Anime & Manga > Lucky Star
Segui la storia  |       
Autore: Calimero19999    21/07/2012    2 recensioni
Raccolta di varie storie, con protagonista l'intero cast di Lucky Star, alcune saranno oneshot altre saranno storyline da continuare. Shoujo-ai e Yuri.
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai, Yuri
Note: Lemon, Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
10 Lo Specchio Delle Brame Ok prima di tutto vi prego di NON fare battute sul titolo, l'ho scelto per il contenuto, non per riferirmi ad un certo film uscito di recente, una vera stronzata tra parentesi.
Come secondo avviso sappiate che l'ispirazione mi è venuta qualche giorno fa e l'altro ieri (oggi è 21/07/2012) era già finita, quindi non aspettatevi troppo. Oggi dopo aver tolto finalmente qualche minuto ai miei impegni sono riucito a rivederla e a pubblicarla. Con questo chiudo, ma prima un ringraziamento  SkullRose e Yas per il loro supporto ^_^.

Rating: arancione

Avvertimenti: Solo, Shoujo-ai (implicato), Body-Swap


                                     Lo Specchio Delle Brame




Konata aprì gli occhi molto lentamente, si sentiva disorientata e la sua mente era molto annebbiata, ma la cosa non avrebbe dovuto serprenderla, dopo tutto si era appena svegliata nel cuore della notte senza la minima idea del motivo.
Si mise a sedere con la vaga impressione che qualcosa non fosse al proprio posto, ma, per il momento, preferì lasciar perdere.
Meditò per un'attimo sulla possibilità di tornare a dormire, ma per qualche motivo sapeva che avrebbe perso una grande occasione facendolo. Quando la sua mente si fu schiarita a sufficienza da permetterle di stare in piedi senza rischiare di cadere, si voltò verso il suo grande specchio, certa di avere un aspetto orribile. Tuttavia, scoprì con somma sorpresa che lo specchio non era al suo posto, così decise di controllare. Una volta in piedi ebbe una curiosa sensazione, come se non fosse mai stata tanto lontana da terra sulle gambe. Guardò in basso e si accorse che mancava anche il consueto disordine ed assortimento vario di manga custodie di dvd e consoles sul pavimento, che a quanto pare aveva deciso di cambiare colore. La sua confusione crebbe quando scorse la porta incavata nella parete sbagliata, o meglio, sbagliata se si fosse trovata nella sua stanza.  Con una rapida occhiata in giro capì perchè, anche se estranea, quella camera le sembrasse tanto familiare. Vi aveva passato molti pomeriggi a studiare con la sua migliore amica, e proprietaria della stanza in cui si trovava. Era qualla di Kagami. Non ricordava di essere andata a casa della sua amica, e allora come aveva potuto trovarsi nel suo letto? Allungò una mano verso il basso per sistemare i lunghi capelli, più per abitudine che per necessità. Si voltò verso l'armadio con le ante a specchio di Kagami  per cercare di capire cosa non andasse.
Nello specchio si rifletteva Kagami con uno sguardo sorpreso e vagamente allarmato, vestita del suo adorabile pigiama rosa decorato con sagome di gattini bianchi.
Konata si guardò alle spalle ma non c'era traccia della sua amica.
Quando guardò ancora lo specchio una strana idea iniziò a formarsi nella sua testa, ma non osava crederci, era troppo assurdo.
Si alzò per poi avvicinarsi all'armadio a specchio, nel frattempo l'immagine di Kagami faceva lo stesso.
Adesso Konata la stava fissando con intensità, avvertiva molto vagamente che qualcosa in quel riflesso non andava, Si muoveva in modo leggermente diverso da come ci si aspetterebbe. Quando fu di fronte alla specchiera, allungò una mano per toccarla, e vide che il riflesso faceva lo stesso.
La folle idea di poco prima si ripresentò prepotente, "sono Kagami!", pensò.
Questo rendeva tutto molto più semplice, non aveva viaggiato chissà come fino a casa della sua migliore amica per poi ritrovarsi nel suo letto, era diventata la sua migliore amica.
A quel punto una moltitudine di pensieri diversi iniziarono ad affollare la sua mente, alcuni felici, alcuni preoccupati, alcuni relativamente irrilevanti, alcuni lusinghieri, ed altri decisamente poco appropriati.
Decise di fermarsi, non poteva lasciarsi andare od avrebbe fatto qualcosa di cui Kagami si sarebbe pentita, e non poteva permetterselo. Non riuscì tuttavia a resistere alla curiosità, non si era mai trovata da sola in quella stanza, ed aveva una voglia matta di scoprire se e cosa Kagami vi nascondesse.
Trovò una rivista, nascosta tra le copertine di due libri, ma vide con delusione che si trattava di una semplice  rivista sul vivere sano, specializzata in diete.
Decise di controllare il cassetto della biancheria di Kagami, nella speranza di trovare qualcosa di interessante, così aprì l'armadio per dare un'occhiata dentro prima del, come lo aveva chiamato, "panty raid". Tuttavia, prima di mettere le mani sul cassetto interno dell'armadio, dove sperava di trovare qualcosa di interessante, la sua attenzione fu catturata da una piccola foto attaccata alla parte interna dell'anta.
Era una foto che non ricordava, probabilmente scattata per sbaglio o di nascosto, raffigurava lei e la sua migliore amica sedute una accanto all'altra mentre mangiavano un gelato. Ricordava quel pomeriggio, non era stato più di un paio di mesi prima, in quel preciso momento stava leccando una goccia del proprio gelato, colato mentre ne offriva un morso all'altra, dalla guancia color porpora di un'imbarazzatissima Kagami. Ancora ricordava quanto velocemente il suo cuore battè per i pochi secondi di silenzio che seguirono, aveva ceduto alla tentazione per un attimo ed eccola lì con la lingua sul viso della gemella dai lunghi capelli. Una volta ripresasi dallo shock, quella le aveva semplicememnte balbettato un rimprovero mentre si allontanava velocemente da lei, che seppur contrariata dalla distanza che stava mettendo tra loro, non potè non sentirsi sollevata quando non  le urlò contro.
Dopo aver ricordato quell'imbarazzante evento, al quale in seguito pensò molte volte, si accorse di un particolare, intorno ai loro volti era stato disegnato, con
tratto sottilissimo e leggerissimo, un cuore rosso.
Sentendo il calore salire alle guance, richiuse l'armadio, del tutto dimentica del motivo che l'aveva spinta ad aprirlo.
Cosa significava quel cuore? Stava immaginando tutto? Guardò lo specchio, e vide riflesso, il viso di Kagami adornata da una calda sfumatura di carminio, e da un'espressione che tradiva emozione e sorpresa.
Fece un passo indietro, per osservare quell'immagine straordinaria, rendendosi finalmente conto che solo la leggera camicetta leggermente aperta, e di sottili pantaloni, che erano il pigiama di Kagami, separavano i suoi occhi dal corpo dell'amica. Deglutì a vuoto.
Non doveva pensare ciò che stava pensando, ma lo voleva così tanto, forse se avesse soddisfatto la propria curiosità solo un po', sarebbe riuscita a controllarsi a tornare in se. Lei non lo avrebbe mai saputo...
Si allontanò di un'altro passo dallo specchio, ottenendo una visuale ottimale.
Abbassò appena l'elastico dei pantaloni, aprì alcuni bottoni della camicetta, quelli più in basso e quello più in alto, scoprendo il ventre piatto ma morbido e lasciando scendere il colletto da una sola spalla, si mosse in modo da trovarsi in una posa che per qualche motivo l'aveva sempre colpita, gli occhi incollati all'immagine davanti a se, ad osservare i frutti del proprio lavoro, una Kagami leggermente svestita, la testa lievemente piegata e girata come ad osservale la spalla e la clavicola esposte, il braccio tirato all'indietro ed il volto striato di rosso. Ad ogni secondo che passava poteva sentire il proprio sangue pulsarle nelle vene con forza, il calore sempre più  insopportabile. Era bellissima, era incredibilmente sexy, ed in quel preciso momento, era completamente sua.
Si mosse, un movimento lento e sinuoso che non le aveva mai visto fare, ma era venuto così naturale che, non aveva dubbi, non poteva essere la prima volta. Si mosse ancora, osservando ogni centimetro di quella figura flessuosa ma sottile che la stava lentamente portando alla follia.
Sentiva la propria eccitazione salire sempre di più, non sarebbe riuscita a controllarsi ancora a lungo, sentiva già le mani lavorare per aprire altri bottoni della camicetta, che improvvisamente le sembrava così stretta, doveva toglierla.
Con mani tremanti per l'eccitazione aprì finalmente l'ultimo bottone, e lasciò cadere lentamente la stoffa rosa, esponendo, non altra stoffa, ma solo pelle, calda e morbida.
Il sangue scorreva sempre più velocemente nelle sue vene,si aspettava di vedere l'intimo della ragazza dai lughi capelli lilla, ma prima di poter processare la visione, una mano andò a posarsi su un bianco seno esposto, mandando scariche di adrenalina in tutto il corpo. La stava toccando! Stava toccando Kagami!  E che magnifica esperienza era, più volte lo aveva sognato, ma mai aveva provato una sensazione tanto forte. Il fatto di sentire anche la reazione di quel corpo che tanto la estasiava, servì solo a farle perdere il poco auto controllo rimasto.
Come in  trance le mani, che ora erano entrambe al petto,  scesero sino a toccare l'elastico dei pantaloni, e li tirarono giù molto lentamente, come se un movimento brusco potesse infrangere quel momento come vetro.
Ancora una volta fu colta di sorpresa, quando un rado ciuffetto di corti peli color lavanda emersero da sotto la stoffa, e tuttavia, nel suo stato di ammaliato stupore, non si fermò, rivelando, in tutta la sua gloria, la parte più intima di colei che, se avesse saputo cosa stava facendo, non avrebbe sicuramente voluto vederla mai più.
Con una calma che non le apparteneva ed il fiato corto, sfilò la barriera di stoffa che ora impediva solo alle gambe di mostrarsi.
Le labbra dischiuse appena e una luce negli occhi, adesso poteva vedere la ragazza che tante volte aveva sognato, senza nulla ad ostacolarne la vista.
Aveva la vaga impressione che in un'altro momento avrebbe pianto a quella visione, ma in quel momento tutto quello che voleva era marchiarla a fuoco nella propria memoria, le lunghe gambe toniche, le bianche braccia, le spalle attraenti, il viso che poteva scioglierla con un sorriso, il ventre piatto, i seni piccoli ma sodi, ed il centro del calore che l'aveva posseduta e che l'aveva portata dov'era.
Sentiva il cuore battere all'impazzata mentre, incapace di fermarsi, cominciava ad accarezzare con la massima delicatezza il corpo che non le apparteneva.
Il tocco leggero delle sue stesse mani fece esplodere il piacere, non avrebbe saputo dire se fosse perchè stava osservando la ragazza che tanto aveva desiderato, fare ciò che faceva a se stessa quando la pensava o perchè era il tocco delle
sue mani.
Senza riuscire a trattenersi iniziò a far scorrere con leggerezza le dita, che non le appartenevano, su quei seni bianchi e perfetti, i capezzoli eretti per l'eccitazione, e sulle grandi labbra già gonfie. Non osò fare nulla oltre accarezzare delicatamente il corpo dell'amica, ma non sembrò essere un problema.
Prima di quanto avesse portuto prevedere, sentì il piacere montare prepotente in lei, ad anche al tocco leggero che stava usando, tutti i muscoli si tesero nello stesso istante mentre la sua mente era piena solo del nome della proprietaria di quel corpo e della sua immagine.
Mentre la sua mente si schiariva, ed il piacere residuo evaporava, si rese conto della propria posizione. Non avrebbe saputo dire quando, ma ad un certo punto doveva essere scivolata a terra, perchè si ritrovò seduta sul pavimento. Guardò ancora lo specchio, e si rese conto di cosa avesse fatto. Aveva abusato del corpo della sua migliore amica, le mani immobili, la sinistra abbandonata di lato, ovviamente scivolata dal petto durante il suo momento di estasi, la destra ancora in mezzo alle gambe, le dita bagnate della sua eccitazione, a meno di un centimetro dal sesso ancora pulsante.
Non riusciva a capacitarsi delle proprie azioni, era come se avesse tradito la fiducia di Kagami, tuttavia non poteva neanche negare che
fosse stata l'esperienza più incredibile della sua vita.
Ed in quel momento si rese conto che la situazione poteva essere vista in un'altro modo, non come le mani della prima gemella che la toccavano, ma come le sue mani che tocavano lei!  Non si stava semplicemtne toccando mentre la guardava, stava toccando lei, il suo corpo, quello che desiderava tanto ardentemente!

Solo l'idea di averla tra sue mani le faceva andare il sangue alla testa. Dimenticò ogni altra cosa, e si concentrò solo sulla sensazione di toccare Kagami, di darle piacere, immaginando che fosse con lei, e di renderla felice. Immediatamente sentì una goccia scendere per la coscia, quando si era messa in ginocchio?
Sentendo l'eccitazione montare persino più propotente rispetto a qualche minuto prima, iniziò ad accarezzare, non solo le zone erogene, ma ogni lembo di pelle che riuscisse a raggiungere, voleva imprimersi nella memoria la sensazione della pelle di Kagami sotto le sue dita.
Senza pensarci iniziò a toccarsi ancora, continuando l'esplorazione di quel corpo estraneo nel frattempo. Non avrebbe saputo descriverlo a  parole, ma se poco prima aveva provato qualcosa di straordinario, ciò che sentiva in quel momento era il Nirvana.
Mentre ascoltava la voce dell'amica che ansimava e mugolava, la sua immaginazione proiettò se stessa dietro Kagami, iimaginando che le mani che la toccavano accarezzavano e sfioravano fossero le sue, come se lo stesse facendo davvero a lei.
Iniziò a penetrarla dolecemente con le sue dita, stando bene attenta a non andare troppo in fondo, ma copiando tutti i movimenti che aveva visto negli hentai che aveva letto, scoprendo quasi con sorpresa quanti ne funzionavano, e presto fu travolta da ondate di piacere.
Via via che perdeva ancor a il controllo, la sua mente le faceva vedere una Kagami in estasi tra le sue braccia, e proprio metre nella sua immaginazione la sua amante lanciava un alto grido, lei si mordeva le labbra nel tentativo di non emettere un suono.
Ancora tremante ed ansante, invece di fermarsi, i suoi movimenti divennero più frenetici, più febbrili, la sua immaginazione andata fuori cotnrollo le faceva vedere adesso due, tre Kagami che le davano piacere contemporaneamente, e quando il terzo orgasmo colpì con la forza di un maremoto, la bocca aperta in un urlo muto, la schiena inarcata sin quasi a dare l'impressione di rompersi, ancora una volta la sua mente era piena solo del nome della ragazza che poteva farle perdere la testa senza nemmeno essere realmente presente.
Quando riuscì a calmarsi, gli occhi semichiusi, voltata su un fianco ad esaminare l'immagine nello specchio, pensò quanto sarebbe stato fantastico poter provare quelle sensazioni con la vera Kagami.

Quando si svegliò nel suo letto, quella mattina, Konata non potè non rendersi conto di avere un bisogno disperato di cambiare le lenzuola il più in fretta possibile, e ripensando al sogno, almeno credeva fosse stato un sogno, della notte prima, non era una sorpresa. Aveva la vaga impressione che qualcosa non fosse al proprio posto, ma liquidò immediatamente l'argomento pensando che avrebbe anche potuto fare una doccia già che c'era. Il fatto di essersi svegliata nuda, e la posizione dello specchio fullbody, che da un'angolo era comparso giusto di fronte al suo letto, finirono in secondo piano e dimenticati.
Dopo aver fatto sparire tutte le prove della sua "notte brava" ed essersi ripulita, sentiva ancora una leggera sensazione formicolante al basso ventre ogni volta che ripensava al sogno che aveva fatto, sembrava così reale, si accorse di essere in ritardo e di dover fare in fretta od avrebbe perso il treno.
Solo dopo essere arrivata alla stazione, la colpì la realizzazione che la protagonista di quel sogno selvaggio sarebbe stata lì.

Percorse la breve distanza correndo, nel disperato tentativo di smettere di pensare alle forti emozioni che aveva provato.
Fin troppo presto arrivò alla piattaforma del treno che ogni mattina la portava a scuola. Le gemelle erano già lì ad aspettarla, Tsukasa, come al solito, intenta a giocare col cellulate, ma non ebbe il coraggio di guardare Kagami, ma dopo solo due secondi non riuscì a non arrischiare un'occhiata.
Dopo solo uno sguardo alla ragazza dai penetranti occhi blù, arrossì così violentemente da attirare persino l'attenzione della
distratta tsukasa, ma si voltò così velocemente che nessuna delle due gemelle potè essere sicura di cosa avesse visto, ma sulle guance della diretta interessata in quell'esatto momento si stava facendo strada una sfumatura di rosso molto simile. Senza guardarsi le due si diressero verso il treno, che era eppena arrivato, lasciando una confusa Tsukasa a speculare sul possibile motivo di un comportamentò così strano.
Durante tutto il tragitto nessuna delle tre disse una sola parola, mentre le due ragazze dalle guance arrossate evitavano di guardarsi, la terza cominciava a chiedersi se finalmente non avessero capito ciò che era ovvio già da tempo per lei. "Magari è la volta buona", pensò.

Subito dopo essere arrivate a scuola, si divisero velocemente, se non altro per evitare di svenire a causa del troppo sangue alla testa. Una volta al sicuro ogniuna nella propria classe, non passò molto più di un minuto prima che le due sensibili amiche si preoccupassero per loro.
Le due discussioni furono quasi identiche, una tra Kagami ed una preoccupata Ayano, non era normale che non si arrabbiasse con Misao per esserle saltata al collo fosse invece fuggita tremando al suo posto,  e una sorpresa Miyuki, che non aveva mai visto Konata arrossire prima, ed era molto curiosa di sapere cosa fosse riuscito a mettela in imbarazzo, e magari nel frattempo avrebbe anche potuto confortarla se si fosse trattato di qualcosa di negativo.
Avendo un gran bisogno di parlarne , raccontarono alla rispettiva amica di aver fatto uno strano sogno, ma mentre Kagami avitava accuratamente di dare dettagli che ne rigurdassero gli avvenimenti,  Konata riferì che si trattava di un sogno particolarmente vivido in cui faceva qualcosa che non avrebbe mai potuto, ne dovuto, fare, ma all'espressione interrogativa dell'amica dai capelli rosa decise di non riverlarle la natura del sogno, persino lei aveva dei limiti.
Sentendo di stare un po' meglio le due decisero si cercare di passare una normale giornata di scuola, e di non pensare ai rispettivi sconvolgenti ricordi.
A pranzo, Kagami decise che non andare nella classe della sorella avrebbe suscitato sospetti, quindi, sperando che almeno quel giorno Konata si comportasse civilmente, andò a trovare le due amiche e la sorella.
Fortunatamente il suo desiderio venne esaudito, e la piccola ragazza dai lunghi capelli rimase al proprio posto senza toccare ne molestare nessuno, tuttavia non potè non preoccuparsi quando si accorse che non era nemmeno piena di energia ed allegra come al solito, ma non riuscì a pensarci molto a lungo perchè fu distratta da una particolare domanda fatta da Tsukasa.
Voleva sapere che cosa avesse sognato l'amica sottomisura per essere tanto imbarazzata quella mattina, aveva sentito mentre ne parlava con Miyuki, e voleva accertarsi che stesse bene. La diretta interessata sussultò alla domanda, a non rispose immediatamente, dirigendo invece il proprio sgurdo dalla parte opposta, cosicchè non potessero vedere il suo viso rigato di rosso. Tuttavia la sua manovra evasiva le impedì di vedere Kagami che la fissava insistentemente fin dalla menzione del sogno. Arrossendo disse solo, in tono molto sommesso, che la ragazza dai lunghi capelli lilla, ne era parte integrante, innescando la reazione scioccata di quest'ultima che senza riuscire a trattenersi emise un sommesso "Anche lei...".
Si voltò di scatto e si guardarono negli occhi per un secondo, prendendo immediatamente il colore delle ciliege mature. Le due innocienti ragazze che le osservavano confuse tentarono di cambiare argomento o di allentare la tensione che sentivano nell'aria, ma per tutto il resto della pausa, nessuna delle due ragazze dal viso tinto di rosso disse una sola parola.

Per tutto il resto delle lezioni Kagami non potè non pensare alle parole dell'amica, sempre più sicura che il suo sospetto fosse fondato, mentre Konata passò la giornata troppo distratta persino per addormentarsi in classe.

Durante la breve passeggiata fino alla stazione,  Tsukasa finì, per la prima volta, col lasciare indietro le altre due, che da pranzo non avevano più detto una sola parolaa nessuno, salutando con solo un cenno del capo.
Quando la gemella dai capelli corti fu fuori portata d'orecchio, l'altra ragazza dai capelli lilla, fece un profondo respiro, e usando tutto il coraggio che aveva, usando un'espressione indecifrabile per nascondere il proprio nervosismo, si voltò verso Konata.
Dopo essersi avvicinata a lei perchè nessun'altro potesse sentire le sue parole le disse "Raccontami il tuo sogno", aveva usato un tono che la sua piccola amica non aveva mai sentito, era estremamente sensuale, ma prima che potesse rispondere quella parlò ancora "Anche io ho fatto un sogno su di te, e sono sicura fosse so stesso... Mi è piaciuto un sacco." disse mentre il suo fiato caldo faceva scendere un brivido lungo la schiena dell'altra.
Konata deglutì a vuoto, ed abbandonando ogni precauzione e contro ogni logica annuì debolmente, ma lei l'aveva vista, così le sussurrò una parola molto simile a stasera e poi si voltò per raggiungere la sorella, che si era appena accorta della loro assenza, con uno strano sorriso sul viso.
Non risuciva a capire se fosse  più felice o preoccupato.




  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lucky Star / Vai alla pagina dell'autore: Calimero19999