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Autore: starcrossedLovers    21/07/2012    0 recensioni
Da bambino aveva sempre immaginato di vivere in campagna, con i suoi genitori e le sue sorelle più grandi.
Ma,vivendo in una cittadina povera e completamente diversa da ciò che voleva,amava uscire di casa e correre fino all'immenso prato che circondava la piccola città, e sognare ad occhi aperti. Immaginare una casa al centro di quella distesa verde e profumata. Se si impegnava, riusciva persino a vedere le sue sorelle che lo invitavano a giocare con loro, sotto un grosso albero. Quell'albero era l'unico ostacolo, sebbene fosse anche l'unico divertimento per le bambine.
Matthew considerava quell'albero un intoppo per i suoi sogni, come se fosse cresciuto lì apposta per infrangere i suoi pensieri. I suoi incubi, di solito, erano infatti legati all'albero nel prato verde, che portava via,lentamente, ogni cosa avesse immaginato poco prima il bambino.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Are you, are you coming to the tree?
Where they strung up a man they say murdered three.
Strange things did happen here
No stranger would it be
If we met up at midnight in the hanging tree.
{Suzanne Collins.}

Pennsylvania, 1600.

Il clima continentale della Pennsylvania, in quel periodo, era una delle cose che portavano sempre Matthew ad immaginarsi un posto lontano, soleggiato. Gli inverni freddi, le estate temporalesche, non erano affatto quello che lui desiderava, anzi, forse era proprio il contrario.
Da bambino aveva sempre immaginato di vivere in campagna, con i suoi genitori e le sue sorelle più grandi.
Ma,vivendo in una cittadina povera e completamente diversa da ciò che voleva,amava uscire di casa e correre fino all'immenso prato che circondava la piccola città, e sognare ad occhi aperti. Immaginare una casa al centro di quella distesa verde e profumata. Se si impegnava, riusciva persino a vedere le sue sorelle che lo invitavano a giocare con loro, sotto un grosso albero. Quell'albero era l'unico ostacolo, sebbene fosse anche l'unico divertimento per le bambine.
Matthew considerava quell'albero un intoppo per i suoi sogni, come se fosse cresciuto lì apposta per infrangere i suoi pensieri. I suoi incubi, di solito, erano infatti legati all'albero nel prato verde, che portava via,lentamente, ogni cosa avesse immaginato poco prima il bambino. L'unica cosa che riusciva a farlo calmare, in quelle situazioni, era la calda e dolce voce di sua mamma,Sue, la quale era solita stendersi accanto a lui nel letto, accarezzargli i capelli, e sussurrare quella melodia che a lui piaceva lanto.
Tuttavia, crescendo, Matthew aveva imparato che non tutto ciò che da bambini si sogna, riesce a diventare realtà.
Aveva cominciato a pensarla in questo modo, da quando, a sedici anni, vide scomparire, lentamente, tutte le persone che amava. Suo padre morì in miniera, da un attacco le cui cause furono sempre sconosciute.
Sua madre, rimasta sola con tre figli da accudire, riuscì a portare avanti la famiglia, fino a quando il dolore per la malattia,che non aveva mai potuto curare a causa dell'incredibile costo delle medicine e della loro povertà, insieme al dolore mai superato per la perdita del marito, fecero di lei una vecchia signora muta, perennemente seduta su una sedia a dondolo,davanti al camino. Dopo pochi anni, Matthew perse anche lei.
Rimase con le due sorelle, ma in breve tempo, la più grande, Maria, si trasferì con il suo ricco marito in un'altra città, abbandonando Matthew e Allison alla loro misera vita.
I mesi passavano, ed entrambi, ormai, erano riusciti ad accettare il proprio destino.
Erano rimasti soli, ma nonostante questo avevano ancora la forza giusta per affrontare tutte le difficoltà che si presentavano col passare del tempo. E ne erano tante.
Una mattina, Matthew, mentre si recava al lavoro, con il suo solito passo lento e lo sguardo attento su tutto ciò che gli stava intorno, sentì in lontananza delle grida. Si fermò per un attimo, pensando a cosa fare, ma non impiegò molto prima di lasciar cadere la sua sacca a terra e correre verso le voci.
Mentre correva, immaginò cosa avrebbe potuto trovarsi davanti, ma niente di ciò che aveva immaginato si era avvicinato a quello che si ritrovò di fronte.

Una carrozza ferma, i cavalli non c'erano più. Probabilmente anch'essi, impauriti, erano fuggiti via, come il cocchiere.
Più in là, due persone stavano litigando. Erano due uomini, da com'erano vestiti, Matthew dedusse che: uno era un cavaliere, ma di una corte a lui sconosciuta, mentre l'altro, fin troppo riconoscibile, era il figlio del sovrano.
Si avvicinò lentamente ai due, cercando di capire il motivo del loro litigio, ma bastò osservare all'interno della carrozza per avere tutto chiaro. Una donna impaurita, urlava e chiedeva aiuto. Matthew si voltò nuovamente verso i due uomini e notò che uno dei due, il figlio del sovrano, aveva appena preso una spada ed era pronto a tagliare la gola al cavaliere. Senza pensarci due volte, corse verso i due uomini, per sperararli, sebbene non avesse ancora chiaro chi dei due avesse torto. Cercò di tenerli lontani, ma tutto ciò che riuscì ad ottenere fu una gomitata nello stomaco, che lo fece accasciare a terra. In quel preciso momento, il figlio del sovrano, il cui nome riuscì a tornargli in mente solo adesso: Robert, tagliò la gola al cavaliere, che cadde a terra, con ancora una maschera di dolore sul viso. La donna urlò,disperata, e Matthew capì che il cavaliere era suo marito e che Robert, cercava solo vendetta, dopo che la donna l'aveva rifiutato.
Sentì qualcuno che l'afferrava violentemente, ma non era Robert, poiché egli lo guardava soddisfatto, con un labbro sanguinante, poco distante. Il dolore con la gomitata non faceva più così male, quindi Matthew riuscì a capire cosa stesse accadendo,ma pensò che,probabilmente, era meglio non saperlo.

Corte del sovrano Rendell, due settimane dopo.

Se qualcuno,due settimane prima, avesse chiesto a Matthew come avrebbe pensato di morire, sicuramente lui avrebbe risposto di voler morire accanto a sua sorella Allison. Nessuno avrebbe immaginato che di lì a poco si sarebbe trovato attaccato ad una fune, in attesa che la corda stringesse così forte da far cessare ogni respiro.
Continuava a chiedersi dove l'avrebbero giustiziato, se la sorella l'avesse visto, come se la sarebbe cavata senza di lui, se sarebbe riuscita a sopravvivere. Ma, puntualmente, la sua testa veniva riempita da un solo pensiero, un rimpianto, forse. Perché sì, un unico rimpianto Matthew ce l'aveva. Rimpiangeva di essere stato così buono sempre con chiunque, persino con chi non se lo meritava affatto. Molte persone, soprattutto sua madre, gliel'avevano detto nel corso del tempo, ma lui aveva sempre immaginato che se si fosse comportato bene nella vita, poi il tutto gli sarebbe stato restituito a tempo lecito.
Ora dava ragione agli altri. Negli ultimi minuti della sua vita, dava ragione a sua madre, ai suoi amici.
Qualcuno aprì la porta della sua cella, gli ordinò di uscire e fu trasportato in fretta su una carrozza, per dirigersi nel luogo che sarebbe stato poi quello della sua morte. Mentre i cavalli sfrecciavano sulla strada, Matthew continuava ad immaginarsi cosa gli aspettava. Una piazza colma di gente? Volti di persone che credono di conoscere la verità, ma in realtà conoscono solamente una versione alterata dei fatti, per non infangare la corte dei Rendell?
E se Allison fosse stata tra quelli, l'avrebbe pensata allo stesso modo?
La carrozza si fermò di colpo, Matthew l'abbandonò e un fu colpito dal profumo dell'erba verde sotto i suoi piedi, si guardò intorno e un sorriso amaro gli comparve sulle labbra. Poco distante da lui, c'era l'albero del prato verde, e aveva una fune che ciondolava all'estremità del ramo in cui lui immaginava le corde dell'altalena delle sue sorelle. Fu scortato fino a raggiungere l'albero e in pochi minuti si ritrovò in piedi su uno sgabello, con una fune al collo e le mani legate. Tuttavia, nessuno sembrava sbrigarsi. Matthew sperava che succedesse tutto in fretta, che finisse da un momento all'altro, e invece era un'agonia. Non c'era nessuna folla ad assistere, solo due uomini e, in lontananza, una donna ci stava raggiungendo. Gli sembrò di conoscerla e ne ebbe la certezza quando era a pochi passi da lui. "Allison..." Sussurrò Matthew, deglutendo rumorosamente. La ragazza aveva gli occhi lucidi, qualcuno l'aveva informata. Allison sapeva. La ide socchiudere per un attimo gli occhi, sospirare e allontanarsi. Nell'attimo stesso in cui Allison girò le spalle e si allontanò, qualcuno spostò lo sgabello e l'agonia risultò essere peggiore.
Matthew cominciò a dimenarsi, cercando in qualche modo di trovare un po' d'aria, ma,ovviamente, tutto risultò essere inutile e dopo un tempo che a lui parve infinito, l'albero del prato verde, insieme all'altalena delle sorelle e alla sua infanzia, portò con sé anche la sua vita.
Quella notte, all'albero degli impiccati -così l'avevan chiamato- un uomo andò a far visita al corpo senza vita di Matthew. C'era poco vento, e la luna era gigante. Nel complesso, era una notte fantastica, da far invidia ai dipinti nei musei. L'uomo restò a guardare per alcuni minuti il corpo di Matthew, prima di tagliare la corda e far giacere il suo corpo sul prato. Sussurrò qualcosa, e subito dopo poggiò due dita sulla fronte del ragazzo, il quale aprì gli occhi disorientato. La campana della chiesa locale suonò, l'orologio segnava la mezzanotte.
"C-cosa succede? Io.. Tu chi sei?" La voce di Matthew era rauca, a causa della disidratazione, cercò di deglutire, ma non cambiò molto. L'uomo lo guardò, intensamente, prima di parlare. "Hai avuto una seconda opportunità,Matthew. Qualcuno ha deciso che non era ancora la tua ora, avevi progetti, una lunga vita. Non gettarla via, impara dai tuoi stessi errori." Matthew scosse la testa ripetutamente, cercò di alzarsi, ma l'uomo scomparve senza aggiunger altro. Si allontanò dall'albero, guardandosi intorno. La corsa era scomparsa, così come tutto il resto. Era un nuovo mondo, e Matthew non ne faceva parte, o almeno, non ancora.


Continua....
***note dell'autrice***
Hola! Come avrete letto, l'inizio di questa fanfiction si ambienta nel 1600, probabilmente ci sono inesattezze storiche, ma ho pensato che,essendo inventata, potevan passare. Il titolo è preso dal terzo libro della trilogia "The Hunger Games" di Suzanne Collins, Mockingjay.
E, durante il corso della storia, ho fatto e farò riferimento ad altri telefilm e/o libri che conosco. Solo questo primo capitolo sarà nel 1600, per il resto passeremo al presente, credo. (:
Fatemi sapere se vi piace con una, anche piccola, recensione.

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