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Autore: Adebaran    22/07/2012    9 recensioni
E' la mia ff, lo so, non sono una grande scrittice ma mi andava di pubblicarla.
Non siate troppo cattivi eh!
Pain è stato sconfitto, il villaggio della Foglia è distrutto, ma i suoi abitanti no. L'eroe del villaggio, Naruto Uzumaki, è già impegnato in un'altra missione...
Una piccola scatolina e Naruto si ritroverà nel proprio passato...
[Storia abbandonata per mancanza d'ispirazione]
Genere: Avventura, Fluff, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Naruto Uzumaki, Un po' tutti | Coppie: Minato/Kushina
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Più contesti
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I primi raggi del mattino entrarono dalla finestra della camera, andandosi a posare sul viso di Naruto.
Questo storse prima il naso, poi fece un paio di smorfie infastidite. La luce gli dava fastidio e lui non aveva la minima voglia di svegliarsi.
«Ummmh, voglio dormire!» mugugnò a bassa voce come un animale ferito, girandosi dalla parte opposta da cui proveniva la luce. Aveva fatto un bel sogno, sì. Aveva sognato il suo papà, la sua mamma e anche il Maestro Jiraya. Che bel sogno sì!


Si portò stancamente a sedere sul letto mentre stirava le braccia verso l’alto, in modo da rilassare i muscoli. Con la mano destra andò a coprire uno sbadiglio e con la sinistra si stropicciò gli occhi azzurri. Poggiò i piedi a terra e rabbrividì per il freddo del pavimento. Quel contatto gli fece tornare in funzione il suo cervello e guardandosi  intorno si rese conto che quella non era la sua camera.
Era troppo pulita, non vi erano vestiti o cartacce in giro, in più aveva le pareti di un bel giallo mentre quelle della sua camera erano grigie.

Senza neanche indossare neanche le ciabatte e ancora in pigiama, corse verso la porta della camera infilandosi così nel corridoio. Se quella non era la sua camera, voleva dire che non aveva sognato!
Ad ogni passo era sempre più convinto che fosse tutto reale, però voleva l’assoluta conferma. Se era tutto vero, allora lui… lui… non era più solo e aveva avuto la più grande opportunità della sua vita.

Percorse velocemente il corridoio e si ritrovò nella sala da pranzo.
Sul tavolo vi era già la colazione pronta per due persone: una ciotola fumante di ramen e del latte con vicino un piattino di biscotti.
A Naruto gli s'inumidirono gli occhi per via di alcune lacrime di felicità. Il capo era piegato verso il basso e una risata contenta uscì dalle sue giovani labbra. “Non è un sogno, è tutto vero, dattebayo!”
Dalla cucina spuntò la faccia di Kushina, che guardando il figlio, fece un ampio sorriso. «Ben alzato tesoro! Dormito bene? Che cosa vuoi per colazione? Del ramen?» domandò con voce dolce verso Naruto, avvicinandosi a lui di un paio di passi.Naruto sorrise di rimando a sua madre, ricacciando indietro le lacrime. Rialzò il capo e andò ad annuire verso la donna. 
«Sì, per favore. Comunque ho dormito bene, come poche volte nella mia vita… mamma.» Il tono era chiaramente allegro.

Era così strano avere qualcuno che si preoccupava per lui, era così inusuale e così naturale al tempo stesso. Era così, così… incredibile e normale contemporaneamente.

Kushina sembrò accorgersi dei sentimenti del figlio e allungò la mano destra verso il suo viso, accarezzandogli la guancia. «Sei proprio mio figlio e sei così bello.» Disse con sguardo amorevole verso Naruto, poi ritornò in cucina.
Un calore invase il corpo del biondino a quella carezza, il calore dell’amore. Sì, ora anche lui sapeva cosa vuol dire avere dei legami così forti… Forse ora avrebbe potuto capire i sentimenti di Sasuke.
A quell’idea, la mente vagò fino a riportare alla memoria l’immagine di Sasuke. Non che fosse molto difficile, lui era sempre in cima ai suoi pensieri. Si ricordava ancora cosa gli aveva detto quando aveva lottato con lui nella Valle dell’Epilogo.
“Tu non puoi capire! Non hai mai avuto dei genitori o dei fratelli, sei sempre stato solo. Non sai cosa vuol dire perdere dei legami così forti! Tu non mi puoi capire!”

E aveva ragione, all’epoca non poteva comprendere.
Ma ora, aveva perso il Maestro Jiraya e ritrovato i suoi genitori. Ora capiva i sentimenti che provava Sasuke e lo avrebbe riportato indietro, strappandolo dal quel baratro oscuro in cui stava cadendo.

I suoi pensieri furono interrotti dall’entrata nella sala da Minato, già vestito con una tuta blu.
Subito Naruto si riscosse e andò a guardare il padre con un sorriso contento, anche se negli occhi c’era ancora un po’  di quella tristezza che solo Sasuke era in grado di provocargli.
Minato sembrò accorgersi di questa sensazione e andò a poggiare la mano destra sui biondi capelli del figlio, andando a scompigliarglieli. L’uomo fece il suo solito sorriso dolce e sereno, riuscendo a rassicurarlo solo con quel gesto.
«Allora Campione, tutto bene?» domandò tranquillo Minato, andando a sedersi a tavola con naturalezza. Si avvicinò la tazza di latte con i biscotti, immergendone uno.
Naruto allora si sedette anche lui, andando ad annuire verso il padre. «Sì papà. Stavo solo pensando a un mio amico, ho fatto una promessa e ora so come mantenerla!» replicò contento verso Minato, mentre Kushina usciva dalla cucina con in mano una ciotola fumante di ramen. Porse la ciotola a Naruto e andò a sedersi anche lei, di fronte al figlio.

«Beh è un buona cosa, Naruto. Un ninja che non mantiene le proprie promesse, non è degno di esser chiamato tale.» Rispose convinto Minato, mentre andava ad addentare un biscotto.
Kushina lo guardò con la coda dell’occhio. “Non vuole digli nulla. Forse è la scelta più saggia, ma visto che ha il mio carattere non sarà affatto contento se viene a sapere di esser stato tagliato fuori…” pensò la donna,  cominciando a mangiare la sua porzione di ramen.
«Ascolta Naruto, poi devo uscire per andare a trovare Mikoto Uchiha. Ti va di venire?» disse improvvisamente verso il figlio, il quale si bloccò con degli spaghetti che gli scendevano della bocca. Gli occhi azzurri del ragazzo erano spalancati e l’espressione era sorpresa.

Anche Minato interruppe la sua colazione, andando a guardare con aria leggermente stupita Kushina. “Non c’è niente da fare, non imparerà mai! E menomale che ne abbiamo parlato ieri sera.” Disse tra sé e sé, poi s’intromise nel discorso, cercando riparare al danno fatto dalla moglie. «Ma Kushina, non vedi l’espressione di Naruto. E poi no…»
Non riuscì neanche a finire la frase che Naruto esclamò «certo che mi va! Con gli Uchiha ho un conto in sospeso. Voglio vedere che tipi sono!»  Il tono del ragazzo era entusiasta, così come l’espressione.
Kushina non ascoltò minimamente le parole di Minato, andando ad alzare un pungo in aria in segno di vittoria. «Bene,  allora appena finiamo andiamo!» Anche il tono della donna era entusiasta e vivace.  In effetti, Naruto era molto simile a sua madre.

Minato fece un sospiro rassegnato, tornando a mangiare i suoi biscotti con aria buffamente sconfitta. 
Sapeva che era inutile insistere, ormai il danno era fatto e quella testa dura di sua moglie non si sarebbe certo tirata indietro. La conosceva troppo bene. Era testarda e molto suscettibile, però sapeva anche esser veramente dolce... Se voleva. Lui era il Quarto Hokage, ma con sua moglie non c'era storia, comandava lei.
Un piccolo sorriso comparve sul viso dell’uomo ed  alternò lo sguardo tra Kushina e Naruto, che intanto parlavano con fare concitato.

“Se questi due si alleano, non c’è modo di fermarli. Speriamo che vada tutto bene, mi fido di Kushina però sarà meglio contattare il Maestro Jiraya.” Rifletté il Quarto Hokage, andando a finire la sua colazione.

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Circa un’ora dopo erano tutti e tre davanti al quartiere appartenente al clan Uchiha. L’ormai famigliare simbolo del ventaglio, metà rosso e metà bianco, era dipinto ai lati del grande portone di pietra.
«Bene» esordì Minato verso Kushina e Naruto. «Eccoci arrivati, mi raccomando! Niente idee strane e soprattutto attenzione a quello che dite, soprattutto riguardo agli eventi e ai nomi.» Il tono ora si era fatto più serio e deciso, mentre l’uomo alternava lo sguardo tra il figlio e la moglie.
Teoricamente avrebbe dovuto parlare solo a Naruto, perché era lui che rischiava di farsi scappare qualche cosa, però conosceva bene il carattere irruento e spontaneo di Kushina.

La rossa e il biondo annuirono svogliatamente, come a voler far intendere Minato che la sua raccomandazione era superflua.
Lui li guardò con fare deciso per qualche istante, poi il suo viso si aprì in un altro dei suoi dolci sorrisi. «Bene, allora posso andare al palazzo tranquillo.» Disse con fare rassicurato verso i due, anche se infondo non era così convito che la sua raccomandazione fosse servita a qualcosa.

Si avvicinò alla moglie e, cingendole con il braccio destro la stretta vita l’attirò a sé, sfiorandole le labbra in una bacio.
«Ehi Namikaze!» lo ammonì Kushina, staccandosi dopo qualche secondo da lui. Insomma, doveva difendere la sua temibile reputazione. In realtà adorava il suo Minato, quando faceva così... ma non lo avrebbe mai amesso in pubblico.

Kushina amava quelle piccole attenzioni che erano rivolte a lei, solo e soltanto a lei. Era una donna forte e autoritaria, non era mai stata quel tipo di ragazza frivola o imbellettata, persa dietro ai vaneggiamenti per gli uomini o la bellezza. Era sempre stata più simile a un maschiaccio che a una ragazza, eppure Minato riusciva a tirare fuori quella parte dolce e femminile che era sepolta in lei. Socchiuse gli occhi blu e si godé quella bella sensazione che gli dava sentire Minato vicino, gli infondeva forza e sicurezza.

L'uomo sorrise tra sé e sé, conosceva bene sua moglie e non se la prese. Si volse quindi verso Naruto, il quale aveva abbassato lo sguardo dai genitori, con le guance rosse d’imbarazzo.
Minato sorrise a quella vista, gli ricordava molto se stesso alla stessa età. Bravissimo a combattere e con una calma e una caparbietà incredibile, eppure con l’argomento donne, anzi Kushina, riusciva a fargli perdere il controllo sulle sue emozioni.
Non che il Maestro Jiraya non cercasse di dispensare consigli amorosi, anzi! Ma quando il Sannin cominciava a raccontare qualche aneddoto, lui s’imbarazzava sempre e troncava il discorso.
Scompigliò ancora per una volta i capelli biondi del figlio, così simili ai suoi, e poi si allontanò in direzione del palazzo centrale di Konoha.

Davanti all’ingresso del quartiere degli Uchiha erano rimasti solo lui e sua madre.
Gli faceva una strana sensazione essere lì, nel posto che tra qualche anno avrebbe visto crescere felice Sasuke, nel posto che aveva visto uno sterminio, nel posto dove tutto il dolore dell’amico era cominciato, nel posto che il suo ricordo d’odio aveva allontanato Sasuke da lui.
Perché aveva accettato di andarci non lo sapeva neanche lui, forse voleva conoscere meglio il clan Uchiha e quindi anche Sasuke, forse era spinto da una curiosità quasi ossessiva oppure, più semplicemente, pensava di sentire Sasuke più vicino a sé.

Naruto si riscosse dai suoi pensieri quando Kushina cominciò a muoversi con fare sicuro per la via principale del quartiere. Sembrava esser di casa, probabilmente non era la prima volta che andava nel quartiere dell’orgoglioso clan Uchiha.
«Mamma…» Cominciò a esordire verso Kushina ma poi, ricordandosi delle parole del padre, cambiò tono. «Kushina… Come mai conosci gli Uchiha?» L’espressione sul viso del biondo era curiosa, mentre guardava l’intero quartiere con interesse.
Era molto popolato, vi erano perfino dei negozi e degli artigiani con le loro botteghe. Non credeva che un quartiere appartenente a un clan solo, potesse esser così grande.
«Beh io conosco bene Mikoto. Vedi lei era un jonin, però poi si ha deciso di smettere con le attività ninja quando gli è nato Itachi. Diceva che quando nasce un bambino, la donna deve occuparsi delle faccende di casa e deve dare tutto il suo tempo al figlio.» Il tono di Kushina, che all’inizio era relativamente tranquillo, divenne più duro e secco, quasi le costasse dire quelle parole. La mano destra si chiuse a pugno, mentre un ghigno trattenuto a stento compariva su viso della rossa.
Naruto capì al volo che sua madre non la pensava per nulla allo stesso modo, forse per lei combattere era molto meglio che star a fare la brava moglie a casa.
Il biondo deglutì a vuoto, guardandola per qualche istante con un’espressione preoccupata. Shikamaru aveva ragione, le madri fanno veramente paura.

Stava per dire qualcosa a sua madre, quando vide che erano arrivati all’ingresso di una grande villa. Era enorme!  Sulla soglia sostavano due figure.  Una esile ma di dolce fattezze e un’altra minuta ma relativamente robusta.
Riconobbe la prima come la mamma di Sasuke, erano molto simili. Aveva dei lunghi capelli neri, che le arrivavano a metà schiena, e degli occhi color ebano. Era esile e aveva dei lineamenti molto dolci, sembrava strano che potesse esser stata un jonin. Aveva la pancia prominente, segno palese che era incinta.


Sulla seconda figura non vi erano dubbi, era sicuramente Itachi, anche se era ancora un bambino. Aveva capelli e occhi neri come la madre, però il viso era più spigoloso rispetto a quello di Sasuke alla medesima stessa età. Naruto lo ricordava bene Sasuke da piccolo ed era sicuro, aveva gli stessi lineamenti della madre, dolci ed esili.

«Oh Mikoto, come sono contenta di vederti! Come stai? E il bambino?» cominciò a dire Kushina con fare concitato verso Mikoto, riempendola di domande. «Stiamo bene, grazie Kushina. Piuttosto tu?» gli rispose con educatamente Mikoto, l’espressione amichevole e allegra, però in qualche modo misurata. La donna non era esuberante come Kushina.
Mentre le due donne parlavano, Naruto continuava a scrutare Itachi. Al biondo faceva uno strano effetto vederlo così piccolino, ora capiva veramente di esser davvero fuori posto. Faceva troppa fatica a sovrapporre l’immagine che aveva di Itachi, sterminatore del suo clan, con quella innocente del bambino che si ritrovava di fronte.
Itachi si accorse che Naruto lo fissava e quindi si girò leggermente, in modo da poter guardare negli occhi lo sconosciuto. Nonostante avesse solo 5, era già entrato nell’accademia ninja ed aveva dimostrato delle capacità straordinarie.

«Comunque Kushina, vedo che sei venuta accompagnata» disse Mikoto verso la rossa, andando a guardare Naruto, un sorriso sincero sul viso. 
«Chi è questo bel ragazzo?» chiese infine la donna verso Kushina, alternando lo sguardo tra la donna e Naruto.

Un pensiero passò come un fulmine nella mente dei due Uzumaki, prendendogli in fallo. Si guardarono uno con l’altra, lo sguardo che preoccupato.
Non avevano pensato a come si sarebbe dovuto presentare Naruto…

  
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