lucas.
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Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'You can be anything you want to be'
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Questa missing moments ha come protagonisti i nostri Lucas e Oliver alle prese con un avvenimento della loro infazia... Una capsula del tempo nascosta sotto un albero quando avevano dieci anni... Spero possa piacervi e che vogliate farmelo sapere. Un bacio
Partecipa al concorso "Parliamo di gemelli" di Power Lolly.

 

QUELLA SCATOLA SOTTO L'ALBERO 


Era mattina presto e Lucas si era svegliato con uno strana idea in testa. Josh, il suo ragazzo, dormiva al suo fianco.
Non lo svegliò, perché in testa aveva soltanto un pensiero. Si vestì il più silenziosamente possibile, prese le chiavi della macchina e uscì di casa. Erano le sette di mattina, e un piacevole freschino smorzava un po’ l’aria di fine Giugno.
Non guidò nemmeno dieci minuti prima di arrivare dove voleva arrivare. Suonò il campanello varie volte, cercando di assicurarsi che gli abitanti della casa avessero sentito bene.
«Chi diavolo sei?» mormorò una voce assonnata e molto, molto irritata.
«Lucas» disse il ragazzo.
«Lucas» rispose la voce «Lucas, che cosa ci fai qui alle sette di mattina, di domenica?»
«Dai, fai il bravo, vestiti e vieni giù,» disse Lucas sorridendo «voglio portarti in un posto».
«Scherzi, vero?»
«Oliver, muoviti!» disse soltanto Lucas.
Quando sentì chiaramente il sospiro dell’altro, capì di aver vinto.
Ci mise relativamente poco a prepararsi, e dopo nemmeno venti minuti aveva aperto il portone di casa ed era sceso giù.
Quando Lucas lo vide, gli venne da sorridere.
Erano proprio identici, lui e Oliver. Era bello avere una persona completamente identica a te in ogni particolare, anche se coloro che li conoscevano bene, sapevano distinguerli.
Lucas era una persona dannatamente vanitosa; era un avvocato prestigioso, ci teneva al suo aspetto e a come gli altri lo vedevano.
Vestiva con abiti costosi, si concedeva sedute di massaggi, faceva di tutto perché il suo corpo e il suo look fossero sempre al massimo.
Oliver, invece, aveva un carattere completamente diverso. Era timido e riflessivo, e del suo aspetto si curava poco.
Era diventato psicologo e aveva intrapreso una carriera nei servizi sociali; fin da piccolo gli era sempre piaciuto pensare a come aiutare gli altri, prima che a se stesso.
Erano così diversi, eppure si completavano a vicenda. Erano sempre stati legati indissolubilmente, anche nei sei anni in cui non si erano parlati.
Era stata colpa di Lucas, in fondo; quando Oliver aveva fatto coming out, Lucas l’aveva ripudiato, ma soltanto per proteggerlo e tenerlo lontano dal loro padre violento.
I pensieri malinconici di Lucas vennero interrotti dal fratello, nel sedile accanto a lui, che si stava lamentando pesantemente di essere stato svegliato così presto.
«Hai idea di quante poche ore ho dormito? Eh? Da quando Nate lavora al ristorante la sera non si va mai a letto prima delle tre passate, e tu di domenica mattina vieni a svegliarmi alle sette?»
«Stai sempre a lamentarti, Ollie» disse il gemello sorridendo «Scommetto che non ti ricordi nemmeno di che giorno è oggi, ma sappi che quando arriveremo nel posto dove voglio portarti, te ne ricorderai eccome».
Mentre il gemello guidava, Oliver cominciò a capire dove voleva portarlo. Stavano andando al fiume dietro la casa dove erano cresciuti, dove da piccoli giocavano e avevano raccolto tanti bei ricordi.
«Non riesco a capire perché andiamo al fiume, Luke» fece Oliver perplesso. Non erano più tornati lì da tanto tempo, e quando Lucas gli aveva confidato che suo padre lì l’aveva picchiato perché aveva baciato un altro ragazzo, Oliver aveva capito il perché.
Lucas sembrò leggergli nella mente, come spesso faceva:
«Non stiamo andando in un posto che genera ricordi dolorosi» disse «ma in un posto che ci ha resto felici».
Gli occhi di Oliver si illuminarono, e improvvisamente capì dove il gemello lo stesse portando.
Lucas parcheggiò al margine della strada, proprio a cento metri dal posto dove dovevano andare. Scese dall’auto e aspettò che il gemello lo seguisse.
Era ancora lì, la vecchia quercia. Da bambini ci avevano costruito un fortino, assieme a Josh, e vi avevano passato un'estate finché il loro padre non li aveva messi in punizione, dicendo che lui era una persona altolocata e i suoi figli non potevano giocare come selvaggi.
«Hai portato un pala?» chiese Oliver sorridendo.
«No» fece Lucas con una smorfia divertita «Per una volta, voglio sporcarmi le mani».
Così si chinarono e cominciarono a scavare con le mani. Per fortuna la cosa che cercavano non era in profondità.
Ben  presto riuscirono a sentire sotto le dita il freddo metallo della scatola di latta rossa che avevano seppellito quando avevano dieci anni.
La presero tra le mani, con gli occhi lucidi, cominciando a ricordare.
 
L’idea era stata di Oliver, quello più sentimentale tra i due. Voleva qualcosa che un giorno avrebbero aperto insieme per ricordare i bei tempi. I tempi in cui erano bambini, felici e liberi da qualunque pensiero.
Avevano preso così degli oggetti che li contraddistinguevano, per metterli all’interno della scatola.
Si erano dati appuntamento direttamente sotto la vecchia quercia.
«Tu cosa hai portato?» chiese subito Lucas, curioso.
«Tre oggetti» disse Oliver sorridendo, con la sua innocenza di ragazzino.
«Anche io» Lucas sorrideva allo stesso modo.
Sapevano già che avrebbero scelto lo stesso numero di oggetti, perché la loro empatia era sempre così forte.
«Dai, spiegami» aveva detto Lucas con il sorriso.
«Ecco qui» disse Oliver mostrando il primo oggetto «questa è una cartolina del Messico. La metto qui perché il mio sogno è quello di andare là un giorno. A scuola mi hanno parlato dei Maya, voglio andare a vedere le loro piramidi»
«Poi?»
«Ecco il secondo oggetto» era un piccolo libricino consumato «è il mago di Oz, il primo libro che ho letto in tutta la mia vita»
Lucas sorrise.
«Sei sempre il solito sognatore» lo prese in giro.
«E allora, dimmi tu cosa hai portato» disse Oliver, ridacchiando con il gemello.
Lucas tirò fuori il primo oggetto che voleva mettere lì dentro. Era un vecchio cucchiaio di legno, sicuramente sgraffignato mentre la cuoca non lo guardava.
«Ma che ci fai con quello?»
«Ho sempre adorato guardare le persone cucinare. Da grande voglio aprire un ristorante» disse Lucas con entusiasmo «Adoro guardare gli altri cucinare, mi rilassa. Voglio un posto dove guardare gli altri cucinare e non essere sgridato».
«E che ti faccia diventare ricco» completò Oliver, ridendo.
«Già» gli confermò il fratello.
«E il tuo secondo oggetto?»
Anche Lucas prese in mano un libricino, ma non era un romanzo come quello del fratello, bensì un epistolario.
«L’abbiamo fatto l’anno scorso, io e Josh. Lui era andato in Italia dai suoi parenti e io non avevo voglia di aspettare il fuso orario per chiamarlo, così ci mandavamo questo quadernino via posta dove ci scrivevamo delle lettere»
Lo mise con cura nella scatola, come se si trattasse di una cosa preziosissima.
«E la terza cosa?» lo incalzò Oliver.
«Prima fammela vedere tu»
«No, tu»
«No, tu»
«Va bene, insieme»
E nello stesso istante tirarono fuori una foto. La stessa identica foto. Era stata scattata tantissimi anni prima dalla loro amata nonna, l’unica parente che avevano che non fosse fredda e snob.
Li ritraeva ancora piccoli, di pochi mesi, mentre dormivano placidamente sul lettino mano nella mano.
«Abbiamo avuto la stessa idea» disse Ollie, commosso.
«Già» disse Lucas mordicchiandosi il labbro.
Nel medesimo istante si abbracciarono, perché niente importava, se non loro stessi e il bene che si volevano.
 
Molti anni dopo, i due stessi gemelli erano intenti ad osservare quegli stessi ricordi che avevano seppellito.
«Ci sei poi stato, in Messico?» chiese Lucas teneramente.
«Mai!» fece Oliver «Anche se ora che abbiamo riaperto la scatola, mi è tornata la voglia di andarci. Magari porterò Nate con me, faremo una fuga romantica. Tu invece non hai mai aperto il tuo ristorante?»
«No, non direi».
«Ma amavi Josh già da allora» quella di Oliver non era una domanda, ma un’affermazione. Sapeva come era stato faticoso per Lucas ammettere di essere gay come il gemello, quindi aveva dedotto che quell’epistolario non fosse solo una raccolta di lettere tra due amici, ma il primo segno di amore tra due persone.
«Sì,» fece tranquillamente Lucas «era destino che io e lui finissimo insieme»
Con un sorriso sulle labbra, i due gemelli si alzarono e si rincamminarono verso l’auto, portando con loro i ricordi del loro passato.
Non avevano più parlato del terzo oggetto, della loro foto, ma sapevano che non ce n’era più bisogno.
Si erano persi, nel corso degli anni, ma ora si erano ritrovati, ed erano insieme. Sentivano di poter affrontare qualsiasi prova nella vita, niente avrebbe potuto più dividerli. Perché erano pur sempre l’uno parte dell’altro, e avevano affrontato tanto dolore, Lucas quando era stato picchiato e Oliver perché era stato cacciato. Ma ora erano insieme ed erano una forza della natura.
E improvvisamente non aver realizzato i vecchi progetti non era più triste, perché sapevano di averne creati di nuovi, e che erano ancora lì, ancora l’uno con l’altro, per poterlo raccontare.

RISULTATI DEL CONTEST


Grammatica e Ortografia: 
Ottima grammatica, ho trovato solo due errori da nulla: 
- Nella frase "ma in un posto che ci ha resto felici" immagino volessi scrivere "reso" 
- Hai dimenticato una maiuscola all'inizio di un dialogo. 

Stile e scorrevolezza: 
Il tuo stile è molto buono e veramente scorrevole. Ti si legge molto bene. 
C'è solo una frase che suona male: "Non guidò nemmeno dieci minuti prima di arrivare dove voleva arrivare." quel "arrivare dove voleva arrivare" è molto brutto, potevi scegliere un altro termine, per esempio "arrivare nel luogo desiderato" o molte altre possibilità. 

Originalità: 
L'idea della "scatola dei ricordi" mi è piaciuta e mi ha colpita. Inoltre, pur conoscendo già i personaggi da "dimmi che t'importa" mi hai stupita con gli oggetti che hanno messo dentro Lucas e Oliver. Ora tutto, ma che Lucas volesse avere un ristorante proprio non me lo aspettavo. Però, però... la cosa della foto mi sembra un po' forzata e scontata. Insomma, perchè dovrebbero avere entrambi la solita foto? Comunque, a parte questo particolare che mi ha fatto storcere il naso, non ho altro su cui ridire. 

Caratterizzazione dei personaggi: 
Fra tutte, tu sei quella che forse ha descritto meglio i propri gemelli. Hai mostrato le loro diversità, ma facendoci comunque capire il loro forte legame. Hai usato la classica scelta dei gemelli caratterialmente opposti, ma va bene comunque. Non apprezzo molto, però, il luogo comune dei "gemelli che sembrano leggersi nella mente", tuttavia non è eccessivo e irrealistico nella scena in cui l'hai accennato. 

Attinenza al contest: 
Anche tu su questo punto non hai avuto problemi. 

Gradimento personale: 
Bella la tua storia. Mi è piaciuta questa scelta di raccontare dei tuoi gemelli attraverso questo prezioso momento della loro infanzia. E' una storia molto dolce, in cui gli elementi brutti - il padre violento, Oliver che è stato scacciato - anche se accennati, non rovinano la generale sensazione di dolcezza ( sembra che parlo di una caramella, pardon ). Gli unici elementi che mi sono poco piaciuti te li ho già spiegati, ma comunque non rovinano eccessivamente il giudizio postivo che ho della tua storia. 
   
 
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